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Il monastero di Sant’Ilarione, a Gaza, è ora patrimonio Unesco a rischio

Nell’ultima sessione di luglio, l’Unesco ha approvato l’iscrizione dell’antico monastero di Sant’Ilarione, noto anche come Tell Umm Amer, a Gaza, nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio per salvaguardarlo dagli effetti causati dalla guerra in corso in Medioriente.

Il Monastero di Sant’Ilarione/Tel Umm Amer Patrimonio Unesco

Situato all’interno del campo di rifugiati di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, le rovine del Monastero di Sant’Ilarione/Tel Umm Amer appartengono a uno dei più antichi siti monastici del Medioriente. Il sito risale infatti al IV secolo, quando fu fondato da Sant’Ilarione per ospitare la prima comunità monastica in Terra Santa. Dapprima accolse eremiti solitari, ma poi si trasformò in una comunità cenobitica, gettando le basi per la diffusione delle pratiche monastiche nella regione.

Il complesso occupava una posizione strategica all’incrocio delle principali vie di comunicazione e commercio tra Asia e Africa, che ne ha facilitato il ruolo di centro di interscambio religioso, culturale ed economico. In seguito è stato un modello per la diffusione dei centri monastici del deserto durante il periodo bizantino. Attivo fino all’VIII secolo, fu gravemente danneggiato e quindi abbandonato in seguito a un terremoto.

L’ambasciatore Munir Anastas, delegato permanente della Palestina presso l’agenzia culturale delle Nazioni Unite, ha accolto l’iscrizione come un messaggio di speranza per la popolazione di Gaza provata da i combattimenti in corso, scoppiati nell’ottobre 2023.

“È un messaggio di speranza per la nostra gente di Gaza che sta fuggendo dai bombardamenti, – ha dichiarato l’ambasciatore ad Arab News a margine della sessione dell’Unesco, – che non ha un riparo, né acqua, né cibo. Nonostante ciò, si impegna a proteggere il proprio patrimonio perché fa parte della memoria e della storia del nostro popolo”.

Il sito archeologico del monastero

Riscoperto da archeologi locali nel 1999, il sito di Tell Umm el-‘Amr è attualmente costituito dalle rovine del monastero di Sant’Ilarione, oltre che da edifici religiosi e da tutti gli annessi necessari alla vita dei monaci, tra cui stanze varie e dormitori. Inoltre, gli archeologi hanno rinvenuto un complesso ricettivo e bagni probabilmente utilizzati dai pellegrini in visita al sito.

I resti del monastero di Sant’Ilarione abbracciano più di quattro secoli, dal periodo tardo-romano a quello omayyade, e comprendono due chiese di epoche successive, complessi di bagni e santuari, un luogo di sepoltura, una sala battesimale, mosaici geometrici e un’ampia cripta.

Si ritiene che l’eremo fosse costituito da piccole celle di eremiti, costruite con mattoni di fango. Secondo la tradizione locale e le osservazioni dei viaggiatori occidentali del XIX secolo, la sala di preghiera del monastero di Sant’Ilarione è attualmente occupata dalla moschea di al-Khidr. L’esploratore francese Victor Guérin notò che due colonne di marmo nella moschea potessero essere parti del monastero di epoca bizantina.

Chi era Sant’Ilarione da Gaza

Il monastero è dedicato al fondatore, Sant’Ilarione di Gaza, originario della regione e possibile padre del monachesimo palestinese. Convertitosi al cristianesimo ad Alessandria, ispirato da Sant’Antonio, da cui apprese le pratiche della preghiera, della penitenza e del silenzio, avrebbe abbracciato l’eremitaggio dapprima in Egitto e poi nella sua regione d’origine. Fondò quindi un eremo vicino al suo villaggio natale di Tabata e in seguito il monastero divenuto ora Patrimonio dell’Umanità Unesco, che fin dall’inizio accolse molti seguaci e visitatori attratti dalla sua fama di grande taumaturgo.

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A Marina di Pescoluse c’è la spiaggia più cara d’Italia

La spiaggia più cara d’Italia? Inutile cercarla a Capri, Portofino o in Costa Smeralda. Per trovarla bisogna andare in Salento, sulla punta del tacco d’Italia. Per la precisione a Marina di Pescoluse, in provincia di Lecce, dove Le Cinque Vele Beach Club è stato giudicato da un’indagine del Codacons il lido più costoso d’Italia.

Qui un gazebo con due sedute in prima fila nell’area “Exclusive” può costare, ad agosto, ben 696 euro al giorno, se prenotato con l’opzione rimborsabile. Nel prezzo sono compresi anche teli mare in spugna, frutta e champagne, «servizio concierge e butler». Insomma, più del celebre “Twiga” di Forte dei Marmi dove si spendono 600 euro (come lo scorso anno) per una tenda araba con sofa, 2 letti king size, 2 lettini standard, 1 sedia regista e 1 tavolino.

Il lido più caro d’Italia

Nello stabilimento di Marina di Pescoluse, per un ombrellone e due lettini con materasso in area relax, prima fila, la spesa è invece di 276 euro. Ma è possibile risparmiare considerevolmente, come riporta il Corriere della Sera, prenotando la sera prima online.

In questo caso il costo può scendere a 124,20 euro, uno sconto che permetterebbe spesso di riempire tutti i 64 ombrelloni e i sei gazebo del club, evitando spazi vuoti che potrebbero danneggiare l’immagine del lido. Anche se in realtà non si tratterebbe di un vero e proprio sconto ma, come spiega il club, “è una variazione di prezzo calcolata dall’algoritmo del gestionale per garantire l’occupazione.”

Così una famiglia milanese di quattro persone è arrivata a spendere fino a 1200 euro, potendo comunque usufruire dei vari servizi offerti dallo stabilimento balneare salentino. «Non siamo avventurosi, – hanno dichiarato – qui ci sono il ristorante, le docce calde e fredde, il parco verde, la spa, il parcheggio. Ci hanno offerto perfino lo Champagne. Se vuoi spendere meno, puoi andare altrove: a Otranto un gazebo costa un quarto. Il prezzo è adeguato al servizio: i dipendenti devono pur pagarli».

Aumenti anche sulle spiagge standard

Certo, questi sono i prezzi delle spiagge di lusso della penisola dove, sempre secondo l’indagine realizzata dal Codacons, la spesa per una giornata in spiaggia supera i 500 euro e può arrivare a 700 euro. Ma anche negli stabilimenti standard gli aumenti dei listini dei servizi balneari, si sono fatti sentire in misura variabile secondo le località dal +3% al +5%, con una spesa media giornaliera che si attesa tra i 32 e i 35 euro al giorno per affittare un ombrellone e due lettini nel week-end.

Prezzo che sale fino a 45 euro a Sabaudia, ma schizza a 90 euro a Gallipoli e arriva a toccare 120 euro e oltre in alcune spiagge della Sardegna. Per esempio, al Nikki Beach Costa Smeralda, per l’Iconic Beach Bed si spendono 270 euro, ma non basta, perché occorre anche aggiungere una consumazione minima da 230 euro per vino o champagne. Ed ecco che la cifra balza a 500 euro al giorno.

Spiagge: la nuova iniziativa legale del Codacons

Sempre in tema di spiagge, il Codacons ha recentemente avviato una nuova iniziativa legale a seguito della decisione del Consiglio di Stato sulle proroghe delle concessioni balneari, ritenute invalide dall’associazione. “Pertanto – si legge in una nota dell’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori – le spiagge italiane, in assenza di valide concessioni, poiché appartengono al patrimonio dello Stato, possono essere utilizzate da tutti i cittadini liberamente. Allo stato attuale è legittimo ritenere che i cittadini possano usufruire delle spiagge come “libere”, portando ombrelloni e lettini anche lì dove sorgono gli stabilimenti.”

