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Cosa vedere a Novara, la perla nascosta del Piemonte tra storia, arte e sapori

Situata tra le risaie della pianura padana e le colline moreniche che annunciano il lago Maggiore, Novara è una città elegante e riservata tra Milano e Torino, spesso trascurata dai grandi circuiti turistici, ma capace di sorprendere chi decide di scoprirla. Fondata in epoca romana, crocevia di scambi commerciali e culturali, oggi Novara si rivela come una destinazione ideale per chi vuole scoprire borghi autentici, arte senza folla e sapori veraci. In questo articolo vi proponiamo un itinerario perfetto tra le meraviglie novaresi per apprezzare questo angolo di Piemonte sottovalutato che ha molto da offrire.

La Cupola di San Gaudenzio, simbolo della città

È impossibile arrivare a Novara, in Piemonte, e non notare la Cupola di San Gaudenzio con i suoi 121 metri di altezza, realizzata tra il 1844 e il 1888 su progetto dell’architetto visionario Alessandro Antonelli, celebre anche per la Mole Antonelliana di Torino. Questa cupola è un capolavoro dell’ingegneria ottocentesca, un’opera architettonica imponente, slanciata verso il cielo e visibile da km di distanza.

La struttura, interamente in muratura portante, si distingue per il suo profilo elicoidale e affusolato, che sembra sfidare le leggi della fisica. Un equilibrio straordinario tra eleganza e audacia tecnica, costruito senza l’ausilio delle tecnologie moderne. Antonelli lavorò incessantemente all’opera, modificandola in corso d’opera e seguendone ogni dettaglio con uno stile quasi visionario.

Salire sulla terrazza panoramica regala una vista spettacolare sulla città, sulle Alpi e sulle distese di risaie. All’interno della Basilica di San Gaudenzio, patrono della città, si trovano splendide decorazioni barocche e una suggestiva cripta che custodisce le reliquie del santo, vescovo e patrono della città, celebrato ogni 22 gennaio con una solenne processione e feste religiose. La Cupola non è solo un elemento architettonico, ma una vera e propria identità visiva per i novaresi: un punto di riferimento fisico ed emotivo, che racconta la storia, l’ambizione e il genio di una città spesso silenziosa ma ricca di tesori nascosti.

Cupola della basilica di San Gaudenzio Novara

Fonte: iStock

Cupola della basilica di San Gaudenzio nella città di Novara

Il Broletto: cuore medievale della città

Passeggiando nel centro storico tra vie acciottolate e scorci silenziosi si arriva al Broletto, un complesso architettonico raffinato medievale che rappresenta il nucleo più antico e affascinante di Novara. Qui si affacciano quattro edifici storici (Palazzo del Podestà, Palazzo dei Paratici, Palazzo del Comune e la Loggia dei Mercanti), che racchiudono un elegante cortile rinascimentale e convivono armoniosamente nonostante appartengano a epoche e stili diversi. L’intero complesso è stato restaurato con grande cura, riportando alla luce decorazioni antiche, elementi in cotto e affreschi medievali, che contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa nel tempo.

Il cortile interno, oggi liberamente accessibile, è uno degli angoli più fotogenici della città: perfetto per una sosta tranquilla, magari tra una visita e l’altra. Dal 2016, il Broletto ospita il Museo d’Arte di Novara, una realtà in crescita che propone collezioni permanenti di arte antica e moderna, oltre a mostre temporanee di artisti contemporanei italiani e internazionali. Le sale espositive, luminose e ben allestite, permettono un’immersione completa tra pittura, scultura e installazioni multimediali.

Il Duomo e il Battistero

A pochi passi dal Broletto si trova il Duomo di Santa Maria Assunta, costruito su progetto ancora una volta di Antonelli. La cattedrale è un esempio perfetto di neoclassicismo italiano, con un interno imponente e luminoso. Tra gli elementi più significativi si possono ammirare l’altare maggiore, la cappella del Sacramento e il pulpito marmoreo, oltre ad alcune opere pittoriche di scuola piemontese e lombarda.

