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Golfo dei Poeti: la caletta esotica e segreta che ti farà innamorare

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di stupire. Lo fa con il sole che illumina il mare cristallino, le coste e tutto ciò che c’è intorno, lo fa con i parchi naturali, con i gioielli architettonici e con tutti quei monumenti che migliaia di turisti vengono a visitare ogni anno.

Eppure, anche quando crediamo di conoscere bene il nostro stivale, ecco che lui ci riserva nuove e straordinarie sorprese. Luoghi da un fascino così indescrivibile che restituiscono la sensazione di trovarci dall’altra parte del mondo, come quella caletta nascosta e segreta, dal sapore esotico, che si trova nel Golfo dei Poeti.

Per scoprirla dobbiamo recarci a Lerici, in provincia di La Spezia, in un luogo sospeso tra cielo e mare. Una destinazione già conosciuta ai viaggiatori di tutto il mondo per quel suo connubio perfetto tra mare, natura e cultura. Ed è proprio qui, tra le spiagge affollate d’estate e gli scorci meravigliosi godibili tutto l’anno che si trova una baia che vi lascerà senza fiato.

Caletta Lerici

Caletta Lerici

La Caletta di Lerici

È una spiaggia selvaggia, suggestiva e poco frequentata quella che si apre davanti agli occhi dei visitatori, quella che per forme e colori sembra ricordare gli angoli esotici che abbiamo immortalato durante i viaggi fatti dall’altra parte del mondo.

Una caletta che si concede solo ed esclusivamente ai più avventurosi come se fosse un tesoro prezioso da trovare dopo una lunghissima caccia. Sono gli abitanti liguri i guardiani di questo gioiello, sono loro a preservare la posizione geografica e a trasmetterla agli esploratori, così che la bellezza autentica e selvaggia di questa spiaggia segreta possa rimanere tale.

Conosciuta anche come Cala Maramozza o Caletta di Levante, questa pittoresca e piccola spiaggia sabbiosa si trova nel tratto di costa che va da da Lerici a Tellaro, quello conosciuto come Golfo dei Poeti, quello che ha ispirato artisti e letterati come Virginia Woolf, Giosuè Carducci, Gabriele D’Annunzio, che qui hanno lasciato il cuore.

La Caletta Lerici non può essere avvistata dai punti panoramici del territorio circostante, perché è incastonata in una profonda insenatura rocciosa, puntellata nella sua parte più alta da una fitta vegetazione, che la protegge da occhi indiscreti.

Caletta Lerici

Caletta Lerici

Un angolo esotico nel Golfo dei Poeti

Per raggiungere la baia segreta è necessario avvalersi del proprio istinto esploratore perché il sentiero non è segnalato. Quello che dovete cercare è una ripida scalinata situata sulla strada che da Lerici porta a Tellaro, esattamente poco prima del bivio per Maralunga, quel punto sarà la porta d’accesso al vostro eden. L’alternativa è quella di raggiungere la Caletta di Lerici via mare, attraverso piccole imbarcazioni o canoe.

Davanti agli occhi si paleserà questa piccola e suggestiva insenatura che sembra un fiordo, che si allunga verso il mare mentre scogli e faraglioni la proteggono intorno. Una vera e propria meraviglia per gli occhi che incanta e lascia senza fiato. Le acque che bagnano questa baia, poi, mettono in scena uno spettacolo di luci, colori e riflessi con le loro tonalità azzurre e turchesi, mentre sopra di queste gli alberi delle colline circostanti si riflettono. Ed è magia.

Caletta Lerici

Caletta Lerici

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Spagna: il borgo che sembra un anfiteatro sul mare

Esiste un luogo, pittoresco e delizioso, che offre alcune delle visioni più suggestive di sempre. Affacciato e bagnato dal Mar Cantabrico, questo borgo assume le sembianze di un anfiteatro sul mare dove a ogni ora del giorno e della notte vanno in scena gli spettacoli più belli, quelli che appartengono alla natura.

Ci troviamo a Cudillero, tra le meraviglie del Principato delle Asturie. È qui, nella regione della Spagna nord occidentale già celebre per quell’appellativo di Paraíso Natural, che troviamo un delizioso paesino arroccato sul versante di una montagna che scende nel mare.

Con le case addossate l’una all’altra, e aggrappate alla roccia, le finestre dai colori cangianti e quelle scogliere che cadono a picco sul porticciolo, Cudillero appare agli occhi di chi lo guarda una cartolina incantata tutta da scoprir e da vivere. Pronti a partire?