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Offerta lampo Ryanair per voli a 16,99 euro

Sono offerte da medaglia, in perfetto spirito olimpico, quelle della nuova promozione flash di Ryanair, che offre tariffe da soli 16,99 euro per viaggiare tutto settembre e ottobre. Ma per aggiudicarsele bisogna avere uno sprint da campioni. L’offerta infatti è valida soltanto per 48 ore, i biglietti sono in vendita da oggi 31 luglio alla mezzanotte di giovedì 1 agosto.
“Gli occhi del mondo sono puntati su Parigi per i Giochi Olimpici 2024, – ha commentato la notizia Jade Kirwan, Head of Comms di Ryanair, – ma questo non significa che tu debba rimanere a casa. Grazie all’ultima promozione di Ryanair, che offre ai clienti tariffe a partire da soli 16,99 euro, potrai scegliere la prossima vacanza per settembre e ottobre.”

Valencia e Barcellona per chi parte da Milano

Un’ottima occasione quindi per programmare un viaggio o un supplemento di vacanza dopo le settimane di picco agostano verso una delle numerose destinazioni del network Ryanair che rientrano nella promozione. Tra queste, per chi parte da Milano Malpensa, c’è Valencia, che vi conquisterà con le sue architetture contemporanee e la vivacità tipicamente mediterranea. Tappa obbligata è la Città delle Arti e delle Scienze, il complesso futuristico progettato dall’eclettico Santiago Calatrava che ospita l’Hemisfèric e l’Oceanografic, uno degli acquari più grandi d’Europa.

Per immergersi nella storia della città, basta visitare la Cattedrale che custodisce il presunto Santo Graal, fare una passeggiata per il Barrio del Carmen, un labirinto di stradine che pullulano di bar, ristoranti e botteghe artigiane, fare una puntata alla Lonja de la Seda, un capolavoro gotico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Da non perdere, la possibilità di assaggiare la vera paella valenciana in uno dei tanti ristoranti tradizionali, e magari fare anche una cooking class per imparare a cucinarla a regola d’arte.

Se invece la partenza è da Milano Bergamo, tra le tante opzioni possibili della promo di Ryanair c’è anche Barcellona. Una città dove anche chi c’è già stato torna sempre volentieri per immergersi nell’esuberante atmosfera delle Ramblas, ammirare le opere di Gaudì, dalla Sagrada Familia al mondo fantastico del Parc Guell, e rilassarsi sulle spiagge di Barceloneta.

Salonicco in offerta da Roma

Tra le varie destinazioni dell’offerta flash per chi parte da Roma, c’è Salonicco, la seconda città più grande della Grecia, famosa per il lungomare di Aristotelous dove campeggia la Torre Bianca, simbolo iconico della località. Per approfondire la sua lunga storia, dopo aver visitato la Rotonda di Galerio e l’Arco di Galerio, reliquie dell’epoca romana, si può fare un salto al Museo Archeologico che custodisce tesori inestimabili, oppure al Museo Bizantino, una finestra sull’arte e la cultura dell’Impero Bizantino. E dopo le visite di rito, niente di meglio di una rilassante passeggiata nel caratteristico quartiere di Ladadika, per un po’ di shopping nei negozietti di artigianato e una cena in una taverna tradizionale.

Salonicco è un ottimo punto di partenza anche per esplorare le bellezze della Macedonia greca. A breve distanza dalla città, si trova l’antico sito archeologico di Pella, l’antica capitale del regno di Macedonia che conserva splendidi mosaici. Mentre per qualche giornata di relax al mare, si può raggiungere le spiagge dorate della penisola Calcidica, punteggiata di pittoreschi villaggi di pescatori.

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Swakopmund: un viaggio nella storica città coloniale della Namibia

La Namibia è un paese che affascina per molte ragioni: il deserto del Namib è tra le prime che, di norma, portano i viaggiatori in quella porzione di Africa sud-occidentale. Visitare la città di Swakopmund potrebbe essere una valida seconda ragione per fermarsi da quelle parti, se non altro per ammirare una città in perfetto stile tedesco, appena poco più a nord del Tropico del Capricorno. La Namibia, dal 1884, divenne un territorio coloniale controllato dalla Germania. La città di Swakopmund venne fondata qualche anno più tardi, nel 1892, sulla foce del fiume Swakop. Il suo nome, in tedesco, descrive proprio la sua posizione sulla foce.

Quello che si sente spesso dire di Swakopmund è che sia molto più interessante e piacevole di Windhoek, la capitale amministrativa della Namibia. La fortuna di questa città,  al momento della sua fondazione, si doveva al porto che costituiva uno dei maggiori e più importanti scali di questa parte della costa africana.  Swakopmund custodisce ancora molto di quel passato coloniale e, inoltre, è interessante sia dal punto di vista culturale che da quello pratico: può essere un’ottima base per iniziare il tuo viaggio africano in Namibia e partire alla volta di posti più selvaggi.

L’architettura in stile tedesco in piena africa

Quando ci immaginiamo una casa di legno, col tetto spiovente e con decorazioni intagliate simili a cuori e fiori, tutto ci potremmo aspettare tranne che si tratti del patrimonio storico di una città africana. Sono molti, infatti, i viaggiatori che restano stupiti dall’architettura coloniale tedesca che costituisce il nucleo storico di Swakopmund.

In epoca coloniale, solitamente si portava nel paese conquistato o acquisito l’architettura che ci sono conosceva. Ecco quindi spuntare case a graticcio e abitazioni che sembrano più baite che case di origine africana! Sicuramente, visitare il centro di Swakopmund ti darà modo di fare delle foto che sapranno sorprendere. Prova a mostrarle, chiedendo ai tuoi amici di indovinare dove ti trovi!

Alcuni degli edifici storici di Swakopmund sono degni di nota anche per il loro valore architettonico. La vecchia prigione di Altes Gefängnis è, per esempio, uno dei pochissimi esempi rimasti intatti di prigioni storiche tedesche fuori dalla Germania. Un altro luogo degno di nota da vedere a Swakopmund è la Wörmannhaus. Questa casa è l’edificio più vecchio di tutta Swakopmund ed è sorto lo stesso anno della fondazione della città.

Venne costruita per un importante armato e spedizioniere, originario di Amburgo, che prese dimora in Namibia, per sfruttare commercialmente il porto di Swakopmund. Attualmente è una biblioteca pubblica, all’interno del quale c’è anche un ufficio per le informazioni turistiche, e può essere visitata.

Molto particolare e, a tratti, quasi straniante, è la chiesa evangelica costruita nel centro di Swakopmund. Le sembianze sono quelle di un comune edificio di culto che possiamo trovare sulle Alpi o in paesi germanofoni dell’Europa.

Cosa vedere a Swakopmund: l'architettura in stile coloniale tedesco

Fonte: iStock

Le case in stile tedesco, nel centro di Swakopmund

L’Acquario della Namibia, dove scoprire flora e fauna

Swakopmund è anche sede del National Marine Aquarium of Namibia, ovvero dell’acquario statale di questa nazione africana. Gli acquari sono luoghi dove poter ammirare molta di ciò che la biologia marina di un luogo ci offre e, allo stesso modo, sono posti dove i ricercatori possono effettuare per bene tutti gli studi utili per comprendere al meglio la vita sul nostro pianeta. La fauna marina della Namibia è davvero consistente e lo si può vedere visitando questo il National Marine Aquarium di Swakopmund.