Insieme al Battistero paleocristiano formano un complesso religioso di straordinario valore storico e artistico che racconta oltre 1500 anni di fede, architettura e cultura. Il Battistero è uno dei più antichi del Nord Italia, custodisce affreschi dell’XI secolo e rappresenta un raro esempio di architettura tardo-romana. Risalente al V secolo all’interno offre affreschi medievali tra cui una rara raffigurazione del Cristo Pantocratore e motivi simbolici legati al Battesimo.

Broletto, Novara

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Broletto, Novara

Corso Cavour e Corso Italia: shopping e atmosfera piemontese

Per chi ama lo shopping e l’atmosfera vivace delle città italiane, una passeggiata tra Corso Cavour e Corso Italia è imperdibile. Boutique, caffè storici, librerie e botteghe artigiane si alternano in un contesto elegante, dove è piacevole fermarsi per un aperitivo a base di gorgonzola e vino delle Colline Novaresi. Corso Cavour, più ampio e monumentale, è punteggiato da palazzi d’epoca, portici eleganti e boutique di moda, librerie indipendenti, negozi di design e profumerie storiche. Passeggiare qui è un piacere per gli occhi, grazie alla cura architettonica delle facciate e alla vivacità delle vetrine. Non mancano le pasticcerie storiche dove gustare una “margheritina di Stresa” o un “paniscia dolce”, reinterpretazione golosa del piatto tipico novarese.

Corso Italia, più raccolto ma altrettanto affascinante, offre un’atmosfera leggermente più bohemien, con botteghe artigiane, negozi vintage, piccoli bistrot e gallerie d’arte. Qui si respira un’aria autentica, con un mix di eleganza e semplicità che rappresenta perfettamente lo stile di vita novarese. È il luogo ideale per chi ama fare acquisti con calma, magari scoprendo il laboratorio di un artigiano locale o un negozio di ceramiche artistiche.

Il Castello Visconteo-Sforzesco e il Parco dei Bambini

Pochi luoghi raccontano la storia di Novara come il suo imponente Castello Visconteo-Sforzesco, un’antica fortezza che oggi vive una nuova stagione come spazio culturale e punto d’incontro cittadino. Situato a ridosso del centro, incastonato tra le vie moderne e il verde dei giardini, il castello rappresenta un esempio riuscito di come architettura medievale e vivacità contemporanea possano dialogare armoniosamente. Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando la famiglia Visconti di Milano iniziò a fortificare l’area.

Successivamente ampliato dagli Sforza nel Quattrocento, il castello ha vissuto una lunga parabola storica: da residenza ducale a caserma militare, fino a essere restituito alla città dopo un importante restauro terminato nel 2016. Oggi, le sue sale accolgono mostre temporanee, rassegne fotografiche, esposizioni d’arte contemporanea e installazioni multimediali, che valorizzano il dialogo tra passato e presente.

La struttura, con la sua pianta quadrata, i torrioni angolari e il cortile interno, conserva ancora molte delle tracce dell’architettura difensiva medievale, ma è stata sapientemente adattata a nuove funzioni. Il fossato, un tempo barriera difensiva, è stato trasformato in uno spazio verde accessibile, animato da sculture, pannelli interattivi e percorsi tematici, pensati anche per le famiglie e i più piccoli. Qui si trova il Parco dei Bambini, un’area inclusiva e accogliente dove i bambini possono giocare in libertà, circondati dalla storia. I giochi sono realizzati con materiali naturali e integrati nel contesto, e non mancano panchine, aree picnic e zone d’ombra perfette per rilassarsi dopo una visita culturale.

Lago D'Orta

Fonte: iStock

Borgo sul Lago D’Orta

Le risaie e la Strada del Riso: itinerario naturalistico e gastronomico

Intorno a Novara si estende un paesaggio unico, che cambia volto con le stagioni ma conserva sempre un fascino autentico e profondo: le risaie della pianura novarese, cuore pulsante di una terra agricola ricca di tradizione e bellezza. Tra aprile e giugno, durante il periodo dell’allagamento dei campi, queste distese si trasformano in un “mare a quadretti” – come viene poeticamente chiamato – dove il cielo si specchia nell’acqua e gli aironi volano bassi tra i filari sommersi, creando uno spettacolo naturale mozzafiato.

