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Luoghi da visitare in Sicilia partendo dall’aeroporto di Catania

La Sicilia è tutta da amare. Visitarla in una sola volta è impossibile, perché merita di essere esplorata a passo lento, assaporandone ogni sfumatura culturale, architettonica e paesaggistica. Se il prossimo viaggio nella Perla del Mediterraneo prevede di atterrare all’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, potete scegliere di rimanere nella splendida città ai piedi dell’Etna godendo del suo centro storico barocco dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, oppure potete decidere di spostarvi in una delle splendide località turistiche della Sicilia orientale che sorgono nei suoi dintorni.

Ecco alcuni consigli per visitare borghi storici, litorali incontaminati e paesaggi meravigliosi a pochi chilometri e facilmente raggiungibili da Catania.

Tappe da visitare a nord di Catania

Partendo dall’aeroporto di Catania, sono diverse le perle siciliane da visitare a poca distanza. Viaggiando verso nord, esploriamo alcune tappe alla scoperta della splendida costa che giunge fino a Taormina: Aci Castello, Aci Trezza, Acireale e Zafferana Etnea.

Taormina e le Gole dell’Alcantara

Taormina dista poco più di 60 chilometri da Catania ed è una delle città più amate dai turisti di tutto il mondo. La sua posizione, a circa 250 metri a strapiombo sul mare, la rende ancora più ricca di fascino e attrattiva. I bellissimi giardini pubblici della villa comunale sono il polmone verde della città ma anche un luogo dove ristorarsi lasciandosi inebriare dal profumo dolce di magnolie e bouganville.

Il Duomo, risalente al XIII secolo, è imponente e maestoso e contiene opere di grande valore artistico che vanno dal periodo bizantino a quello rinascimentale. È il Teatro Greco il monumento più rappresentativo di Taormina: chiamato anche Teatro Antico, venne costruito dai greci intorno al III secolo a.C., dopo la realizzazione del teatro di Siracusa, ed è la seconda struttura teatrale più grande della Sicilia.

Taormina vista dal Teatro Greco antico, in Sicilia

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Taormina vista dal Teatro Greco

Dopo una visita al centro storico di Taormina, gli amanti della natura non possono lasciarsi scappare le Gole dell’Alcantara, a poco più di 20 chilometri verso l’entroterra. Un luogo incredibile e meraviglioso, caratterizzato da gole naturali di basalto scavate dallo scorrere incessante delle acque pure e cristalline del fiume Alcantara. Le pareti raggiungono un’altezza di 25 metri e la loro particolarità è la forma bizzarra che hanno assunto nel corso dei millenni, grazie alla lava incandescente che, a contatto con l’acqua, ha dato vita a pareti dalle geometrie spettacolari.

Le Gole di Alcantara, da visitare nei dintorni di Taormina

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Gole di Alcantara

Aci Castello e Aci Trezza

Prima di raggiungere Taormina, meritano sicuramente una visita le cittadine marinare di Aci Castello e di Aci Trezza, rispettivamente a 18 km e a 20 km dall’aeroporto di Catania. Affacciate sulla splendida costa assolata bagnata dal mar Ionio, le due località sono affascinanti tesori ricchi di storia e bellezze naturali e architettoniche. Ad accomunarle è lo spettacolo delle Isole Ciclopi, luogo che ha fatto da sfondo al capolavoro intramontabile “I Malavoglia” di Giovanni Verga: grandi strutture geologiche caratterizzate da migliaia di pilastri naturali di lava solidificata che emergono dalle acque del mare, formatesi più di un milione e mezzo di anni fa. Oggi quest’area è protetta all’interno della Riserva integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi.

Alba sulle Isole dei ciclopi, di fronte ad Aci Trezza, in Sicilia

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Alba sulle Isole dei ciclopi, Aci Trezza

Dopo una passeggiata sul lungomare, sul quale si affacciano le antiche casette dei pescatori, ci si addentra nel cuore pulsante dei borghi. Da visitare è il Castello Normanno di Aci Castello, oggi sede del museo civico della città, e dal quale prende il nome. Dal castello, il panorama che si stende davanti alla vista è qualcosa di unico e meraviglioso. Ad Aci Trezza è il Museo Casa del Nespolo di Aci Trezza a raccontare la storia della cittadina, fatta di tradizioni tramandate nei secoli. Non può mancare anche una degustazione della gastronomia locale, che unisce gli ingredienti del mare a quelli della cucina siciliana, in un esplosione di sapori indimenticabile.

Acireale

Seguendo la costa verso nord, la prossima tappa è Acireale, a soli 6 km di distanza da Aci Trezza. Un tesoro barocco che unisce lo splendore del mare, con la Riserva Naturale de La Timpa che offre un mare limpido e spiagge rocciose in cui poter fare il bagno, e il fascino della cultura del luogo tramite le architetture che ne testimoniano la storia millenaria.

Sulle sue strade sono molteplici i palazzi nobiliari e le chiese antiche che vi si affacciano, regalando scorci di rara bellezza. Da visitare sono la Cattedrale di Maria Santissima Annunziata, risalente al XVI secolo, e le antiche terme romane. Acireale è celebre anche per il suo Carnevale, tra i più suggestivi d’Italia.

Zafferana Etnea

A 600 metri sul livello del mare, sorge Zafferana Etnea: posizionato ai piedi delle pendici orientali dell’Etna e a 15 km da Acireale, questo splendido borgo ha un patrimonio culturale, storico e paesaggistico che richiama numerosi turisti durante tutto l’anno. Qui si possono percorrere i diversi sentieri escursionistici che risalgono i pendii, oppure ammirare antiche chiese e palazzi storici, i sorvegliati speciali del vulcano attivo più alto d’Europa. Da non perdere sono i giardini con la fontana e la chiesa di Santa Maria della Provvidenza, proprio nel centro storico nel quale si svolge uno degli eventi più importanti della zona: l’Ottobrata, una festa che celebra i prodotti tipici locali, tra i quali il miele.

Vista da Zafferana Etnea, in Sicilia

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Vista sull’Etna da Zafferana Etnea

Tappe da visitare a sud di Catania

Partendo sempre dall’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, ci spostiamo in direzione sud, verso stupendi borghi affacciati a un mare limpido e cristallino in cui tuffarsi. Ecco alcuni suggerimenti per visitare Augusta, Siracusa, Vizzini e Caltagirone.

Augusta

A poco più di 40 chilometri a sud dell’aeroporto di Catania sorge Augusta, un gioiello nascosto affacciato sullo Ionio con una storia millenaria da raccontare. Famosa per il suo porto, tra i più importanti della zona, è dominata dal Castello Svevo, una fortezza medievale, e custodisce la Chiesa Madre, importante testimonianza dell’architettura barocca siciliana. Dopo una visita al centro storico, non può mancare una pausa al mare sulle sue spiagge rocciose, come lo Sbarcatore dei Turchi, alternate a suggestive grotte scavate dall’acqua.

Siracusa

Siracusa è un’altra delle splendide località della costa orientale della Sicilia. Situata poco più a sud rispetto ad Augusta, la città è conosciuta per gli edifici barocchi del centro e per Ortigia, la parte della città costruita su un isolotto collegato con la terraferma. Anche qui è facile perdersi nel labirinto di viuzze, tra palazzi nobiliari e monumenti storici. 

Da appuntare per una visita il Parco Archeologico Neapolis: 240.000 mq di area che custodisce testimonianze antichissime, risalenti all’età protostorica, tardoantica e bizantina. Da non perdere anche il teatro greco e il curioso Orecchio di Dionisio, una grotta di origine calcarea che assume la forma di orecchio: in questo antro naturale il gioco dell’eco è impressionante, arrivando ad amplificare i suoni fino a 16 volte.

Un altro consiglio è quello di passeggiare lungo le viuzze che si snodano lungo la Giudecca, il quartiere ebraico della città. Da non perdere anche il castello Eurialo e la speciale fonte di Aretusa (sull’isola di Ortigia): questo è l’unico luogo in Europa in cui crescono ancora spontaneamente i papiri.

Siracusa e la sua isola di Ortigia, con il centro storico e il mare turchese

Fonte: iStock

Siracusa e l’isola di Ortigia

Vizzini e Caltagirone

Spostandoci verso l’entroterra si raggiungono Vizzini e Caltagirone. A circa 50 km a sud rispetto all’aeroporto di Catania sorge il borgo di Vizzini, raggiungibile in auto in circa 30 minuti. Strette viuzze si snodano tra antiche case in pietra e storiche testimonianze di un passato culturale e artistico di estrema importanza. Meritano una visita la Chiesa di San Giovanni Battista, esempio dell’architettura barocca siciliana, e la Chiesa Madre, che custodisce alcune opere d’arte di grande valore. Per un tuffo nella vita del celebre scrittore siciliano Giovanni Verga, si può visitare il Museo dell’Immaginario Verghiano.

