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La spiaggia che ha fatto impazzire Lady Gaga. Un vero paradiso

Una story pubblicata da Lady Gaga su Instagram ha fatto fare a questa spiaggia il giro del mondo. E chi non ne aveva mai sentito parlare, dopo avere visto il video sul social ha già deciso quale sarà la prossima meta di viaggio: l’Australia.

La spiaggia meravigliosa si chiama Twilight Beach, la “spiaggia del crepuscolo”. Giusto per collocarla, si trova nei pressi della cittadina di Esperance, la città più famosa e più vicina a questo paradiso è Perth, nel Western Australia, che in realtà dista ben 700 chilometri. Se siete stati in Australia sapete bene che qui le distanze sono enormi e che per andare da una località all’altra bisogna calcolare sempre tempi molto lunghi.

Esperance si trova in una insenatura con uno dei panorami più incantevoli dell’Australia e con alcune delle spiagge più bianche e delle acque più limpide di tutto il Paese. E Twilight Bay, dove si trova la spiaggia citata da Lady Gaga, è una di queste, dove la sabbia bianchissima incontra acque turchesi.

Ma la sua particolarità, che poi è quella la rende anche una delle spiagge più belle del mondo, è data da alcune scogliere di granito rosa liscissimo che si gettano nel mare: è uno dei litorali più scenografici dell’Australia.

Questa parte di costa è attraversata da uno degli itinerari più spettacolari australiani, il Great Ocean Trail. Lungo 17 km e percorso ogni anno da tantissimi appassionati di trekking e di bicicletta (ma lo si può fare anche con la carrozzina), metà del sentiero si sviluppa proprio lungo la bellissima costa di Esperance.

Il resto del percorso s’inoltra nel bush fino a raggiungere il famoso Pink Lake, il lago rosa di acqua salata il cui color chewing gum è causato da un batterio che produce un pigmento proprio di questo color pastello.

La costa di Esperance regala paesaggi insoliti e unici al mondo. un’atra delle spiagge vicine, Lucky Bay, con una sabbia tra le più bianche dell’Australia. È famosissima per i canguri che vengono qui per sdraiarsi e scaldarsi al sole. Una scena che solo in questa parte d’Australia si può ammirare. Di fronte, nel mare, non è insolito avvistare i delfini che sguazzano nell’acqua trasparente.

In lontananza, le bellissime isole disabitate dell’arcipelago di Recherche, cento isolotti dove provare un’esperienza alla Robinson Crusoe. Qui si possono fare escursioni giornaliere o rimanere nella riserva naturale di Woody Island, dove le uniche attività sono passeggiare nel bush, nuotare, fare snorkeling e pescare. E osservare i piccoli wallaby saltellare qua e là.

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La spettacolare Twilight Beach nel Western Australia

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Barbagia Destinazioni mare Sardegna Viaggi

Perché devi assolutamente fare un viaggio in Barbagia

Meravigliosa e amata dal mondo interno è la nostra Sardegna. Meta ambitissima per il turismo estivo, è in realtà un’Isola che si rivela speciale in ogni suo angolo, e durante tutte le stagioni. Ma c’è una zona che, più di altre, rappresenta il vero e proprio cuore della regione: la Barbagia.

Barbagia, dove si trova

Siamo nella provincia di Nuoro (o almeno quasi interamente) un’area caratterizzata da un paesaggio selvaggio e autentico. Un territorio prevalentemente montuoso situato sui fianchi del massiccio del Gennargentu che, al tempo stesso, si affaccia sul mare, ma in in uno dei tratti meno accessibili e sfruttati della costa.

Si divide in Barbagia di Nuoro, nella parte Nord-Orientale dell’Isola; Barbagia di Ollolai, una regione storica della Sardegna Centrale; Mandrolisai, dove si trovano le più alte cime montuose delle Barbagie; Barbagia di Belvì, caratterizzata dai “tacchi”, ossia degli altipiani calcarei incisi e separati da profonde vallate; Barbagia di Seùlo, una micro regione della Sardegna Centro Orientale e l’Ogliastra, una zona dell’Isola che fa innamorare a prima vista.

Da queste parti costumi e tradizioni, insieme a una natura generosa, caratterizzano e differenziano la vita delle sue genti da millenni. Un vero e proprio patrimonio culturale e naturale che è stato spesso narrato da molti scrittori. Dai nuoresi Grazia Deledda e Salvatore Satta, fino all’inglese David Herbert Lawrence.

barbagia cosa fare

Una angolo della Barbagia

I borghi della Barbagia

Impossibile non rimanere affascinati dalla magia dei borghi della Barbagia, suggestivi centri storici caratterizzati da case in granito, vicoli stretti, coortes e pergolati di vite. Per esempio la pittoresca Orgosolo, una località in cui le strade “parlano” attraverso i murales, dipinti su pareti che raccontano vita, cultura e rivendicazioni politiche.

E poi Oliena, la patria del sublime Cannonau, il vino che stregò D’Annunzio. Gavoi, dal canto suo, è un luogo perfetto in cui perdersi tra le stradine del centro “vestite” con abiti di fiori, così come Galtellì è un posto speciale per scoprire eleganti palazzi in calce bianca e una bella chiesa anticamente nota come Santa Maria delle Torri, in seguito denominata del Santissimo Crocifisso in virtù della miracolosa sudorazione del Crocifisso in essa conservato.

