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I luoghi più belli dell’Armenia si trovano a due passi da Yerevan

Dista poche ore di volo dall’Italia uno dei Paesi più belli e interessanti che si possano visitare, l’Armenia. A cavallo tra Oriente e Occidente, questo crocevia caucasico di culture e tradizioni merita di essere visitato per le esperienze che può regalare qualunque tipo di turismo decidiate di fare. L’Armenia è perfetta per chi cerca un tipo di turismo culturale come piace tanto agli italiani, ma anche per chi ama l’enogastronomia perché si mangia benissimo e si beve un ottimo vino, è l’ideale per chi ama le attività outdoor perché qui il territorio è ancora poco sfruttato o semplicemente è appassionato di paesaggi naturali.

Se volete farvi un’idea dell’Armenia, non serve una lunga vacanza. Potete fare base a Yerevan (o Erevan, che dir si voglia), la Capitale, e in meno di due ore di auto – o treno, per quelle zone raggiunte dalla ferrovia – visitare alcuni dei luoghi più famosi del Paese. Tra primati, scoperte sensazionali, paesaggi da togliere il fiato ed esperienze autentiche, ecco quali visitare.

La Cattedrale di Echmiadzin e l’Arca di Noè

Si trova a una ventina di chilometri dalla Yerevan e, per capire l’Armenia, la sua storia e le vicende che l’hanno influenzata, a partire dal genocidio degli armeni avvenuto nel corso della Prima guerra mondiale, è decisamente la prima tappa da fare. Rappresenta il cuore spirituale dell’Armenia ed è la sede della Chiesa apostolica armena tanto da essere considerata “il Vaticano armeno”. La Cattedrale di Echmiadzin, aperta di recente dopo oltre cinque anni di lavori di rinnovamento, è una delle eredità Cristiane più importanti del Paese ed è Patrimonio dell’Unesco. La sua struttura architettonica con un modello a croce e la cupola centrale armena ha esercitato una profonda influenza sullo sviluppo artistico dell’architettura cristiana. Echmiadzin è una delle chiese più antiche del mondo e al suo interno ospita una delle reliquie più incredibili che ci siano: un frammento dell’Arca di Noè, conservata in una teca all’interno di una stanza dietro l’altare principale. Ma non è tutto: tra le reliquie sacre c’è anche la lancia di Longino, quella che trafisse Gesù sulla croce. E poi, la mano destra di San Gregorio Armeno detto l’Illuminatore, che fu patriarca dell’Armenia dal 257 al 331.

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Fonte: 123RF

La cattedrale di Echmiadzin, cuore spirituale dell’Armenia

La Cattedrale di Zvartnots scoperta mille anni dopo

Le rovine di questo edificio dalla particolare forma circolare che risale al VII secolo e che si trova proprio vicino a Echmiadzin, e quindi appena fuori città, fa parte dello stesso sito Unesco. Distrutto da un terribile terremoto nel 930, fu scoperto per puro caso solamente dopo mille anni. Fu infatti all’inizio del 1900 che iniziarono gli scavi e che venne portata alla luce la Cattedrale di Zvartnots che, in origine, secondo gli esperti, doveva svilupparsi su tre piani. L’interno della chiesa era completamente affrescato. Nei presso dell’edificio è stato rinvenuto anche il palazzo del patriarca e una cantina dove veniva conservato il vino all’interno di botti di terracotta. La coltivazione della vigna e la produzione del vino è una pratica antichissima in Armenia testimoniata da altri importantissimi ritrovamenti.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La Cattedrale di Zvartnots in Armenia

La Grotta Areni -1, la cantina più antica al mondo

A due ore d’auto a Sud di Yerevan si può visitare il complesso di grotte Areni-1, una cantina naturale ricavata nel cuore della montagna risalente a circa il 4100-4000 a.C. e scoperta da un team composto da archeologi armeni, americani e irlandesi nel 2007. In quella che gli esperti hanno definito la cantina più antica del mondo sono stati rinvenuti un torchio per il vino, alcune giare di ceramica, a dimostrazione del fatto che proprio in questo luogo già più di seimila anni fa veniva prodotto il vino, e delle coppe, che testimoniano il fatto che il sito venisse usato anche per riti religiosi o funebri (nei dintorni sono state trovate anche delle sepolture). Ma la scoperta ancora più sensazionale che è stata fatta in questo sito preistorico è quella della scarpa di pelle più antica del mondo – che oggi è conservata nel Museo nazionale di storia di Yerevan – realizzata ben 5.500 anni fa. Areni-1 è sito archeologico più importante dell’Armenia.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La grotta Areni-1, la cantina più antica del mondo

Tra i vigneti e le cantine dell’Armenia

Il vicino villaggio di Areni, che si trova nella regione meridionale di Vayots Dzor, al confine con l’Azerbaigian, ha una tradizione vitivinicola molto antica ed è da qui che arriva la maggior produzione di vino armeno. Questo territorio fatto di montagne alte fino ai tremila metri è la meno densamente popolata dell’Armenia e tra valli e colline attraversate da corsi d’acqua come il fiume Arpa e da laghetti crea l’ambiente ideale per la coltivazione della vigna. Sono diversi i produttori di Areni wine nella zona. Tra questi c’è la piccola cantina a gestione familiare Momik, ubicata sulla cima di una collina. I proprietari organizzano pranzi a base di piatti locali a base di tante verdure, che sono gli ingredienti base della cucina armena, accompagnati dal tipico lavash, il pane armeno, e dalla degustazione dei loro vini naturali autoctoni bianchi, rossi e rosé. Come una volta, il vino viene fatto maturare in botti di argilla. Un’esperienza enogastronomica, storica, culturale e sensoriale da non perdere durante un viaggio in Armenia. Per chi viaggia in camper, è anche possibile soggiornare nella proprietà.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

I vigneti nella regione di Vayots Dzor in Armenia

Per chi volesse visitare una delle cantine più famose dell’Armenia, invece, c’è la Tushpa Winery, nel villaggio di Taperakan, a una quarantina di minuti d’auto dalla Capitale nella fertilissima Valle dell’Ararat. Qui a 800 metri di altitudine, il terroir da 6000 anni contribuisce a produrre un ottimo vino che si può degustare tutti i giorni da mattina a sera nella splendida cantina. Queste non sono le due uniche regioni vitivinicole armene, si produce vino anche ad Armavir, Aragatsotn, Tavush e Dzor, ma sono le più vicine alla Capitale e si possono raggiugere anche in giornata, in autonomia o con un tour organizzato da un operatore specializzato come Armenia Wines and Tours.

Il monastero di Noravank, dove il silenzio regna sovrano

Questo territorio è anche ricco di monasteri per cui l’Armenia è famosa. Su un altipiano tra le rocce rosse della valle di Amaghu si staglia il complesso monastico del XIII secolo di Noravank, a circa 120 km da Yerevan. La chiesa di pietra di S. Astvatsatsin domina la vallata spettacolare sopra il fiume Amaghu. Dagli scalini sulla facciata ricca di bassorilievi un tempo si poteva salire al secondo piano, ma essedo molto stretti oggi è vietato. Costruito nel Medioevo e ampliato nel corso dei secoli, è stato uno dei principali centri di culto armeni. Quassù, lontano da strade principali a dai grossi abitati, regna il silenzio più totale e non ci si stupisce che proprio in questo luogo ameno sia stato costruito uno dei monasteri più importanti del Paese. Se siete fortunati potete anche assistere alla celebrazione di un matrimonio. Il monastero è nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il monastero di Noravank

Il monastero di Khor Virap, la più bella cartolina dell’Armenia

Un luogo leggendario, anche per la sua posizione geografica, proprio davanti al Monte Ararat che si trova già in territorio turco – che dista davvero poche centinaia di metri – e che domina lo skyline di buona parte dell’Armenia, spesso catalizzatore dello sguardo fin da Yerevan, il monastero di Khor Virap, vicino a Noravank e a meno di un’ora di strada da Yerevan, è uno dei più importanti, tanto che fu visitato anche da Papa Francesco nel suo viaggio in Armenia nel 2016. Secondo la leggenda, nel 288 il re Tiridate III imprigionò Gregorio l’Illuminatore in una grotta per dissuaderlo dalla fede cristiana e vi rimase per 13 anni. Poiché la tortura non riuscì a piegare Gregorio e quest’ultimo guarì il re da una malattia della pelle considerata incurabile, Tiridate III, la sua famiglia e la corte furono battezzati nel 301 e decretarono che gli armeni – primo popolo della storia – adottassero il cristianesimo come religione di Stato. La collina di Khor Virap è anche il luogo in cui, nel 180 a.C., Artaxias I, fondatore della dinastia degli Artasidi spostò la Capitale del regno d’Armenia fondando la città di Artaxata. Il monastero, costruito nel XVII secolo, comprende la Chiesa di Nostra Signora e la Cappella di San Giorgio, sotto la quale c’è la grotta con la cella della dove è stato imprigionato Gregorio e che si può visitare.