Cudillero

Cudillero

L’anfiteatro sul mare

Se c’è una cosa che abbiamo imparato dai nostri viaggi in Spagna è che questo è un Paese che non smette mai di stupirci, che si racconta generosamente attraverso le sue storie, le culture e le tradizioni conservate nelle città, nei villaggi e nei borghi.

Ogni territorio si configura come un microcosmo delle meraviglie che segue nuove e inedite leggi spazio temporali, diverse da quelle che conosciamo. E Cudillero ne è la conferma.

Il piccolo borgo marinaro è un gioiello sospeso tra cielo e mare, un paesino fatto di profumi inebrianti, tradizioni antiche, di pesca e di colori. Le alte scogliere che svettano verso il cielo affondano le loro radici nel porticciolo, l’anima del borgo, un centro pieno di vita dove si incontrano gli abitanti e dove passeggiano i turisti e i vacanzieri che l’estate giungono qui.

Ed è proprio fissando il porto, da lontano, che è possibile scorgere il profilo migliore del borgo che assume le sembianze di un magico anfiteatro sul mare. Le case e gli edifici del paesino, infatti, sono tutte orientate verso il porticciolo dei pescatori, con lo sguardo verso l’orizzonte infinito, creando così questa suggestiva forme ellittica.

Cudillero

Cudillero

Cudillero: il borgo marinaro più bello delle Asturie

Cudillero è una tappa irrinunciabile per tutti i viaggiatori che raggiungono la Spagna Settentrionale. E basta chiedere a chi ci è già stato per trovarne conferma.

Ogni estate, qui, giungono viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo per scoprire questo borgo marinaro che, nonostante sia molto frequentato da turisti, non si è mai svestito della sua autenticità.

A Cudillero la vita scorre lenta. Segue il ritmo delle onde del mare, del profumo del pescato, dei suoni della natura, e dei sapori, come quello del Curadillo, il piatto caratteristico del borgo. Esperienze che inebriano e soddisfano i sensi e che culminano con scorci meravigliosi che possono essere osservati ovunque.

Basta un’escursione per raggiungere diversi punti panoramici che permettono di osservare le mille sfumature del mare che bagnano il pittoresco borgo. Il faro, La Garita, La Atalaya e El Pico diventano le terrazze panoramiche di questa cartolina dalle Asturie, da qui si possono ammirare le case colorate, la chiesa parrocchiale in stile gotico e i ristoranti di pesce che affacciano sulla piazza acciotolata.

Cudillero

Cudillero

 

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Europa Norvegia Posti incredibili Viaggi

Esiste un villaggio in Norvegia che ospita più libri che persone

Esistono luoghi che da sempre sono in cima alle nostre liste dei desideri quando si parla di viaggi. Destinazioni così celebri e iconiche che diventano delle tappe obbligate da raggiungere almeno una volta nella vita. Perché è qui che si trovano parchi di immensa bellezza, monumenti architettonici o naturali che incantano, mari cristallini e spiagge paradisiache. E ancora storie, culture e tradizioni che vengono preservate da secoli e che sono lontanissime da noi.

Eppure, anche un viaggio lontano dai sentieri turistici più battuti può trasformarsi in un’esperienza unica. Bizzarra, forse, ma sicuramente indimenticabile. Ed è quella che si vive a Mundal, un piccolo villaggio norvegese che vi stupirà.

Non che questo paesino sia del tutto sconosciuto agli esploratori più arditi, intendiamoci. Ma è sicuramente lontano dai punti turistici più celebri di tutta la Norvegia. Cosa c’è di particolare in questo villaggio situato nella contea di Vestland ve lo diciamo subito: ospita più libri che persone.

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Benvenuti a Mundal

Pensando alla Norvegia è impossibile non immaginare tutte le meraviglie di una terra selvaggia, un territorio in cui la natura è lasciata libera di essere l’assoluta protagonista. Un luogo fatto di aurore boreali, di saune e trekking, di escursioni e viste mozzafiato, di fiordi e di città incantevoli. Eppure il luogo dove ci troviamo oggi è diverso da tutto quello che conosciamo della Norvegia. È diverso, probabilmente, da tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento.

Già perché nel Paese scandinavo che comprende montagne, ghiacciai e fiordi mozzafiato, esiste un piccolo villaggio che ospita più libri che persone. E basta guardare i numeri per avere la conferma di quanto stiamo dicendo.

Mundal, infatti, è abitato da poco meno di 300 persone. I libri, invece, sono oltre 150000. E sono praticamente dappertutto: nelle stalle, sulle rive dei fiordi, nel centro del paese e presso le fermate dell’autobus.