E poi c’è Caltagirone, con le sue botteghe artigiane di maestri ceramisti, di cui sono piene le viuzze del centro, abbellite dalle colorate piastrelle di produzione locale. Famosa la scalinata di Santa Maria del Monte, con i suoi 142 gradini colorati, tra le più spettacolari del mondo.

Ma Caltagirone non è solo la patria della ceramica. I suoi monumenti e le chiese sono testimonianza di diverse epoche storiche che ne hanno modificato le architetture. Da visitare la Chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo meraviglioso chiostro.

Caltagirone e la celebre scalinata con le ceramiche, in Sicilia

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Scalinata di Santa Maria del Monte, Caltagirone

Tappe da visitare nell’entroterra di Catania, tra la città e l’Etna

Visitare la Sicilia dell’entroterra è un viaggio meraviglioso alla scoperta di tradizioni, storie antiche e paesaggi naturali incontaminati. Dall’aeroporto di Catania ci allontaniamo allora dal mare verso l’interno, immergendoci nella campagna punteggiata da splendidi borghi e cittadine custodi di un patrimonio di immenso valore. Ecco allora alcuni suggerimenti per fare tappa a Motta Sant’Anastasia, Belpasso, Sperlinga e Bronte.

Motta Sant’Anastasia

Un gioiello nascosto tutto da esplorare è Motta Sant’Anastasia. Sono solo 16 i chilometri che la dividono dal terminal aeroportuale di Catania e una tappa qui vale assolutamente il viaggio. Immerso nella natura, questo borgo racconta la storia di un passato culturale e artistico importante grazie al suo Castello Normanno, antica fortezza che domina l’area e dalla quale si gode di un panorama incantevole sui dintorni caratterizzati dal caratteristico basalto nero.

L’essenza di Motta Sant’Anastasia si esprime anche nelle tradizioni e nelle feste popolari che tutt’oggi animano la popolazione. La più celebre è la Festa di Sant’Anastasia, un evento colorato e vivace che riunisce tutta la comunità che abita queste terre.

Belpasso

Il viaggio prosegue con una tappa a Belpasso, una località che brilla di luce propria alle pendici dell’Etna, ricostruita dai suoi abitanti e risorta dalle proprie ceneri più volte a seguito di alcune devastazioni causate dal vulcano e dai terremoti, avvenute nel corso dei secoli.

Abbarbicata sulle pendici del vulcano, la cittadina viene comunemente chiamata anche la “Scacchiera dell’Etna” per via del suo schema urbanistico con strade e incroci che, dall’alto, s’intersecano ricordando proprio una scacchiera. Tra le vie del centro storico, meritano una visita la Chiesa Madre, il convento e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, esempi di barocco siciliano, e Palazzo Scrofani, caratterizzato da elementi barocchi alternati alla pietra lavica.

Sperlinga

Proseguendo il viaggio verso l’entroterra siciliano, dopo circa 90 km di viaggio si raggiunge Sperlinga, una cittadina incastonata nel paesaggio delle Madonie, in provincia di Enna. La visita a questa località merita sicuramente in viaggio da Catania per via del suo splendido castello, dalla struttura particolare: è scavato nella roccia e composto da un labirinto di grotte e tunnel che si snodano per diversi chilometri. Raggiungendo la fortezza tramite i vicoli che attraversano il caratteristico centro storico, si apre un panorama che toglie il fiato sulle colline ricoperte da distese di vigneti e ulivi.

Sperlinga e il suo castello costruito nella roccia, in Sicilia

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Sperlinga e il suo castello

Bronte

Il viaggio nell’entroterra siciliano nei dintorni di Catania non può non contemplare anche una tappa a Bronte, la patria del pistacchio conosciuta in tutto il mondo. Sorge alle pendici dell’Etna su dolci colline che vedono la produzione del cosiddetto “oro verde”, tra i pistacchi più buoni del mondo. Ma Bronte non riserva ai propri visitatori soltanto la storia e la cultura culinaria legata ai pistacchi. Il patrimonio culturale custodito in questo borgo comprende anche il Castello di Nelson, struttura del XIV secolo che oggi ospita un museo, e la Chiesa di Santa Maria.

 

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Cenare a Milano e fare colazione a Lecce: al via il nuovo Frecciarossa notturno per il Salento

Immaginate di godervi una cena nel cuore di Milano e, in circa nove ore, svegliarvi con il profumo del mare e una colazione a Lecce, perla del Salento, spesso soprannominata la “Firenze del Sud” per lo straordinario patrimonio artistico e architettonico, una città che incanta con le chiese barocche, le piazze suggestive e un’atmosfera ricca di storia e tradizione.

Non è più un sogno ma un’accattivante realtà grazie al nuovo collegamento con il Frecciarossa notturno che ha avvicinato due dei più apprezzati poli culturali e turistici d’Italia, con il Salento che offre coste incantevoli, spiagge di sabbia bianca e mare cristallino, pittoreschi borghi come Otranto e Gallipoli, e una cucina dai sapori autentici e genuini.

Si tratta di un viaggio che non solo accorcia le distanze geografiche, ma dona l’occasione di vivere esperienze indimenticabili, tra l’effervescente vita urbana di Milano e la serenità e bellezza senza tempo del tacco d’Italia.

Da Milano a Lecce in circa nove ore

È partito con il viaggio inaugurale il 21 giugno il nuovo Frecciarossa notturno che unisce Milano con Lecce in circa nove ore.

Il servizio, offerto con gli ETR 500, con il numero 9561 in partenza da Milano Centrale alle ore 22.45 e arrivo a Lecce alle 07.57, resterà attivo quasi ogni weekend fino a settembre nelle seguenti date:

  • 12, 13, 19, 20 Luglio;
  • 02, 03, 09, 10 Agosto;
  • 06, 07 Settembre.

Ma non soltanto: c’è anche il viaggio notturno in direzione opposta, con il treno numero 9562 che parte da Lecce alle ore 21.05 e arriva a Milano Centrale alle 07.35.

Durante il percorso, le fermate intermedie (sia all’andata che al ritorno) sono dodici: Milano Rogoredo, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna Centrale, Foggia, Barletta, Bari Centrale, Monopoli, Fasano, Ostuni e Brindisi.

Una Puglia sempre più connessa per l’estate

Le due nuove proposte della Summer Experience, l’offerta estiva di Trenitalia, rendono la Puglia sempre più connessa con il Nord e con il Sud durante il periodo vacanziero per eccellenza e vanno a sommarsi agli Intercity Milano-Lecce e Bari-Milano (che circolano tutti i giorni) e ai Frecciarossa da e per Milano, Venezia, Padova, Bologna e Torino (che, durante l’estate, fermeranno anche a Monopoli, Fasano e Ostuni).

Nell’ottica di collegare sempre di più e meglio la Puglia con il resto d’Italia, il venerdì e il sabato verrà effettuato il collegamento tra Lecce e Bolzano mentre il sabato e la domenica il treno circolerà nella direzione opposta.

Non mancano poi le tratte interne al Sud, con due Intercity che viaggiano da Reggio Calabria a Lecce e viceversa, e Reggio Calabria-Bari e Bari-Reggio Calabria da luglio: i treni della linea Adriatica si fermeranno anche nella splendida Polignano a Mare.

E le novità dell’estate non si fermano qui. Infatti, la Puglia potenzia i servizi con 240 treni regionali giornalieri, il 10-15% in più rispetto allo scorso anno: confermati, per l’occasione, i link da e per Foggia (San Giovanni Rotondo link e Vieste link) in collaborazione con Cotrap, il Monopoli beach link per raggiungere le principali spiagge da Monopoli fino a Capitolo (con la collaborazione dei bus Miccolis Lentini).

Rinnovati anche i collegamenti treno+bus con la collaborazione delle Ferrovie del Sud Est: partiranno da Lecce nuovi collegamenti via treno per Gallipoli nonché l’Otranto link e il Porto Cesareo link.

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Nicosia: clima e temperatura della capitale cipriota

Nicosia, nota anche come Lefkosia, è la capitale divisa di Cipro. La sua storia risale a migliaia di anni fa, rendendola una delle più antiche città abitate ininterrottamente nel mondo, e si intreccia con quella ricca e complessa dell’isola.