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Fonte: 123RF

Una cartolina del monastero di Khor Virap con il Monte Ararat sullo sfondo

Il Tempio di Garni, un angolo di antica Grecia

A un’ora di strada da Yerevan c’è un altro luogo meraviglioso che merita di essere visto: il Tempio di Garni, l’unico tempio Greco-Romano colonnato rimasto in Armenia, un piccolo Partenone, insomma. Pare che sia stato fatto costruire da re Tiridate I nel I secolo d.C. in onore al dio del sole. Dopo la conversione dell’Armenia al cristianesimo all’inizio del IV secolo divenne una residenza estiva per la sorella di Tiridate III. Secondo alcuni studiosi non era un tempio, ma una tomba e per questo motivo sopravvisse alla distruzione delle strutture pagane. È la più significativa struttura armena dell’epoca precristiana. Spesso nel piazzale davanti al tempio vengono organizzati suggestivi concerti di musica classica. Il tempio è situato sull’orlo di un burrone che s’affaccia sulla meravigliosa gola del fiume Azat. Il tempio è uno dei siti più instagrammati dell’Armenia.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il Tempio di Garni, l’unico tempio Greco-Romano in Armenia

La gola dell’Azat e le Symphony of Stones

Questo spettacolare canyon nella Gola di Garni, attraversato dal fiume Azat, dove si possono praticare sport d’acqua come il SUP o il kayak, regala uno dei siti naturali più famosi dell’Armenia: Symphony of Stones, un organo fatto di colonne di basalto alte 50 metri modellate nel corso dei secoli dalle forze della natura. Formatesi circa 40 milioni di anni fa, quando la lava colata dalle vicine montagne nel canyon di Garni si è raffreddata e rapidamente solidificata, è uno spettacolo della natura. Per visitare questo luogo è necessario lasciare l’auto all’inizio della passeggiata e camminare per circa un chilometro, ma c’è anche un trenino turistico che porta i visitatori avanti e indietro. È uno dei siti naturalistici più famosi dell’Armenia nonché è uno dei punti più instagrammati.

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Fonte: @Armenia Travel

La formazione rocciosa Symphony of Stones

Il monastero di Geghard scavato nella roccia

Nella gola del fiume Azat si trova anche uno dei monasteri più noti dell’Armenia: Geghard. Fondato nel IV secolo da San Gregorio all’interno di una grotta sopra una sorgente ritenuta sacra, questo monastero è diverso dagli altri in quanto è parzialmente scavato nella roccia. Il complesso, il cui nome significa “il monastero della lancia”, perché è qui che fu trovata la lancia che ferì il costato di Cristo e ora conservata a Echmiadzin, comprende cappelle, tombe e grotte. Purtroppo, il monastero originale fu distrutto dagli arabi nel IX secolo. Quello che vediamo oggi è una ricostruzione, sempre antica perché risale al 1200. In queste sale dove l’acustica è perfetta spesso vengono organizzati concerti davvero suggestivi.

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Fonte: @Armenia Travel

Il monastero Geghard scavato nella roccia

Il Lago Sevan, il più grande dell’Armenia

A un’ora di strada da Yerevan si arriva in uno degli angoli più belli dell’Armenia, il Lago Sevan, il più grande dell’Armenia nonché uno dei più grandi laghi alpini dell’Eurasia. Le sue acque turchesi attirano turisti tutto l’anno. Sulla riva si può ammirare anche la residenza estiva del presidente armeno., Qui, con la bella stagione si può andare in barca a vela oppure rilassarsi su una delle spiagge circondati da montagne che superano i 2000 metri. Questo enorme bacino che sembra un mare è anche la casa di alcune specie endemiche, come la trota di Sevan, il gabbiano armeno, il leopardo persiano e tantissimi altri animali. È un luogo bellissimo dove ammirare la natura armena incontaminata, dove il clima è temperato e dove godere di bellissime giornate di sole. Da non perdere è del buon succo di melograno che viene venduto in tutte le bancarelle sul lungolago.

Il monastero di Sevanavank con vista mozzafiato

Un tempo nel lago c’era anche un’isola che, durante l’era stalinista, a causa del prosciugamento che ne fece abbassare il livello di 20 metri, è divenuta una penisola, sulla quale sorgeva un monastero che troviamo ancora lì: il monastero di Sevanavank. Per il contesto paesaggistico è forse il più panoramico dei monasteri armeni. Fu fatto costruire nell’874 dalla principessa Mariam, figlia del re Ashot I, per i monaci peccatori che dovevano isolarsi del resto del mondo. Fino alle fine del 1800, gli amanuensi copiavano ancora i manoscritti a mano. Il complesso comprende due chiese con pianta a croce. Tutt’intorno ci sono ancora i resti degli altri edifici. Il monastero affacciato sul lago azzurro è una delle immagini più popolari dell’Armenia nel mondo.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il monastero di Sevanavank affaccaito sul Lago Sevan

Gyumri, la città nera rinata con gli artisti

A due ore da Yerevan, puntando verso Nord-Ovest, si raggiunge una delle città più importanti dell’Armenia dal punto di vista culturale, dopo la Capitale Yerevan: Gyumri. La sua tradizione architettonica e artigianale è nota in tutto il Paese. Il centro storico è famoso per i suoi edifici di tufo nero che ospitano musei, gallerie d’arte, atelier ma anche ristoranti e negozi di artigianato locale. Nel 1988, la città è stata colpita da un violento terremoto che ha provocato gravissimi danni, arrivando a radere al suolo molti edifici e a comprometterne definitivamente tanti altri. Quello che era un importante polo economico e industriale dell’Armenia ha così vissuto anni molto difficili. Nonostante ciò, ci sono ancora molte attrazioni che attendono solamente di essere (ri)scoperte dai turisti. Si può raggiungere in auto ma anche in treno e un viaggio slow è fortemente consigliato perché si attraversa un paesaggio davvero magico.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La città di Gyumri, polo culturale e artistico dell’Armenia
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L’Armenia è la destinazione dell’anno per il turismo avventura

Il 5 marzo scorso sono stati consegnati i PATWA international Travel Award 2025, prestigiosi riconoscimenti riguardanti il settore del turismo e dei viaggi che celebrano l’eccellenza nell’ospitalità e nelle iniziative di viaggio sostenibile. Per quanto riguarda il turismo avventura, a vincere è stata l’Armenia, Paese a cavallo tra Asia ed Europa che ospita diversi luoghi di culto. Ma perché ha vinto proprio l’Armenia? I motivi sono davvero tanti e uno più valido (e interessante) dell’altro.

Cosa sono i PATWA international Travel Award

I PATWA international Travel Award sono stati consegnati mercoledì 5 marzo all’ITB a Berlino, una delle più importanti fiere del turismo a livello mondiale. Come accennato, sono dei prestigiosi riconoscimenti in ambito turistico (tra i più desiderati del de settore) assegnati dalla Pacific Area Travel Writers Association, organizzazione internazionale, non governativa e senza scopo di lucro che si fonda sullo sviluppo sostenibile e la crescita di destinazioni, viaggi, turismo, ospitalità, aviazione, trasporti, piattaforme di viaggio online, tecnologia di viaggio e fornitori di servizi correlati in tutto il mondo.

A scegliere le destinazioni da premiare è una giuria composta dal PATWA International Awards Council, media di tutto il mondo e dal Consiglio. I candidati vengono poi valutati in base a vari standard entro parametri preimpostati per ciascuna categoria, se necessario.

Perché ha vinto l’Armenia

Questo premio, per l’Armenia, rappresenta una conferma del profondo impegno che ormai mette in atto da anni nella promozione di un turismo avventura sostenibile e responsabile, garantendo la conservazione del suo patrimonio naturale con investimenti in infrastrutture eco-friendly e la formazione e il coinvolgimento delle comunità locali.

L’Armenia si è quindi guadagna il titolo di “Destinazione dell’Anno per il Turismo Avventura” per la sua crescente reputazione come meta di riferimento per gli amanti di questa tipologia di viaggio, quindi non solo per le sue meraviglie che permettono di fare tantissime esperienze diverse ma anche per la sua dedizione in questo settore.

Chi sceglie questa destinazione per dedicarsi all’avventura, infatti, può scoprire imponenti montagne, straordinari sentieri escursionistici e anche emozionanti location in cui fare tantissime attività all’aria aperta, tra cui l’arrampicata, il parapendio e l’esplorazione off-road. Il Paese, quindi, pur avendo una storia e siti antichissimi (esiste da almeno 3.000 anni), consente anche ai visitatori appassionati di adrenalina e natura di trovare un vero e proprio paradiso: il  ricco patrimonio culturale si plasma perfettamente ai paesaggi spettacolari, al punto da rivelarsi una scelta ideale per i turisti in cerca di momenti autentici e coinvolgenti.

Come dichiarato da Lusine Gevorgyan, presidente del Tourism Committee, Comitato per il turismo dell’Armenia,: “Questo premio è una testimonianza della bellezza naturale dell’Armenia, della varietà di esperienze che offre il turismo avventura e dell’impegno del nostro settore turistico. Invitiamo viaggiatori da tutto il mondo a scoprire i paesaggi spettacolari dell’Armenia e a vivere il brivido dell’avventura in una terra ricca di storia e ospitalità”.

Non resta che organizzare un viaggio in Armenia e testare con i propri occhi si tratta di una destinazione assolutamente ideale per chi vuole dedicarsi al turismo avventura.

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Le migliori mete da visitare nel 2025 secondo SiViaggia

Abbiamo viaggiato per voi alla scoperta di alcune mete davvero poco esplorate dal turismo di massa. Siamo andati in avanscoperta e abbiamo alzato le antenne per captare i nuovi trend e le destinazioni emergenti che meritano di essere visitate, prima ancora che vengano scoperte da tutti e che siano prese d’assalto. Alcuni viaggi li abbiamo già fatti e ve li abbiamo già raccontati, altri sono nei nostri radar e ci stiamo organizzando per raccontarveli meglio al più presto. Ecco quali sono le mete dove andare nel 2025.