Orgosolo murales

I graffiti di Orgosolo

Barbagia, paradiso naturalistico

La Barbagia si rivela un vero e proprio paradiso per chi ama lasciarsi andare in emozionanti esperienze all’aria aperta. Da non perdere è certamente una visita al Supramonte, un vasto complesso montuoso calcareo-dolomitico dove il bianco delle rocce, il verde della vegetazione e il blu del cielo regalano contrasti cromatici che non lasciano di certo indifferenti.

Incredibile anche la Sorgente di Su Gologone a Oliena, un’area di estremo interesse naturalistico, geologico, storico e persino archeologico. Gli amanti dell’antico non possono di certo perdere la Valle di Lanaittu, dove sono stati rinvenuti i resti umani più datati dell’Isola. E poi il villaggio nuragico di Tiscali, dove, secondo la leggenda, gli ultimi sardi si rifugiarono per sfuggire ai conquistatori.

E che dire della Foresta di Montes? Un’immensa distesa verde con infinite varietà florofaunistiche tra cui una lecceta plurisecolare, unica nel bacino del Mediterraneo per estensione e caratteristiche. Da qui, inoltre, ci si deve assolutamente concedere la possibilità di ammirare il panorama dalla cima del Monte Novu Santu Juvanne. Infine, l’impressionante Canyon Gorropu, considerato il più spettacolare d’Europa ma anche uno dei più profondi.

gole di Gorropu

Lo spettacolo del Canyon Gorropu

Al mare in Barbagia, cosa non perdere

E dopo aver scoperto il vero e proprio “ombelico” della Sardegna è d’obbligo fare un salto nel suo strepitoso mare. Imperdibile Cala Luna, monumento naturale di straordinario fascino. Potremmo definirla un’abbagliante striscia di sabbia finissima di 800 metri che s’immerge in un mare limpido che fa innamorare. Essa è protetta da ripide pareti rocciose che si tuffano in mare alte fino a 300 metri.

Una delle particolarità più suggestive di Cala Luna è la presenza di numerose grotte che si affacciano in acque limpide. Tra queste c’è la Grotta del Bue Marino, il cui sistema carsico si estende per oltre 70 km nell’entroterra. Una meraviglia della natura che si divide in tre rami distinti: quello Nord e quello Sud sono visitabili a piedi con un percorso di ottocento metri, mentre il centrale è destinato a chi fa speleologia subacquea.

Ma non solo. La Grotta si rivela interessante anche da un punto di vista storico grazie alla presenza di alcuni petroglifi risalenti al periodo pre-nuragico e riconducibili alla cultura di Ozieri che rappresentano la “Danza del Sole” e il culto della fertilità. All’interno della cavità rocciosa, inoltre, c’è acqua dolce che fa ipotizzare che essa fosse un luogo sacro per gli antichi abitanti di queste terre.

Cala Luna sardegna

I colori di Cala Luna

Barbagia, terra di misteri e leggende

In Barbagia non manca di certo l’aspetto folkloristico. Austis, paesino con tradizioni antiche e un rigoglioso territorio ricco di monumenti naturali, si trova esattamente al centro dell’Isola. Luogo di passaggio per le greggi durante il periodo della transumanza, deve proprio a ciò una sua particolare leggenda.  In località “Sa Sennoredda” svetta una roccia in granito, denominata “Sa Crabarissa” che sembra avere le sembianze di una donna vestita in abito tradizionale.

Si narra che una fanciulla di Cabras si innamorò di un pastore di Austis, conosciuto proprio durante la transumanza invernale, con il quale decise di scambiarsi doni e promesse di matrimonio. Sfortunatamente, finita la transumanza, il pastore ripartì per la montagna e la fanciulla attese invano il suo ritorno.

Per questo motivo la giovane decise di incamminarsi verso Austis, ma al suo arrivo trovò il pastore sposato con un’altra donna. Un colpo durissimo e che le spezzò il cuore. Così, durante il viaggio per tornare a casa, la ragazza rimase pietrificata dal dolore, tramutandosi nella celebre roccia. Una storia, quindi, che invita a non scherzare con i sentimenti altrui.

Decisamente affascinante e misteriosa anche la Grotta Is Janas, un antro fatato nascosto da cascate, un mondo di stalattiti, stalagmiti e rara fauna. Proprio qui prende vita una leggenda eccezionale che riguarda la presenza di tre fate che furono pietrificate all’interno della caverna. Il motivo? Avevano ucciso un frate impiccandolo.

Un’esperienza affascinante, quindi, è il percorso all’interno della grotta che porta a scoprire la sagoma del presunto frate stalattizato e delle fate pietrificate insieme alle loro frittelle.

La Barbagia, in sostanza, oltre a essere la parte più selvaggia dell’Isola, custodisce gelosamente le espressioni più caratteristiche della cultura, della storia e della natura della Sardegna. Una terra che ne rivela l’anima e che merita di essere scoperta a passo lento da cima a fondo.

Lago Cedrino barbagia

Il Lago Cedrino situato a Nord-Est del massiccio del Gennargentu

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Turismo sostenibile: la Sardegna propone nuovi viaggi slow

Scoprire la Sardegna a passo lento, godendo appieno delle sue innumerevoli bellezze, al di là della celebre costa. Un viaggio che svela interessanti siti archeologici e parchi, monumenti, chiese e un patrimonio che va raccontato e protetto, tra tappe inedite che che mettono in sintonia spirito e natura. Fino alle passeggiate notturne sotto un cielo scintillante di stelle.