Storia e divisione di Nicosia

Le origini della capitale cipriota possono essere fatte risalire all’Età del Bronzo, quando nella zona si stabilì un piccolo insediamento. Nel corso dei secoli, la città fiorì sotto diverse civiltà, tra cui i Micenei, gli Assiri, gli Egizi, i Persiani e i Romani. Fu proprio durante il periodo romano che Nicosia acquistò importanza come centro amministrativo regionale.

Nei secoli successivi, Nicosia ha visto l’ascesa e la caduta di diverse potenze, tra cui i Bizantini, i Lusignano, i Veneziani e gli Ottomani. Ognuno di questi imperi ha lasciato il proprio segno sulla città, contribuendo al suo patrimonio architettonico e culturale unico.

Uno dei periodi più significativi della storia di Nicosia si è verificato durante l’epoca medievale, quando i Lusignano, una famiglia nobile francese, governarono su Cipro, trasformando Nicosia in una fiorente città medievale, circondata da imponenti mura difensive. Queste mura, ancora oggi in piedi, racchiudono la città vecchia e presentano undici bastioni e tre porte.

La dominazione dei Lusignano fu segnata da un grande splendore culturale ed economico, con la costruzione di diverse chiese e palazzi, e la città divenne un importante centro commerciale, crocevia di culture tra Europa e Oriente.  Nel 1489, Cipro passò poi sotto il dominio della Repubblica di Venezia, che ne mantenne il controllo per quasi un secolo. I Veneziani rafforzarono le mura della città e costruirono nuovi edifici in stile rinascimentale. Quasi un secolo dopo, nel 1570, gli Ottomani conquistarono la città dopo un lungo assedio, segnando l’inizio del dominio ottomano su Cipro, che durò per circa 300 anni. Fu in quella fase che Nicosia conobbe un periodo di declino e la sua importanza diminuì. Gli Ottomani lasciarono il loro segno sulla città attraverso la costruzione di moschee, bagni turchi e altre strutture architettoniche, come i mercati ma anche per le discriminazioni e persecuzioni religiose subite dalla minoranza greco-cipriota.

Nel XX secolo Nicosia è stata testimone di cambiamenti significativi dovuti alla situazione politica dell’isola. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Cipro divenne una colonia britannica e Nicosia l’epicentro dei movimenti politici e sociali che ne sostenevano l’indipendenza. Questo portò a tensioni tra le comunità greco-cipriota e turco-cipriota, culminate in un periodo di disordini e violenze negli anni Sessanta e Settanta. Nel 1974, un colpo di Stato militare sostenuto dalla Grecia spinse la Turchia a intervenire e a occupare la parte settentrionale dell’isola, compresa una parte di Nicosia. Da allora, Nicosia è stata divisa in due parti: la parte meridionale controllata dalla Repubblica di Cipro, abitata prevalentemente da greco-ciprioti, e la parte settentrionale nota come Repubblica turca di Cipro del Nord, abitata prevalentemente da turco-ciprioti.

Nicosia Buyuk Hann

Fonte: iStock

Lo splendido Buyuk Hann di Nicosia

Nicosia, una situazione in evoluzione

Nonostante la divisione, visibile per via della “linea verde” che delimita la zona cuscinetto, di circa 300 mt., controllata dalle Nazioni Unite tramite le forze UNFICYP, a tenere separate le due aree e di un valico di frontiera che permette il passaggio controllato tra le due parti, Nicosia rimane un importante centro culturale, economico e politico dell’isola di Cipro. È sede di numerosi siti storici, musei ed eventi culturali che mostrano il ricco patrimonio della città. La storia di Nicosia è una testimonianza della resilienza e della complessità della storia di Cipro. Riflette le diverse influenze e lotte che hanno trasformato la città in ciò che è oggi, un luogo in cui le antiche tradizioni si fondono con le aspirazioni moderne. Negli ultimi anni ci sono stati alcuni progressi in merito al processo di riunificazione, anche se le tensioni tra le due comunità rimangono alte per via di alcune questioni come lo status di Cipro, la proprietà delle terre e i diritti dei rifugiati. Nonostante le difficoltà, ci sono anche segnali di speranza e cooperazione tra le due comunità e vengono organizzati regolarmente eventi e scambi culturali per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca. Inoltre le nuove generazioni di greco-ciprioti e turco-ciprioti mostrano un atteggiamento più aperto e disponibile al dialogo rispetto al passato. La speranza quindi è che un giorno Nicosia possa tornare ad essere una città unita e capitale di un’isola riunificata, per il raggiungimento di un processo di pace duraturo su cui giocano un ruolo fondamentale Nazioni Unite, Unione Europea e gli altri attori internazionali. attraverso il ruolo fondamentale di Nazioni Unite, Unione Europea

Il clima di Nicosia: quando visitare la capitale divisa

Nicosia, capitale di Cipro, vanta un clima mediterraneo caratterizzato da estati lunghe, calde e secche, e inverni brevi e miti. Si tratta sicuramente di una destinazione ideale per chi ama le temperature elevate e le giornate lunghe mentre generalmente, le stagioni dal clima più gradevole per poter godere a pieno della propria visita, anche dal punto di vista enogastronimico, sono la primavera e l’autunno.

Temperature medie:

  • Media annua: 19°C
  • Mese più freddo: gennaio (10°C)
  • Mese più caldo: luglio (33°C)

Precipitazioni:

Le precipitazioni medie annue si aggirano intorno ai 350 mm, concentrate principalmente nei mesi invernali, pur non essendo mai abbondanti. Da maggio a settembre, il periodo più secco, le precipitazioni sono scarsissime.

Inverno (dicembre – febbraio):

Le temperature medie oscillano tra i 10°C e i 15°C, decisamente gradevoli. Pur essendo inverno, le giornate sono per lo più oleggiate, con limitate piogge occasionali. Le precipitazioni nevose sono rare, ma possono verificarsi nelle zone montuose dell’isola. A febbraio l’isola festeggia il Carnevale, un’ottima scusa per viaggiare in questo periodo.

Primavera (marzo – maggio):

Il periodo migliore per visitare Nicosia: le temperature medie raggiungono i 20°C, a maggio, le giornate sono lunghe e soleggiate, quasi del tutto assenti le precipitazioni. A maggio si tiene inoltre il Festival Internazionale di Teatro, un buon motivo per visitare la capitale dell’isola in questa stagione.

Estate (giugno – agosto):

Il periodo più caldo e secco dell’anno, in cui si va anche incontro al rischio siccità. Le temperature medie superano i 30°C in luglio e agosto, con giornate lunghe e soleggiate. In questi mesi è assolutamente necessario proteggersi dal sole con creme, cappelli e occhiali scuri, evitando di andare incontro a fastidiose scottature o di incorrere in pericolosi colpi di calore.

Autunno (settembre – novembre):

Le temperature medie iniziano a calare, riassestandosi intorno ai 20°C nel mese di novembre. Aumenta la possibilità di andare incontro a giornate nuvolose e le prime piogge autunnali rinfrescano l’aria e abbeverano la terra resa arida dall’estate. A settembre si tiene il Festival di Musica e questo rimane uno dei migliori momenti dell’anno, insieme alla primavera, per visitare la capitale cipriota.

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Alle Isole Faroe puoi fare un road trip sopra e sotto l’oceano

Quest’anno, l’afflusso turistico alle fiabesche Isole Faroe, Danimarca, sembra destinato a raggiungere il picco massimo: eppure, per godere appieno della natura selvaggia, c’è ancora una straordinaria possibilità: cercare e raggiungere le strade più remote e i tunnel sottomarini appena aperti.

Sono ventuno i tunnel che rendono molto più agevole spostarsi alle Faroe, alcuni realizzati per garantire un viaggio sicuro sia durante l’inverno sia in estate, altri invece su terreni dove, per via della conformazione ripida, sarebbe stato impossibile costruire strade di collegamento tra una zona e l’altra.

In più, per ovviare alle condizioni meteorologiche spesso avverse, i tunnel sottomarini in alcuni casi sostituiscono i traghetti, riducendo di molto i tempi di percorrenza: ora i viaggiatori possono guidare comodamente verso sette isole su diciotto.

Il fascino unico di un road trip al di sotto dell’oceano

A dicembre 2023 è stato aperto un nuovo tunnel sottomarino di 10,8 chilometri, che unisce le isole di Streymoy e Sandoy, in precedenza distanti 30 minuti di traghetto.

Situato a una profondità di oltre 150 metri sotto il fondale dell’oceano, il tunnel Sandoyartunnilin si distingue da tutti gli altri: innanzitutto, presenta un’installazione artistica folcloristica con neon rossi, blu e bianchi che corre lungo il fondamento roccioso delle pareti. I pittogrammi illuminati mostrano cavalieri in armatura che ricordano la chiesa in rovina di Kirkjubøur all’ingresso nord, e poi sagome di pastori, pescatori, foche, bovini e uccelli dipinti dall’artista Edward Fuglø, totem del passato accompagnati da un’eterea colonna sonora a opera del compositore Sunleif Rasmussen.