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Il Villaggio dei libri

I libri, di ogni genere, anno e provenienza, sono gli assoluti protagonisti a Mundal e aumentano anno dopo anno. Un vero e proprio paradiso per bibliofili e letterati che qui possono leggere qualsiasi testo in una cornice d’eccezione, quella incontaminata e autentica della natura. La lettura, infatti, è l’attività preferita degli abitanti del villaggio e di tutti i turisti che giungono fin qui per vivere un’esperienza nella booktown norvegese.

Eppure Mundal, come molti altri villaggi e paesini, rischiava davvero di essere dimenticata, soprattutto se pensiamo che il villaggio sulle sponde del fiume Bøyaøyri, fino agli ’90, era raggiungibile solo in barca. Poi ecco la decisione che ha cambiato tutto: il paese ha aderito al progetto Booktown nel 1996 e si è trasformato in questo paradiso letterario che oggi conosciamo e che attira migliaia di turisti ogni anno accomunati dall’amore per la lettura.

Libri e librerie, che si trovano in ogni angolo del paese, in strutture all’aperto o al chiuso, sono fruibili praticamente in ogni periodo dell’anno e caratterizzano in maniera univoca Mundal. Le collezioni, così come le librerie che spuntano in ogni angolo del villaggio, diventano sempre più ricche e complete. Del resto l’obiettivo è proprio quello di continuare a  popolare il territorio con nuovi residenti: i libri.

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

Mundal, il villaggio dei libri in Norvegia

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diario di viaggio Europa Posti incredibili Viaggi

La Corniche: la strada panoramica più bella d’Europa con vista sul mare

Esiste un luogo di incantevole bellezza che ha l’onere e l’onore di garantire a viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo quella che è la vista più spettacolare e suggestiva d’Europa sul Mar Mediterraneo.

È qui, infatti, che passo dopo passo si aprono i panorami più mozzafiato dell’intera città marittima del sud della Francia. È sempre qui, sulla Corniche marsigliese che è possibile vivere una delle esperienze più magiche di sempre.

Bentornati a Marsiglia

Marsiglia non ha bisogno di presentazioni. La città più antica e meno francese di Francia incanta e stupisce da secoli con le sue contraddizioni, con la sua bellezza autentica e mai artefatta e con il mare, lo stesso che ospita uno dei più importanti e antichi porti del mar Mediterraneo.

Ed è proprio il porto insieme agli altri simboli della città, a diventare il soggetto di istantanee di grande bellezza che possono essere scattate dalla Corniche di Marsiglia, una delle strade panoramiche più belle d’Europa con vista mare.

Corniche, Marsiglia

Corniche, Marsiglia

Dalla spiagge di Les Catalan fino alle quelle del Prado, o viceversa, passando per la Promenade Georges Pompidou e il centro cittadino: questa è la Corniche, una delle strade più suggestive della città e del mondo intero. Il suo nome fa riferimento alla tipologia di passeggiata che costeggia la costiera e che diventa una terrazza panoramica che offre visioni diverse e inedite a ogni passo.

La strada marsigliese è stata dedicata al presidente Kennedy dopo il suo assassinio nel 1963, ma le sue origini sono ancora più antiche.

Col tempo è diventata uno dei simboli della città intera nonché meta prediletta di viaggiatori e turisti che scelgono di percorrerla interamente per ammirare alcuni dei punti panoramici più belli di Marsiglia, per osservare monumenti come la Porte d’Oriente e per raggiungere le spiagge del territorio, come quella del Prado, una delle località balneari più celebri e frequentate di tutta la città.

Corniche, Marsiglia

Corniche, Marsiglia

La Corniche: passo dopo passo sul mar Mediterraneo

Le origini della strada panoramica marsigliese risalgono al 1848 quando la città scelse di avviare il progetto per dare lavoro a più di 8000 operai disoccupati. Costruita in circa 15 anni è diventata, all’unanimità, una delle più belle passeggiate europee con vista mare, nonché un’attrazione turistica di grande pregio.

La Corniche, infatti, offre alle persone un continuo contatto visivo e diretto con il mar Mediterraneo, proprio quello su cui affacciano i punti di riferimento della città francese. Inoltre, da questa magica passeggiata, è possibile avere una nitida visione dello splendido arcipelago delle Frioul, situato a pochi chilometri dalla costa marsigliese.

Il panorama alterna sontuose e maestose ville ottocentesche ai mille colori del blu profondo e dell’azzurro che caratterizzano il mar Mediterraneo che bagna la città. La strada poi attraversa  anche il Vallons des Auffes, il pittoresco porto dalle case e dalle barche colorate considerato uno dei luoghi più suggestivi dell’intera città.