‘Slow’ e ‘astronomico’ sono due degli aggettivi chiave dei 21 progetti di ‘Sardegna Ricerche’ finanziati con 3,4 milioni di euro per promuovere un turismo che non consumi il territorio. L’obiettivo del bando è quello di unire le forze in reti d’impresa in grado di attirare un turismo eco-sostenibile, puntando su aspetti unici per arrivare a sviluppare una serie di iniziative che portino al prolungamento della stagione turistica, oltre l’estate.

Riscoprire la Sardegna, con calma e sotto le stelle

La calma è l’elemento chiave del progetto “Rete Sardinia long stay”, nato con l’obiettivo di convincere il turista a trasformarsi per un breve periodo della sua vita in un “temporary citizen”, ossia un cittadino a tempo, così da godere di ciò che di meglio la destinazione ha da offrire, tra enogastronomia, tradizioni, bellezze paesaggistiche e un interessante patrimonio storico e identitario.

Un modo unico di riscoprire borghi incantevoli, come Dorgali, tra le location di “Travolti da un insolito destino”, meta imperdibile per gli amanti della natura e delle attività all’aria aperta. O Posada, uno dei centri abitati sardi più antichi in assoluto, che dall’alto di una rupe calcarea guarda allo splendido panorama costiero.

Il progetto “Astroturismo Sardegna, un viaggio nello spazio e nel tempo’” unisce, invece, astroturismo, archeologia e archeoastronomia, con emozionanti percorsi in cui esperti del settore spiegheranno ai visitatori il collegamento tra pietre e astri. Un nuovo modo di esplorare l’isola, con passeggiate notturne sotto il cielo di un territorio che non sa cosa sia l’inquinamento luminoso.

Spicca anche “Lakesos 2020”, con cui si va alla scoperta dei territori del Logudoro e Meilogu, con la Valle dei Nuraghi, il compendio del lago Coghinas, il circuito delle Chiese Romaniche e altri siti di interesse spirituale e ambientale, a cui si aggiungono l’ippodromo di Chilivani e l’autodromo di Mores.

Esplorare l’entroterra sardo in bicicletta

Tra i progetti che puntano a incentivare la creazione di reti tra imprese, con l’obiettivo di ampliare l’offerta turistica sostenibile in Sardegna, rientra “Sardinia Ride: riciclovia dei giganti’”. Pensato per chi desidera esplorare in bicicletta le meraviglie di un territorio straordinario come quello sardo, mira a sviluppare un doppio anello di 600 km che tocchi tutti i capoluoghi di provincia e i punti principali dell’isola, in termini paesaggistici e di rilevanza culturale.

Tra le tappe, si incontra, ad esempio, Barumini, custode del sito archeologico Su Nuraxi, l’esempio più noto di nuraghe, una particolare tipologia di struttura difensiva dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il percorso tocca il cuore della Sardegna, che da millenni custodisce l’essenza della cultura dell’isola, conducendo a Orgosolo, paese-museo celebre per i suoi murales, ai piedi del Supramonte, e a Mamoiada, borgo del vino Cannonau e dei Mamuthones, maschere tipiche del carnevale pagano sardo.

Si ha poi la possibilità di attraversare strade panoramiche come quella che collega Bosa ad Alghero, un nastro grigio sospeso tra mare e montagna, o l’Orientale Sarda nel tratto Genna Silana. Itinerari che offrono l’opportunità di ammirare alcuni angoli della Sardegna poco conosciuti al turismo di massa, che vale davvero la pena scoprire.

Turismo sostenibile Sardegna propone nuovi viaggi slow

Su Nuraxi, tra le imperdibili attrazioni della Sardegna

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Scoprire Sanremo: cosa vedere nella Città dei Fiori

Meta ambita del Ponente ligure è Sanremo, la Città dei Fiori e della musica, incastonata nella bellezza della Riviera dei Fiori, dal centro storico ricco di attrattive e dal suggestivo lungomare ombreggiato da palme.

Il Casinò, le splendide ville, le chiese, la zona dello shopping di Corso Matteotti con il famoso Teatro Ariston, i giardini e le spiagge ne fanno una delle località da non perdere durante una vacanza in Liguria. Conosciamola meglio.

sanremo

Veduta di Sanremo

Cosa vedere a Sanremo

La Pigna

Sanremo ha due anime: quella vivace e moderna e quella antica e affascinante del suo quartiere storico, la Pigna, il primo nucleo della città di origine medievale che si raggiunge oltrepassando la trecentesca Porta di Santo Stefano.

Una visita può partire proprio da qui, dal labirinto di vicoletti, passaggi coperti, ripide scalinate, fontane, piazzette e archi che disegnano una Sanremo inedita e molto simile ai tipici borghi del suo entroterra. Tappe da non tralasciare sono il Santuario della Madonna della Costa, dalla facciata in stile barocco e l’interno impreziosito da statue lignee, e i Giardini Regina Elena, da cui godere di un panorama unico sulla città e sul golfo.

Il Casinò

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Il Casinò

Celebre è senza dubbio il Casinò di Sanremo, elegante edificio in stile liberty inaugurato nel 1905 e poi riaperto nel 1945 al termine della Seconda Guerra Mondiale.

L’ingresso, riservato ai maggiorenni, è gratuito e vale la pena entrare anche solo per ammirare la bellezza della struttura.