La vita marina, lungo le coste della Namibia, è influenzata dalla corrente del Benguela, un flusso importante che interessa l’Africa sud-occidentale. Questo acquario statale è stato aperto nel 1995 proprio per raccontare, e studiare, tutto quello che l’Oceano Atlantico ha dato alla Namibia. L’acquario è aperto, solitamente, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 16.

Swakopmund Museum: cosa vedere in Namibia

Fonte: iStock

Il faro della città è la sede dello Swakopmund Museum

Il museo cittadino, per conoscere la storia della Namibia

Gli amanti dei musei storici non resteranno delusi da un viaggio nella città di Swakopmund. Uno degli edifici più particolari della città fa da contenitore allo Swakopmund Museum, un’istituzione culturale che fu fondata nel 1951, con l’intento di fare da collettore a varie collezioni storiche e naturali. Il museo è gestito da privati ma, ovviamente, è aperto al pubblico e rappresenta la più grande collezione privata di tutta la Namibia. Al suo interno si trova davvero di tutto: da reperti che raccontano la lunga formazione geologica della Namibia, fino ad auto storiche portate in Africa dalle navi tedesche.

Le collezioni di questo museo raccontano sia il periodo di dominazione tedesca che quello in cui la Namibia divenne parte della Repubblica Sudafricana e, quindi, dominio britannico. Oltre a questo, viene dato spazio anche agli anni dal 1991 in poi, ovvero quando la Namibia divenne indipendente. Il negozio del museo è un ottimo luogo per fare acquisti a tema culturale: se cerchi dei libri sulla storia della Namibia, molto probabilmente li troverai lì.

Una passeggiata lungo il Jetty, il molo storico della città

Non si può lasciare Swakopmund senza aver fatto una passeggiata lungo il Jetty, lo storico molo costruito nel 1904 dai tedeschi. Inizialmente, per i suoi primi otto anni di vita, questo molto era completamente costruito in legno. I tedeschi usarono le stesse tecniche dei moli del Nord della Germania, dove le onde e le correnti sono, però, molto più gentili di quelle oceaniche. Nel 1912, il Jetty venne ricostruito in acciaio, restando fortemente in uso come attracco per le navi commerciali e quelle passeggeri fino alla conclusione della Grande Guerra.

Successivamente, non vene più usato ma restò un punto di riferimento per la città di Swakopmund. Attualmente è un’attrazione turistica dove passeggiare e dove scattare delle splendide fotografie. Gettandosi per 200 metri circa nell’Oceano Atlantico, concede ai viaggiatori la migliore vista verso ovest. Le foto dei tramonti della Namibia, da questo molo, saranno perfette.

Cosa vedere in Namibia: la Skeleton Coast, vicino a Swakopmund
La Skeleton Coast incontra l’Oceano Atlantico

Le meraviglie della Skeleton Coast, uno dei luoghi più incredibili dell’Africa

La Skeleton Coast della Namibia è un altro dei motivi che portano viaggiatori e turisti in questa parte di Africa. Viene chiamata così la parte di litorale tra le foci del fiume Swakop – dove, appunto, si trova Swakopmund – e Kunene, corso d’acqua che segna il confine tra Namibia e Angola. Dal 1973, la Skeleton Coast è un parco nazionale, con alcune aree ulteriormente protette al proprio interno: questo significa che alcuni pezzi di questo parco nazionale sono dei veri e propri paradisi naturali intoccabili.

La Skeleton Coast è il punto di incontro tra il Deserto del Namib e l’Oceano e deve questo nome alla sua fama di essere un luogo profondamente inospitale per qualsiasi specie vivente. Oltre a questo, in questo trappo del territorio della Namibia sono presenti “gli scheletri”, o meglio i relitti, di alcune navi e mezzi di trasporto. Ovviamente, con la giusta attrezzatura, visitarla diventa non solo un piacere ma anche qualcosa di fondamentale da fare durante un viaggio in Namibia. La città di Swakopmund è un ottimo punto di partenza per iniziare questa esplorazione. L’ambiente è decisamente quello di un deserto sabbioso, con colori molto chiari e con dune capaci di muoversi di ora in ora. Per questo motivo, è sempre un bene visitare la Skeleton Coast con una guida o raccogliendo tutte le informazioni del caso.

La Skeleton Coast è un’altra “vittima” felice della Corrente del Benguela: questo fenomeno fisico porta di sovente al formarsi di fitte nebbie lungo la costa, capaci di coprire anche la città di Swakopmund. Questo è dovuto proprio all’incontro tra la corrente del Benguela, solitamente fredda, e le più calde acque continentali. Le nebbie rendono la Skeleton Coast ancora più affascinante e, a tratti, misteriosa. Le nebbie sono spesso l’unica fonte d’acqua della flora e della fauna della Skeleton Coast, divenendo così come oro puro per la Natura.

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Tutti a bordo del treno più chic del Pianeta, che porta dalla Tanzania all’Angola

Ammirare i magnifici scenari africani dal finestrino di un treno di lusso ispirato al leggendario Orient-Express. E’ la proposta di Rovos Rail, società sudafricana che da 35 anni organizza esclusivi viaggi attraverso i paesi dell’Africa australe a bordo di un convoglio che combina il glamour e l’atmosfera retrò di un treno d’epoca con un comfort e un servizio senza pari.

Sinonimo di eleganza e avventura, Rovos Rail propone una ventina di itinerari di durata variabile da due giorni a due settimane, che si snodano attraverso alcune delle più affascinanti destinazioni del continente, come Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe, Zambia, Tanzania e Angola, e attirano un numero crescente di viaggiatori internazionali.

Il favoloso Sentiero dei Due Oceani

Proprio in questi giorni è in corso il tour “Sentiero dei Due Oceani”, partito da Dar Es Salaam, la vivace capitale della Tanzania, sulle rive dell’Oceano Indiano, e diretto in Angola, sull’Atlantico tropicale. Un avvincente coast-to-coast di 4300 chilometri attraverso i paesaggi spettacolari della Repubblica Democratica del Congo e dello Zambia.

Tra le soste di maggior interesse c’è quella a Lobito, una città portuale in piena espansione grazie a numerosi progetti infrastrutturali, tra cui il famoso Corridoio di Lobito, che vede la partecipazione anche dell’Italia con il Piano Mattei. Questa è la terza volta che Rovos Rail arriva in Angola, dopo i viaggi inaugurali nel luglio 2022 e nel 2023, offrendo un’occasione unica per scoprire le meraviglie turistiche di un paese che ha aperto le sue porte al mondo.

Naturalmente lungo il percorso sono previste numerose tappe per consentire di esplorare il meraviglioso patrimonio naturalistico, storico e culturale dei vari paesi, con visite guidate a siti storici e incontri con le comunità locali. Il tour ha una durata totale di 15 giorni, tra andata e ritorno, ma i viaggiatori possono scegliere di percorrere l’intero itinerario o optare per specifiche tappe del viaggio.

Un Viaggio di Lusso in Stile Orient-Express

E mentre si viaggia da una destinazione all’altra, a bordo del Rovos Rail si vive un’esperienza di lusso straordinaria. Le carrozze del treno, decorate in stile Orient-Express, sono impreziosite da pannelli in legno pregiato e trainate da locomotive diesel o elettriche. Con una capienza massima di 72 passeggeri, il treno offre suite arredate con eleganza e dotate di tutti i comfort e un servizio a cinque stelle, sale ristorante e spazi conviviali dove gli ospiti possono socializzare.