Armenia

È decisamente una delle mete più interessanti che si possano visitare e la consigliamo vivamente per il 2025. Vicina, con tanti comodi voli diretti dall’Italia – anche low cost – che atterrano a Yerevan, la Capitale, porta d’ingresso all’Armenia, un Paese dal fascino unico, dalla storia travagliata e troppo spesso sottovalutata, dai paesaggi sconfinati e dai monasteri famosi in tutto il mondo e Patrimonio dell’Unesco, come i complessi monastici di Haghpat e Sanahin, il Monastero di Geghard, la cattedrale e le chiese di Echmiadzin e il sito archeologico di Zvartnots. La vicinanza e la comodità dei collegamenti rendono l’Armenia una meta perfetta per chi desidera immergersi in un affascinante viaggio culturale senza allontanarsi troppo e Yerevan è perfetta per organizzare un city break in qualunque momento dell’anno. Una città ricca di fascino, di musei da visitare e di splendidi monumenti e palazzi da vedere.

Tappe obbligate sono la Cascade, una gigantesca scalinata che non è soltanto un monumento e un punto di vista impareggiabile per ammirare il vicino Monte Ararat, ma un museo unico al mondo, e il Memoriale del genocidio, un evento trasgico che ancora oggi viene ricordato in tutto il Paese. Ma l’Armenia è anche vacanze all’aria aperta, da scoprire anche in camper, con trekking ed escursioni lungo i fiumi ed è soprattutto una meta enogastronomica d’eccellenza. Il Paese dove è stata scoperta la cantina più antica del mondo, l’“Areni 1 Cave” che risale a 6.000 anni fan, nel 2024 ha ospitato anche la Conferenza globale sul turismo del vino di UN Tourism ed è quindi un viaggio consigliato a tutti coloro che sono appassionati di vino e di buon cibo. Per visitare l’Armenia non serve alcun visto.

Corea del Sud

Benché la situazione politica sia instabile ultimamente, è innegabile che la Corea del Sud sia la destinazione più emergente degli ultimi mesi. Il turismo è cresciuto del 38,2 % nell’ultimo anno e sono stati quasi 7mila gli italiani che l’hanno visitata. Questo Paese sta diventando sempre più popolare, soprattutto tra i giovani (Gen Z e Millennials), attirati dalle nuove tendenze (musica, K-Pop, e film o serie Tv, K-Dramas). Anche i social fanno la loro parte per proporre le bellezze della Corea del Sud, sia quelle naturali sia quelle culturali che ispirano molti probabili turisti.

Ma la Corea del Sud propone anche esperienze uniche e insolite ai turisti, tra le preferite c’è sicuramente la Hanbok che consiste nell’indossare il tradizionale abito coreano, hanbok, appunto, e passeggiare tra i palazzi storici di Seul, come il meraviglioso Palazzo Gyeongbokgung, un’attività molto popolare tra i turisti che vogliono immergersi nella cultura coreana. E poi c’è la cucina coreana che sta spopolando anche nelle grandi città italiane. La Corea del Sud è famosa per la sua gastronomia unica. Oltre ai piatti tradizionali come il bibimbap e il kimchi, i turisti possono partecipare a corsi di cucina per imparare a preparare i piatti tipici della tradizione coreana. A tutto ciò si aggiungono le diponibilità di voli sempre più numerosi che consentono di raggiungere il Paese, con un volo diretto della compagnia di bandiera Korean Air da Milano Malpensa e di tantissimi altri collegamenti di altre compagnie aeree con scalo o in Europa o in Medioriente o in Cina.

Gyeongbokgung, Corea del Sud

Fonte: iStock

Il Geunjeongjeon nel Palazzo di Gyeongbokgung, Seul, Corea del Sud

Isola di Rodrigues

L’abbiamo detto già un anno fa che questa isola sperduta nell’Oceano Indiano sarebbe diventata la nuova meta davvero esotica dove andare e lo confermiamo anche per il 2025. Lontana dalla folla e dal turismo di massa, l’isola di Rodrigues, una piccola isola vulcanica nell’arcipelago delle Mascarene al largo di Mauritius, non è facile da raggiungere. Ancora oggi bisogna fare tre scali per arrivarci perché bisogna atterrare prima a Mauritius – e dall’Italia non ci sono voli diretti- , per poi prendere un volo che dura circa un’ora e mezza e atterrare nel piccolo aeroporto di Sir Charles Gaëtan Duval. E, proprio per tutti questi motivi, è il vero paradiso che abbiamo tanto sognato. Sono pochissimi i turisti che ci vanno, ma il suo meraviglioso isolamento non durerà a lungo, visto che stanno aprendo nuovi resort lusso. Il segreto è andarci subito, prima che venga presa d’assalto.

Chi ha avuto la fortuna di visitarla la descrive come un luogo ancora selvaggio. A parte la costa che è più popolata e animata, specie nella zona Sud-Est, dove stanno sorgendo i resort, l’interno è primordiale, con una natura ancora incontaminata ed è il luogo perfetto per chi cerca una vacanza semplice e sostenibile. Il mare è a dir poco spettacolare, palme e tartarughe giganti popolano le spiagge e la foresta tropicale lussureggiante. Qui si può trascorrere una vacanza con la “V” maiuscola tra trekking nella foresta ed escursioni nella laguna corallina su canoe trasparenti per ammirare i brulicanti fondali marini. Per andare a Rodrigues non serve alcun visto d’ingresso.

Isola Rodrigues

Fonte: iStock

L’Isola Rodrigues, il trionfo della natura

Western Australia

Lontana, ebbene sì, ma raggiungibile nel periodo estivo con voli diretti dall’Italia e, il resto dell’anno, facendo uno scalo a Singapore o in uno degli Emirati Arabi Uniti, la Western Australia è la più “vicina” a noi ma anche la meno considerata dagli italiani che puntano sempre e solo su Sydney e Melbourne. Perth, una bellissima città moderna sul mare, dove si respira non soltanto la contemporaneità ma anche la storia e la tradizione aborigena, è la porta d’accesso a questo meraviglioso territorio che occupa un terzo dell’intero continente e i cui paesaggi sono talmente vari da racchiudere tutte le bellezze paesaggistiche. Ci sono scogliere e spiagge da sogno, foreste tropicali e deserti, laghi (rosa) e zone vitivinicole (si contano circa cento cantine in tutta la regione). C’è tutto, insomma.

La zona più popolata del WA è lungo la costa Sud-occidentale, tra Margaret River e la Capitale Perth, e l’ideale è noleggiare un’auto e andare all’avventura in un meraviglioso roadtrip, intervallando la vasta natura con piccole “town” (anche ghost town). Tra le esperienze da fare c’è sicuramente un trekking lungo il Cape to Cape Track, un itinerario di 250 km che dura una settimana, ma che si può fare anche solo in parte, oppure un’escursione in quad elettrico nella Boranup Forest alla scoperta della ricca vegetazione e della fauna locale e, magari, anche delle grotte sotterranee che corrono tutto sotto questo territorio e soprattutto un tour notturno nel bush per incontrare la popolazione di canguri, possum e bandicoot e per ammirare la volta stellata e la Grande Nube di Magellano, una galassia visibile solo nell’emisfero australe. Per andare in Australia è necessario richiedere un visto online che arriva nel giro poche ore.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Lungo il Cape to Cape Track nel Western Australia

Arabia Saudita

Se ne parla già da qualche anno come nuova meta turistica, anche perché l’Arabia Saudita è entrata prepotentemente nelle nostre vite grazie agli eventi sportivi internazionali che ha ospitato e che ospiterà (dalla Parigi-Dakar 2025 ai Mondiali di calcio del 2034), ma non solo. In vista della Vision 2030, il maxi-programma a cui il governo saudita sta lavorando da qualche tempo, che comprende non soltanto obiettivi turistici ma di sviluppo economico e sociale, sono tantissimi i progetti che stanno prendendo piede nel Paese. Dai nuovi sviluppi edilizi a Riyad, con interi quartieri che stanno nascendo ed edifici futuristici in fase di realizzazione, alla nascita di una nuova destinazione turistica sulle rive del Mar Rosso saudita, una costa lunga oltre 1.800 chilometri che attraversa tre regioni – Nord, Centro e Sud – ciascuna con le proprie caratteristiche: più di mille isole, 500 siti di immersione, 300 specie di coralli e 75 spiagge affacciate su acque cristalline ancora poco frequentate dai turisti internazionali. Se non è un luogo paradisiaco questo…

Questa nuova meta mare sta attirando l’attenzione di grossi gruppi alberghieri e di famose archistar che stanno dando il meglio di sé per realizzare resort ecosostenibili e con il minor impatto ambientale possibile oltre che di design. Raggiungibile grazie a ben due nuovi aeroporti, il Red Sea International Airport, alimentato al 100% da energie rinnovabili, con voli in arrivo da Riyad, Jeddah e Dubai, e l’aeroporto di NEOM Bay che accoglie voli da Riyad, Dammam, Dubai, Doha e Londra (con ulteriori destinazioni in arrivo nel 2025), già oggi l’Arabia Saudita è ben collegata all’Italia con voli diretti, anche low cost, su Jeddah e Riyad, da Saudia Airlines a ITA a WizzAir. Per entrare in Arabia Saudita serve un visto che si può richiedere online oppure una volta arrivati a destinazione in aeroporto.

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Fonte: Ufficio stampa

I fondali del Mar Rosso nell’Arabia Saudita

Amazonas, Brasile

Se le mete incontaminate, senza folla e, come gli esperti di viaggi amano definirle, “off the beaten path” sono la vostra passione, questa, nel centro del Brasile, è la destinazione da raggiungere nel vostro prossimo grande viaggio. Amazonas è il più esteso Stato del Brasile, nella parte settentrionale del Paese e, come si evince dal nome, è attraversato dal Rio delle Amazzoni ed è coperto in prevalenza dalla foresta amazzonica, della quale ingloba una buona fetta. È un viaggio nel polmone verde del mondo, che ospita una biodiversità incredibile, con milioni di specie vegetali e animali, molte delle quali che non si trovano in nessun altro luogo al mondo. Se non siete degli esperti avventurieri, ma desiderate comunque vivere un’esperienza straordinaria, potete programmare un’escursione a bordo di un’imbarcazione, altrimenti, accompagnati da guide esperte, si cammina nella foresta come fanno gli indigeni locali.