L’idea, secondo l’amministratore delegato del tunnel Teitur Samuelsen, è quella di celebrare il folklore faroese e allo stesso tempo trasformare il viaggio in qualcosa di completamente inaspettato “Il primo pittore conosciuto nelle Isole Faroe, Díðrikur á Skarvanesi, proveniva da Sandoy nel XIX secolo e la nostra idea è sempre stata quella di collegare la sua storia d’origine al tunnel,” ha detto. “Ha dipinto piccioni lunari, quindi le immagini degli uccelli e gli altri simboli rompono la monotonia di questo lungo tunnel sottomarino.”

Altra tappa da non perdere per emozionarsi davvero è Eysturoyartunnilin, il tunnel gemello di Sandoyartunnilin, aperto sotto lo stretto di Tangafjørður nel dicembre 2020: collega Streymoy alla vicina Eysturoy, consta di tre diramazioni di 11,24 chilometri, ospita l’unica rotatoria al di sotto dell’Atlantico e appare talmente “astratto” che ad attraversarlo si prova la sensazione di entrare in un “portale per un mondo alieno”.

I “Percorsi del Ranuncolo”, pura magia alle Isole Faroe

Altrettanto spettacolari per un road trip indimenticabile alle Faroe sono i cosiddetti “Percorsi del Ranuncolo“, a pochi minuti dal villaggio di Sørvágur, sull’isola di Vágar. Qui la strada, che serpeggia a zig-zag superando case dal tetto di zolle erbose e verdi campi per poi scomparire all’improvviso in un buio tunnel di montagna, è contrassegnata da un “inedito” segnale stradale con un fiore giallo sul cartello.

Si tratta di una calendula palustre della famiglia dei ranuncoli ed è il fiore nazionale delle Isole Faroe: spazzato da venti tra i più forti d’Europa, sull’arcipelago non crescono alberi, quindi è proprio il lucente ranuncolo, chiamato sóljuleiðir, a colorare l’erba, le creste e le scogliere.

Una mappa delle isole ideata da Landsverk, il Ministero dei trasporti, propone tredici percorsi attraverso le diciotto isole: poiché il Paese riceve sempre più turisti anno dopo anno (attualmente circa 100.000 all’anno, il doppio degli abitanti), l’idea è quella di prevenire la congestione del traffico e di avvicinare gli escursionisti alla rara quiete che si respira al confine con l’Oceano Atlantico settentrionale.

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Piatti tipici di Cipro: in viaggio tra le tavole dell’isola

Non c’è nulla di più affascinante dello scoprire un luogo attraverso la sua tradizione culinaria. Sedersi a tavola in un Paese straniero significa molto più che nutrirsi: è un’occasione per conoscere la storia di quel luogo, comprenderne le abitudini e le relazioni che ruotano attorno alla tavola. Ogni singolo ingrediente è una piccola tessera di un puzzle molto più ampio che ci aiuta ad avere una visione più completa dell’anima di una comunità; ogni piatto è un racconto da assaporare che parla di storia, tradizioni familiari e identità culturali. Ecco il nostro viaggio alla scoperta dei piatti tipici di Cipro e della sua profondissima tradizione culinaria.

Caratteristiche della cucina cipriota

La cucina di Cipro è un melting-pot di influenze greche, turche, mediorientali e britanniche; una fusione che riflette la sua storia complessa. Questa splendida isola nel cuore del Mar Mediterraneo, infatti, ha fatto da casa, sin dai tempi antichi, a numerose civiltà ognuna delle quali ha lasciato un segno indelebile sul suo genoma culinario locale. Quella cipriota è una cucina ricca e autentica, caratterizzata da una varietà di sapori e ingredienti freschi e locali come gli ortaggi (base di molti piatti), le erbe aromatiche, come il prezzemolo e la menta, che giocano un ruolo importante nell’insaporire ogni pietanza; e i formaggi, in particolare l’Halloumi, sono prodotti tradizionali sull’isola e rappresentano un elemento fondamentale della dieta cipriota. Il nostro tour dei sapori di Cipro inizia da qui, partendo dalla colazione fino al dessert.

La colazione a Cipro: piatti tipici per iniziare la giornata

Non c’è nessun pasto importante tanto quanto il primo della giornata. Ma se noi italiani abbiamo delle abitudini tutte nostre, come sono quelle dell’Isola di Cipro? Le opzioni variano da dolci a salate ma, a prescindere da questa scelta, la colazione è più leggera rispetto agli altri pasti della giornata, proprio come in molte altre culture mediterranee tra cui la nostra. Ecco alcuni dei principali componenti della colazione cipriota:

  • Halloumi: il formaggio cipriota per eccellenza con una consistenza semidura che gli permette di essere grigliato o fritto senza sciogliersi. Questo formaggio viene servito a colazione in compagnia di verdure fresche – come pomodori o cetrioli – e pane. In alcuni casi viene anche servito in abbinata al melone creando un’opzione fresca e perfetta per chi ama la combo dolce e salato.
  • Bougatsa: una specialità ereditata dalla tradizione culinaria della Grecia. Si tratta di una sfoglia ripiena di formaggio o carne. Questa pietanza ha anche una versione dolce, molto apprezzata sull’Isola, il cui ripieno è costituito da crema pasticcera e completata da una spolverata di zucchero a velo e cannella. Questo dolce viene spesso accompagnato da un caffè cipriota, creando un perfetto equilibrio di sapori.
  • Olio-Ladopitta: focaccia tradizionale cipriota preparata con olio d’oliva e spesso servita con miele o formaggio, a seconda delle preferenze. È un’opzione leggera ma gustosa, ideale per chi cerca una colazione semplice e deliziosa.
  • Frutta fresca e yogurt: una colazione che si avvicina molto a quella italiana, grazie all’ampia varietà di frutta fresca che offre l’isola, specialmente in estate. Angurie, meloni, fichi e arance si tuffano in un morbido letto di yogurt solleticando dolcemente il palato di chi sceglie questa opzione per il buongiorno.

Per quanto riguarda il luoghi della colazione, una menzione d’onore va alle panetterie locali e ai loro deliziosi prodotti da forno come i tiropita (sfoglie ripiene di formaggio), spanakopita (sfoglie ripiene di spinaci e formaggio), e vari tipi di pane appena sfornato. Questi prodotti, accompagnati da un bicchiere di latte o da un caffè, rendono la colazione il momento perfetto per fare il pieno di energie prima di affrontare una giornata alla scoperta di Cipro.

Halloumi piatto tipico di Cipro

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Halloumi: un piatto tipico di Cipro

Pranzare o cenare a Cipro: i piatti principali della tradizione

Arriviamo con il nostro viaggio culinario ai pasti più sostanziosi della giornata: il pranzo e la cena. I piatti tipici di Cipro vengono consumati indifferentemente a pranzo o a cena e portano sulle tavole cipriote un mix potente di colori e sapori, anche grazie all’ampio uso di spezie che viene fatto. Ecco alcuni piatti tipici di Cipro da provare assolutamente durante il tuo viaggio per scoprire la cultura di un’isola dal fascino antico.

  • Meze: come nella tradizione culinaria turca, anche i ciprioti danno il via al pasto con i meze, un assortimento di piccoli antipasti da condividere con gli altri commensali, spesso serviti in ciotoline coloratissime. Tra i meze più apprezzati troviamo la salsa tzatziki (yogurt con cetriolo e aglio), l’hummus (purea di ceci), il taramosalata (crema di uova di pesce) e il dolmades (foglie di vite ripiene).
  • Kleftiko: un piatto tradizionale a base di agnello marinato in erbe aromatiche e cotto lentamente in un forno di argilla. Se sei un amante della carne non puoi perderti questo piatto così tenero da sciogliersi in bocca.
  • Souvlaki: anche questo è un piatto ereditato dalla tradizione greca ed è anche uno dei più amati dagli isolani. Consiste in dei gustosissimi spiedini di carne marinati e grigliati, tradizionalmente accompagnati da verdure fresche come pomodori e cipolle; e da pane pita e salsa tzatziki.
  • Moussaka: piatto tipico del Levante, composto da melanzane, carne macinata, patate e besciamella e cotto al forno fino a ottenere una superficie dorata e croccante. Come composizione richiama molto le caratteristiche della nostra Lasagna o della Parmigiana ma il gusto è molto più speziato. Questo piatto è perfetto per chi ama le cene abbondanti, ricche di gusto e di consistenza.

