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Perché quest’estate la vacanze saranno più care

L’estate 2022 sarà caratterizzata da vacanze tutt’altro che economiche. Bisognerà mettere mano al portafogli e pagare di più. Due le voci di spesa che peseranno maggiormente sul budget da destinare al viaggio: il caro carburante e l’aumento del prezzo dei voli. Tutta colpa dell’inflazione e dell’impennata dei prezzi dell’energia. La situazione attuale in Ucraina, poi, farà lievitare ancora di più le tariffe. Alla lista dei rincari di questo 2022 si aggiungono anche i biglietti aerei di voli nazionali e internazionali. E gli scenari, in un momento di forte instabilità come quello attuale, sono in continuo mutamento.

Perché le vacanze 2022 saranno più costose?

Due fattori principali faranno lievitare i prezzi dei biglietti aerei fino all’estate 2022: il caro carburante (già in crescita, e ancora di più a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina) e l’aumento della domanda di viaggi. Tra gennaio e febbraio il prezzo del carburante per aerei è aumentato di quasi il 4%. Per non parlare del confronto dello stesso periodo, ma del 2021: in un anno il prezzo è salito a 106 dollari al barile, ossia del 57%.

Non solo, stando ad una prima stima (ma il conflitto Russia- Ucraina potrebbe spostare nuovamente tutti i dati), il  calo dei contagi e l’allentarsi delle restrizioni Covid, potrebbero determinare un incremento sostanziale dei viaggi in Europa e Oltreoceano. Più domanda di viaggi, maggior richiesta di carburante. Secondo le prime stime, per via del caro carburante e dell’aumento della richiesta di voli, le tariffe aeree nazionali aumenteranno in media del 6% al mese fino ad agosto, mentre le tariffe internazionali del 4% nello stesso periodo.

Voli e caro carburante

Non c’è solo l’inflazione che già aveva pesato ad avvio 2022 a determinare i prezzi in aumento per i biglietti aerei. A pesare, in questo momento e nel prossimo futuro, è il conflitto bellico tra Russia ed Ucraina. Tra forniture al contagocce, aumento del prezzo del petrolio e spazi aerei delimitati (le cosiddette no fly zone), le compagnie aeree si sono viste costrette, già da oggi, a ridisegnare voli alternativi su determinate rotte. Ciò si traduce inevitabilmente con: tempi dilatati anche di ore, maggiori chilometri da percorrere, e biglietti esorbitanti per i passeggeri.

Per i viaggiatori che partono dagli aeroporti italiani ci sarà un salasso soprattutto per i voli diretti in Asia. Tratte allungate e costi più alti per via dell’aumento esponenziale del carburante. Secondo calcoli sommari, un passeggero potrebbe arrivare a spendere anche 300 euro in più rispetto alla scorso anno sulla medesima tratta, e impiegare fino a 5 ore in più per raggiungere la stessa destinazione.

Alcune compagnie europee hanno inizialmente sospeso i voli per molte destinazioni asiatiche, per via della chiusura dello spazio aereo russo (la Russia ha chiuso lo spazio aereo a 36 paesi, attualmente) che costringe ad allungare le rotte, i tempi di percorrenza e ad aumentare anche i costi. Per fare un esempio pratico: ogni ora in più di volo sui voli intercontinentali costano alla compagnia aerea da un minimo di 8.000 a un massimo di 15.000, il che comporta un incremento minimo di 100 euro a tratta per passeggero, con picchi sino a 300 euro.

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Di Admin

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