La Cattedrale di San Siro e la Chiesa Russa Ortodossa

Straordinarie sono poi le chiese della città tra cui spiccano la Cattedrale di San Siro e la Chiesa Russa Ortodossa. La Cattedrale risale al 811 e si presenta come il più importante esempio di architettura romanica in Liguria, in pieno centro: degne di nota le due porte laterali con bassorilievi.

La Chiesa Russa Ortodossa è uno dei simboli cittadini nonché un autentico capolavoro, costruita agli inizi del Novecento: colpisce con le classiche cupole tonde e colorate e un’architettura così differente da tutti gli altri edifici di Sanremo.

Villa Nobel e Villa Ormond

Da non perdere anche le due magnifiche ville storiche, Villa Nobel e Villa Ormond. La prima prende il nome da Alfred Nobel, l’inventore del celeberrimo premio che qui soggiornò, e venne edificata nel 1870 in stile moresco: a tre piani, conserva lo studio di Nobel, stanze dai soffitti affrescati ed è preceduta da un ampio cortile con vegetazione esotica.

Villa Ormond, invece, vanta un giardino ottocentesco dove ammirare, zona per zona, una grande varietà di piante esotiche tra cui spiccano esemplari rari e molto antichi.

Il Teatro Ariston e il Museo Civico

Lungo Corso Matteotti lo sguardo cade sul noto Teatro Ariston, palcoscenico del Festival della Canzone Italiana e del Premio Tenco, un teatro unico che può ospitare fino a duemila persone e, durante l’anno, propone innumerevoli spettacoli quali lirica, balletto, cabaret, cinema e poesia.

Punto di interesse è inoltre il Museo Civico, in pieno centro, che racchiude il notevole patrimonio storico, artistico e archeologico di Sanremo e del Ponente: alle antiche testimonianze del territorio si affianca la pinacoteca con pregevoli opere di scultori e pittori dal Seicento a oggi.

La Sanremo del lungomare e delle spiagge

lungomare sanremo

Il Lungomare di Sanremo

Magnifica località balneare, Sanremo incanta anche con il suo lungomare, la Passeggiata dell’Imperatrice in onore della zarina di Russia Maria Aleksandrovna, un susseguirsi di alte palme e panchine dove fare una piacevole sosta tra sculture e aiuole curate, la pista ciclopedonale e le due spiagge cittadine.

La Spiaggia dei Porti, di finissima sabbia bianca, è vicina al centro storico, tra Porto Sole e Porto Vecchio mentre la Spiaggia Tre Ponti, più lontana, è plasmata da ciottoli e scogli.
Entrambe sono attrezzate con stabilimenti balneari, giochi per bambini, ristorazione e attività sportive.

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Il rifugio d’amore di Monica Vitti e Antonioni è in Sardegna

Una risata contagiosa, che racchiudeva mondi infiniti. Una voce roca che l’ha resa unica e inimitabile nel panorama cinematografico italiano, quel talento eccezionale che le permetteva di spaziare dal dramma alla commedia brillando nell’uno e nell’altra, come riescono a fare solo le vere stelle.

Si è spenta a 90 anni l’immensa Monica Vitti, attrice capace di interpretare ogni ruolo con intensa vitalità, ironia e carisma. Di bellezza e bravura ugualmente prorompenti, Maria Luisa Ceciarelli (questo il suo vero nome) è stata musa di registi del calibro di Ettore Scola, Mario Monicelli, Alberto Sordi e Michelangelo Antonioni. Con quest’ultimo, intrecciò una relazione artistica e sentimentale, diventando anche la protagonista nella celebre tetralogia cosiddetta “dell’incomunicabilità”. La coppia, per un po’ ha condiviso un nido d’amore speciale, in uno dei luoghi più belli della Sardegna.

Il rifugio d’amore di Vitti e Antonioni in Sardegna

A fare da sfondo alla storia d’amore tra Monica Vitti e Michelangelo Antonioni è la selvaggia e incontaminata Costa Paradiso, tra il blu del mare del Golfo dell’Asinara e un paesaggio granitico coperto dalla macchia mediterranea. Il territorio racchiude un tratto di costa della Sardegna nord-occidentale, ed è un sogno d’acqua cristallina e spiagge, panorami mozzafiato e piscine naturali delimitate da rocce scolpite dai venti.

È proprio qui che sorge una delle più importanti opere di architettura contemporanea della Sardegna. Venne battezzata “La Cupola” per via della sua particolare forma, e progettata dall’architetto Dante Bini come residenza estiva di Michelangelo Antonioni e Monica Vitti. La sua costruzione iniziò nel 1964 durante le riprese del film “Deserto Rosso”. Fu in quell’occasione che il regista conobbe l’imprenditore Pierino Tizzoni, che stava acquistando alcuni terreni sul mare sui quali costruire quello che poi sarebbe diventato il villaggio turistico di Costa Paradiso, oggi parte del territorio di Costa Rossa. Antonioni si innamorò perdutamente del fascino selvaggio di quei luoghi e affidò il progetto del rifugio d’amore suo e di Monica Vitti all’architetto che l’attrice aveva conosciuto durante le vacanze a Cortina d’Ampezzo.