Qualunque sia il tipo di viaggio che decidiate di intraprendere, ci sono alcune tappe fondamentali da non perdere. Generalmente, la maggior parte dei tour inizia da Manaus, la capitale dell’Amazzonia brasiliana. Situata nel cuore della foresta, è il punto di partenza per molte avventure nella giungla. tappa imperdibile è Anavilhanas, un arcipelago di circa 400 isole fluviali, considerato il più grande arcipelago di isole fluviali al mondo e rappresenta un ecosistema unico. Un viaggio nella foresta amazzonica non è di certo tra gli itinerari turistici più comuni, ma secondo le guide più esperte, è di certo uno dei più belli e suggestivi al mondo. Per andare in Brasile non serve il visto.

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Fonte: iStock

Un villaggio lungo la foresta pluviale in Amazzonia
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Yerevan, porta tra Oriente e Occidente, la meta da vedere nel 2025

È una delle Capitali più antiche del mondo e, solo ultimamente, il numero di voli diretti dall’Italia, anche low cost, si è moltiplicato in modo esponenziale rendendo Yerevan (o Erevan) una città facilmente raggiungibile e che merita davvero di essere visitata. Bellissime le sue strade e le sue ampie piazze, animate di giorno e di sera. Sontuosi i palazzi e i monumenti che raccontano la lunga storia di questa città, e di un Paese, l’Armenia, porta d’accesso tra Oriente e Occidente. Tantissimi anche i parchi e i giardini che regalano ampio respiro ai lunghi viali trafficati dove passeggiare. L’abbiamo visitata e ne siamo rimasti affascinati. Ecco perché la riteniamo una delle città da visitare al più presto, non soltanto per la sua ricca varietà di modernità, di storia e di tradizione (anche enogastronomica), ma proprio perché è la porta d’accesso a un Paese meraviglioso, non ancora battuto dal turismo di massa, che deve assolutamente essere inserito nella vostra wish list, prima che ci vadano tutti.

Cosa vedere a Yerevan

Molto si concentra nella centralissima piazza della Repubblica, considerata una delle piazze più raffinate del XX secolo. Circondata da bei palazzi governativi e da hotel di lusso ricavati in edifici di tufo rosa proveniente dalle montagne dell’Armenia e da ampie fontane che, ogni sera, si animano con uno show di suoni e luci che attira una gran folla. Completamente ridisegnata alla caduta dell’impero sovietico negli Anni ’90, un tempo ospitava anche una grande statua di Lenin che venne rimossa.

Musei da non perdere

Sulla piazza s’affaccia uno dei musei più importanti del Paese, la Galleria nazionale d’Armenia con il Museo nazionale di storia, che, tra le sale, espone alcuni degli oggetti più preziosi che esistano sulla faccia della Terra: la scarpa di pelle più antica del mondo, realizzata ben 5.500 anni fa e scoperta all’interno di una grotta nella provincia di Vayotz Dzor, dove sono state trovate anche delle antiche giare appartenenti a quella che gli esperti hanno definito la cantina più vecchia del mondo, “Areni 1 Cave” che risale a 6.000 anni fa.

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Fonte: Ufficio stampa

Il profilo del Monte Ararat visto da Yerevan

Non si può visitare Yerevan senza tenere conto della triste storia recente dell’Armenia visitando il Memoriale del genocidio armeno con il suo museo, che si trovano a una ventina di minuti d’auto dal centro. La costruzione comprende una stele di 44 metri che svetta sulla spianata della collina di Dzidzernagapert e un cerchio di pietre al centro del quale arde la fiamma eterna in ricordo delle vittime del genocidio. Il monumento si può visitare anche di sera a museo chiuso. All’interno del museo sotterraneo sono esposti cimeli e documenti storici.

Complesso Cascade

Non lontano dalla piazza c’è quello che è considerato il simbolo di Yerevan, la Cascata o Complesso Cascade, una scalinata monumentale realizzata in pietra calcarea con giardini alla base – abbelliti da opere d’arte di grande valore, tra cui alcune sculture di Botero, – e su ogni livello con giardini terrazzati da cui godere di una bella vista sulla città fino al Monte Ararat e da molte altre installazioni artistiche. La costruzione iniziò quando ancora l’Armenia si chiamava Repubblica Socialista Sovietica Armena, ma fu interrotta a causa del terribile terremoto che colpì la città nel 1988. Solo negli Anni 2000 l’area fu ceduta al magnate statunitense di origine armena Gerard Cafesjian, che fece concludere la scalinata e donò le proprie opere che ancora oggi si possono ammirare nel Cafesjian Center for the Arts.

Abovyan Street

La via dove si concentrano hotel, ristoranti, locali e negozi di artigianato armeno è Abovyan Street. Questa strada centralissima è molto animata a qualunque ora del giorno e della sera ed è un piacere passeggiare e fare una sosta ristoratrice osservando la vita degli abitanti di Yerevan. Qui si trova anche la piazza intitolata a Charles Aznavour, uno dei più influenti musicisti di tutti i tempi che, oltre a essere un’icona della cultura francese, lo è soprattutto di quella armena. La madre dell’artista, infatti, era una delle sopravvissute al genocidio armeno (la Aznavour Foundation, creata dallo stesso Charles insieme al figlio Nicolas, ancora oggi realizza progetti sociali tra la Francia. dove c’è la più grande comunità armena, e l’Armenia).

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Fonte: Ufficio stampa

Un negozio di artigianto armeno a Yerevan

Vernissage Market

Non solo per fare acquisti, ma anche solo per farsi un’idea della produzione artigianale armena, questo grande mercato all’aperto lungo Aram Street e Buzand Street espone manufatti di ogni genere, dai gioielli ai tappeti fatti a mano, dai dipinti ai souvenir. Un viaggio nella cultura e nei tesori dell’Armenia nel cuore della Capitale. È aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18.

Altri mercati

Oltre al Vernissage, vale la pena visitare anche uno dei mercati coperti di Yerevan, dove vendono una delle più importanti specialità armene, la frutta essiccata. Se non siete fan di questo tipo prodotto, merita comunque una visita per ammirare le bancarelle stracolme di coloratissima frutta essiccata disposta in modo perfetto sugli scaffali. Dall’ananas ai pomodori, dalle mele alle pere, dai kiwi alle barbabietole, dalle albicocche alle arance, ogni frutto qui viene conservato con questa tecnica che serve a prolungare la durata degli alimenti.

Quartiere Kond

Segni del terremoto sono ancora ben visibili in uno dei quartieri più interessanti della città, che sta pian piano attirando turisti: Kond. Situato leggermente in collina, questo crocevia di antiche strade dissestate e di edifici rattoppati ma molto suggestivi è davvero pittoresco per i bei murales che colorano le pareti, per le abitazioni ricavate ovunque, anche nella vecchia moschea, e per i baretti che spuntano dove meno ci si aspetta.

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Fonte: Ufficio stampa

Il quartiere Kond a Yerevan

Le esperienze enogastronomiche

La cucina armena è perfetta per chiunque, anche per vegetariani e vegani perché è ricca di verdure cucinate nei modi più disparati. Tipicamente, quando ci si siede in un ristorante o in una trattoria armena, vengono serviti tantissimi piatti tutti assieme che comprendono insalate di pomodori, cetrioli, olive, melanzane e involtini di cavolo chiamati tolma, accompagnati dal pane lavash. Da provare è la pizza armena”, lahmacun, condita con carne macinata, cipolle tritate, aglio e pomodori pelati schiacciati, il tipico ghapama, un piatto a base di zucca svuotata e riempita con riso cotto, uvetta, frutta secca, cannella, zucchero o miele e le grigliate di carne.

Ottimo è anche il vino armeno. La tradizione vitivinicola qui è molto antica, come dimostra la Areni 1 Cave di cui abbiamo parlato, tanto che l’Armenia viene considerata uno dei Paesi “culla” del vino e nel 2024 ha ospitato la Conferenza globale sul turismo del vino di UN Tourism. In Armenia ci sono oltre 500 vitigni autoctoni e i più diffusi includono l’Areni noir e il Lalvari, usato nella spumantizzazione. Molte delle uve prodotte in Armenia vengono impiegate per la produzione di brandy. Proprio a Yerevan si può visitare la Ararat Brandy Factory che produce questo distillato fin dal 1887 prendendo parte a un tour guidato del museo con tanto di degustazione.

La vicinanza geografica e la comodità dei collegamenti aerei rendono Yerevan, e l’Armenia, una meta perfetta per un city break senza allontanarsi troppo dall’Italia, ma immergendosi in un affascinante viaggio culturale di tre-quattro giorni. In una settimana si possono anche visitare alcuni siti fuori città, ma questo è un altro viaggio.

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SiViaggia regala il magazine GATE numero 44

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda e attualità. Alle pagine 40-43 del numero 44, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato al nostro viaggio a Yerevan, Capitale dell’Armenia, una delle città più antiche del mondo che merita davvero di essere visitata, oggi raggiungibile da tanti voli diretti dall’Italia.

Bellissime le sue strade e le sue grandi piazze monumentali, animate di giorno e di sera, testimonianza di un passato di dominazioni e terribili di vicende storiche. Sontuosi i palazzi e i monumenti che raccontano la lunga storia di questa città, porta d’accesso tra Oriente e Occidente. Tantissimi anche i parchi e i giardini
che regalano ampio respiro ai lunghi viali trafficati dove passeggiare.