La passeggiata è lunga circa 5 chilometri, ma va percorsa lentamente e senza fretta per godere dei panorami più belli offerti dalla città sotto ogni luce e prospettiva. Inoltre la Corniche di Marsiglia ospita anche quella che è considerata la panchina più lunga della Francia. Con i suoi 3 chilometri di estensione, e ricoperta da mosaici, questa seduta è perfetta per contemplare tutte le meraviglie circostanti.

Corniche, la panchina più lunga di Francia

Corniche, la panchina più lunga di Francia

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Andalusia Europa Posti incredibili Spagna Viaggi

Nel ventre di una roccia esiste un villaggio spettacolare

Meravigliosa è l’Andalusia che ci conquista viaggio dopo viaggio con quel seducente folclore che da sempre caratterizza il territorio, con le affascinanti architetture che rimandano a un passato antico e mai dimenticato, con le tradizioni, le delizie gastronomiche e quei piccoli villaggi che sono chiamati a custodire le storie secolari di chi ha trasformato una terra in pura magia. Eppure, nonostante i numerosi viaggi che ci conducono anno dopo anno, succede sempre che la grande regione autonoma sulla costa meridionale della Spagna non smette mai di stupirci.

Ed è quello che è succede quando si arriva al cospetto di Setenil de las Bodegas, un comune comune spagnolo di 2.977 abitanti dall’aspetto bizzarro e surreale.

Questo villaggio, infatti, è letteralmente divorato da un grande ammasso roccioso che copre case e strade, dando quasi l’impressione di inghiottirle. Ma niente paura, non si tratta di un comune destinato a svanire per sempre per mano della furia della natura, perché quelle case e quegli abitanti, sono lì da secoli, e hanno reso il paese scolpito nella roccia uno dei più belli dell’entroterra andaluso.

Setenil de las Bodegas

Setenil de las Bodegas

Come in una fiaba: il paese nella roccia

La visione è sorprendente, unica e strabiliante: Setenil de las Bodega sembra uscito da un racconto di fiabe, e invece il villaggio nella roccia è reale ed è spettacolare. Per scoprire questo paesino dall’aspetto quasi surreale dobbiamo recarci in Andalusia e più precisamente nell’entroterra della provincia di Cadice.

È qui che, nei secoli, le rive del Guadalporcún hanno creato una grande e profonda roccia che ospita questo paese davvero unico, che lo ingloba a sé, che lo protegge dal vento e dalla pioggia, che l’abbraccia e lo accarezza.

A Setenil de las Bodegas vivono circa 3000 persone. Qui abitanti e turisti che provengono da ogni parte del mondo trovano tutto ciò di cui hanno bisogno: storia, cultura, tradizione e buon cibo, ma anche il caldo sole dell’Andalusia, appena fuori dalle strade principali, e l’ombra sempre perenne delle rocce pronta a fornire ristoro durante la calda e afosa estate.

Le rocce, dicevamo, sono le assolute protagoniste del paese. Qui non ci sono imponenti architetture o attrazioni monumentali, anche se i punti d’interesse non mancano. Ma ad attirare l’attenzione sono le rocce che tagliano a metà i viali e le strade dall’alto, che sovrastano le case, i ristoranti e gli edifici e che occupano intere porzioni di territorio.

Setenil de las Bodegas

Setenil de las Bodegas

Setenil de las Bodegas: cosa fare e cosa vedere

Oltre a essere incredibilmente suggestivo, Setenil de las Bodegas è considerato anche l’emblema e il simbolo del perfetto connubio tra uomo e natura. I primi abitanti del comune andaluso, infatti, hanno creato questo insediamento adattandosi al territorio plasmato già dalla natura, dando vita un villaggio fatto di case ed edifici bianchi ai quali fanno da cornice rocce e cavità. Da una parte troviamo le case incastonate nella roccia viva, dall’altra, invece, quelle che la sovrastano.

Cosa fare e cosa vedere in questo paese dell’entroterra andaluso è presto detto. Le case nelle roccia e le stradine da questa sovrastate fanno parte dell’esperienza stessa della visita. Una passeggiata nel villaggio antico basterà da sola a rendere l’avventura magica e sicuramente unica. Non dimenticatevi di fermarvi nelle numerose botteghe che si snodano sul territorio e che hanno dato il nome al paese.

Tantissime poi sono le chiese e gli eremi che si trovano a Setenil de las Bodegas, tra questi anche quello di San Sebastiano, il Santo al quale il villaggio è molto devoto. Si aggiungono all’attrazione principali anche la fortezza del XIII secolo e la vecchia moschea moresca all’interno della quale oggi sorge l’eremo di San Benito.