L’Affascinante Trilogia Africana

Un altro itinerario che riscuote grande successo è “Trilogia Africana”, che offre la possibilità di immergersi in una varietà di paesaggi straordinari. La prossima partenza è fissata per il 2 ottobre, quando il treno lascia la stazione Rovos Rail di Pretoria dirigendosi verso il Parco Kruger per un safari indimenticabile. Il viaggio prosegue attraverso il Regno di eSwatini (ex Swaziland) e la riserva naturale di Hluhluwe, fino a Durban e i suoi giardini botanici tropicali.

Attraversando la Valle delle Mille Colline e le montagne del Drakensberg, si raggiunge il villaggio minerario di Kimberley e l’arido Karoo. Dopo aver visitato Upington e l’impressionante Fish River Canyon, i passeggeri esplorano il deserto del Kalahari e il Parco Garas. Un volo turistico li porterà a Sossusvlei per un pernottamento tra le dune del Parco Namib-Naukluft. Infine, il treno arriva a Windhoek e al Parco Nazionale Etosha, concludendo il viaggio sulla selvaggia costa atlantica a Walvis Bay.

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I migliori 10 film che sono stati girati a Roma

Roma, la nostra bellissima Capitale, è da sempre la protagonista di alcuni tra i film più belli del cinema, italiano e internazionale. Nel corso degli anni, infatti, sono stati in tanti i registi che hanno scelto (e che continuano a scegliere) la Città Eterna come set di alcune bellissime pellicole, che vanno dai capolavori del Neorealismo alla commedia all’italiana, fino a produzioni ben più recenti. Lungometraggi che ci hanno regalato, spesso, uno spaccato inedito della Capitale, e che ci hanno portato a scoprire incantevoli monumenti storici, piazze e vicoli che lasciano senza fiato. Noi di SiViaggia abbiamo deciso di selezionare per voi i 10 dei migliori film girati a Roma.

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I migliori film degli anni ’40, ’50 e ’60

È davvero complesso scegliere i migliori film girati a Roma tra gli anni ’40, ’50 e ’60, perché è proprio in questo lungo periodo che il cinema ha visto comparire sui suoi schermi dei capolavori davvero intramontabili. La Città Eterna, infatti, si rivela da sempre l’ambientazione ideale per ogni genere di pellicola.

“La Dolce Vita”

La Dolce Vita” è un film del 1960 diretto da Federico Fellini e con attori del calibro di Marcello Mastroianni, Anita Ekberg e Anouk Aimée. Impossibile dimenticare il famossissimo “Marcello come here!”, frase iconica di uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi.

Il film è ambientato in una Roma patinata e scintillante e che mostra delle location che sono una più bella dell’altra. Tra le riprese più straordinarie non possiamo non menzionare la celebre scena del bagno nella Fontana di Trevi, ancora oggi una delle più suggestive del cinema mondiale.

Sono tantissimi i luoghi di Roma che si possono scovare nel film, ma tra i più noti ci sono:

  • Piazza San Pietro;
  • Via Vittorio Veneto;
  • Piazza del Popolo;
  • Fontana di Trevi;
  • Terme di Caracalla;
  • Parco degli Acquedotti.

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“Roma Città Aperta”

Roma Città Aperta” risale al 1945 e vede alla regia Roberto Rossellini, che ha guidato incredibili attori come Anna Magnani e Aldo Fabrizi. È considerato un capolavoro del Neorealismo italiano, al punto che è stato nominato agli Oscar e premiato al Festival di Cannes.

È infatti ancor più incredibile pensare che il film fu girato non appena si concluse la Seconda Guerra Mondiale, con pellicole scadute e un set di fortuna. Tra i luoghi più iconici di Roma presenti nel film ci sono:

  • Galleria Sciarra;
  • Piazza di Spagna;
  • Ostiense.
Roma Città Aperta, il film

Fonte: Getty

Una scena di “Roma Città Aperta” con Anna Magnani 

“Ben-Hur”

Ben-Hur” è un film del 1959 diretto da William Wyler con protagonista Charlton Heston. È un vero e proprio Colossal a tema storico e drammatico, uno dei più grandi e premiati successi della storia del cinema. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1960, è considerato uno dei migliori film mai realizzati, tanto da venire premiato con il maggior numero di Oscar (11), un record che ha potuto vantare per ben 38 anni.

Molte delle scene del film sono state girate negli studi di Cinecittà, che ai tempi erano persino soprannominati la “Hollywood sul Tevere”, in modo particolare per il basso costo delle straordinarie maestranze della città. Altre location bellissime sono nei dintorni della Capitale.

I film più belli degli anni ’70, ’80  e ’90

Anche gli anni ’70, ’80 e ’90 hanno generato dei veri e propri capolavori cinematografici, sia italiani che internazionali. E molti di questi, come è possibile immaginare, mostrano come set di riprese proprio la nostra bellissima Roma.

“Un Sacco Bello”

Iniziamo questo viaggio da una delle commedie italiane più divertenti di sempre: “Un Sacco Bello“. Si tratta di un film del 1980 diretto da Carlo Verdone, che tra i suoi attori vede presente anche il mitico Mario Brega.

Film d’esordio alla regia di Carlo Verdone, regala una Roma semideserta e oppressa dal sole di ferragosto ma piena di scorci della città davvero speciali e unici nel loro genere. Tra le location che compaiono nel film ci sono:

  • Bocca della Verità;
  • Piramide Cestia/Porta San Paolo;
  • Trastevere;
  • Bioparco.

Salta la fila e visita il Bioparco di Roma

“Il Talento di Mr. Ripley”

Nel 1999 sugli schermi di tutto il mondo è uscito “Il Talento di Mr. Ripley“, film di Anthony Minghella che vede tra i suoi protagonisti Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Cate Blanchett, Philip Seymour Hoffman e Sergio Rubini.

Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Patricia Highsmitha, è spesso ricordato come uno dei film più eleganti di tutti i tempi. Tra i luoghi di Roma utilizzati per le riprese troviamo:

  • Piazza di Spagna;
  • Fontana delle Tartarughe;
  • Piazza Navona;
  • Palazzo Costaguti;
  • Foro Romano;
  • Ponte Sant’Angelo;
  • Musei Capitolini.

Fai un tour dei Musei Capitolini, tra i più antichi del mondo

“Caro Diario”

Caro Diario” è un film di Nanni Moretti del 1993 che tra i suoi personaggi vede anche Jennifer Beals, ma che curiosamente interpreta se stessa. Si tratta di un omaggio del regista alla sua Roma, che in sella a una Vespa 125 GTR del ’75 blu, ci permette di fare un giro nella città quasi completamente vuota di agosto, mettendoci di fronte a inquadrature straordinarie sulle bellezze paesaggistiche, architettoniche e monumentali della Capitale.

Tra i luoghi più belli della città che compaiono nel film ci sono:

  • Quartiere Prati;
  • Gianicolo;
  • Porta San Sebastiano;
  • Piazza del Popolo;
  • Ponte Flaminio;
  • Idroscalo (Ostia).

I film più belli girati a Roma negli anni 2000

Concludiamo questo viaggio nella Roma cinematografica scoprendo alcuni dei film più belli che sono stati girati in città in tempi molto recenti, quindi negli anni 2000. Anche durante l’attuale secolo, infatti, i registi che hanno scelto la Città Eterna come set cinematografico sono davvero tantissimi.

“La Grande Bellezza”

Premio Oscar e film che ci fa immergere in una Roma dalla bellezza estetica eccezionale è la “La Grande Bellezza“. Risalente al 2013, è stato diretto da Paolo Sorrentino e vede tra i suoi interpreti Toni Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli.