Per realizzarla, venne utilizzata la tecnica sostenibile della binishell, successivamente ripresa in tutto il mondo, di cui il nido d’amore di una delle coppie più celebri del cinema di allora è stato l’esempio più famoso. Un’opera interessante dal punto di vista ingegneristico ma anche paesaggistico, perfettamente integrata con l’ambiente circostante, che divenne punto di incontro di tanti registi, attori, artisti e intellettuali dell’epoca.

La villa oggi versa in stato di totale abbandono, preda degli agenti atmosferici e del vandalismo. Nel 2015 il Ministero dei Beni Culturali, riconoscendone il notevole interesse culturale, ha vincolato la struttura al fine di tutelarla e salvaguardarla. Nel 2020 è stata candidata al Censimento dei Luoghi del Cuore del FAI, con lo scopo di riportare l’attenzione verso un bene culturale di importanza significativa a livello internazionale.

Costa Paradiso, uno dei luoghi amati da Monica Vitti

Scenario naturale di incomparabile bellezza, la Costa Paradiso, che in passato ha stregato anche Monica Vitti, è un villaggio residenziale su uno dei tratti più belli della celebre Costa Rossa in Gallura, dove il mare dai colori straordinari è lambito dalla costa rocciosa e frastagliata, e falesie dalle forme bizzarre. Da qui si gode dei più bei tramonti della Sardegna.

Le spiagge, tra cui la bellissima Li Cossi, sono selvaggi fazzoletti di sabbia e scogli, baie incantevoli che racchiudono gemme d’acqua salata, molte raggiungibili solo in barca o con lunghe camminate attraverso impervi sentieri. Un territorio di una bellezza che ha sicuramente commosso e ispirato la coppia Vitti-Antonioni, scenario naturale di una storia d’amore diventata immortale.

Rifugio amore Monica Vitti Antonioni Sardegna

La spiaggia di Li Cossi, tra le più belle di Costa Paradiso

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Le location del film “Travolti da un insolito destino”

Tra i film che hanno segnato la storia del cinema italiano merita un posto d’onore “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, una delle pellicole più amate di Lina Wertmüller, scomparsa lo scorso dicembre all’età di 93 anni. A fare da teatro naturale alle vicende dei due protagonisti sono alcuni dei luoghi più paradisiaci della Sardegna: ciò che non molti sanno è che, nonostante sembri che i naufraghi stiano su un’unica spiaggia, in realtà i lidi trasformati in set sono distanti tra di loro parecchi chilometri.

Travolti da un insolito destino: la trama

“Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” è un film del 1974 scritto e diretto da Lina Wertmüller, la quale ha reso celebri in tutto il mondo alcune delle location più belle d’Italia. Il film inizia a bordo di un lussuoso yacht, al largo della costa orientale della Sardegna, dove troviamo Raffaella Pavone Lanzetti (interpretata da Mariangela Melato), moglie di un facoltoso industriale milanese anticomunista, intenta a godersi una vacanza insieme ad alcuni amici, come lei ricchi e viziati. Durante il viaggio, non fa che ostentare la sua condizione sociale, umiliando i propri sottoposti, tra cui Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini), un marinaio siciliano comunista che nutre sentimenti di insofferenza e disprezzo verso i ricchi turisti.

La situazione si ribalta quando una mattina Raffaella si sveglia tardi e pretende di essere portata da Gennarino sulla terraferma con un gommone per raggiungere i suoi amici. A causa di un guasto al motore, la piccola imbarcazione naufraga su un’isoletta deserta. Lì, i ruoli improvvisamente si invertono: il timoniere, che ha sempre servito per sopravvivere, prende il comando e inizia a sfogare le proprie frustrazioni su Raffaella, la quale, non potendo da sola provvedere alla propria sopravvivenza, si vede costretta a elemosinarne l’aiuto. Nasce così un’insolita e travolgente passione tra i due.

Location film "Travolti insolito destino"

Cala Fuili, un vero paradiso sardo

Le splendide location del film

A fare da sfondo a uno dei film più amati di Lina Wertmüller sono gli incredibili paesaggi della Sardegna. Le scene sono girate lungo la costa orientale sarda, nel Golfo di Orosei, in provincia di Nuoro.

La spiaggia su cui sbarcano i due naufraghi è Cala Fuili, nel territorio di Dorgali, poco distante dalle Grotte del Bue Marino, caratterizzata da sabbia bianca mista a sassi con scogli affioranti qua e là. La si raggiunge scendendo una scalinata scavata nella roccia, dopo aver attraversato un fitto bosco di arbusti di macchia mediterranea. Una camminata che vale la fatica per la bellezza del panorama che si apre allo sguardo, nel contrasto tra il verde della vegetazione e il blu del mare. Un luogo amato dagli appassionati di immersioni e snorkeling, ma anche di arrampicata e trekking. Da qui, infatti, parte il sentiero che conduce fino alla spiaggia di Cala Luna, con le sue sfumature di azzurro, a cavallo fra il comune di Dorgali e quello di Baunei, anch’essa set di un’altra buona parte delle riprese di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” .

La spiaggia della scena più celebre

La celebre scena in cui Mariangela Melato e Giancarlo Giannini si rotolano su una sabbia bianchissima è stata girata a Capo Comino, una distesa di sabbia bianchissima e finissima, alle cui spalle si innalzano enormi dune, tra le più grandi della costa orientale della Sardegna. Un vero e proprio paradiso terrestre, parte dell’omonima borgata turistica di Siniscola, che forma un unico litorale con s’Ena ‘e sa Chitta, ‘la spiaggia dei confetti’.