Inoltre, sfogliando le pagine del magazine trovate anche qualche utile consiglio per organizzare i prossimi weekend alla scoperta di alcuni nostri patrimoni Unesco: Bolzano, famosa non soltanto per i mercatini di Natale ma anche per la musica, e Carrara, candidata a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026. E infine, vi portiamo tra i borghi italiani raggiungibili a bordo dei treni regionali. È sufficiente registrarsi gratuitamente per poter effettuare il download.

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Visto per l’Armenia: regole e cosa sapere prima di richiederlo

L’Armenia è una terra ricca di paesaggi mozzafiato e dalla cultura millenaria, ogni anno sono sempre di più i turisti che la scelgono come destinazione e sono costantemente in aumento anche i viaggiatori d’affari. Se state pianificando un viaggio, che sia per studio, per lavoro o per vacanza in questo Paese così affascinante, scoprirete come sia fondamentale conoscere le regole, le modalità e la validità del Visto per l’Armenia in una guida che fornirà dettagliatamente tutto ciò che vi serve sapere.

Requisiti per ottenere il Visto verso l’Armenia

La necessità di ottenere un visto per entrare in Armenia che sia per lavoro, studio o vacanza dipende dalla vostra nazionalità; in alcuni Paesi di residenza si può entrare in Armenia senza Visto per soggiorni brevi mentre in altri Paesi serve richiederlo con anticipo, vi segnaliamo una panoramica delle principali categorie. I cittadini di alcuni Paesi tra cui molti stati dell’ex Unione Sovietica, l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia possono entrare in Armenia senza Visto fino ad un massimo di 180 giorni in un periodo entro i 365 giorni. I cittadini di altri Paesi inclusi quelli in Africa, in Asia e in alcune parti del Medio Oriente devono ottenere un Visto prima dell’arrivo, anche richiedendolo on line attraverso il sistema eVisa dell’Armenia.

Tipologie di Visto per entrare in Armenia

L’Armenia offre diverse tipologie di Visto a seconda della tipologia di viaggio, che voi siate turisti e vogliate scoprire il Paese per un brevissimo tempo, o che siate studenti e vi serva per studio o ancora per coloro che si recano nel Paese per motivi di lavoro e affari oppure che scegliate di visitare l’Armenia per rivedere amici e/o famiglia. Il Visto turistico sarà utile a quanti sceglieranno di visitare il Paese per  un brevissimo lasso di tempo, il Visto d’affari è utile per coloro che si recano in Armenia per affari e/o lavoro, il Visto per studio è indispensabile per gli studenti che scelgono di proseguire gli studi in una istituzione armena e il Visto per visita privata tornerà indispensabile per quanti necessitano di visitare amici o famiglia in Armenia.

Modalità di richiesta del Visto per entrare in Armenia

Il metodo più semplice per richiedere e ottenere un Visto per l’Armenia e la capitale Yerevan è tramite il sistema eVista, il processo per ottenerlo è intuitivo inoltre può essere completato totalmente on line. Questi i passaggi:

  • Accedere al sito ufficiale: servirà visitare il sito ufficiale del governo armeno per l’eVista.
  • Compilare il modulo: una volta eseguito l’accesso al sito ufficiale del governo armeno, basterà inserire i propri dati personali, i dettagli del passaporto e le informazioni sul perché del viaggio in Armenia.
  • Caricare i documenti: vi verrà richiesto di caricare una scansione del passaporto e una fotografia recente, siate preparati.
  • Pagare la tassa: arrivati a questo punto, dovrete pagare la tassa del Visto utilizzando una carta di credito o altro metodo di pagamento sempre elettronico.
  • Ricezione del Visto: effettuate tutte le richieste ed approvata la domanda del Visto, riceverete il Visto elettronico via mail, stampatene una copia da mostrare all’arrivo in Armenia.

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Documenti obbligatori per entrare in Armenia

Richiesta del Visto per entrare in Armenia attraverso l’Ambasciata

Per quanti preferiscono o necessitano del Visto tradizionale, è possibile farne richiesta presso l’Ambasciata o il Consolato Armeno del proprio Paese. Tenete presente che questa modalità di richiesta solitamente richiede più tempo rispetto all’eVista, inoltre comporta anche la presentazione di documenti cartacei, i passaggi includono:

  • Prenotare l’appuntamento: dovrete contattare l’Ambasciata o il Consolato e ottenere di fissare un appuntamento personale.
  • Compilazione di moduli: dovrete scaricare e compilare il modulo di richiesta Visto disponibile sul sito web dell’Ambasciata o del Consolato.
  • Raccolta documenti: preso appuntamento e scaricato e compilato il modulo, portate con voi il passaporto, una o più fotografie recenti, la prova di fondi economici sufficienti e ogni altro documento richiesto dal sito ufficiale.
  • Pagamento della tassa: come per l’eVista dovrete pagare una tassa, direttamente all’Ambasciata o al Consolato.
  • Presentare la domanda: effettuati tutti questi passaggi, presentate la vostra domanda con tutti i documenti in ordine e il pagamento effettuato all’Ambasciata o al Consolato.
  • Approvazione del Visto: ora non vi resta che attendere l’elaborazione e l’approvazione della vostra domanda, solitamente ci vogliono alcune settimane, tenetene conto se avete fretta.

Validità ed eventuale estensione del Visto per entrare in Armenia

Ora avete il vostro Visto per entrare in Armenia, che sia per studio, per lavoro o per vacanza non dimenticate che il Visto non è illimitato, la sua durata e l’eventuale estensione sono importanti. A seconda del tipo di Visto richiesto, sappiate che il Visto turistico permette un soggiorno fino a 120 giorni con la probabile estensione di ulteriori 60 giorni. Il Visto d’affari può consentire un soggiorno variabile solitamente di 120 giorni, non oltre i 180 giorni annui. il Visto per studi vede la sua durata dipendentemente dalla durata del corso di studi, con estensioni possibili sempre in base alle esigenze accademiche. Il Visto per la visita privata infine, è simile a quella per il Visto turistico, ma può variare in base alle circostanze della visita in caso ad esempio di malattie gravi.

Visto in Armenia cosa sapere

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Visto in Armenia quali regole e limiti ha

Estensione del Visto per entrare in Armenia

Se desiderate prolungare il vostro soggiorno in Armenia, dovrete obbligatoriamente richiedere l’estensione del vostro Visto; per farlo presentate richiesta presso il Dipartimento di passaporti e visite del Ministero dell’Interno Armeno. Ricordatevi che è importante richiederne l’estensione prima della scadenza del Visto originale, questi sono i documenti che vi serviranno:

  • Modulo di richiesta: dovrete compilarlo con i dettagli sul perché del soggiorno e la motivazione della richiesta di prolungamento.
  • Passaporto: insieme al modulo vi servirà ovviamente il passaporto che dovrà essere valido per tutta la durata del soggiorno.
  • Prova di fondi economici: dovrete dimostrare di avere risorse finanziarie sufficienti per coprire il periodo di soggiorno aggiuntivo. A seconda del motivo della richiesta potrebbero richiedervi altri documenti, siate preparati.

Attenzione alle regole e alle restrizioni per entrare in Armenia

Ora avete tutte le informazioni necessarie per fare richiesta del Visto per entrare in Armenia, ma ricordatevi sempre che per ogni Paese che si visita, che sia per lavoro, studio o altro, è importantissimo conoscere e rispettare le regole e le eventuali restrizioni per evitare problemi legali e garantirvi un soggiorno senza complicazioni: non superate le date del soggiorno se non per cause di forza maggiore senza aver ottenuto l’estensione, assicuratevi di svolgere solo le attività consentite dal Visto ottenuto, ovunque andiate, assicuratevi sempre di avere con voi i documenti di supporto come il passaporto e una copia del Visto.

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La Moschea Blu di Erevan, informazioni e curiosità

La più grande moschea di Erevan, la Moschea Blu, è un antico complesso, situato nel pieno centro cittadino, che si estende su una superficie di 7000 mila metri quadrati. All’inizio del XX secolo era una delle sette moschee funzionanti della capitale armena. Oggi, oltre ad essere uno dei simboli della città e una delle attrazioni maggiormente visitate dai turisti, rappresenta una delle più antiche strutture esistenti nel centro di Erevan e l’edificio più significativo del periodo iraniano della città. Quella della comunità armena-iraniana è una presenza molto forte in tutto il Paese e la capitale Erevan non fa eccezione, in particolare nel distretto di Arabkir, uno dei dodici che compongono la città.

Storia e funzioni della Moschea Blu di Erevat

ingresso Moschea Blu Erevan

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L’ingresso della Moschea Blu di Erevan

La grande Moschea Blu di Erevan, nota anche come Gok Jami, è una moschea sciita del XVIII secolo, commissionata da Huseyn Ali Khan, il sovrano del Khanato di Erivan. Fu costruita nel 1760 e si trova nel centro della città, sul viale Mashtots. La moschea ha una pianta rettangolare, un minareto, che un tempo era il punto più alto di Erevan (24 m), celle, strutture adiacenti e un cortile di 71 x 47 metri, con una vasca in pietra. Gli ingressi, le cupole e il minareto sono rivestiti con piastrelle decorative in maiolica blu, rossi e verdi. Il minareto nella parte sud-orientale della moschea è l’unico superstite dei quattro originariamente esistenti della moschea (alti 25 metri), tre dei quali furono demoliti dopo il 1945. Ci sono 28 padiglioni, una biblioteca a nord, una sala principale con cupola a sud e un cortile.
Durante gli anni nei quali l’Armenia faceva parte dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, la Moschea Blu è stata sì preservata dall’opera di ricostruzione della città e restaurata nel periodo 1940-1972, ma è stata trasformata, nel 1931, nel Museo della Città di Erevan, poi in un planetario, mentre per anni ha ospitato anche il Museo della Natura Armena.
Visitare la Moschea Blu è possibile e l’ingresso è gratuito. Devi solo ricordare togliere le scarpe per entrare e che alle donne è richiesto di indossare degli abiti che coprano interamente il corpo.