Premio Oscar al Miglior Film Straniero, è ricco di citazioni famose e ci dona scorci della Città Eterna che lasciano davvero senza fiato. Alcuni dei luoghi presenti nel film sono:

  • Fontanone dell’Acqua Paola;
  • Tempietto di San Pietro in Montorio;
  • Giardino degli Aranci;
  • Villa del Priorato dei Cavalieri di Malta;
  • Villa Medici;
  • Fontana di Trevi;
  • Palazzo Doria Pamphilj;
  • ETRU – Museo Nazionale Etrusco;
  • Parco degli Acquedotti.

Regalati un tour alla scoperta del Palazzo Doria Pamphilj con una delle collezioni d’arte più ricche di Roma

“Le Fate Ignoranti”

Ferzan Özpetek nel 2001 ha prodotto un film davvero bellissimo: “Le Fate Ignoranti“. Con attori italiani magistrali come Margherita Buy e Stefano Accorsi, è una pellicola da molti considerata un capolavoro. Una piccola curiosità: deve il suo nome a un noto affresco di Rene Magritte, uno dei maestri del Surrealismo.

Tra le location di Roma che possiamo ammirare nei suoi 105 minuti di lunghezza ci sono:

  • Musei Capitolini – Centrale Montemartini;
  • Gasometro;
  • Ostiense.

“Angeli e Demoni”

Angeli e Demoni” è un film del 2009 con la regia Ron Howard che annovera tra i suoi interpreti stelle cinematografiche mondiali come Tom Hanks, Ewan McGregor, Stellan Skarsgård e Pierfrancesco Favino.

Angeli e Demoni, Tom Hanks

Fonte: Getty Images

Tom Hanks a Roma per “Angeli e Demoni”

Basato sull’omonimo romanzo best seller di Dan Brown, dà la possibilità di scoprire alcuni dei posti più incantevoli della nostra maestosa Capitale, tra cui:

  • Piazza Navona;
  • Fontana dei Quattro Fiumi;
  • Basilica di San Pietro;
  • Pantheon
  • Cappella Sistina;
  • Passetto di Borgo;
  • Castel Sant’Angelo.

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“Mangia Prega Ama”

L’ultimo film girato (anche) a Roma scelto dalla nostra Redazione è “Mangia Prega Ama“, prodotto del 2010 da Ryan Murphy e basato sul libro autobiografico di Elizabeth Gilbert.

La protagonista del film è una splendida Julia Roberts, affiancata da Javier Bardem, James Franco, Billy Crudup e Richard Jenkins.

Tra le location di Roma che si possono ammirare nei suoi 133 minuti di lunghezza ci sono:

  • Piazza Navona;
  • Campo de’ Fiori;
  • Piazza di Spagna;
  • Villa Borghese.
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Scopri Bandra, la zona preferita dai divi di Bollywood

Spesso definita la “regina dei sobborghi”, Bandra è nota per essere la zona preferita di Mumbai da celebrità, modelle, artisti e designer di grido. Ma non è tutto: Bandra West è famosa per offrire una divertente esperienza tra shopping, locali notturni, ristoranti e siti storici da visitare, e per la possibilità di trascorrere un po’ di tempo di fronte al Mare Arabico.

Cosa rende speciale Bandra?

Bandra è un crogiolo di culture, con una forte presenza di comunità parsi, cristiane e musulmane ed è famosa per la sua vivace vita notturna, con numerosi bar, ristoranti e locali alla moda, per una vasta gamma di opzioni per lo shopping, dai negozi di marca più apprezzati ai mercati locali dove fare acquisti a prezzi più abbordabili. Inoltre, è un’area ricca di luoghi di interesse, tra cui la Bandstand Promenade, la Chiesa di Mount Mary, importante santuario mariano, le ville e i murales dedicate ai divi di Bollywood. Il quartiere è particolarmente legato alla cinematografia indiana, avendo fatto da sfondo a molti set, ed è qui che è nato il famoso scrittore e saggista Salman Rushdie.

Cosa vedere e cosa fare a Bandra

Bandra è una miscela perfetta di modernità e patrimonio culturale. Il sobborgo ospita infatti numerose costruzioni di epoca coloniale, edifici Art Déco e monumenti religiosi. Destinazione ormai molto popolare, attira visitatori da tutto il mondo. Uno dei modi migliori per esplorarla è un tour a piedi, e queste sono le attrazioni che non dovrai perdere per poter dire di conoscere davvero la zona.

Bandra Fort

Inizia la tua esplorazione di Bandra dall’iconico castello portoghese, noto anche come Castella de Aguada. Costruito nel XVI secolo, questo forte offre una vista mozzafiato sul Mar Arabico. Splendidamente restaurato, è un luogo popolare per i picnic e per scattare belle fotografie.

Bandra Fort Mumbai

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L’entrata del forte di Bandra

Chiesa di Mount Mary

Questa chiesa gotica è una delle più celebri di Mumbai ed è dedicata alla Vergine Maria. La chiesa di Mount Mary è situata sulla cima della collina conosciuta come Sunderban Bandra, da cui i si gode di una splendida vista sul Mar Arabico e sulla baia di Mahim di Mumbai. La suggestiva chiesa di Mt. Mary (anche nota come Basilica di Nostra Signora del Monte), è popolare per gli eleganti disegni gotici e la sua collezione di affreschi. Costruita per la prima volta nel 1640, ha subito diversi lavori di restuaro nel corso dei secoli, l’ultimo nel 1902. Al suo interno custodisce una serie di dipinti che ritraggono la vita della Vergine Maria, una scultura in pietra dell’Ultima Cena e un pulpito in marmo, ornato di simboli liturgici. Da non perdere la venerata statua di Maria, chiamata Moti Mauli (Madre Perla). La leggenda narra che, dopo un sogno di un pescatore locale, l’attuale statua fu trovata galleggiare in mare e che i pirati rubarono l’originale nel 1700. I devoti osservano le offerte, come le figure di cera che rappresentano i loro problemi personali, e chiedono buona sorte. Posizionati davanti all’ingresso principale e ammira la facciata a forma di castello della chiesa. Guarda le imponenti torri gemelle alte 30 metri, entrambe coronate da guglie piramidali. Osserva le intricate finestre ad arco, le balaustre e i reticoli in stile gotico. Prenditi un momento per ammirare le vista sulla costa e sul paesaggio urbano di Mumbai, in particolare al tramonto.

La chiesa di Mt. Mary è aperta tutti i giorni e l’ingresso è gratuito. A settembre si tiene la Fiera di Bandra, popolarissima celebrazione di 8 giorni per la nascita della Vergine Maria. Passeggia tra le bancarelle che vengono allestite nelle strade circostanti e che vendono oggetti religiosi e cibo di strada, goditi gli spettacoli musicali dal vivo e osserva le rievocazioni di scene bibliche.

Mount Mary Bandra

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La bella facciata della chiesa gotica di Bandra

Bandra – Worli Sea Link

Un altro punto di riferimento da non perdere durante la tua visita in questo sobborgo di Mumbai è il Bandra-Worli Sea Link. Questo ponte collega Bandra a Worli ed è una meraviglia dell’ingegneria moderna. Offre una vista mozzafiato sullo skyline della città e sul Mar Arabico.

Worli Sea Link

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Vista dall’alto sull’imponente Worli Sea Link

Mannat

Mannat è la casa dei sogni di una delle più importanti e amate star di Bollywood, Shah Rukh Khan. Molti turisti visitano questo luogo sperando di avvistare il famoso attore. La sua casa a 6 piani è una delle più costose di tutta l’India.