Setenil de las Bodegas

Setenil de las Bodegas

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Thingeyri: tra fiordi straordinari e party ai confini del mondo

Reykjavik, Akureyri e Húsavík, queste sono solo alcune delle destinazioni più popolari e raggiunte dai viaggiatori di tutto il mondo che hanno scelto di esplorare le meravigliose terre d’Islanda e che non hanno bisogno di presentazioni. Avete mai sentito parlare, invece, di Thingeyri (Þingeyri in lingua madre)?

Probabilmente no, ma non siete gli unici, dato che vi stiamo portando in uno dei villaggi più remoti del mondo e sicuramente meno battuti dai sentieri turistici di massa.

Eppure è proprio in questo piccolo villaggio, situato sulla penisola di Vestfjord, che si possono vivere esperienze a contatto diretto con la natura più selvaggia e autentica, ammirare i magnifici Fiordi Occidentali e ballare sotto l’aurora boreale nella discoteca più remota del mondo.

Thingeyri: i selvaggi fiordi d’Islanda

È un luogo selvaggio, autentico e incontaminato, questo piccolo villaggio abitato solo da 250 persone, dove i viaggiatori più avventurosi si spingono per godere della bellezza primordiale del territorio e per esplorare i magnifici Fiordi Occidentali.

Ci troviamo nella penisola di Vestfjord, in una delle zone più sorprendenti di tutta l’Islanda, in un paese di pescatori, che è anche uno degli insediamenti più antichi dei Fiordi Occidentali e che offre visioni suggestive e magiche godibili in ogni angolo.

Qui la natura, insieme alle creature che la popolano, è assoluta protagonista. Nelle lunghe passeggiate incorniciate dalle montagne da una parte e dal mare dall’altra, si possono avvistare tantissimi animali che vivono nel territorio come la volpe artica, le foche e le pulcinelle di more.

Cosa fare a Thingeyri

Un viaggio a Thingeyri può trasformarsi in un’esperienza davvero straordinaria che permette ai viaggiatori di scoprire le bellezze di uno degli angoli più remoti del mondo intero. Passeggiate e trekking sono all’ordine del giorno, così come le visite al villaggio e a quelle rovine di una cabina medievale che fa riferimento proprio alle origini dell’insediamento.

Thingeyri, inoltre, gode di una posizione geografica unica, trovandosi proprio sulla lingua di terra che si affaccia sul fiordo più panoramico dell’intera Islanda, quello di Dýrafjörður.

Nel villaggio è possibile trovare tutto il necessario per una vacanza confortevole ma selvaggia. Sono presenti, infatti, un piccolo supermercato, un ufficio postale, una banca e persino una piscina. Sempre qui potrete trovare anche la celebre caffetteria Simbahöllin, luogo di ritrovo dei cittadini e dei viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

A pochi passi dal villaggio, invece, è possibile raggiungere il campo da golf più panoramico della penisola che offre una visione straordinaria che include la maestosa montagna del Kaldbakur e i Fiordi Occidentali.

E se questo ancora non vi sembra abbastanza per un viaggio indimenticabile, ecco che Thingeyri si è ingegnata per attirare qui viaggiatori giovanissimi e appassionati di movida. Proprio qui, infatti, è stata inaugurata la discoteca più remota del mondo nell’aprile del 2022.

La Detour Discotheque, questo il suo nome, ha organizzato due party all’insegna della musica anni ’70 e ’80 ricreando l’ambientazione tipica dei club americani. Un evento, questo, che ha attirato tantissime persone provenienti da ogni parte del Paese, e non solo, pronte a ballare sotto l’aurora boreale.

Thingeyri

Thingeyri, Islanda

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Sembrano montagne russe e invece è una spettacolare scalinata che lascia senza fiato

E se un viaggio in Corea del Sud si trasformasse nell’esperienza più adrenalinica della vostra vita? Al di là dello splendido paesaggio collinare, degli alberi di ciliegio in fiore e di quei secolari e suggestivi templi buddisti che si alternano ai villaggi di pescatori e alle città futuristiche, esiste una nuova e imperdibile attrazione nel Paese.

E a guardarla così, dalle prime fotografie diffuse, è inevitabile pensare all’ennesima giostra da brivido sulla quale i più avventurosi possono salire. Ma la verità è che la costruzione situata all’interno del Parco Hwanho non ha nulla a che fare con le montagne russe dei parchi divertimento.

Ci troviamo a Pohang, in Corea del Sud, è qui che è stata costruita la più spettacolare, originale e bizzarra scalinata di tutto il mondo: SpaceWalk. Avete il coraggio di percorrerla?

SpaceWalk

SpaceWalk

Spacewalk: una passeggiata nello spazio

Sospesa tra terra e cielo, e con una delle viste più suggestive di sempre, la spettacolare scalinata che attraversa il Parco Hwanho a Pohang è destinata a scrivere la storia. Si tratta di una creazione unica al mondo, la prima passeggiata spaziale in stile montagne russe.