I rapporti tra Armeni e Iran

Erevan è diventata ufficialmente la capitale della Prima Repubblica Armena indipendente il 28 maggio 1918. Un’investitura celebrata con una rapida crescita edilizia e demografica. In quegli anni apparvero nuove strade, viali, edifici e piazze. La popolazione stessa di Erevan crebbe moltissimo in quel periodo, anche grazie al forte afflusso di ritorno di emigranti armeni. Negli ultimi 100 anni, infatti, la popolazione di Erevan è aumentata di quasi 10 volte, superando oggi il milione di persone, con un’età media molto bassa. Non a caso Erevan si definisce la più giovanile delle più antiche capitali del mondo. Prendendo come punto di riferimento per la fondazione della capitale armena la fortezza di Erebuni, Erevan sarebbe di fatto più antica di Roma di ben 29 anni. Nonostante questo, è una città moderna e tutta da scoprire, il cui aspetto attuale si è formato solo a metà del XX secolo, durante l’epoca sovietica, ma la città è insita nel carattere e nello spirito armeno.
Gli abitanti di Erevan parlano principalmente il dialetto locale, una parte significativa del quale è la lingua armena classica. L’influenza di prestiti dal persiano e dal russo è ancora rintracciabile, il che è naturale, dati gli anni trascorsi nell’U.R.S.S. e della secolare coesistenza e convivenza di popoli d’origine diversa al suo interno.

Dopo il crollo del Muro di Berlino e il disfacimento dell’Unione Sovietica, Erevan è diventata l’attuale capitale della Terza Repubblica Indipendente d’Armenia e da quel momento sono ripresi i rapporti diplomatici con il vicino Iran.
Nel 1994-1998 fu proprio il governo iraniano a finanziare la ristrutturazione dell’imponente Moschea Blu, convertendola nel Complesso Culturale dell’Iran, punto di riferimento per la comunità iraniana dell’Armenia. Oltre alle funzioni e alle cerimonie religiose, oggi vi si tengono corsi di lingua persiana e vengono ospitate serate letterarie in cui si leggono e si commentano i classici della poesia persiana.
Le relazioni diplomatiche e i rapporti tra Armenia e Iran – oggi ottimi, come conferma il crescente flusso di turisti iraniani nella capitale armena – sono riprese ufficialmente solo nel febbraio 1992, un anno e mezzo dopo la dichiarazione d’indipendenza della prima dal blocco sovietico. Bisogna ricordare anche come durante le guerre ottomano-persiane, durate oltre due secoli, dal 1513 al 1735, Erevan fu sottoposta a ben 14 diverse dominazioni. L’Armenia occidentale cadde in mani ottomane, mentre l’Armenia orientale rimase parte dell’Iran safavide.

Decorazioni del minareto della Moschea Blu di Erevan

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Decorazioni sul minareto della Moschea Blu di Erevan

Tornando a epoche più vicine alla nostra, i rapporti tra Armenia e Iran, dopo settant’anni di gelo della dominazione sovietica, sono ripresi e proseguono con quella consuetudine che ha sempre contraddistinto la storia millenaria dei due popoli confinanti. Una delle ragioni che oggi porta così tanti iraniani ad Erevan, è la possibilità di sfuggire alle limitazioni imposte al proprio Paese dalle sanzioni internazionali.
E l’Armenia rappresenta una meta sicuramente più economica rispetto ad altri Paesi amici come gli Emirati Arabi o la Turchia. Inoltre, gli iraniani ottengono facilmente il visto al loro ingresso nel Paese e non hanno bisogno di fare alcuna richiesta preventiva. Non si tratta di una questione banale. Viaggiare o spostarsi all’estero per studiare, anche per quanti possono permetterselo, mette gli iraniani nella condizione di affrontare lunghe trafile burocratiche mentre il visto per l’Armenia viene loro concesso direttamente al momento dell’attraversamento del confine o in aeroporto. Molti, dunque, sono quelli che scelgono l’Armenia come meta di passaggio per poter richiedere visti o permessi alle ambasciate che non hanno una rappresentanza diplomatica, per diversi motivi, a Teheran. Un’altra ragione che porta tanti iraniani a Erevan è la possibilità di affrontare gli esami internazionali di inglese necessari per poter emigrare in Paesi anglosassoni come l’Australia o il Canada.

Oltre la Moschea Blu, perché visitare Erevat

C’è naturalmente più di un motivo, per iraniani e non solo, per visitare Erevat, e i suoi dintorni, oltre alla Moschea Blu. Si tratta di una città dal fascino indiscutibile e dalle caratteristiche geografiche che la rendono unica, in particolare per la presenza del biblico Monte Ararat, su sui si apre una vista meravigliosa. Per gli armeni l’Ararat non è solo un miracolo della natura. Ha un significato misterioso. Sant’Ararat è il custode del Paese, il custode dell’idea, il custode degli obiettivi e dei sogni. Nei momenti di felicità, la montagna sorride alla città e nei giorni difficili la protegge. Con il suo miracoloso potere attrattivo, il Monte Ararat unisce tutti gli armeni che vivono in patria e nel mondo.

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Dove dormire a Erevan, i quartieri migliori per l’hotel

Scegliere l’Armenia, e in particolare la Erevan, vuol dire immergersi in un’atmosfera decisamente particolare e originale. La capitale del Paese è un’antica città, non lontana dal confine con la vicina Turchia, completamente circondata da montagne. Leggenda vuole che il suo nome derivi addirittura da un’esclamazione di Noè, quando, dopo aver deposto l’Arca alle pendici del monte Ararat per il ritiro delle acque, avrebbe gridato «Yerevats!» («è apparso!»)

Si tratta di una destinazione dove è consigliabile dormire almeno un paio di notti per avere la possibilità di conoscerne meglio l’anima, andando con calma alla scoperta dei suoi quartieri. L’unicità di Erevan, abitata oggi da circa un milione e trecentomila abitanti, ti catturerà. Le cicatrici di un passato tragico, in particolare per il genocidio armeno del secolo scorso, sono inevitabilmente delle ferite ancora aperte per la popolazione e la città conserva, ben visibili, le tracce della sua appartenenza all’Unione Sovietica, ma è proiettata al futuro e ricca di progetti interessanti. In più, l’età media della popolazione di Erevan è davvero molto bassa, il che la rende una meta interessante anche per chi ha voglia di sperimentare una vibrante vita notturna. Erevan si vanta di essere la più giovanile tra le antiche capitali del mondo, oltre che una delle più sicure.

I quartieri di Erevan: dove dormire per visitare la città

La capitale armena è una metropoli che dal 2000 in poi ha conosciuto un grande sviluppo urbano. Questo ha portato alla demolizione di diverse strutture storiche e alla costruzione di nuovi edifici, spesso in sostituzione di quelli risalenti all’epoca sovietica. Un rinnovamento necessario per andare incontro alle nuove esigenze abitative, per la richiesta di case di dimensioni maggiori e miglior confort, che hanno fatto propendere per nuovi palazzi a sviluppo verticale. Questo ha comportato una modifica sostanziale, e non indolore, nel tessuto e nello skyline cittadino.

Il modo migliore per conoscere Erevan e i cambiamenti da cui è stata interessata negli ultimi anni è quello di muoversi a piedi. Le principali attrazioni turistiche e mete di interesse si trovano infatti a breve distanza l’una dall’altra, permettendoti di camminare e immergerti totalmente nella sua atmosfera, dalla geometria delle sue strade, dai suoi giardini e dal suo stupefacente tufo rosa. La città offre una moltitudine di alloggi per tutti i gusti e tutte le tasche, dalle soluzioni più lussuose a quelle davvero a buon mercato.

Dormire nel centro di Erevan

Scegliere di dormire in un hotel nel centro (Kentron) di Erevan renderà molto semplice la tua visita alla città, anche nel caso in cui ti stancassi di camminare e volessi fare affidamento sui mezzi pubblici, autobus o metropolitana che sia. Conosciuto anche come Kaghak, il centro cittadino ha una caratteristica forma circolare, all’interno della quale spiccano le attrazioni turistiche più popolari le due piazze principali. Si tratta di Piazza della Repubblica, dalle dimensioni maggiori, e di Piazza della Libertà, facilmente riconoscibile perché vi si affaccia il Teatro dell’Opera, una delle attrazioni dell’area.
Negli anni dell’URSS, Piazza della Repubblica era intitolata a Lenin, la cui statua è stata smantellata nel 1991. Si tratta del punto di partenza ideale per la visita degli edifici principali di Erevan come il Museo storico dell’Armenia, quello del Governo della Repubblica d’Armenia, dell’Ufficio Postale centrale della Repubblica d’Armenia, dell’Hotel Marriott Armenia, degli ex Ministeri degli Affari esteri e dell’Energia. Li riconoscerai facilmente perché sono costruiti in tufo rosa e giallo in stile neoclassico con ampio uso di motivi armeni.
In Piazza della Repubblica si trova anche l’orologio principale di Erevan, sulla torre dell’edificio governativo. Installato nel 1941, ha subito un solo intervento di restauro, nel 2001, quando le parti meccaniche sono state sostituite da quelle elettroniche.
La piazza è celebre per le sue colorate fontane sonore, che contribuiscono a renderla è uno dei luoghi di intrattenimento preferiti. Vi si tengono spesso concerti all’aperto, che di solito si concludono con magnifici fuochi d’artificio. Ogni anno in Piazza della Repubblica viene eretto il più grande albero di Natale della Repubblica e si festeggia la notte di Capodanno.