Piatti tipici di Cipro: i dolci

Qual miglior modo per concludere un pasto se non quello di regalare una punta di dolcezza al nostro palato? Anche in termini di dessert la cucina cipriota ha tanto da offrire, con una gamma di sapori che spaziano dal dolce intenso alle opzioni più delicate. Ecco la nostra Top 3 per concludere un pasto in bellezza:

  • Loukoumades: deliziose palline di pasta fritta, immerse nel miele o nello sciroppo e spolverate con cannella e noci tritate. I Loukoumades sono dolcetti deliziosi che sorprendono per la loro consistenza croccante fuori e morbida dentro. I ciprioti li portano in tavola durante le festività e rappresentano un dolce momento da condividere con famiglia e amici. I Loukoumades possono essere arricchiti con una spruzzata di cioccolato o crema, rendendoli ancora più irresistibili.
  • Baklava: uno dei dolci più celebri e amati non solo a Cipro ma in tutto il Medio Oriente e nei Balcani. È composto da strati di pasta fillo sottilissima, farciti con noci tritate (solitamente noci o mandorle) e bagnati con sciroppo di miele o zucchero. La preparazione di questo dolce richiede tempo e precisione, e ogni famiglia cipriota ha la propria variante segreta della ricetta.
  • Glyka tou Koutaliou: sono dei “dolci al cucchiaio” particolari, nonché una delle prelibatezze più tipiche dell’isola. Si tratta di frutti interi o pezzi di frutta conservati in uno sciroppo di zucchero denso. I più comuni sono i fichi, le ciliegie, le noci, i petali di rosa, e le bucce di agrumi. Questi dolci sono sempre accompagnati da un bicchiere di acqua fredda o da una tazza fumante di caffè cipriota.

Bevande tipiche cipriote: cultura a sorsi

Per concludere il nostro viaggio alla scoperta dei sapori di Cipro, è fondamentale fermarsi un attimo ad analizzare anche le bevande tipiche dell’isola che accompagnano, sin dai tempi antichi, le pietanze delle tavole cipriote. Anche in questo caso abbiamo stilato una Top 3 di bevande da provare assolutamente per scoprire la cultura di Cipro, un sorso alla volta.

  • Commandaria: considerato come uno dei vini più antichi al mondo la Commandaria è un vino dolce da dessert – simile al nostro Passito come intensità – e preparato con uve essiccate al sole. Un solo bicchiere di questo vino ricco e complesso, racchiude la lunghissima tradizione vitivinicola di Cipro.
  • Zivania: un’acquavite tradizionale ottenuta dalla distillazione delle vinacce, spesso servita come digestivo.
  • Caffè cipriota: il caffè cipriota si avvicina molto al caffè turco; preparato in un bricco di rame e servito in una piccola tazza con il fondo lasciato non filtrato. È forte e aromatico, ideale per una pausa durante la giornata. Come per noi italiani, bersi un caffè è un rituale sociale importante a Cipro, un momento di relax e conversazione.

A Cipro il cibo diventa un momento di condivisione

Sedersi a tavola in quest’isola è un vera e propria esperienza sociale. Come in Italia, le persone si radunano attorno allo stesso tavolo, i pasti sono lunghi e fanno da scenografia a momenti di condivisione e conversazione. L’approccio appassionato dei ciprioti nei confronti della cucina traspare anche da alcuni piatti tipici, come i Meze che rappresentano la quintessenza della condivisione, dato che questo assortimento di piccoli piatti è pensato in primis per essere condiviso tra tutti i commensali. Anche preparare da mangiare è spesso un’attività collettiva a Cipro: in alcune occasioni, infatti, è comune vedere tutta la famiglia coinvolta, dai bambini agli anziani. Insomma, mangiare a Cipro è una scusa per passare del tempo insieme alle persone amate, rafforzando i rapporti e creandone di nuovi.

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Ricette tipiche della Moldavia: quali devi assaggiare

La cucina moldava saprà sorprenderti per la sua ricchezza di sapori e la sua semplicità. Un insieme che è dovuto in parte alla freschezza degli ingredienti, in quanto la Moldavia è un Paese agricolo con grande disponibilità di terre fertili, e in parte alle ricette tradizionali che sono state tramandate di generazione in generazione e che vengono utilizzate ancora oggi nelle cucine di ogni famiglia. I piatti tradizionali sono anche il frutto delle tante influenze diverse derivanti dalla particolare posizione geografica del Paese, tra Europa e Asia.

Tra le ricette tipiche della Moldavia si trovano minestre e secondo piatti a base soprattutto di carne, ma anche torte salate e ottimi dolci. Per vegetariani e vegani potrebbe essere complicato trovare piatti tradizionali adatti ma non impossibile. Diversi ristoranti ormai, infatti, propongono nei propri menù versioni veg per i propri clienti, data la facilità con cui possono essere modificate i piatti tradizionali.

Cosa mangiare in Moldavia: le ricette tradizionali

I luoghi migliori per assaggiare la cucina moldava sono le pensioni rurali, dove potrai gustare pasti cucinati in casa con ingredienti provenienti dall’orto o dalla vicina fattoria. Ci sono anche molti ristoranti nella capitale Chisinau o in altre città che servono piatti tradizionali. Indipendentemente da dove mangerai in Moldavia, assicurati di provare la Zeamă, una zuppa salata fatta con brodo di pollo fatto in casa e pasta, la Mămăliga, una polenta locale fatta di farina di mais tagliata a pezzi con un filo e solitamente servita con formaggio moldavo (Brânză), la Plăcinte, preparata con una pasta sottile farcita con una varietà di ripieni salati come il cavolo, il formaggio moldavo, patate o nella varietà dolce, ripiene di mele o ciliegie.
Infine, nessuna visita in Moldavia è completa senza aver provato il Sarmale, foglie di crauti (cavolo fermentato) ripiene di riso speziato e carne. Per un’esperienza gastronimca completa, non dimenticare di accompagnare il pasto con un bicchiere di vino moldavo e di concludere con il Baba Neagra, un dolce spugnoso dalla preparazione particolare, tramandata di generazione in generazione all’interno delle famiglie.

Zeama

È una zuppa, considerata il piatto principe della cucina moldava, a base di brodo di pollo o carne, arricchita con verdure ed erbe aromatiche. In genere viene servita con della pasta fresca ma la si trova anche accompagnata dalla mămăligă, una polenta a base di farina di mais. Sembra che questa ricetta si prepari da secoli come piatto particolarmente nutriente tra la popolazione rurale. La sua preparazione inoltre è piuttosto semplice: la carne lavata e tagliata a pezzi viene messa a bollire in acqua, insieme alle verdure e alle erbe aromatiche. Al brodo filtrato viene aggiunta la pasta o la polenta di mais e viene riportato il tutto ad ebollizione. Infine, la minestra viene cucinata a fuoco lento fino alla completa cottura di tutti gli ingredienti. Alla versione a base di pollo, di carne di manzo o di agnello si affianca la variante vegetariana, con verdure e legumi. Nei ristoranti viene servita accompagnata da panna acida e prezzemolo tritato. Si tratta della ricetta che meglio rappresenta la cultura culinaria moldava, preparata in occasioni di festa e convivialità.

Zeama

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La tradizionale Zeama moldava

Ciorba

Si tratta di un’altra ricetta tipica sia della Moldavia che degli altri Paesi dell’Europa orientale, come la Romania. Nella versione locale, viene preparata con diversi tipi di carne, maiale, manzo, agnello, o con verdure (crauti e barbabietole). Anche la Ciorba è un piatto dalle origini contadine, fatto di ingredienti facilmente reperibili. Rispetto alla versione rumena ha un sapore più acidulo perchè prevede l’aggiunta del bors, un condimento fermentato a base di crusca di grano o segale, succo di limone o aceto. Nella versione vegetariana, prevede l’utilizzo di fagioli bianchi o rossi al posto della carne.

Sarmale

Sono involtini di carne macinata, riso, cipolle e spezie varie, avvolti dalle foglie di cavolo verza e cotti in una salsa a base di pomodoro. Anche qui, non manca la panna acida.