L’obiettivo è proprio quello di stupire, ma anche di garantire un’esperienza senza eguali che si può vivere passo dopo passo. A firmare la scala monumentale, che funziona come passeggiata panoramica, ma anche come scultura nella quale immergersi e perdersi, sono stati Heike Mutter e Ulrich Genth, artisti e architetti già noti per architetture e costruzioni che ridefiniscono il paesaggio.

La scala monumentale si snoda in anelli ed eliche che ricordano proprio quelle di una montagna russa e che si estendono all’interno di tutto il parco sudcoreano.

I pedoni che vogliono attraversarla possono accedervi attraverso una scala centrale che conduce a due percorsi: il primo caratterizzato da una leggera pendenza conduce a una passeggiata panoramica sulla baia di Yeongil e sulla città, il secondo, invece, è più ripido e adrenalinico e porta gli avventurieri verso l’alto, a toccare il cielo con un dito. Entrambi i cammini garantiscono un’esperienza ultraterrena, spaziale, come il nome stesso suggerisce.

SpaceWalk

SpaceWalk

Come sulle montagne russe

Ci sono le salite e le discese, le curve paraboliche e le evoluzioni di percorso, ci sono le scalinate che conducono verso il cielo e verso i punti più panoramici della città. C’è SpaceWalk che assomiglia in tutto e per tutto a una montagna russa, ma in realtà è la scalinata più grande mai costruita nel Paese.

Nel suo punto più alto la passeggiata raggiunge i 70 metri, mentre la sua lunghezza, che occupa quasi tutta l’area del parco, supera i 300 metri. Quando arriva il crepuscolo, e il sole lascia spazio alla luna, file infinite di led illuminano le scale, le curve e le passerelle rendendo ancora più magica l’esperienza.

Scalino dopo scalino i camminatori potranno ammirare il panorama delle colline del parco e tutta la città costiera, vivendo un’avventura che lascia senza fiato.

Del resto è il nome stesso di SpaceWalk a suggerirci tutte le emozioni che andremmo a vivere camminando: una passeggiata spaziale senza forza di gravita che sfida ogni limite. Chi vuole salire?

SpaceWalk

SpaceWalk

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lago Posti incredibili Viaggi

Esiste un lago dal colore rosso rubino. E si trova in Italia

Esiste un luogo nell’area flegrea, incastonato in un cratere di un vulcano spento e da quello protetto alla stregua di un tesoro prezioso, impregnato di fascino e suggestione, di storie e leggende che affondano le loro radici in tempi lontani e che ancora oggi attirano migliaia di visitatori intenzionati a scoprire la verità che si nasconde dietro quelle acque.

Un luogo leggendario destinato ad affascinare ieri, così come oggi, soprattutto dopo che lo specchio d’acqua del lago d’Averno si è tinto di un rosso fiammante, intenso e inaspettato che prende i colori in prestito da una delle gemme più preziose del mondo, il rubino.

Lo scenario, ripreso dai satelliti e immortalato nelle fotografie dall’alto, rende ancora più misteriose tutte quelle domande che da secoli aleggiano intorno a quest’area e che ancora oggi restano senza risposta.

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

C’era una volta la porta dell’inferno

Situato nel comune di Pozzuoli, tra la frazione di Lucrino e il sito archeologico di Cuma, esiste quello che è considerato il più suggestivo dei cinque laghi dell’area flegrea, lo specchio d’acqua dell’Averno godibile in tutta la sua bellezza dalla panoramica via Domiziana.

Attorno a questo bacino, da secoli, c’è un alone di mistero destinano a perdurare per sempre. La prima suggestione è data proprio dal nome: il lago d’Averno, infatti, deriva da a-ornis, che vuol dire senza uccelli. Le motivazioni sono presto dette: date le sue origini vulcaniche e le esalazioni sulfuree che sono sprigionate dall’acqua nessun esemplare volatile sorvola quest’area flegrea. Uno scenario silente e inquieto, questo, che da solo stimola l’immaginazione di chi lo osserva.

Ma questo è solo un piccolo dettaglio in confronto al fatto che qui, sulle rive del lago, personaggi illustri giurano di aver trovato le porte dell’inferno. La storia vuole che proprio qui esistesse un portale di collegamento tra il regno dei vivi e gli inferi. Ne aveva parlato Virgilio nel sesto libro dell’Eneide e poi ancora Dante nella sua Divina Commedia, al punto tale che molti esperti avevano suggerito che quella selva oscura facesse riferimento alla vegetazione che circonda l’area.