È in questo scenario sospeso tra acqua e cielo che prende vita la Strada del Riso, un suggestivo itinerario enogastronomico e culturale che permette di esplorare il territorio in maniera autentica e sostenibile. Lungo questo percorso – ideale da fare in auto, in bici o anche in moto – si incontrano cascine storiche, mulini attivi, agriturismi e piccoli borghi rurali, dove si coltiva, lavora e cucina il riso secondo tradizioni tramandate da generazioni.

La Strada del Riso è anche un invito a vivere la cucina locale. Tappa obbligata per ogni viaggiatore è l’assaggio della celebre paniscia novarese, un ricco risotto contadino preparato con riso Arborio, salame della duja (conservato nel grasso), verza, fagioli, cipolla e vino rosso. È un piatto rustico e saporito, che racconta la cultura del recupero e della convivialità tipica delle famiglie contadine piemontesi. Molte aziende agricole lungo il percorso offrono visite guidate alle risaie, laboratori per bambini, degustazioni e la possibilità di acquistare riso a km zero, farine e prodotti tipici.

Alcune, come le cascine con essiccatoi storici o i mulini ad acqua ancora funzionanti, sono veri e propri musei a cielo aperto della civiltà rurale novarese. Per gli amanti della natura e del turismo lento, non mancano percorsi ciclabili e cammini immersi nel verde, che si snodano tra campi coltivati, canali e sentieri fluviali, dove è facile avvistare aironi cenerini, ibis, cicogne e altre specie protette.

Arte ed eventi

Oltre al Museo del Broletto, merita una visita il Museo di Storia Naturale Faraggiana Ferrandi, ideale anche per famiglie, e la Fondazione Novara Sviluppo, che ospita installazioni e performance artistiche. Numerosi anche gli eventi culturali: dal Festival della Filosofia, alla stagione del Teatro Coccia, fino alle mostre fotografiche presso la Civica Galleria Giannoni. Novara è anche un punto di partenza ideale per esplorare il territorio circostante. A meno di mezz’ora di auto si trovano il romantico Lago d’Orta, il borgo di Orta San Giulio, il Sacro Monte (Patrimonio UNESCO), e le Colline Novaresi, punteggiate di vigneti e cantine che producono Nebbiolo e Ghemme DOCG.

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Ritorna il treno che fa viaggiare indietro nel tempo tra il Lago Maggiore e il Lago di Como

Domenica 6 aprile, un insolito viaggio in treno partirà da Milano Cadorna e arriverà a Lago di Como per offrire ai passeggeri un’esperienza diversa. Una volta saliti si ritroveranno trasportati direttamente negli anni ’20 dove a creare l’atmosfera non sono solo i sedili di velluto rosso cardinale delle carrozze di prima classe, contraddistinte da eleganti interni in legno, ma anche personaggi che, indossando costumi d’epoca, si esibiranno in diverse performance artistiche, teatrali e musicali.

Stiamo parlando del treno storico di Trenord che, dopo i sold out nel 2024 in occasione dei suoi cent’anni, torna con due nuove mete: oltre i laghi Maggiore e di Como, quest’anno il convoglio raggiungerà anche Novara e Asso.

Le date 2025 del treno storico Trenord

Sempre più persone vogliono rallentare e fare esperienze diverse e, in questo senso, il treno storico di Trenord risponde esattamente a questo desiderio. Il treno è composto da tre carrozze di prima classe AZ 130-136 137, costruite negli anni 1924-25, dal locomotore E 600-3, realizzato da OM-CGE nel 1928, e dal locomotore E 610-04, prodotto dalla Breda-CGE nel 1949, tutti completamente restaurati.

Il convoglio, attivo da aprile a novembre, effettuerà undici corse di andata e ritorno da Milano Cadorna: sei saranno dirette a Como Lago, tre a Laveno Mombello Lago, una a Novara e una ad Asso.

Le date del 2025 sono le seguenti:

  • domenica 6 aprile: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 27 aprile: Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago;
  • domenica 11 maggio: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 18 maggio: Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago;
  • domenica 25 maggio: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 8 giugno: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 14 settembre: Milano Cadorna-Novara Nord;
  • domenica 21 settembre: Milano Cadorna-Como Lago;
  • domenica 5 ottobre: Milano Cadorna-Asso;
  • domenica 19 ottobre: Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago;
  • domenica 9 novembre: Milano Cadorna-Como Lago.