Plăcinte

Un altro grande simbolo della tradizione culinaria locale. Si tratta di una torta salata ripiena di diversi ingredienti: formaggio, cavolo cappuccio, patate o carne. È un piatto estremamente versatile che si presta ad essere servito in diversi momenti del pasto, dall’antipasto al secondo, risulta perfetto anche per un veloce spuntino. La caratteristica principale di questa ricetta è la pasta sfoglia croccante che custodisce il ripieno. Anche in questo caso, siamo di fronte ad una ricetta arrivata fino a noi dalla tradizione contadina. Per preparare i Plăcinte la pasta sfoglia va stesa in una sfoglia molto sottile, ripiegata ai bordi per formare un saccottino che possa contenere il ripieno scelto, posizionato al centro. Oltre a formaggio, cavolo, patate e carne, si trovano alcune deliziose versioni dolci con mele o ciliegie snocciolate, cannella e zucchero. Conclude il tutto una spennelatura di uovo prima di lasciarli dorare al forno.

Mămăligă cu brânză și smântâna

Una ricetta semplice a base di di polenta, formaggio fresco e panna acida, servito generalmente con uova fritte e pancetta.
I dolci tipici della tradizione moldava.

Papanași

I Papanasi sono frittelle di formaggio dolce servite con panna acida. Confettura di frutta e sciroppo dolce completano questa squisita ricetta.

Cozonac

Il Cozonac è un dolce lievitato, molto simile al nostro panettone, che si mangia nel periodo natalizio e in quello pasquale. Come per il prodotto italiano, il suo ripieno può variare e presentare versioni con frutta secca, canditi o cioccolato. come ripieno di frutta secca, canditi o cioccolato. Per trovare le origini di questa ricetta bisogna tornare molto indietro nel tempo, addirittura all’epoca degli antichi dolci romani, evolutisi nel corso dei secoli con ingredienti tipici dei diversi territori. Una volta preparato l’impasto e fatto lievitare, questo viene diviso in filoni e farcito con il ripieno scelto. Una volta completata questa operazione, viene arrotolato su sé stesso o intrecciato. L’esterno viene spennellato con l’uovo sbattuto prima che il composto venga infornato per la cottura.

Cozonac

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Il Cozonac è il dolce lievitato tipico dei giorni di festa

Oltre a questi piatti tipici, la cucina moldava offre una vasta gamma di altre ricette deliziose e interessanti. Se hai l’occasione di visitare la Moldavia, non perdere l’occasione di assaggiare la sua ricca cucina!

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Quba, un luogo sospeso nel tempo: cosa vedere e cosa fare vicino a Baku

Andiamo alla scoperta del territorio più autentico dell’Azerbaijan? Tra le cose da vedere e da fare vicino a Baku, la Capitale, c’è una zona immersa nel verde, anzi, la zona più verde di tutto il Paese. A circa 170 km, Quba ti attende per proporti una vacanza rigenerante, un’oasi di pace e tranquillità, ben diversa dalla Capitale, che è una metropoli moderna e futuristica, tra le città più importanti in Oriente, tanto da essere stata definita la Montecarlo del Mar Caspio. Quba, conosciuta anche come Guba, nasconde una natura fiabesca, e specialità tipiche da provare assolutamente: te la raccontiamo.

Cose da sapere prima di partire per l’Azerbaijan

Prima di immergerci nella bellezza di Quba o Guba, vogliamo darti qualche informazione utile: cosa sapere prima di partire per l’Azerbaijan? Il visto è indispensabile per visitare il Paese, diviso tra modernità, un passato sovietico e una natura rigogliosa e maestosa. Per entrare a Quba, quindi, devi avere con te un passaporto con validità di almeno 6 mesi. Il visto turistico per l’Azerbaijan si può richiedere anche online, in totale autonomia, presso il sito dedicato o l’Ambasciata del Paese in Italia.

Come arrivare a Quba

Escursione a Quba: cosa vedere

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Afurca a Quba in Azerbaigian

Quba è facilmente accessibile da Baku, con cui è connessa mediante trasporto pubblico e taxi. Volendo, puoi noleggiare una macchina per vivere l’esperienza in piena tranquillità e autonomia, ma ci sono alcuni punti della strada, soprattutto vicini alla montagna, che sono un po’ tortuosi: propendi per il noleggio unicamente se te la senti di guidare in un Paese straniero. Puoi guidare con la patente internazionale. Per esplorare il territorio, in ogni caso, hai due possibilità: programmare una gita in giornata da Baku, la Capitale, o fermarti a dormire qui.

Cosa fare e cosa vedere a Quba

Cosa vedere e cosa fare a Quba? Preparati, perché le destinazioni sono molteplici. Come il villaggio di Khinaliq, il più “remoto” e fiabesco. Si trova proprio nel mezzo delle montagne caucasiche, caratteristica che ha permesso agli abitanti del posto di resistere alle invasioni. La storia di questo villaggio è piuttosto antica, tanto che puoi persino ammirare antiche grotte. Il villaggio di Khinaliq è stato inserito nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’Unesco. La popolazione parla una propria lingua, che nessun altro conosce al mondo.

Non hai mai sentito parlare della Gerusalemme caucasica? Il Villaggio Rosso è la Capitale ebraica del Caucaso: si caratterizza proprio per la bellezza delle case e dei tetti. Dimentica la folla, le grandi città, il trambusto: qui scopri un territorio pacifico e silenzioso dove rigenerarti. Una cosa da sapere? Gli abitanti del posto parlano una propria lingua, e sono inoltre dei veri maestri nell’arte della tessitura dei tappeti.

Tra le moschee azere, e precisamente di Quba, citiamo Juma, Sakina Khatun e infine il Mausoleo dello Sceicco Junaid. Quest’ultimo si trova nel villaggio Khazra di Quba, costruito in onore dello Sceicco Junaid, discendente del fondatore della dinastia Safavide. C’è anche un’altra struttura, ovvero il Mausoleo dello Sceicco Yusif, che risale al XV-XVII secolo.

Ciò che non puoi proprio perderti è l’antico stabilimento balneare che si trova a Quba, un edificio costruito nel XVIII secolo in mattoni rossi, coronato da una grande cupola. Un tempo, è stato frequentato da Alexander Dumas, e 150 anni dopo dal pronipote dello scrittore.

Cosa mangiare in Azerbaijan

Le cose da mangiare in Azerbaijan

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Cosa mangiare a Quba in Azerbaijan

La cucina azera? Da provare assolutamente. Prima di tutto, gli ingredienti sono semplici e i sapori intensi. Qui vieni invitato alla convivialità, a ritagliarti un momento in compagnia per gustare il cibo e le specialità. Uno degli ingredienti base della cucina dell’Azerbaijan è la carne, sia di agnello, montone, manzo o pollame. Non possiamo che consigliarti di gustare un’ottima qutab, un impasto cotto nel saj e farcito in base alla zona: a Baku, nella Capitale, spesso è ripieno a base di carne di cammello. Piti è uno stufato di carne di agnello cotto con ceci, castagne, prugne secche e altri ingredienti, come lo zafferano e le patate. Nei mesi più freddi, le zuppe sono un grande classico, come la dovga: è il piatto nazionale del Paese.

Il modo migliore per provare la cucina di Quba è recarti al villaggio di Krasnaya Sloboda, dove la cucina è ebraica, quindi segue le regole kosher. Tra le specialità, segnaliamo shomokuftai bebei, cotolette servite insieme alle patate e immerse nel brodo. Invece, il g’ailyo è un mix cucinato con manzo stufato, spinaci, cipolle e albumi d’uovo. L’osh turschi govorme è una delle specialità più consigliate: riso pilaf piccante con carne arrosto e frutta. La carne è morbidissima e i sapori indimenticabili.

Il periodo migliore per visitare Quba

Il clima di Baku e più in generale dell’Azerbaijan si caratterizza per inverni freddi ed estati calde: il periodo migliore per visitare Quba, però, è l’autunno, in cui il meraviglioso fogliame autunnale propone viste mozzafiato. La zona settentrionale del Paese, infatti, è avvolta da un’atmosfera magica in questo periodo, con i colori tipicamente autunnali pronti a stupirti. Ciò non toglie che tu possa pianificare un salto a Baku in estate e ammirare Quba in giornata o trascorrere qui qualche giorno.

Cosa vedere nei dintorni di Quba

Cosa fare e vedere nei dintorni di Quba

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Baku, la Capitale dell’Azerbaijan da vedere nei dintorni di Quba

Come anticipato, hai due opzioni: puoi trovare facilmente l’hotel a Baku dove alloggiare, perché sono tante le zone e i quartieri ideali in cui pernottare, oppure puoi pianificare la vacanza rimanendo più vicina possibile nei dintorni di Quba. La Capitale dell’Azerbaijan è, in realtà, bellissima, ricca di cose da vedere e da vedere, con opere architettoniche maestose, se non colossali, grazie a un rimodellamento urbanistico con influenze moderne e luxury. Baku ha tante anime, ed è forse questo il motivo per cui è tanto amata da chi la visita per la prima volta. C’è la Baku moderna, con i palazzi art déco, o ancora le strutture in vetro, e c’è la parte più austera, quasi, che è ciò che rimane della Baku medievale. Prima di salutare questo magnifico Paese, un ultimo tip: una passeggiata al Boulevard lungo il Mar Caspio.