Dormire a Kanaker, il quartiere collinare

Da Piazza della Repubblica parte la moderna via Abovyan, una delle principali strade di Erevan, che raggiunge il quartiere collinare di Kanaker. È la strada più affollata della capitale sia di giorno che di sera, e un luogo ideale per incontri, shopping, passeggiate e attività ricreative. Alla fine del XX secolo, via Abovyan rappresentava un centro politico, economico e culturale particolarmente vivace, sede dei più importanti hotel cittadini. Uno degli edifici principali di questa strada è quello dove si trova il ristorante Vostan: in origine il palazzo apparteneva ad un importante uomo d’affari e benefattore armeno. Nel 1920, da uno dei balconi della sua residenza, il Partito Bolscevico annunciò l’instaurazione del potere sovietico in Armenia. Dormire a Kanaker significa allontanarsi un po’ dal centro ma anche dal caos, e godere di una vista insolita sulla città.

Trovare un hotel nel quartiere Kond, il cuore antico di Erevan

Se desideri conoscere il vero cuore di Erevan, quello più autentico, scegli di dormire al Kond. Si trova immediatamente fuori dal Kentron, nella zona Ovest. È il quartiere più rappresentativo di ciò che oggi rimane dell’antica Erevan, prima che la città cominciasse a mutare il suo aspetto. Dello storico quartiere impressionano le stradine strette e le case costruite in pietra così vicine le une dalle altre da creare un tortuoso labirinto. Si tratta certamente di un’area molto interessante da esplorare, in una sorta di viaggio nel tempo attraverso murales colorati, caffè, ristoranti e negozi d’arte. Scegliere un hotel in questo quartiere ti farà certamente sentire maggiormente parte del tessuto cittadino e della sua storia. Non è un’area a vocazione turistica e viene spesso ignorata dalle guide ma si tratta di una delle zone più affascinanti e autentiche di Erevan.

Come risparmiare: dormire in periferia

Come capita spesso anche altrove, la periferia di Erevan è caratterizzata da quartieri dormitorio, dove finiscono i viaggiatori che preferiscono trovare alloggi a buon prezzo. Tra questi c’è il quartiere di Bangladesh, costruito in epoca sovietica. Deve il suo nome proprio al fatto di essere lontano dal centro, defilato come il Paese asiatico da cui prende il nome. Oggi vi si trova il più grande bazar all’aperto di Erevan. Alloggiare a Bangladesh ti consentirà di risparmiare ma devi mettere in conto lunghi tempi di trasporto per arrivare in centro. Se proprio dovessi scegliere di dormire in un quartiere periferico, trova un hotel nel quartiere dell’amicizia, Brekamutyun (significa proprio amicizia), servito dalla metropolitana. Qui ha sede un grande bazar coperto. Un’altra opzione potrebbe essere quella del distretto di Nor Nork. Nulla di particolare da segnalare rispetto a questo quartiere ma tra i condomìni prefabbricati di chiara origine sovietica, ti troverai già in direzione di due escursioni nei dintorni di Erevan molto popolari, quelle al Tempio di Garni e al monastero di Geghard.

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Lago Sevan in Armenia: la guida completa per ogni stagione

Conosciuto come “il mare d’Armenia”, il lago Sevan è un gioiello naturale incastonato tra le maestose montagne di questo Paese. Un meraviglioso specchio d’acqua circondato da uno splendido contesto naturale che incanta visitatori da tutto il mondo e che è stato insignito del titolo di patrimonio nazionale insieme alla capitale Yerevan e agli altri monasteri di questa zona. Con una superficie all’incirca di 1.250 chilometri quadrati, è uno dei laghi d’alta quota più grandi al mondo e rappresenta una delle attrazioni più suggestive del Paese. Situato a un’altitudine di circa 1.900 metri sul livello del mare, il lago non solo offre viste panoramiche mozzafiato, ma anche un’ampia gamma di attività che lo rendono una destinazione ideale in ogni stagione dell’anno. In questo articolo abbiamo raccolto tutto ciò che devi sapere su cosa vedere e quando andare al lago Sevan per una panoramica completa, stagione dopo stagione.

Cosa vedere al lago Sevan in Estate

L’estate, da giugno ad agosto, è forse il periodo ideale per visitare il lago Sevan grazie alle temperature calde che rendono il clima perfetto per le attività all’aperto. Durante questi mesi, il lago diventa una popolare destinazione turistica per nuotare, fare windsurf e altre attività acquatiche. Negli ultimi decenni, infatti, il lago Sevan ha subito un forte abbassamento delle proprie acque che ha portato all’emersione di numerose spiagge che sono oggi meta di turisti ed escursionisti. L’Armenia non ha sbocchi sul mare, pertanto il lago Sevan diventa tappa per visitatori e locals durante l’estate anche grazie alla temperatura dell’acqua che raggiunge il giusto livello da permettere la balneazione (circa 20°C). Quali sono, quindi, le principali attività da fare al lago Sevan durante il periodo estivo? Ecco alcuni spunti:

  • Nuoto e sport acquatici: le acque limpide del lago sono ideali per nuotare, fare kayak e windsurf. Vi sono diversi punti lungo il lago dove è possibile affittare l’attrezzatura necessaria o, per chi non avesse voglia di cimentarsi in attività sportive, per potersi rilassare in una delle diverse spiagge che costeggiano questo specchio d’acqua.
  • Escursionismo: ci sono moltissimi sentieri che circondano il lago percorribili in bici o a piedi e adatti a tutti i livelli di difficoltà, offrendo viste davvero spettacolari.
  • Cucina locale: lungo la riva del lago sono presenti molti ristoranti dove è possibile assaggiare i piatti tipici della cucina armena. 
  • Visite culturali: il lago Sevan e l’Armenia in generale offrono una ricca esperienza culturale grazie alla lunga e travagliata storia del popolo armeno. Dai famosi monasteri in prossimità del lago al cimitero di Noraduzs, fino al più triste Memoriale di Tsitsernakaberd a Yerevan che ricorda il genocidio che subito questo popolo.

Vale la pena spendere qualche parola in più sul Memoriale di Tsitsernakaberd – a circa un’ora e 15 minuti di macchina dal lago e situato nella capitale del Paese – che ricorda un capitolo fondamentale della storia armena: il genocidio avvenuto fra il 1915 e il 1916 da parte dell’impero ottomano, una tristissima pagina di storia che sancì la morte di circa 1,5 milioni di persone. Se sei interessato ad approfondire la cultura e la storia armena, questa è sicuramente una tappa che non puoi perderti. 

Quando andare al Lago Sevan: primavera e autunno

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Un suggestivo tramonto sul lago Sevan in autunno

La primavera e l’autunno sono stagioni incantevoli per visitare il lago Sevan. Infatti, grazie alle temperature miti, in primavera i prati intorno al lago si riempiono di fiori colorati, creando un’atmosfera vivace e rigenerante. Come spesso accade con l’autunno, invece, il paesaggio si trasforma grazie a foglie e piante che cambiano tonalità, permettendo di ammirare una tavolozza di colori caldi e accoglienti. Ecco tutte le migliori attività da fare al lago Sevan in questo periodo dell’anno: 

  • Escursioni e passeggiate: questi periodi offrono condizioni ideali per esplorare i numerosi sentieri che circondano il lago, con temperature piacevoli e meno turisti rispetto al periodo estivo. I percorsi escursionistici offrono viste mozzafiato sui paesaggi fioriti in primavera e sui colori autunnali nel periodo che va da settembre e ottobre. 
  • Visite culturali: la minor affluenza turistica permette maggior tranquillità nell’esplorare i monasteri storici situati nei dintorni del lago come Sevanavank, Hayravank e Khor Virap. Questi luoghi sacri offrono una pace e una tranquillità uniche, perfette per una visita contemplativa. A circa 40 minuti di auto dalla penisola di Sevan è possibile visitare il cimitero medievale di Noraduz che ospita la più grande collezione di khachkar al mondo, con pietre che risalgono al X secolo. 
  • Mercati locali: in primavera e autunno, i mercati di Sevan Town sono meno affollati e offrono una vasta gamma di prodotti locali, artigianato e souvenir. È il momento ideale per scoprire la cultura locale e interagire con gli abitanti del posto​.

Il Lago Sevan in inverno

L’inverno è la stagione dove il lago Sevan è meno frequentato dai turisti, anche a causa delle rigide condizioni climatiche che caratterizzano questa zona, con la neve che può ricoprire il suolo per buona parte del periodo invernale. Nonostante ciò, il paesaggio innevato rende il lago e le zone limitrofe una meta suggestiva che offre viste spettacolari da togliere il fiato. Le attività che si possono fare al lago Sevan nella stagione invernale sono diverse: 

  • Pesca sul ghiaccio: si tratta probabilmente dell’attività più popolare e suggestiva. Il lago si ghiaccia parzialmente ed è possibile pescare attraverso piccoli fori creati ad hoc nel lastrone di ghiaccio. Sedersi sul lago con una tazza di caffè caldo in mano e aspettando che i pesci abbocchino, è un’esperienza da non lasciarsi sfuggire.
  • Escursioni sulla neve: è possibile esplorare i dintorni del lago e delle montagne circostanti muniti di ciaspole e attrezzatura sportiva di vario genere. I paesaggi innevati offrono una quiete e bellezza senza pari.
  • Fotografia paesaggistica: le viste innevate del lago e delle montagne circostanti regalano scenografie spettacolari e fotografie uniche. Il contrasto fra il bianco candido della neve e il blu dell’acqua del lago è un qualcosa di talmente unico da lasciare a bocca aperta anche il più esperto dei fotografi. 
  • Visite ai monasteri: come per le stagioni estive e primaverili/autunnali, è possibile visitare i monasteri i quali mantengono – e forse amplificano – il loro fascino nella stagione invernale. La neve aggiunge infatti un tocco magico a questi siti storici, rendendoli ancora più suggestivi. 