Infine, il porto che fa da sfondo all’elicottero che si alza in volo per l’ultima scena del film è ad Arbatax, in Ogliastra. Gli stessi luoghi furono scelti anche per il remake “Travolti dal destino “(Swept Away) di Guy Ritchie, con Madonna e Adriano Giannini.

Capo Comino

Le bellissime dune di Capo Comino

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Il sentiero dell’infinito, il trekking mozzafiato della Liguria

La Liguria, oltre al mare e alle spiagge, può essere visitata anche a piedi, attraversando bellezze naturali sorprendenti, con viste e panorami che lasciano senza fiato. Il Sentiero l’Infinito è uno dei percorsi più belli che, in soli 14 chilometri, collega Porto Venere con Riomaggiore, gioiello delle Cinque Terre, passando tra terrazze coltivate, il Parco Nazionale delle Cinque Terre e il santuario di Nostra Madonna di Montenero. Da qui si possono vedere, dall’alto, anche le tre isole di Palmaria, Tino e Tinetto: una vera meraviglia.

Il cammino, in buona parte a picco sul mare, è uno dei più affascinanti d’Italia. Qualcuno è convinto che sia anche uno dei più belli al mondo. E come dargli torto. Il sentiero ripercorre antichi tratti senza tempo, motivo per cui gli è stato dato il nome di “Sentiero dell’Infinito”.

L’itinerario pittoresco

Il sentiero s’immerge nella macchia mediterranea, tra boschi, terrazzamenti, ulivi e vigneti, senza perdere mai di vista il mare che gli fa da sfondo. E poi ci sono i borghi, dalle case color pastello, cartoline di un’Italia talmente pittoresca da avere ispirato in passato scrittori e oggi anche registi, come il recente film d’animazione “Luca” targato Disney-Pixar.

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Lungo il Sentiero dell’Infinito della Liguria

La maggior parte del sentiero è in salita ed è facilmente percorribile in quanto è interamente segnato dai colori rosso-bianco del CAI. Lo si può percorrere tutto l’anno in quanto è aperto a tutti ed è gratuito. il dislivello tra su e giù è di circa mille metri, pertanto bisogna contare una giornata di cammino per percorrerlo tutto.

I borghi lungo il Sentiero dell’Infinito

Tra i paesi attraversati dal Sentiero dell’Infinito oltre a Riomaggiore, che è il punto di partenza (o di arrivo, a seconda della direzione che scegliete), ci sono anche Monesteroli e Campiglia, dove ci si può fermare per una sosta.

Monesteroli è uno degli angoli più incredibili della Liguria. Un luogo dimenticato dal tempo e che pochissimi conoscono. Gli abitanti della zona che hanno costituito un comitato lo hanno candidato tra “I Luoghi del Cuore” del FAI. Si raggiunge attraverso una scalinata di quasi duemila gradini che scendono dalla collina, passando tra boschi e vigneti per poi aprirsi in una discesa mozzafiato. Un borgo unico al mondo che domina il mare azzurro, ai confini tra realtà e fantasia. Il borgo conta pochissime case, molte delle quali abbandonate. Un tempo erano delle cantine, nelle quali si vinificava l’uva. Oggi, alcune di esse sono state lasciate così com’erano, mentre altre sono state trasformate in deliziose case di villeggiatura (leggi l’articolo di approfondimento a questo link).

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Il borgo di Monesteroli in Liguria

Entrata nel 2021 nell’associazione dei Borghi più belli d’Italia, Campiglia Marittima sorge su un colle in Val di Cornia, rivolto verso il Mar Tirreno e la campagna. La sua storia è segnata dalla presenza di giacimenti minerari dai quali, a partire dagli Etruschi, vennero estratti minerali e metalli. Affascinante è la Rocca che domina il paese, eretta nel X secolo e ampliata nel corso degli anni. Oggi ospita un museo.

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Il borgo di Campiglia Marittima in Liguria

Uno scenario assolutamente imperdibile di Riomaggiore è quello che regala il suo bel porticciolo. Di giorno sembra una fiaba tra i colori delle barche tipiche e delle acque cristalline, al tramonto diventa un sogno e la sera, quando si accendono le luci, si trasforma in una piccola bomboniera.

Il paese di Porto Venere, infine, sorge all’estremità meridionale di una penisola che, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della Riviera Ligure di Levante, va a formare la sponda occidentale del Golfo di La Spezia, detto anche “Golfo dei Poeti”.

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Riomaggiore alle Cinque Terre

Scorci pittoreschi

Lungo il sentiero s’incontrano alcuni punti davvero unici. Uno fra tutti, appena saliti da Riomaggiore, è il Santuario della Madonna di Montenero, da dove si possono ammirare le isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Proseguendo, si raggiunge il Colle del Telegrafo. Siamo a poco più di 500 metri sul livello del mare. Il tratto che va da Campiglia a Porto Venere è forse il più bello: da una cresta si può ammirare il Mar Ligure da una parte e il Golfo di La Spezia dall’altro. Da qui si scorgono persino le Alpi Apuane.