Le strade dello shopping di Bandra

Questa strada è il posto preferito per fare shopping a Mumbai, particolare per l’abbigliamento e gli accessori da donna, dove si riesce a fare acquisti ad un prezzo davvero conveniente, soprattutto nei vicoli di Linking road, occupati da negozietti di strada dove trovare prodotti importati e di marca a prezzi scontati. Da quelli più costosi a quelli più economici, si possono fare acquisti di tutti i tipi. Un’altra famosa strada è la Carter Road, una delle passeggiate preferite dagli abitanti del luogo e dai turisti. La strada è fiancheggiata da caffè, ristoranti e bar e offre una splendida vista sul mare. È il luogo perfetto per rilassarsi e prendersi una pausa nel tour del quartiere. Durante l’epoca coloniale britannica e fino a un decennio successivo, Mumbai era molto conosciuta per le sue panetterie Gujrati, Parsi e Marathi. Oggi, nella Mumbai moderna, molti giovani laureati in gestione alberghiera, con un piccolo investimento, hanno aperto diverse panetterie intorno a Linking Road. Servono torte, snack e dessert deliziosi.

La passeggiata di Bollywood

La Bollywood Walk of Fame si trova a Bandra Bandstand ed è gestita da UTV Media. È una replica della iconica Hollywood Walk of Fame. Qui si possono vedere le impronte di molti grandi nomi di Bollywood. Se ti piace il cinema indiano, questo è il posto giusto per te.

Muri con graffiti di Bollywood

Come abbiamo già scritto, Bandra è un luogo molto conosciuto per il suo ottimo cibo, lo shopping di strada e la mondanità: non è un caso che molte delle più importanti star di Bollywood risiedano in quest’area. Passeggiando per i vicoli del quartiere si possono facilmente trovare murales che ritraggono diverse celebrità, opere dell’artista Ranjit Dahiya, fodatore dell’associazione BAP – Bollywood Art Project, per dipingere l’area.

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Lo spettacolo delle Grotte di Castellana in notturna con Bianca di Notte

Nel mese di agosto è possibile vedere le Grotte di Castellana sotto una luce completamente nuova. Grazie all’iniziativa Bianca di Notte, nei giorni 1, 8, 15, 18, 21, 25 e 29 agosto questo gioiello geologico nel cuore della Puglia apre al pubblico anche per visite notturne, con inizio alle 20,30, che offrono l’opportunità unica di scoprire le grotte illuminate dalla luna. Un’occasione da non perdere per scoprire un volto inedito di questo straordinario patrimonio naturale avvolti da un’atmosfera magica e misteriosa.

Un’esperienza sensoriale unica

Mentre di giorno le luci artificiali illuminano le maestose formazioni carsiche, rivelando un paesaggio incantato, è al calar del sole che le grotte svelano un volto ancora più affascinante.
La luce della luna, filtrando attraverso le fessure della roccia, crea giochi di ombre e riflessi che trasformano le cavità in un luogo incantato. Allora l’esplorazione notturna delle grotte diventa un vero e proprio viaggio sensoriale.

L’oscurità avvolgente esalta i sensi, rendendo ogni suono, ogni profumo, ogni dettaglio più intenso e vivido. Mentre la vista si adatta gradualmente all’oscurità, l’udito e il tatto si acuiscono, permettendoci di percepire ogni minimo movimento, ogni goccia d’acqua che cade, ogni soffio d’aria. Un’emozione che ci mette in connessione profonda con la natura e con noi stessi, rendendo l’esperienza della visita sotterranea a dir poco straordinaria.

Situate non lontano da Bari, nel cuore della Puglia, le imponenti Grotte di Castellana sono un complesso di cavità sotterranee di origine carsica tra le più spettacolari d’Europa, che si sviluppano per oltre 3.348 metri e raggiungono una profondità di 122 metri. Davvero sorprendenti sono le dimensioni del sistema di grotte, che non solo è lungo, ma alcune delle sue camere e corridoi raggiungono i 60 metri di altezza, mentre le sue gallerie possono arrivare fino a 70 metri sotto il suolo.

La visita è un’esperienza altamente suggestiva, un’escurisione guidata che si snoda a circa 70 metri di profondità, lungo un itinerario di circa 3 chilometri tra caverne, canyon, stalattiti, stalagmiti e formazioni spettacolari consente di immergersi in uno scenario unico, dove la temperatura degli ambienti interni si aggira attorno ai 16,5°C. . Tra le principali attrazioni c’è la Grotta Bianca, definita tra le più splendenti al mondo, che lascia a bocca aperta per il biancore del suo alabastro riflesso in un lago sotterraneo cristallino.

Situate in prossimità della Valle d’Itria, a breve distanza da borghi incantevoli come Alberobello, Cisternino, Locorotondo, le Grotte di Castellana si aprono nell’altopiano calcareo delle Murge sud orientali formatosi nel Cretaceo superiore, circa novanta-cento milioni di anni fa.

Biglietti per Bianca di Notte

I biglietti per le visite notturne di Bianca di Notte sono acquistabili online sul sito delle Grotte di Castellana o il giorno della visita in biglietteria, fino a esaurimento dei posti. Il costo dell’ingresso 20€ intero,17€ ridotto (6-14 anni) e gratis fino ai 6 anni. Nei giorni 11, 17 e 24 agosto sono previste anche delle visite per piccoli gruppi di famiglie con bambini, con inizio alle 19,30, lungo un percorso di 1 chilometro con una durata di circa un’ora, in base all’interesse e all’andamento del gruppo. Il costo del biglietto per questa attività è di 12 euro per gli adulti e 6 euro per i bambini da 4 a 14 anni.

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Le delizie di Città del Capo: un viaggio nella cucina del Sudafrica

Pochi paesi sanno essere dei veri e propri puzzle culturali più del Sudafrica, un luogo dove la cultura africana si mescola con altre, come quella britannica, orientale e boera. Come se questo non bastasse, il fatto di essere un punto di passaggio fisico e geografico tra due oceani, rende luoghi come Città del Capo ancora più sfaccettati e interessanti. Lo si vede benissimo passeggiando per strada così come sedendosi a tavola.

I piatti tipici del Sudafrica sono molti e tutti capaci di raccontare le mille anime che compongono questo paese. Prendere in mano un menù di un ristorante o trovarsi davanti alla blackboard di un truck di street food sono delle esperienze capaci di aggiungere – è proprio il caso di dirlo – il giusto sapore a un viaggio in Sudafrica. Con una proposta gastronomica capace di mescolare così tante provenienze, cosa mangiare a Città del Capo? Ecco qualche consiglio.

Le influenze della cucina sudafricana a Città del Capo

I piatti tipici di un luogo si differenziano a seconda della zona in cui ci troviamo. Niente è come Città del Capo per assaggiare la gastronomia sudafricana: l’affaccio sul due oceani, le montagne alle spalle della città e una varietà di genti che ne compongono la cittadinanza fanno di questa città del Sudafrica un vero e proprio piatto ricco nel quale i viaggiatori buongustai si tuffano più che volentieri. Guardando le proposte gastronomiche di Città del Capo si notano molte influenze tipiche dell’Oceano Indiano: l’uso delle spezie è stato portato in città in secoli di scambi commerciali con altri luoghi importanti dell’Impero britannico.

Oltre a questo, Città del Capo porta a tavola anche molta della tradizione zulu tipica di questo paese del continente africano. La lunga cottura delle carni e la mescolanza di proteine e riso è proprio tipica di molte cucine tipiche africane. Come se ciò non bastasse, i primi coloni del Sudafrica furono gli olandesi. Chiamati storicamente Boeri, gli olandesi che colonizzarono la zona del Capo di Buona Speranza portarono con sé cibi e pietanze che ancora oggi si trovano in Sud Africa.