Il lago Sevan è, dunque, una destinazione che ha tanto da offrire a chiunque e in ogni stagione dell’anno. Che tu stia cercando avventure all’aperto, esplorazioni culturali o un luogo tranquillo per rilassarti, il lago Sevan è il posto che fa per te. Dalle acque limpide e profonde ideali per sport acquatici in estate, ai paesaggi fioriti in primavera, fino alla quiete delle escursioni autunnali e alle magiche viste invernali, il lago incanta e sorprende, offrendo l’opportunità di immergersi nella natura e nella storia dell’Armenia, rendendolo una meta imperdibile nel tuo viaggio in questo Paese.

 

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Alla scoperta di Khor Virap: perla preziosa dell’Armenia

Sogni un viaggio in Armenia? Nel tuo itinerario non può assolutamente mancare una tappa a Khor Virap, il cuore spirituale di questa splendida regione del mondo. Situato nella provincia di Ararat, a circa 30 chilometri dalla capitale Yerevan è uno dei luoghi più iconici e visitati d’Armenia anche grazie alla posizione privilegiata che offre una vista panoramica mozzafiato sul Monte Ararat il quale, con le sue creste innevate, domina maestosamente l’intero paesaggio. In questo articolo troverai tutte le informazioni che ti servono su cosa vedere e cosa fare a Khor Virap, per scoprire al meglio questo gioiello nel cuore dell’Armenia.

Khor Virap: storia e significato del nome

Khor Virap è una città fortificata di circa 400 abitanti la cui storia affonda le proprie radici in tempi antichissimi, quando nel I e nel II secolo a.C, veniva utilizzata come prigione reale durante il regno di re Artaxias. Il sito è famoso, oltre che per la vista sul monte Ararat, per il suo monastero. Il nome della città significa letteralmente “pozzo profondo” e prende questo epiteto dal luogo di prigionia di San Gregorio – fondatore della Chiesa Apostolica Armena – che venne recluso in un sotterraneo per circa 14 anni. Proprio grazie al fascino di questa storia leggendaria, Khor Virap è diventata un luogo di culto e pellegrinaggio per i fedeli e una meta d’interesse per visitatori che arrivano da ogni angolo del mondo. La sua storia è profondamente legata alla nascita e alla diffusione del cristianesimo in Armenia, storia che culmina nella conversione di Re Tiridate III e nella proclamazione del cristianesimo come religione di stato nel 301 d.C.

 

Cosa fare e cosa vedere a Khor Virap

Per scoprire Khor Virap in tutto il suo splendore l’ideale è prendersi una giornata intera per visitare le sue attrazioni, i suoi luoghi di interesse e, perché no, le meraviglie che offrono i suoi dintorni. In diversi momenti dell’anno è facile incontrare a Khor Virap qualche evento culturale o speciale occasione di festa, opportunità che arricchiranno la tua esperienza di viaggio regalandoti ricordi unici che porterai nel cuore ogni volta in cui penserai a questa piccola gemma nel cuore dell’Armenia. Scopriamo insieme quattro cose da fare e da vedere a Khor Virap.

Esplorare il Monastero di Khor Virap

Monastero Khor Virap

Fonte: iStock

L’antichissimo Monastero di Khor Virap in Armenia

Il Monastero è, senza dubbio, il punto di interesse principale per chi visita Khor Virap. Ma non solo: essendo anche uno dei siti storici più antichi del Paese, e visitabile in un solo giorno, è una meta molto gettonata per gite fuori porta anche per chi sceglie come unica meta di viaggio in Armenia la capitale Yerevan. Il monastero risale al VII secolo e la sua architettura è un tipico esempio di stile ecclesiastico armeno, con una chiesa principale al centro circondata da altre cappelle o edifici minori. A causa di vari fattori il sito, nel tempo, ha subito numerose ricostruzioni e restauri mantenendo tuttavia invariato il suo fascino antico. La chiesa principale, dedicata a San Gregorio l’Illuminatore, è un vero spettacolo con forme e volumi semplici ma maestosi: gli archi a tutto sesto e le pietre di tufo vulcanico rosso che caratterizzano molti edifici religiosi armeni, arricchiscono l’edificio di una bellezza senza eguali. Attraverso un’angusta scala in metallo, i visitatori possono scendere nel pozzo profondo e vedere il luogo dove la leggenda vuole che San Gregorio venne tenuto prigioniero. Un’esperienza che conferisce una connessione tangibile alla storia e alla spiritualità del postp ma non adatta a tutti: per raggiungere il sotterraneo, infatti, bisogna scendere di circa sei metri sotto terra, attraverso la scalinata stretta e scivolosa. Nel complesso monastico si svolgono frequentemente eventi religiosi, pellegrinaggi e celebrazioni offrendo ai visitatori l’opportunità unica di immergersi nelle tradizioni e nella devozione della comunità locale.

Ammirare la maestosità del Monte Ararat

Khor Virap sorge ai piedi del Monte Ararat, considerato un simbolo nazionale e spirituale dell’Armenia. Proprio per la sua posizione peculiare, il monastero è uno dei migliori punti panoramici per poter godere della bellezza mozzafiato del Monte, il quale, nonostante si trovi geopoliticamente in territorio Turco, mantiene una forte presenza che domina anche il paesaggio del territorio armeno. Le sue creste innevate offrono uno spettacolo unico, specialmente all’alba e al tramonto quando vengono dolcemente accarezzate dai raggi del sole offrendo uno scenario meraviglioso, una vera chicca per gli amanti della fotografia. 

Esplorare i vigneti e degustare i vini locali

Per chi è appassionato di enogastronomia, tra le cose da fare a Khor Virap c’è sicuramente una visita guidata con degustazione in una delle tante cantine della zona. Questa regione, infatti, è rinomata per i suoi vigneti che si affacciano sul Monte Ararat la cui produzione di vino è un’attività tipica dell’Armenia sin dai tempi antichi. Addirittura, secondo le scritture bibliche, fu proprio in queste zone che venne piantata la prima pianta di vite proprio da Noè una volta sbarcato dalla sua Arca quando terminò il diluvio. Il consiglio è quello di prenotare un tour per scoprire in prima persona la ricchezza enologica di queste zone e degustare alcuni dei migliori vini armeni.

Scoprire i dintorni di Khor Virap

I dintorni di Khor Virap, caratterizzati da vasti vigneti, panorami montani e campi coltivati sono perfetti per organizzare escursioni e passeggiate e per scoprire, en-plein-air, le meraviglie del territorio tra cui, a pochi chilometri di distanza, il Lago Sevan, uno dei laghi d’acqua dolce più grandi al mondo circondato da montagne pittoresche e panorami mozzafiato. 

Khor Virap: quando andare?

Vigneti Khor Virap

Fonte: iStock

I vigneti di Khor Virap ai piedi del Monte Ararat

I periodi migliori per visitare il sito monastico di Khor Virap sono la primavera e l’autunno, quando il clima è mite e il paesaggio è particolarmente pittoresco. 

  • Primavera: la natura si risveglia e la valle dell’Ararat si veste di colori vivaci. I campi intorno al monastero sono punteggiati di fiori selvatici e, per gli appassionati di fotografia, questo è anche un ottimo periodo per realizzare scatti incredibili, grazie alla luce chiara e ai cieli tersi che creano uno sfondo perfetto sia per il monastero che per il Monte Ararat.
  • Autunno: l’autunno è un altro periodo ideale per visitare Khor Virap. Le temperature tornano a essere più miti dopo il caldo estivo e il paesaggio si tinge di tonalità dorate e rosse grazie al foliage. Questo è anche il periodo della vendemmia nella valle dell’Ararat, quindi potrete assaporare i frutti freschi della regione e partecipare a degustazioni di vino locale. 

Tre consigli per il tuo viaggio a Khor Virap

Dopo averti raccontato cosa vedere e cosa fare a Khor Virap, è il momento di scoprire alcuni consigli utili per programmare al meglio il tuo viaggio in questa piccola città fortificata dell’Armenia settentrionale.

  • Abbigliamento comodo: indossa abiti confortevoli e, se hai in previsione di fare qualche escursione in mezzo alla natura, ricordati le scarpe da trekking: il terreno in queste zone può essere irregolare e scosceso. Se visiti Khor Virap in estate, non dimenticare cappello e protezione solare (le temperature possono essere molto alte). Se, invece, organizzi la tua visita in inverno, preparati con abiti caldi e vestiti a strati.
  • Macchina fotografica sempre alla mano: come hai visto, una delle peculiarità di questo luogo è la splendida scenografia che si apre agli occhi dei visitatori. Non puoi assolutamente perdere l’occasione di immortalare un paesaggio così incredibile e creare, con le tue stesse mani, un souvenir memorabile che sorprenderà tutti quelli a cui racconterai questo viaggio.
  • Ricordati che sei in un luogo sacro: stai visitando un sito religioso, dunque il rispetto per le usanze, le tradizioni e per il luogo stesso è fondamentale. 

Molto di più di una semplice destinazione turistica, Khor Virap è un luogo intriso di storia, cultura e spiritualità, che cattura l’immaginazione e il cuore di chiunque abbia la fortuna di visitarlo. Con le sue attrazioni affascinanti e i suoi paesaggi mozzafiato, questa gemma nascosta dell’Armenia saprà sorprenderti a prescindere da cosa deciderai di vedere o fare grazie alla sua straordinaria bellezza.