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Cosa vedere a Larnaca: i luoghi da visitare

Cittadina piacevole e ricca di fascino, Larnaca è la terza città di Cipro per numero di abitanti. Ogni anno attira a sé turisti di tutto il mondo che la scelgono per la bellezza delle sue spiagge, la sua cultura e la sua atmosfera calda e accogliente.

Si tratta di un piccolo luogo che riesce a raccontare la storia di due diverse culture, affascinanti e suggestive. Quali sono? Le due parti di Cipro che la completano:  quella greca e quella turca. Entrambe sono preziose per Larnaca così come la vediamo oggi, anche se in realtà la città appartiene alla parte greca dell’isola. Se si ha in programma un viaggio a Larnaca sarà utile avere chiaro cosa vedere e cosa fare per non perdersi quelle che sono le attrazioni da visitare assolutamente.

Cosa vedere a Larnaca

Essendo una cittadina ricca di storia e cultura proveniente da due zone diverse tra loro, Larnaca rappresenta nel modo più naturale un luogo senza tempo il cui fascino viene espresso anche da monumenti e punti di interesse che propone. Molti sono i luoghi da visitare, ma alcuni sono inevitabilmente più curiosi di altri. Vediamo quali sono.

Chiesa di San Lazzaro

Considerata spesso il simbolo della città, la chiesa greco ortodossa di San Lazzaro è stata edificata nel IX secolo dall’imperatore Leone VI sulla tomba di San Lazzaro, dal quale prende il nome.  Oltre a essere interessante per la sua architettura in stile bizantino, lo è anche per il museo ecclesiastico a cui è annessa dove sono esposti manufatti religiosi e reliquie.

Moschea di Hala Sultan Tekke

Si dice che questa moschea ottomana del XVI secolo sia stata costruita sul sito dove la zia di Maometto, Umm Haram, fu uccisa. Ancora oggi contiene le spoglie della donna. Si tratta di un importante luogo di pellegrinaggio per i musulmani, ma anche per tutti i turisti curiosi di scoprire la sua storia affascinante. È considerato uno dei luoghi sacri più importanti dell’Islam.

Il castello

Si tratta di un castello medievale che fu costruito dai crociati nel XII secolo a difesa del porto della città. In tutti questi anni è stato utilizzato in molti modi, prima come fortezza poi come prigione e ancora come residenza. Oggi la struttura in alcune delle sue numerose sale ospita un museo che organizza mostre sulla storia della città Larnaca e di Cipro.

Il lago salato

Non solo monumenti ed edifici storici, Larnaca propone anche altri luoghi interessanti da non perdere come, appunto, il lago salato, bacino prosciugato e ricoperto di sale. Non è difficile immaginare la bellissima atmosfera che si respira di fronte a questo tappeto bianco. In inverno accoglie uccelli migratori come fenicotteri e cigni, motivo per cui è meta per il bird watching. È così importante che l’organizzazione Bird Life International l’ha inserita tra le aree ornitologiche più rilevanti d’Europa. A renderlo ancora più singolare, il sentiero naturalistico che costeggia il lago e che fiancheggia la già citata moschea di Umm Haram.

Cosa vedere a Larnaca in 2 giorni

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Lago salato, Larnaca

Il porto

Zona che non presenta troppe attrazioni da visitare, ma è curioso scoprirlo comunque per la sua atmosfera sognante. In stile veneziano, questo porto mantiene ancora la sua struttura originale che racconta la storia di Larnaca e delle sue origini.

Cosa fare a Larnaca

Una volta chiariti i luoghi da vedere assolutamente a Larnaca, è necessario conoscere tutte le cose che ci sono da fare nella cittadina cipriota per essere certi di vivere un’esperienza indimenticabile.

Passeggiate e giornate di mare a Finikoudes

Come non dedicare un po’ del nostro tempo in questi luoghi alle spiagge più belle. Tra queste c’è Finikoudes, la spiaggia della città lunga circa 600 metri che nei mesi estivi è affollatissima. Il motivo è semplice, non è soltanto rapida da raggiungere, ma è anche molto comoda grazie alle sue acque basse e cristalline, oltre che alla possibilità di noleggiare sdraio e lettini a prezzi contenuti. Bagni e relax, sì, ma anche passeggiate lungo il litorale e aperitivi, Finikoudes è anche questo.

Il relitto dello Zenobia

Dal porto di Larnaca ogni giorno partono delle immersioni organizzate per vivere un’esperienza unica nel suo genere: visitare il relitto dello Zenobia che si trova all’interno di una riserva naturale. Lo Zenobia è stato un traghetto svedese che nel giugno del 1980 affondò durante il suo viaggio inaugurale nelle acque davanti alla città ciprota. Per i turisti che amano le immersioni è sicuramente una delle cose da fare a Larnaca.

Cosa vedere a Larnaca in pochi giorni

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Cosa vedere a Larnaca, luoghi da non perdere

Passeggiare nel quartiere turco più caratteristico

Viaggiare da sempre significa anche entrare in contatto con le tradizioni e la cultura dei paesi che si decide di visitare. Il quartiere turco, in questo caso, è proprio uno dei luoghi perfetti per farlo. Chiamato ancora oggi Skala, il quartiere presenta le vie scritte in lingua turca che permettono al viaggiatore di immergersi nella sua atmosfera tipica fatta di calma e storia, che nonostante la presenza dei numerosi turisti è ancora facile da respirare.

Percorrere il Larnaca Salt Lake Trail

Si tratta di un percorso pedonale che dalla moschea di Hala Sultan Tekke costeggia il lago salato e arriva fino all’acquedotto di Kamares, realizzato nel 1794. I suoi archi fanno pensare a quelli tipici degli acquedotti romani. In attività fino agli anni Cinquanta, ancora oggi è un luogo di quelli da non perdere durante un viaggio in queste zone cipriote.

Ultimi consigli

Se si ha in mente un viaggio a Larnaca è importante sapere che non ci sono problemi legati alle stagioni. Questo perché si tratta di una meta perfetta in ogni mese dell’anno grazie alle sue temperature miti e alle poche pioggie che la rendono ideale per tutti i turisti. Se proprio si desidera visitarla nel momento in cui è nel suo massimo splendore anche per quanto concerne i servizi turistici, l’estate è senza dubbio la stagione migliore. Per muoversi all’interno della città ci sono vari modi, ma i più utilizzati sono gli autobus e i taxi. Il viaggio si trasformerà in un’esperienza ancora più bella se si decide di scoprire Larnaca a piedi, soprattutto perché le sue distanze ravvicinate lo rendono possibile.

 

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Viaggi di lusso al mare, le mete italiane spopolano

L’estate 2024 per l’Italia sarà ricca di turismo e, in particolare, spopolano le mete di mare di lusso come emerge dal report “THE NEXT“, stilato da Global Blue e Lybra Tech, che mette in chiaro quali siano le Top 5 destinazioni balneari dell’anno.

Regina indiscussa si conferma Capri, la località più gettonata soprattutto dai viaggiatori stranieri che incidono per l’84% del totale, con il 31% rappresentato dagli americani che soggiornano sull’isola in media per quattro notti. Si tratta di dati perfettamente in linea con lo scorso anno quando Capri diventò la meta per eccellenza dell’estate e i turisti statunitensi i più attivi negli acquisti Tax Free shopping. Infatti, sulla base dei dati di Global Blue, tra maggio e settembre 2023 ben il 55% del volume generato è stato a opera dello shopper “a stelle e strisce”.

La Top Five e il boom dei turisti stranieri

Se Capri svetta al primo posto, la seguono la ligure Portofino (dove i turisti si fermano in media 2,4 notti), Forte dei Marmi e Taormina (con una media di 4 notti), e Porto Cervo, l’affascinante perla della Costa Smeralda, dove la durata media della permanenza è di 5 notti.

Nonostante la differenza per quanto riguarda il soggiorno vero e proprio, la costante che accomuna tutte le destinazioni della Top Five è la domanda turistica da parte degli stranieri. Infatti, gli italiani vanno dal 34% di Taormina all’8% di Portofino mentre si ergono a protagonisti, tra gli extra-UE, i turisti provenienti dagli Stati Uniti con il 31% a Capri, il 32% a Forte dei Marmi, il 41% a Portofino, il 15% a Taormina e il 18% a Forte dei Marmi.