Biltong: un piatto tipico da assaggiare a Città del Capo

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Biltong: da piatto tradizionale a snack tipico del Sudafrica

Il Biltong: lo snack per eccellenza da mangiare in Sudafrica

Trovare un buon Biltong da mangiare a Città del Capo è tutt’altro che difficile. Questo piatto si deve proprio all’arrivo dei Boeri in questa parte dell’Africa e la sua origine ci porta dritti nei Paesi Bassi del XVII Secolo. Il Biltong nasce come alimento base da portare in lunghe navigazioni. Si tratta di carne essiccata, originariamente di manzo, condita con spezie varie. In oltre quattro secoli di presenza in Sudafrica, il Biltong non ha modificato la sua essenza ma sono state create diverse varianti, con carni tipiche del luogo, oltre a quella di manzo.

Il Biltong si mangia come semplice snack oppure lo si può condire e accompagnare con altro. Un altro regalo degli olandesi è, per esempio, l’uso del formaggio che, col Biltong , sta proprio bene. Non ti sarà difficile trovarlo al supermercato così come nei banchi dei vari mercati di Città del Capo. Per non parlare delle varianti approdate fino al mondo dello street food, in cui il Biltong diventa il ripieno per deliziosi panini.

Il Bobotie: il piatto delle feste delle famiglie sudafricane

Un altro piatto di totale origine boera è proprio il Bobotie, un vero e proprio must da assaggiare durante un viaggio nella regione del Capo di Buona Speranza. A differenza del Bitong, il Bobotie è composto da carne di manzo macinata, speziata, mescolata con frutta secca e cotto dentro una base fatta di latte vaccino. Ne risulta una sorta di sugo denso e molto cremoso che viene messo in una pirofila, coperto di besciamella e formaggio e messo in forno. Un po’ come se fosse una lasagna ma senza la pasta. La versione più comune del Bobotie è l’espressione gastronomica del Sudafrica: nel corso dei secoli si è arricchito di spezie come il curry e la besciamella è stata resa preziosa dall’aggiunta dello zafferano.

Proprio come le nostre lasagne, il Bobotie è un piatto che si prepara nei giorni di festa o durante le occasioni da passare in famiglia. Non manca mai, però, sui menù dei ristoranti di Città del Capo, compresi quelli del celebre Waterfront della città. Un tempo si accompagnava col pane ma, nel corso dei secoli, quest’ultimo è stato sostituito dal riso.

Il Braai: paese che vai, grigliata che trovi

Molti piatti sudafricani da assaggiare a Città del Capo portano nomi in Afrikaans, la lingua tipica della popolazione bianca stanziatasi in questa zona dell’Africa. È il caso del Braai, parola che designa la carne alla griglia. Trattasi davvero della tipica grigliata alla quale tutti pensiamo, con una predominanza dell’uso delle salsicce rispetto a quelle di tagli di carne molto più importanti e nobili. Spesso si utilizzando anche alcuni pesci e del pollo. Nel Braai non mancano mai le Boerewors, le salsicce tipiche della tradizione gastronomica boera in Sudafrica.

Cosa mangiare a Città del Capo. Cape Malay Curry

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Cape Malay Curry: l’influenza malese in Sudafrica

Il Cape Malay Curry: l’influenza orientale nella cucina del Sudafrica

Il fatto di trovarsi sul punto di incontro tra Oceano Atlantico e Oceano Indiano ha fatto di Città del Capo un porto fondamentale dove le navi, sia olandesi che inglesi, si fermavano durante i loro viaggi di ritorno dall’Oriente più lontano verso la madrepatria. Questo ha portato un grande commercio di beni diversi in Sud Africa, compresi i vari tipi di curry disponibili a quei tempi. Nasce così il Malay Cape Curry, un piatto di origine malese – come dice il suo nome – che, nell’arco di poco, è diventato una pietanza tipica da mangiare a Città del Capo. Altro non è che uno stufato al curry, con verdure varie.

La parte proteica è, solitamente, fatta di agnello o pesce. Il tutto viene, come è facile pensare, accompagnato da riso. Questo piatto è, solitamente, piccante. Informati sempre sul grado di piccantezza prima di assaggiarlo. Si può mangiare praticamente ovunque e non mancano i chioschi che lo vendono direttamente per strada.

Il Potjiekos: da piatto povero a simbolo gastronomico nazionale

Un’altra parola Afrikaans ma per raccontare, stavolta, un piatto che ha più a che fare con il lato zulu del Sudafrica. Potjiekos è il nome di una pentola in ghisa, solitamente utilizzata per la preparazione di questo piatto. Gli ingredienti principali sono vari tipi di carne, verdure, molte spezie e solitamente del brodo ottenuto dalla bollitura di tagli di scarto e ossa. Cosa ti troverai nel piatto se ordini del Potjiekos a Città del Capo? Come molte delizie tipicamente africane, il risultato finale è una sorta di spezzatino dal sugo denso, gustoso e piccante.

Non esiste una ricetta ufficiale del Potjiekos: veniva spesso preparato con gli scarti delle cucine degli abitanti ricchi di Città del Capo. La sua vera e propria caratteristica peculiare, oltre all’uso di una grossa pentola di ghisa posta direttamente sul fuoco all’aperto, è il fatto di dover cucinare per moltissime ore. Anche il Potjiekos può essere considerato una vera e propria icona del Sudafrica a tavola. A Città del Capo non mancherai di poterlo gustare in modalità popolari e per strada, così come alla tavola di grandi chef, pronti ad attingere dalla tradizione per creare qualcosa di grandioso e degno di qualche stella.

Cosa mangiare a Città del Capo: Gatsby Sandwich

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Il Gatsby Sandwich

Il Gatsby Sandwich: il panino più originale del Sudafrica

Nasce, invece, negli Anni ’70, un sandwich che, oggi, è un vero e proprio signature food del Sudafrica. Si chiama Gatsby e venne inventato da un sudafricano di origine indiana che gestiva una piccola gastronomia in un sobborgo di Città del Capo chiamato Athlone. Questa zona era un quartiere che gravitava attorno alla presenza di varie industrie e la necessità era quella di inventare un panino molto sostanzioso, che potesse essere il pranzo ideale per i molti operai presenti in quell’area. Ne risultò un panino con dentro davvero molti ingredienti. In origine veniva usato un pane al latte, rotondo e morbido, simile al pane degli hamburger.

Attualmente, si usa una piccola baguette. Al suo interno, ci sono almeno quattro tipi di carne diversa o di pesce diverso. Il tutto condito con una salsa di curry masala. Come se questo non bastasse, si aggiungono le patatine fritte condite con l’aceto, come si fa in Inghilterra. La particolarità? Le patatine non sono l’accompagnamento ma entrano di diritto proprio nel panino. Questo sandwich, negli anni, è diventato molto celebre e ora è riprodotto ovunque in città. Il nome Gatsby fu attribuito a questo sandwich da uno degli operai che era solito acquistarlo come suo pranzo.

Il Malva Pudding: non è un budino e ha un ingrediente segreto

Non può di certo mancare un dolce da assaggiare durante il tuo viaggio a Città del Capo, vero? La gastronomia sudafricana è generosa anche in quanto a dolcezze, quasi tutte, però, importante dall’Europa. Lo è anche la versione originaria del Malva Pudding, arrivato nella regione del Capo di Buona speranza con i primi coloni olandesi. Nel tempo, ha subito diverse variazioni dovuti al fatto che, ogni tanto, mancavano alcuni ingredienti oppure ce n’erano di totalmente diversi. Il Malva Pudding, malgrado il nome, non è un budino ma assomiglia di più a una torta con poca lievitazione.