Le esperienze in stile anni ’20 offerte sul treno

In base alla tratta, potrete vivere esperienze uniche diverse. Sui viaggi in treno con destinazione Lago di Como, Novara e Asso assisterete alle performance artistiche, teatrali e musicali, basate sulla ricostruzione storica di luoghi e personaggi del tempo, eseguite da diversi artisti in costume d’epoca.

Su quelli con destinazione Laveno Mombello Lago, invece, i passeggeri saranno intrattenuti da musicisti jazz, scelti tra i migliori della scena italiana, che renderanno omaggio alla musica degli anni Venti e Trenta, attraverso un repertorio jazz-blues, brani classici e canzoni popolari.

I viaggiatori possono partecipare in modo attivo all’esperienza indossando abiti tipici degli anni ’20-’30. In omaggio, tutti riceveranno il libretto sul Treno Storico e un esclusivo biglietto vintage.

Biglietti e informazioni utili

I biglietti, acquistabili fin da subito, vanno a ruba quindi vi consigliamo di acquistarli in anticipo direttamente dal sito ufficiale: la vendita online per ogni treno storico sarà attivata dal lunedì precedente la data di ogni corsa. Tuttavia, se non riuscite a trovare disponibilità, sappiate che durante la sosta del treno a Como Lago, dalle ore 15:00 alle 16:00, prima del ritorno a Milano Cadorna, la carrozza viaggiatori AZ 130 resterà aperta e sarà visitabile gratuitamente, senza obbligo di prenotazione.

Per quanto riguarda i costi, il prezzo del biglietto per gli adulti è di 15,60 euro, mentre per i ragazzi tra i 4 e i 13 anni è previsto un biglietto gratuito scaricabile secondo le normali procedure di acquisto online presenti sul sito di Trenord e che gli garantisce un posto a sedere. I ragazzi non potranno viaggiare da soli, ma dovranno essere accompagnati durante il viaggio da almeno un maggiorenne.

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Tutti a bordo del treno storico a vapore sulla Novara-Varallo

In Italia ci sono dei binari senza tempo che ci permettono di scoprire le bellezze dei territori a un ritmo lento, seduti comodamente dentro vagoni dal fascino retrò. Uno di questi è il treno storico Novara-Varallo, un viaggio nel passato che attraversa l’incantevole campagna piemontese e le suggestive valli arrivando fino a Varallo, una delle perle nascoste del Piemonte. Il tutto a bordo di un treno centoporte trainato da locomotiva a vapore, che percorre tranquillo l’antica linea inaugurata nel lontano 1886.

Dopo il successo degli anni passati, ad aprile ripartiranno i viaggi a bordo di questo treno storico con la prima data in programma per domenica 13 aprile. Il viaggio, organizzato da Fondazione Fs Italiane, Città di Varallo e Regione Piemonte, è parte del progetto “Binari Senza Tempo” e comprende non solo la tratta da Novara a Varallo, ma anche attività, visite guidate ed esperienze pensate per far scoprire la zona ai visitatori in un modo unico.

La storia del treno storico Novara-Varallo

La linea ferroviaria Novara-Varallo fu inaugurata nel 1886, collegando la città di Novara con Varallo, considerato un importante centro culturale e turistico situato nella Valsesia. La ferrovia ricoprì un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale della regione perché, facilitando il trasporto di persone e merci, contribuì anche allo sviluppo turistico della zona.

Con l’avvento delle automobili e della modernizzazione dei trasporti, però, molte linee ferroviarie minori furono abbandonate o ridimensionate. Dopo anni di viaggi ad alta velocità, la passione dei turisti cambia direzione e sempre più persone desiderano sperimentare il fascino delle locomotive storiche a vapore, lasciandosi cullare dal rollio delle carrozze d’epoca e dal piacere di scoprire itinerari poco battuti a un ritmo diverso.

Ed è proprio dalla volontà di offrire quest’esperienza speciale che, dieci anni fa, è ritornata a funzionare, in date specifiche, la linea storica che collega Novara e Varallo.

Il percorso del treno storico e le date

Il 13 aprile si sentirà il fischio del treno storico lungo la Ferrovia della Valsesia che da Novara, capoluogo dell’omonima provincia piemontese, porterà i viaggiatori nelle stazioni di Fara, Romagnano Sesia e di Borgosesia, terminando la corsa a Varallo, dominata dall’imponente complesso architettonico del Sacro Monte, Patrimonio UNESCO.