Palmaria, rinasce l'isola gioiello della Liguria

Palmaria, l’isola gioiello della Liguria

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Tahiti, scoperta una nuova barriera corallina incontaminata

Le profondità oceaniche hanno ancora tante sorprese da regalarci: nelle ultime settimane, la Polinesia si è arricchita di una nuova barriera corallina ancora incontaminata. La scoperta è avvenuta al largo delle coste di Tahiti, dove migliaia di coralli rosa giganti hanno trovato il loro habitat ideale, protetti (almeno per il momento) dall’inquinamento dei mari e dagli effetti negativi del riscaldamento globale. Un vero e proprio mondo sottomarino dal fascino incredibile

Tahiti, la nuova barriera corallina

Un team di subacquei internazionali ha scoperto nientemeno che una nuova barriera corallina, lunga ben 3 km e situata a profondità inaspettate. Se la maggior parte dei coralli cresce infatti ad un massimo di 25 metri dalla superficie, questi hanno trovato il loro habitat in quella denominata “zona crepuscolare”, che va dai 30 ai 120 metri sotto il livello dell’acqua. Qui, nonostante le temperature scendano ripidamente, vi arriva ancora abbastanza luce affinché queste forme di vita spettacolari possano crescere.

In effetti, la nuova barriera corallina polinesiana è davvero rigogliosa: vi spiccano esemplari di corallo rosa gigante che hanno dimensioni superiori ai 2 metri di diametro. “È stato magico assistere a questi coralli meravigliosi che si estendono a perdita d’occhio. È come un’opera d’arte” – ha affermato il fotografo francese Alexis Rosenfeld, che ha partecipato all’esplorazione sottomarina durante la quale è stata effettuata la scoperta. Secondo gli esperti, questo ecosistema avrebbe impiegato oltre 25 anni per crescere.

La barriera corallina individuata al largo delle coste di Tahiti ha un’altra caratteristica: vista la sua profondità, è rimasta per tutto questo tempo abbastanza protetta dagli effetti del riscaldamento oceanico. L’innalzamento delle temperature marine è infatti una delle prime cause di stress dei coralli, che perdono rapidamente il loro bellissimo colore e muoiono nel giro di pochi giorni. Lo sbiancamento dei coralli, un fenomeno che purtroppo riguarda tantissimi ecosistemi marini (la Grande Barriera Corallina australiana, nel 2016, ha subito gravi danni che hanno coinvolto ben l’80% dei suoi esemplari), non ha dunque colpito questa meraviglia.

Le barriere coralline polinesiane

La Polinesia vanta acque splendide e riccamente popolate: le sue barriere coralline sono dei veri capolavori, da proteggere e conservare con molta cura. Qui si trovano alcuni degli ecosistemi marini più affascinanti al mondo. È il caso, ad esempio, del Parco Marino delle Isole Cook, il più grande esistente sulla terra: nel cuore dell’oceano Pacifico è possibile ammirare coralli dai colori mozzafiato, crostacei e stelle marine, ma anche pesci tra i più bizzarri mai visti e una ricca vegetazione. E, con un pizzico di fortuna, si possono avvistare persino squali giganteschi.

Le barriere coralline rappresentano un incredibile patrimonio che dobbiamo preservare. Il rischio dello sbiancamento dei coralli è solo una delle conseguenze del riscaldamento globale e dell’inquinamento dei mari, che mettono in serio pericolo la sopravvivenza di questi ambienti dal fascino unico. La scoperta del nuovo ecosistema al largo di Tahiti, perfettamente conservato, apre nuovi scenari: è possibile che i coralli stiano diventando più resistenti all’innalzamento delle temperature. E di certo il ritrovamento non è che un piccolo tassello dell’enorme puzzle sottomarino. Si stima che solo il 20% dei fondali sia stato esplorato, e chissà quante meraviglie ancora ci attendono.

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Sicilia d’inverno: sciare ammirando il mare