Il nome “Malva” deriva dalla soluzione trovata al fatto che, spesso, mancavano gli aromi per dargli un gusto particolare. È pur vero che, in Sud Africa, arrivavano un sacco di spezie diverse ma, spesso, si andava ad attingere al proprio giardino. Fu così che venne usato il geranio, chiamato Malva dai Boeri. Un vero mistero, invece, rappresenta il fatto che una delle caratteristiche principali di questo dolce sia l’uso dell’aceto nella sua composizione. Non lasciarti impressionare da questo fatto e vai oltre l’apparenza. Lo troverai ovunque a Città del Capo.

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Mount Royal: il punto dove ammirare lo skyline di Montreal

New York, Sydney, Shanghai. Sono tante le città famose per gli skyline mozzafiato che, ogni anno, si trovano occhi e fotocamere puntati addosso. Protagonisti indiscussi delle foto-ricordo, nel mondo ce ne sono tantissimi ed è difficile stabilire il più bello di tutti. Anche Montreal, splendida città del Canada ha uno skyline da capogiro e c’è un punto della città in cui si manifesta in tutta la sua bellezza: Mount Royal, il punto migliore dove ammirare lo skyline di Montreal. In questo articolo troverai tutte le informazioni su Mount Royal e sul suo parco.

Storia di Mount Royal

Jacques Cartier, esploratore e navigatore, fece diverse spedizioni in Canada passando per Terranova, la costa del Labrador e lo stretto di Belle Isle fino ad arrivare a quelle che oggi sono Quebec e Montreal. Proprio qui scoprì, nel 1535, il Monte che battezzò come Mount Royal in onore del suo patrono John Royal. A livello geologico, Mount Royal è un antico vulcano ampiamente eroso che pare essere stato in attività circa 125 milioni di anni fa. Oggi, la collina ospita il Mount Royal Park, uno dei polmoni verdi più ampi della città. Aperto al pubblico nel 1876, il Parco di Monte Royal è stato progettato dal paesaggista Frederick Law Olmsted – celebre per aver progettato anche Central Park a New York – ed è il luogo perfetto per immergersi nella natura e godere della sua placida tranquillità.

Mount Royal: attrazioni, attività ed eventi

Mount Royal offre una moltitudine di cose da fare per chi ama stare all’aria aperta e fare attività outdoor. Ecco la nostra top 3 di cose da fare e vedere:

  • Ammirare lo splendido skyline di Montreal: il Belvedere Kondiaronk è il miglior punto dove osservare lo skyline di Montreal, da qui puoi godere di una vista spettacolare sul fiume San Lorenzo e sulla città e collezionare momenti indimenticabili attraverso foto davvero mozzafiato.
  • Avventurarsi in escursioni e passeggiate: i vari sentieri che attraversano la collina sono un paradiso per chi ama passeggiare, fare jogging o una bella pedalata nella natura. I percorsi sono adatti a vari livelli di expertise poiché variano per difficoltà.
  • Raggiungere la croce di Mount Royal: sulla sommità del monte si trova una grande croce alta oltre 31 metri, installata nel 1924 e illuminata di sera con tecnologia LED. Al suo fianco è posizionata una capsula del tempo interrata nel ’92 per celebrare il 350esimo compleanno della città. La capsula verrà riaperta nel 2142.
  • Fare una sosta allo Chalet du Mount Royal: una delle principali attrazioni di Mount Royal è una grande struttura in cima al monte progettata dall’architetto Aristide Beaugrand-Champagne e in stile architettonico Beaux-Arts. Caratterizzato dalla facciata in pietra e da grandi finestroni eleganti, nello chalet puoi godere di una splendida visuale su Montreal e ammirare il passare delle stagioni che cambiano completamente l’aspetto della città.
  • Scoprire la Smith House: nel cuore del parco si trova la Smith House, un edificio costruito nel 1858, in stile rurale neoclassico e che ha fatto da dimora al suo committente, il ricco mercante Hosea Ballou Smith fino a diventare proprietà della città di Montreal. La Smith House ha avuto diversi ruoli ma dal 1999 funge da punto di accoglienza per i visitatori che vogliono scoprire le bellezze di Mount Royal e fa anche da sede a un’organizzazione no-profit che promuove la sostenibilità del Monte. Al suo interno puoi visitare una mostra permanente o gustarti una pausa al caffè al suo interno.

Il paradiso degli sportivi, stagione dopo stagione

La collina e il suo parco offrono tanto in ogni momento dell’anno. Durante la bella stagione è un luogo ideale per fare escursioni, godersi la natura, fare picnic, feste all’aperto e partecipare ad altre attività outdoor. Il parco mette a disposizione anche campi da tennis, basket, calcio, una piscina e chi più ne ha più ne metta. In inverno, invece, Mount Royal diventa paradiso per sciatori di fondo e pattinatori su ghiaccio che si divertono a sfrecciare sul Lago dei Castori e slittinisti che sfruttano la pendenza della collina per divertirsi con gli slittini.

Mount Royal: tanti eventi per tutti i gusti

Mount Royal, durante l’anno, fa da teatro ad alcuni importanti eventi e manifestazioni che animano il calendario culturale di Montreal. Tra i più famosi troviamo sicuramente il Tam-Tams, un raduno che avviene ogni domenica d’estate che ha come protagonisti artisti, musicisti e ballerini che si muovono a ritmo di percussioni attirando moltissimi visitatori. In inverno c’è il Mount Royal Cross-Country Ski Event, un evento sportivo dedicato agli sciatori di fondo che competono sciando tra i vari sentieri del parco. Oltre a questi eventi, nel parco vengono organizzate anche altre attività a cui tutta la comunità e i visitatori possono prendere parte come lezioni di Yoga, Pilates e gare di corsa. Anche arte e musica diventano spesso protagoniste su questo palco naturale dalla bellezza sconfinata: la prima attraverso la mostra permanente alla Smith House che ripercorre tutte le tappe della storia e dello sviluppo di Mount Royal e la seconda attraverso i concerti di musica live ospitati nello splendido scenario dello Chalet du Mont-Royal.

Come raggiungere Mount Royal

Lo skyline di Montreal illuminato

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Lo skyline di Montreal di notte

Mount Royal – e il suo parco – è raggiungibile in modo facile e veloce dal centro della città di Montreal: puoi arrivare tranquillamente a piedi, oppure puoi raggiungerlo con i mezzi come la metro – scendendo proprio alla stazione Mont-Royal – o il bus.

Se stai organizzando un viaggio in Canada e passi per Montreal, una sosta a Mount Royal è davvero d’obbligo. Non solo perché Mount Royal è il posto migliore dove vedere lo skyline della città, ma anche perché puoi trovare una moltitudine di cose da fare, in qualsiasi momento dell’anno e per qualsiasi delle tue esigenze. Che tu stia cercando un momento di relax, una passeggiata immersa nella natura o che tu voglia cimentarti in qualche disciplina sportiva, Mount Royal avrà sempre qualcosa per te. Potrai goderti una sessione di yoga all’aperto, esplorare i numerosi sentieri escursionistici, o magari unirti agli appassionati dei Tam-Tams per una domenica pomeriggio di musica e danza. E se desideri un luogo lontano dal trambusto della città per concentrarti nella lettura di un buon libro, nello studio di un manuale o in un processo di scrittura, Mount Royal saprà come soddisfarti.