Prima di Dante e di Virgilio, anche gli antichi romani giungevano in questo posto per incontrare i defunti, mentre Zeus sulle rive del lago aveva combattuto la leggendaria battaglia contro i Titani.

Mito o realtà? Sono queste le domande che viaggiatori provenienti da tutto il mondo si pongono davanti al cospetto di questo lago che, adesso, si è tinto di rosso. La porta degli inferi si sta aprendo?

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il lago d’Averno si è tinto di rosso

Il collegamento con quelle leggende antiche e misteriose rimaste senza risposta è quasi inevitabile, eppure la colorazione caratteristica di rosso rubino che ha assunto il lago d’Averno non c’entra niente con i demoni e con l’inferno.

Ben visibile anche dai satelliti satelliti dell’Agenzia spaziale europea, questo cambiamento di colore dello specchio d’acqua è stato spiegato dagli esperti. Si tratta della fioritura stagionale di alghe dal colore rosso scuro che proliferano all’interno delle acque del lago e che fioriscono proprio nei periodi più freddi.

Proprio durante il mese di aprile, infatti, i cianobatteri risalgono in superficie e tingono tutto di un rosso intenso che incanta e suggestiona. E a guardare lo scenario nella sua totalità è impossibile non lasciarsi affascinare dalle storie sepolte, e mai dimenticate, conservate in questo lago.

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

Il Lago d’Averno si è tinto di rosso

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deserti Posti incredibili Viaggi

Anche l’Italia ha il suo deserto. E lo avete già visto nei film

Esiste un luogo di grande fascino e suggestione dove la scarsa presenza di esemplari vegetali che si palesano debolmente sembra un miraggio. Qui non ci sono prati fioriti o arbusti che svettano verso il cielo ma solchi nel terreno che si allungano, si moltiplicano e si diramano.

Ma non ci troviamo in un deserto da raggiungere con voli aerei lunghissimi perché siamo in Italia, e più precisamente tra i monti Erei e l’Etna, nella valle del Simeto. È qui che troviamo i calanchi del Cannizzola, conosciuti anche con il nome di deserto di Centuripe.

Le fotografie che lo ritraggono, probabilmente, precedono la fama del loro stesso nome perché il deserto italiano, negli anni, è stato protagonista assoluto del grande e del piccolo schermo.

Deserto dei Calanchi, strada delle Valanghe

Deserto dei Calanchi, strada delle Valanghe

Sicilia: il deserto dei Calanchi

L’area dei calanchi del Cannizzola si apre davanti agli occhi dei visitatori offrendo un paesaggio arido e suggestivo che si perde all’orizzonte tra le mille sfumature di giallo ocra. La conformazione territoriale e l’aspetto desertico che caratterizza questo luogo restituisce la sensazione di trovarsi altrove, nei grandi deserti dall’altra parte del mondo.

Non stupisce, quindi, quel parallelismo con le caratteristiche ambientazioni da film western, né tantomeno che il deserto dei calanchi siciliano sia stato trasformato in un set naturale per diverse pellicole che qui sono state girate negli anni.

Già nel 1964, infatti, questo territorio ha fatto da sfondo al celebre film La Bibbia di John Huston insieme ad altri luoghi situati alle pendici del gigante buono. A rendere tutto più suggestivo ci ha pensato la presenza di dromedari provenienti dall’Africa che hanno trasformato quest’area in un paesaggio dai richiami magici e lontani.

Più recentemente, i calanchi siciliani, sono stati la scenografia del cortometraggio Audi quattro – Ski the World insieme ad altri luoghi nel mondo. Nell’ottobre del 2021, invece, il territorio è stato trasformato nella scenografia del lungometraggio Fortress di Jessica Woodworth ispirato a Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati.

Deserto dei Calanchi

Deserto dei Calanchi

Cosa fare nel deserto dei calanchi

Il deserto dei calanchi è percorribile on the road attraverso la suggestiva strada delle Valanghe, meglio conosciuta come provinciale 84. È questo il percorso da seguire per scoprire tutta la parte meridionale dell’area.

Una volta arrivati è possibile godere dell’arido e suggestivo territorio che si apre davanti agli occhi di chi guarda, ma non è tutto perché all’interno del territorio è stata installata anche una delle Big Bench di Chris Bangle, la panchina gigante che permette a cittadini di tutto il mondo di ammirare i panorami più suggestivi di sempre.

Inaugurata nell’aprile del 2022, e situata in un terreno della famiglia Capizzi di Biancavilla, la grande banchina è stata istallata su una terrazza panoramica che consente di ammirare la naturale meraviglia che caratterizza in maniera univoca questo territorio.