Nell’ideale comune la Sicilia, affascinante isola del nostro Paese, è una meta da visitare in estate grazie alla sua natura incontaminata e alle sue spiagge paradisiache. Ma questa regione italiana, oltre a possedere un enorme patrimonio storico-artistico, regala anche un’esperienza unica e dal fascino irresistibile da fare in inverno: si può sciare ammirando il mare.
Sicilia: sciare guardando il mare e su un vulcano attivo
Sì, avete capito bene. La Sicilia, da molti definita come una delle isole più belle del mondo, consente di vivere una vera e proria avventura che dona due emozioni (con una sola attività) difficili da descrivere: si può sciare scrutando all’orizzonte il mare cristallino e, soprattutto, su un vulcano attivo, il maestoso Etna.
Basti pensare che il Monte Etna è il vulcano attivo più alto di tutta Europa. Già questa premessa ci fa capire che tipo di panorama, pressoché infinto, può regalare una visita in questo luogo. Non solo con le varie escursioni possibili, ma anche indossando un paio di scarponi e di sci. Una vera e propria meraviglia della natura nata circa 600.000 anni fa che nel corso di tutti questi secoli è cresciuta di dimensioni, grazie alle tonnellate di prodotti eruttivi che si sono via via accumulati.
Panorama del Monte Etna
Dove sciare sull’Etna
I catanesi lo chiamano a muntagna, una sorta di irresistibile signora che adora vestirsi di bianco o di nero, il tutto in base alle stagioni. E quando è il momento del freddo e di indossare gli abiti candidi, l’Etna, con la sua altezza di 3343 metri, con un raggio di 20 chilometri e la sua forma conica, consente diverse possibilità sci-alpinistiche sui suoi versanti.
Su questo territorio sono presenti due comprensori. Uno è quello di Nicolosi che si trova a Sud tra i 1910-2700 metri, mentre l’altro è Piano Provenzana – Linguaglossa, sul versante Nord del vulcano tra i 1800-2317 metri.
Nicolosi, la porta dell’Etna
Il comprensorio sciistico Etna Sud – Nicolosi, in località Montagnola in provincia di Catania, mette a disposizione per lo sci e lo snowboard 6,3 km di piste con ben 5 impianti pronti a trasportate i curiosi viaggiatori.
In totale, comprende una telecabina a sei posti che raggiunge la pista di colore rosso, un piccolo rifugio a quota 2700 metri, una seggiovia biposto che conduce a una pista di 865 metri di colore rosso a 2.142 m di quota, e tre skilift per arrivare a una pista di colore rosso, e una blu fino a 2.294 metri.
Piano Provenzana – Linguaglossa, l’emozioni dell’Etna Nord
Contrariamente alla stazione sciistica situata sul versante meridionale dell’Etna che si sviluppa intorno al Rifugio Sapienza e che è dominata da un paesaggio quasi del tutto esente da vegetazione, la stazione di Piano Provenzana di Linguaglossa è immersa in una grande pineta regalando al viaggiatore lo scorcio di un paesaggio alpino, insieme alla vista mare e allo Stretto di Messina.
È dotata di quattro piste per la pratica dello sci, sci di fondo, scialpinismo e snowboard. Esistono due piste per lo slalom servite da due skilift, piste per lo sci di fondo e altri sport invernali.
Le altre esperienze da fare sull’Etna
Sciare tra paesaggi mozzafiato, colate laviche, antichi crateri, rifugi e baite è certamente un’emozione che potremmo definire vulcanica. Del resto, l’Etna d’inverno pone il visitatore di fronte a un vero spettacolo di luci e colori grazie al nero della pietra lavica, l’azzurro del mare in lontananza, il verde dei boschi, il rosso delle periodiche eruzioni e il bianco della coltre di neve che sfiora il suo terreno.
Un paesaggio senza eguali, ideale per chi ama gli sport invernali o semplicemente per vivere la splendida atmosfera offerta dal vulcano innevato. Ma non solo. Tante altre sono le esperienze che vi si possono fare durante i mesi più freddi.
Per esempio, ci si può avventurare in escursioni fino alle zone crateriche autorizzate. Grazie alla telecabina e a speciali mezzi fuoristrada, si possono raggiungere le zone sommitali del vulcano più alto d’Europa. Una volta arrivati in vetta, ci si ritrova davanti a uno scenario di incomparabile bellezza sospeso sul mare. Da qui è possibile osservare l’imponente cratere centrale, il cratere Sud-Est e le colate laviche, storiche e recenti.
Trekking sul Monte Etna
Sul Monte Etna si può anche ciaspolare con l’ausilio di guide esperte che conducono a visitare le recenti colate laviche e i crateri sommitali da dove fuoriesce vapore acqueo.
L’Etna Sud, invece, è il punto perfetto per salire a bordo della funivia che conduce fino a 2500 metri, per poi avventurarsi con un gatto delle nevi, che conduce a 2750 metri di altitudine, sul bordo di un cratere spento dove fare un piccolo trekking accompagnati da una guida vulcanologica.
E poi lo slittino, disponibile anche a noleggio, per passare una bellissima giornata a scivolare sulla neve. Infatti, al di fuori delle piste di sci, c’e tanto spazio dove si può giocare e divertirsi con lo slittino.
L’Etna dopo le recenti eruzioni e le regole
La recente eruzione dell’Etna ha sfortunatamente colpito le sue piste. In entrambi i comprensori, infatti, sono state ricostruite le strutture danneggiate. Il vero cruccio, in realtà, è la presenza o l’assenza della neve, ma questo è un problema che gli appassionati di sci conoscono perfettamente.
Per quanto riguarda la stagione 2022, vi ricordiamo che sono entrare in vigore nuove regole al fine di poter sciare in sicurezza. In sostanza, è stato introdotto l’obbligo di un’assicurazione che sia in grado di coprire “la propria responsabilità civile per danni o infortuni causati a terzi” per tutti coloro che utilizzano le piste da sci alpino (articolo 30).
I gestori delle piste devono, quindi, mettere a disposizione degli utenti la possibilità di stipula della polizza, anche giornaliera, al momento dell’acquisto dello skipass. In caso di assenza dell’assicurazione, le multe vanno da 100 a 150 euro, oltre al ritiro dello skipass stesso.
Obbligatorio, inoltre, il casco fino ai 18 anni (fino ad ora il limite era fissato a 14 anni) per ragazzi e ragazze che praticano sci alpino, snowboard, telemark, slitta o slittino. Anche in questa circostanza, è prevista una multa tra i 100 e i 150 euro. Infine, dal 10 gennaio è obbligatorio possedere il Super Green Pass, che ricordiamo si ottiene esclusivamente con vaccinazione o guarigione. La norma, inoltre, non fa più distinguo tra tipologie di strutture aperte o chiuse, ma parla di generici “impianti di risalita nei comprensori sciistici“, quindi l’obbligo ricomprende anche le seggiovie aperte e skilift.
Rimane, infine, il dovere di indossare mascherina anche all’aperto, mentre sui mezzi di trasporto pubblico e sugli impianti di risalita chiusi è obbligatoria la FFP2.
Vulcano Etna, sullo sfondo le Isole Eolie