La tratta, lunga 54 chilometri, permette di attraversare paesaggi diversi, da quello pianeggiante al collinare, fino a quello montano con il suo ingresso in Valsesia, racchiusa tra le vette delle Alpi Pennine e conosciuta anche come la “Valle più verde d’Italia”, dominata dal massiccio del Monte Rosa.

Dopo quella del 13 aprile, le altre date in programmazione sono domenica 5 maggio, domenica 8 giugno, domenica 28 settembre, domenica 12 ottobre e domenica 14 dicembre, ossia quella tradizionalmente dedicata alle festività e ai mercatini natalizi.

Attività e visite guidate incluse nel biglietto

Il programma e i prezzi dei biglietti verranno aggiornati presto sul sito ufficiale del Museo Ferroviario Valsesiano, ma intanto possiamo raccontarvi cosa succederà una volta saliti a bordo. Il treno storico, infatti, non è solo un mezzo di trasporto che collega due destinazioni, ma un fulcro di esperienze culturali e gastronomiche.

Acquistando il biglietto avrete accesso alle visite con guide abilitate, come quella della città di Varallo con due percorsi, uno a Sacro Monte e alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’altro tra le antiche contrade con le botteghe di prodotti tipici e Palazzo dei Musei.

In più, potrete salire gratuitamente con la funivia al Sacro Monte, accedere alla Casa Museo Scaglia e al Palazzo dei Musei. Potrete usufruire anche dei biglietti ridotti per entrare alla Pinacoteca e al Museo dell’Orologio.

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Orta San Giulio, tra i borghi più belli d’Italia (amato anche da Cannavacciuolo)

Tra le viuzze di Orta San Giulio, in un posto dove il tempo sembra essersi fermato, c’è un mondo tutto da esplorare. Il piccolo borgo, in provincia di Novara, possiede un patrimonio storico, artistico e naturale che lo rende una delle mete turistiche per eccellenza.

Cosa vedere a Orta San Giulio

Il paese di Orta San Giulio, che conta poco più di 1200 abitanti, sorge sulle sponde del Lago d’Orta, uno dei più belli e romantici specchi d’acqua del Nord Italia. Il centro storico si snoda tra stradine di pietra che arrivano a lambire l’acqua e strutture caratteristiche molto amate dai turisti.

Per un weekend romantico o una gita fuori porta, il Lago d’Orta e questa sua splendida perla sono la scelta perfetta. Il paese fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia, che accoglie i piccoli centri abitati dallo spiccato interesse storico e artistico. Inoltre, il Touring Club Italiano l’ha insignito della Bandiera arancione, destinata alle piccole comunità dell’entroterra nostrana che offrono un’accoglienza di qualità e si distinguono per la loro eccellenza.

Il centro storico di Orta non è raggiungibile in auto perché è solo pedonale. A pochi metri dal parcheggio che sovrasta il paese ci sono diversi sentieri che conducono verso il lago, passando proprio nel bel mezzo del borgo. Il fulcro centrale del paese è piazza Motta, che si affaccia direttamente sulle acque. Qui sorge il broletto, una piccola costruzione rinascimentale costituita da un portico utilizzato principalmente per il mercato, e da un piano superiore chiuso, dove, nei secoli scorsi, si tenevano le riunioni dei potenti dell’epoca.

Sul lato opposto rispetto al lago, si dipana un’ampia strada in salita, ai cui lati possiamo ammirare molte strutture risalenti ai secoli passati, tra cui lo storico Palazzo Gemelli. In cima alla strada si affaccia la splendida Chiesa di Santa Maria Assunta, ricostruita secondo lo stile settecentesco. Tornando a piazza Motta, possiamo notare il porticciolo che da Orta conduce all’Isola di San Giulio, uno degli scorci più pittoreschi che esistano in Italia.