Non mancano, comunque, nazionalità emergenti come gli australiani che compaiono nella Top Ten per Taormina con il 3% e per Porto Cervo con il 4%: si tratta di un mercato in crescita grazie al potenziamento dei collegamenti aerei che hanno facilitato i voli intercontinentali negli ultimi anni.

Per quanto riguarda Capri, invece, si può notare un costante aumento di arrivi dal Brasile (2,6%) e dall’India (2%).

Uno sguardo ai dati Tax Free shopping

Il report “THE NEXT” a cura di Global Blue e Lybra Tech approfondisce anche i dati riguardanti la spesa Tax Free che, tra marzo e maggio 2024, è aumentata del 36% se paragonata allo stesso periodo del 2023, così come sono cresciute le transazioni con un +42%: una primavera, quindi, davvero positiva che fa sperare a un trend di crescita destinato a proseguire anche durante l’estate, “stagione vacanziera” per definizione.

Anche in questo caso, le nazionalità principali per contribuzione alla spesa sono state quella statunitense (37%), araba (10%) e i turisti del Sud-Est Asiatico (7%) mentre le categorie di prodotti più amate appartengono al Fashion&Clothing (con il 78% dei volumi di acquisto e +4 punti percentuali rispetto all’anno scorso) e al Watches&Jewellery (con il 19%).

Dando uno sguardo alle singole mete per quanto riguarda la spesa Tax free, Capri ha visto un +17% sul 2023 con il traino dei turisti americani (il 53%) anche se la crescita più alta l’ha registrata Forte dei Marmi  con un +107% portato soprattutto dai turisti svizzeri che sono stati i primi per contribuzione alla spesa insieme agli arabi (17%) e quelli dallo scontrino medio più alto (4627 euro).

Infine, Porto Cervo può vantare lo scontrino medio maggiore (3039 euro e un +57%) e il secondo posto per l’aumento della spesa Tax Free (+73%).

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Clima e temperatura di Riga: il momento migliore per un viaggio in Lettonia

Riga, la capitale della Lettonia, è una città affascinante e dall’anima molto giovane, situata sulle rive del Mar Baltico . Riga è perfetta per un viaggio che prenda un weekend lungo. La sua architettura art nouveau, il centro storico patrimonio dell’UNESCO e la vivace scena culturale la rendono una destinazione imperdibile per tutti i tipi di viaggiatori, da chi cerca una destinazione perfetta per lo smart working fino ad arrivare agli amanti dei viaggi itineranti e on the road. Tuttavia, il clima e la temperaruta di Riga possono influenzare significativamente l’esperienza di viaggio.

Stiamo parlando di un paese affacciato sul Baltico, con tutto quello che questo significa. La posizione geografica di Riga influisce direttamente sul suo clima. La città gode di un clima continentale umido con influenze marittime, caratterizzato da inverni freddi ed estati miti. La vicinanza al Mar Baltico modera le temperature estreme, ma porta anche umidità e precipitazioni. Conoscere il clima e la temperatura di Riga è fondamentale per l’organizzazione del tuo viaggio in Lettonia e per sapere quando è il migliore momento dell’anno per visitare Riga e le zone circostanti.

La primavera a Riga: il risveglio dal letargo invernale

Riga si trova nella parte nord-orientale dell’Europa e nella regione baltica. Un viaggio nella capitale della Lettonia è qualcosa da fare prima o poi. Le sue coordinate geografiche sono approssimativamente 56.95° N di latitudine e 24.10° E di longitudine. Considerando queste informazioni è facile comprendere perché le stagioni non corrispondano esattamente a quelle italiane. La primavera, pur andando da marzo a maggio, presenta una vera e propria coda d’inverno nella prima parte. Riga si riscalda e si risveglia in modo graduale: clima e temperature di Riga a marzo ci portano in un momento dell’anno che sembra di più il nostro inverno e, a maggio, si raggiungono i 10-15°C. Questo è un buon momento per visitare Riga, poiché la città non è ancora affollata di turisti e il suo progressivo risveglio la rende molto affascinante. Tra aprile e maggio, i parchi fioriscono regalando dei colori davvero speciali. Quando le fioriture, in Italia, sono già sparite, a Riga sono nel loro vivo.

L’estate di Riga: giornate lunghe e sole fino a tardi

L’estate è il periodo più popolare per visitare Riga. Sono molti i viaggiatori che partono alla scoperta della città di Riga in questo periodo. Le temperature, in estate, sono miti, con medie che oscillano tra i 15°C e i 25°C. Luglio è il mese più caldo. Le giornate sono lunghe e soleggiate, ideali per esplorare la città e i dintorni. Le spiagge vicine, come Jurmala, sono molto frequentate e gli eventi culturali e musicali sono numerosi.

Negli ultimi anni, anche le regioni vicino al Baltico hanno avuto giornate estive con temperature decisamente “da spiaggia”. Il Mar Baltico non è un mare profondo e questo aiuta i viaggiatori che vogliono provare l’ebbrezza di fare il bagno in un paese nordico: l’acqua non sarà mai davvero fredda in estate. Un’esperienza da provare durante il tuo viaggio a Riga, così come non potrai perdere, proprio nei giorni vicini al Solstizio d’estate, è la possibilità di ammirare dei tramonti infiniti a orari insoliti. La posizione così a nord di Riga garantisce tramonti estivi intorno alle 22.30, soprattutto nel mese di giugno.

L’autunno a Riga: la stagione dei colori caldi

Per quanto riguarda clima e temperatura a Riga, l’autunno porta un graduale raffreddamento, con la colonnina di mercurio che scende dai 10-15°C di settembre ai 0-5°C di novembre. Questa stagione, però, è generosa in quanto a colori. Ottobre è particolarmente pittoresco con le tinte autunnali che avvolgono i parchi e le strade. Sebbene il clima possa essere variabile e a volte piovoso, l’autunno offre un’atmosfera tranquilla e meno affollata.

Sicuramente un momento unico per un viaggio a Riga, con l’aggiunta di qualche giorno da passare nella natura, proprio per ammirare il foliage in questo paese Baltico. I parchi della capitale lettone sono dei posti adatti per ammirare il foliage in questo periodo dell’anno. Non scordare di visitare il Giardino Vermanes, il parco più antico di Riga, proprio per ammirare i colori autunnali. Clima e temperatura di Riga, in questa stagione, non sono mai portatori di sorprese ma, verso la fine di novembre, potresti anche considerare di trovare un po’ di neve. Informati prima e parti con la giusta attrezzatura e abbigliamento.

L’Inverno a Riga: la città diventa un posto incantato

Gli inverni a Riga sono freddi, con temperature che spesso scendono sotto lo zero. Gennaio è il mese più freddo, con temperature medie che variano tra -6°C e -1°C. Le nevicate sono comuni. Perché fare un viaggio in inverno a Riga? Semplicemente per godere dell’atmosfera e del paesaggio cittadino: tutto diventa molto suggestivo, soprattutto durante le festività natalizie, quando la città si illumina con mercatini di Natale e decorazioni festose.

Clima e temperatura di Riga in inverno richiedono di partire con una giacca adeguata e calzature adatte anche a fondi stradali un po’ ghiacciati. Uno dei luoghi da visitare a Riga in inverno è il Parco Kronvalda che, grazie ai suoi laghetti e piccoli corsi d’acqua, offre superficie ghiacciate e riflettenti, perfette per scattare delle foto spettacolari della capitale della Lettonia.

Quando fare un viaggio a Riga

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Riga al tramonto

Quando fare un viaggio in base a clima e temperatura a Riga

Come per ogni posto del mondo, tutti i periodi possono essere perfetti per un viaggio a Riga. Stando all’andamento di clima e temperatura, il miglior periodo potrebbe essere quello rappresentato dalla tarda primavera (maggio) e dall’intera estate (giugno-agosto). Il clima è piacevole, le giornate sono lunghe e questo concede davvero molto tempo per tutte le attività che si vogliono fare in viaggio a Riga e per godere di tramonti incredibili.

L’inizio dell’autunno (settembre) è un’altra ottima scelta e può essere definito come un buon periodo alternativo per visitare Riga. Le temperature sono ancora miti e i colori autunnali aggiungono un fascino particolare alla città. È anche un periodo meno affollato rispetto all’estate, rendendo l’esperienza di visita più rilassante.

Riga è una destinazione perfetta per chi ama l’inverno. In questa stagione, la città può offrire un’esperienza di viaggio magica, soprattutto durante il periodo natalizio. Le nevicate, le decorazioni festive e i mercatini di Natale aiutano a regalare questo senso di pura magia. Tuttavia, preparatevi al freddo e alle possibili difficoltà legate alle condizioni meteorologiche.