La Big Bench del deserto dei calanchi è la 202° del mondo e segue i dettami, le caratteristiche stilistiche e le dimensioni scelte da Chris Bangle, ideatore del progetto delle grandi sedute giganti che rendono accessibile i punti panoramici più incredibili del mondo che abitiamo. Tra questi anche i calanchi del Cannizzola.

big bench deserto dei calanchi

Big Bench nel deserto dei calanchi

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fiori Posti incredibili Viaggi

Perdersi in un labirinto di fiori: abbiamo trovato il più bello

Ancora una volta a spingerci a vivere nuove ed entusiasmanti avventure di viaggio è la natura che con la sua bellezza ci invita a scoprire ed esplorare la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo. In questo caso, però, Madre Natura ha avuto un piccolo aiuto da parte dell’uomo: è così che è nato quello che per noi è il labirinto di fiori più bello del mondo.

I labirinti vegetali

È una vera e propria abilità che appartiene all’uomo quella di trasformare la natura, sempre rispettandola, in veri e propri capolavori. C’è chi crea forme d’arte plasmando quello che esiste già in natura e chi invece si affida all’ingegno e all’architettura. E così che nascono i labirinti vegetali che ci invitano a entrare, a perderci e a ritrovarci, ammirando la grande bellezza che appartiene a Madre Natura.

Tra i più belli che abbiamo visto, e che col tempo si sono trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche, abbiamo individuato quello del National Science and Technology Agricultural Park. Il parco della scienza e della tecnologia della contea di Anlong, in provincia del Guizhou, ospita un labirinto fiorito che lascia senza fiato e che è arrivato fino a noi attraverso immagini straordinarie.

Labirinto di fiori del National Science and Technology Agricultural Park

Labirinto di fiori del National Science and Technology Agricultural Park

Il labirinto di fiori più bello del mondo

Non è la prima volta che, dalla popolosa nazione dell’Asia Orientale, ci arrivano gli scatti più suggestivi di sempre che immortalano la grande bellezza. Era successo con l’emozionante fioritura di ciliegi all’interno degli sterminati campi di tè a Longyan e succede adesso, con il labirinto di fiori creato ad Anlong, nella provincia di Guizhou della Cina sud occidentale.

Ci troviamo in un territorio tanto suggestivo quanto remoto, lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa. È qui, tra le bellezze naturali che lasciano senza fiato e villaggi rurali, che troviamo il Parco Nazionale Scientifico e Tecnologico Agrario, già meta prediletta dei cittadini del Paese.

È qui che è stato costruito un labirinto che ospita oltre dieci specie vegetali che, proprio nel periodo che va tra la primavera e l’estate, mettono in scena il loro più suggestivo spettacolo. Protagoniste assolute sono le rose cinesi che esplodendo in un tripudio di colori tingono il parco di mille sfumature di rosa dando vita alla magia.

Il labirinto, che si snoda su un terreno di 160 metri di lunghezza e 40 metri di larghezza, è diventato una vera e propria attrazione turistica per i cittadini del Paese.

Labirinto di fiori del National Science and Technology Agricultural Park

Labirinto di fiori del National Science and Technology Agricultural Park

Labirinti vegetali nel mondo

Quello del National Science and Technology Agricultural Park è un labirinto che ci invita a metterci all’esplorazione, a perderci e a ritrovare una via d’uscita tra le diverse specie in fiore che lo caratterizzano. Ma non è l’unica architettura naturale del mondo che da sola merita un viaggio.

Ne è un esempio il DREAM MAZE di Dafeng, sempre in Cina, che si è guadagnato il primato di labirinto più grande del mondo con i suoi 9.457,36 metri, certificato anche dal Guinness World Record nel 2018. L’invito ad entrare è aperto, ma sarà altrettanto facile uscire?

Sempre nel Paese, tra le province di Dafang e dello Qianxi, troviamo il Parco Nazionale delle Foreste di Azalee all’interno del quale è stato creato un labirinto dai colori cangianti e dalla bellezza disarmante dove questa specie vegetale è assoluta protagonista.

Decisamente più vicino a noi è il Longleat Hedge Maze, un labirinto di siepi lungo 3 chilometri inaugurato nel 1975 nel Longleat Safari & Adventure Park nel Regno Unito. È considerato da molti il percorso più complesso e affascinante del mondo.

Ultimo, ma non per importanza, è il nostro Labirinto della Masone. Situato a Fontanellato, il labirinto che assume la caratteristica forma di una stella a otto punte, è sublime ed enigmatico, unico nel suo genere. E merita assolutamente una vitia.

Labirinto di fiori del National Science and Technology Agricultural Park

Labirinto di fiori del National Science and Technology Agricultural Park