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Fonte: 123RF

L’isola di San Giulio sul Lago d’Orta

Appena fuori dal paese, sorge la meravigliosa Villa Crespi, una delle strutture più imponenti del luogo, un autentico capolavoro in stile moresco, immerso in un parco secolare che si affaccia su una vista mozzafiato del Lago d’Orta. Da oltre 25 anni, è un punto di riferimento per l’ospitalità d’eccellenza in Italia. Sotto la direzione artistica di Cinzia Primatesta e di chef Antonino Cannavacciuolo, che se ne è innamorato e tra un Masterchef e un evento privato si rifugia in questa dimora storica che è la sede del suo rinomato ristorante 3 Stelle Michelin e di un hotel 5 stelle lusso che ha solo 14 suite e una spa per pochi fortunati ospiti.

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Fonte: Ufficio stampa

Villa Crespi a Orta San Giulio

L’Isola di San Giulio

In pochi minuti di navigazione dal porticciolo di Orta si raggiunge un piccolo gioiello, l’Isola di Sn Giulio, che dista appena 400 metri dalla riva. Qui sorge il monastero Mater Ecclesiae, abbazia benedettina femminile di clausura che oggi accoglie turisti tutto l’anno. Queto luogo sacro lo si scorge già da lontano, sulla barca che porta all’isola, insieme ad altre ville, residenze estive di privati.

San Giulio è avvolta da tante storie intrise di miti e magia che coinvolgono serpenti, draghi e mostri. Una di queste leggende, la più famosa, è legata al Santo che ha dato il nome all’isola. Un omaggio per averla liberata da un drago che aveva scelto questo luogo bellissimo e incontaminato come propria dimora. Si racconta che il drago terrorizzasse tutti gli abitanti, distruggendo completamente i raccolti, spaventando i pescatori che vedevano affiorare la coda tra le acque del lago, nelle fredde e nebbiose giornate invernali. Questo fino a quando Giulio, arrivato col fratello Giuliano nella vicina Gozzano, decise di affrontarlo, utilizzando il proprio mantello come una zattera.

Di questo rimase solo la famosa “vertebra del drago”, conservata ancora oggi all’Abbazia Mater Ecclesiae e a disposizione di tutti i viaggiatori curiosi. Un vero osso di drago? Non sta a noi deciderlo, di certo questo è un vero reperto storico ritrovato sull’isola che, in un qualche modo, dona ancor di più fascino e mistero. Nell’abbazia, si trova una piccola foresteria che accoglie i visitatori che sono disposti a seguire uno stile di vita liturgico  con momenti di meditazione e di incontro. Ideale, insomma, per chi vuole prendersi anche una breve pausa dalla quotidianità.

Legro, il paese dipinto

Orta San Giulio ha poi una zona sopraelevata, che domina completamente il lago: stiamo parlando della frazione di Legro, che è anche il polo economico del Comune. Questo, chiamato anche il “paese dipinto”, è un luogo dai mille colori. Sulle pareti di molti edifici, infatti, artisti provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa hanno disegnato affreschi che ritraggono la storia di questo piccolo borgo arrampicato alle pendici del Mottarone.

Ma ciò che distingue Legro da altri paesi dipinti presenti sul nostro territorio è che le immagini raffigurate sulle pareti degli edifici raccontano la storia di queste case e raffigurano importanti pellicole cinematografiche girate sulle sponde del lago e i versi delle opere del poeta conterraneo Gianni Rodari. Farci una gita permette perciò non soltanto di rivivere le scene di famosi film del cinema italiano ma anche di appropriarsi delle parole dell’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen.

Il Giardino Lorella

A cinque minuti d’auto da Legro e dieci da Orta San Giulio c’è un giardino botanico meraviglioso assolutamente da vedere, il Giardino Lorella, un piccolo angolo di paradiso che regala scorci suggestivi sulle acque turchesi del lago e che ha aperto al pubblico solo nel 2023 con visite tutto l’anno prenotabili sul sito ufficiale. Il bellissimo Giardino Lorella si trova a Vacciago, una piccola frazione del Comune di Ameno, appena sopra Orta, che circonda una bellissima dimora storica del Seicento, Casa Lorella.

L’enorme parco lussureggiante di ben 5 ettari comprende lunghi sentieri curvilinei che conducono il visitatore alla scoperta di quest’ampia area verde che, nel corso degli anni, è stata più e più volte rivisitata, sino a diventare un giardino botanico di rara bellezza. Grazie al clima mite e solatio del lago, piante secolari, come aceri giapponesi e querce maestose, antichi castagni (uno ha raggiunto addirittura i 600 anni!) e faggi dalle foglie verdi e rosse, e aiuole fiorite crescono rigogliosamente offrendo uno spettacolo davvero affascinante.

Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.

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Come arrivare all’Isola di San Giulio

L’Isola di San Giulio: piccola per dimensioni, ma ricca di magia, leggende e storia. Fu qui che San Giulio, nel 390 d.C., stendendo un mantello sull’acqua e con l’aiuto di un bastone, navigò fino alle sue sponde dove cacciò i serpenti e draghi che l’abitavano e fondò la sua chiesa. Verità o leggenda, la realtà è che lunga 275 metri e larga 140, l’Isola di San Giulio rappresenta una gemma imperdibile per chi desidera trascorrere una gita fuori porta in una destinazione poco battuta dal turismo di massa. E di questo non abbiamo nessun dubbio!

Situata al centro del lago d’Orta, in provincia di Novara, può essere visitata in un pomeriggio girovagando per le sue strade pedonali, ammirando gli edifici storici e godendosi gli eventi musicali organizzati soprattutto durante la stagione estiva. Ma come raggiungere l’Isola di San Giulio? Dove si prende il traghetto? E come arrivare all’isola dalle città italiane più vicine? In questo articolo rispondiamo con cura a tutte queste domande, fornendovi le informazioni di cui avete bisogno per arrivarci in totale semplicità e comodità.

Come raggiungere l’Isola di San Giulio

Per arrivare all’Isola di San Giulio e al suo borgo antico, considerato tra i più belli d’Italia, è necessario salire su un traghetto. Prima, però, bisogna raggiungere il lago d’Orta, situato a ovest del Lago Maggiore, tra le province di Novara e Verbano-Cussio-Ossola. Per farlo si hanno diverse opzioni: l’auto, i mezzi pubblici e l’aereo.

Arrivare all’isola in auto

Il modo più semplice per raggiungere l’isola è con l’auto: da Milano, distante 90 km, basterà percorrere l’autostrada A8 e A26 con uscita Arona (direzione Borgomanero km 12), mentre da Torino, distante 120 km, l’autostrada è la A4 con uscita Borgomanero (direzione Borgomanero – SR n.229 km 16 ). Per chi percorre la A26 (Genova Voltri/Gravellona Toce), l’uscita da tenere a mente è Gravellona Toce (direzione Omegna – SR n.229 km 18). 

Come arrivare in treno 

Chi non vuole usare l’auto, ma preferisce spostarsi con un mezzo più sostenibile così da non dover pensare al parcheggio, le soluzioni ideali sono il treno o gli autobus. La stazione ferroviaria è quella di Orta-Miasino, una fermata della linea Novara-Domodossola. Da Milano o da Torino partono diversi regionali veloci che, in un paio d’ore e con cambio a Novara, raggiungono frequentemente il lago. Con gli autobus, invece, bisogna fare riferimento a due compagnie: la Fontaneto, che percorre la tratta Stresa-Armeno-Orta e Stresa-Gignese-Orta, e la Comazzi, che percorre la tratta Arona-Borgomanero-Omegna. Una volta giunti alla stazione, basterà camminare per 2 km così da raggiungere l’imbarcadero di Orta San Giulio in Piazza Motta.

Come arrivare in aereo

Per i viaggiatori che arrivano da città più distanti e non vogliono guidare per molte ore o usare i mezzi pubblici, la soluzione perfetta è atterrare all’aeroporto di Malpensa. Distante soli 42 km, da qui sarà possibile noleggiare una vettura e raggiungere l’Isola di San Giulio e il lago d’Orta in autonomia o affidarsi ai mezzi pubblici seguendo le indicazioni che abbiamo fornito nei paragrafi precedenti.

Come arrivare all’isola con i traghetti

Per arrivare sull’Isola di San Giulio è necessario prendere uno dei tanti traghetti che partono ogni 15 minuti (a partire dalle 9:00) dalla Piazza Motta di Orta San Giulio e permettono ai visitatori di sbarcare sull’isolotto in 5-10 minuti. Chi desidera raggiungerla con maggiore autonomia, sono disponibili diversi servizi di noleggio barche con o senza conducente. Una volta arrivati sull’isola il gioco è fatto e che la scoperta di questo luogo splendido abbia inizio!