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Berat, spettacolo incredibile dell’Albania

Dal 2008 è Patrimonio UNESCO, raro e fulgido esempio di città ottomana perfettamente conservata, ed è una delle mete che non si possono perdere durante un viaggio in Albania: ecco Berat, la “città dalle finestre sovrapposte” lungo il fiume Osum, dove si respirano oltre 24 secoli di storia e la convivenza in armonia di varie comunità religiose e culturali nel corso dei secoli.

Assomiglia a una cartolina con le persiane e le piccole finestre delle bianche case arroccate sulla montagna che donano scorci mozzafiato e la cittadella fortificata (Kala) abitata, oggi come centinaia di anni fa, dalle famiglie del luogo.

Una meta che trasporta indietro nel tempo, al cospetto dell’Albania rurale e che, al contempo, offre i servizi di una cittadina inserita a pieno titolo nelle guide turistiche.

Cosa vedere a Berat, la città dalle mille finestre

Il modo migliore per scoprire Berat e immergersi nella sua atmosfera tipica è percorrerla a piedi, senza fretta.

La prima tappa da non perdere è, senza dubbio, il Castello, fortezza monumentale che si staglia a 241 metri su una collina rocciosa alla destra del fiume e domina tutta la città.

Anche se le prime tracce di fortificazione di Berat risalgono addirittura al IV secolo a.C, il castello assume la sua attuale forma, caratterizzata da planimetria triangolare, possente cinta muraria e 24 torri, nel XIII secolo d.C. con Michael I Comneno Doukas, cugino dell’imperatore bizantino e despota dell’Epiro.

Potrete raggiungerlo con una magnifica passeggiata che attraversa tutto il quartiere storico di Mangalem: non appena sarete al cospetto del Castello, rimarrete colpiti dal suo tessuto urbano disegnato da secolari case in pietra tuttora abitate, piccoli negozi, ostelli, ristoranti, resti di moschee e chiese racchiusi all’interno di un vero e proprio quartiere autentico, Kala, dove non è raro imbattersi in gruppi di bambini che giocano e anziani pastori che transitano con le loro greggi di pecore.

Altro fiore all’occhiello della fortezza è il suggestivo punto panoramico che osserva il Monte Shpirag.

Ma non soltanto: nel cuore della cittadella, spiccano ben 15 chiese, la maggior parte risalenti al XIII secolo: su tutte, meritano una menzione particolare la Chiesa di Santa Maria Vllaherna, impreziosita da pregevoli dipinti e mosaici a opera di Nikolla, figlio del pittore Onufri, e la Chiesa di San Teodoro, dipinta con assoluta maestria proprio da Onufri.

chiesa san teodoro berat

Fonte: iStock

La Chiesa di San Teodoro

Presso la Cattedrale Ortodossa di Santa Maria, l’edificio religioso più grande della cittadella, è altresì ospitato il Museo Nazionale Iconografico Onufri, dove ammirare i magnifici dipinti religiosi di Onufri del XVI secolo e la più ricca collezione di icone dell’Albania, con 173 opere (60 oggetti liturgici e più di 100 icone) realizzate dai maggiori pittori albanesi tra il XIII e il XX secolo.

Cuore dell’esposizione sono poi certamente i capolavori di Onufri, maestro dell’arte sacra del XVI secolo, contraddistinti dall’utilizzo dei colori rosso e rosa e dall’inedito realismo per l’epoca.

Da non perdere poi la Chiesa della Santissima Trinità, chiesa bizantina di epoca medievale, che conserva tutt’ora la struttura del periodo paloeologo: con pianta a croce greca e sormontata dalla cupola, è composta dal naos, dal narcete e dall’alcova.

Ancora, a Berat le chiese cristiane fanno da contraltare alle moschee, in un contesto multireligioso: da segnalare, all’interno della cittadella fortificata, le rovine della Moschea Rossa e della Moschea Bianca, monumenti culturali dell’Albania dal 1961.

I quartieri di Mangalem e Gorica e le loro attrazioni

Dopo aver apprezzato l’area del Castello, non vi resta che passeggiare nel labirinto di stradine che contraddistingue i due quartieri storici della città, Mangalem e Gorica.

Il primo quartiere che troverete arrivando dalla Cittadella è Mangalem, dove lasciarsi incantare dalla Moschea del Sultano, la più antica, dalla Moschea di Piombo del XVI secolo, dalla Moschea dei Celibi che si sviluppa su due piani, e dal Museo Etnografico la cui ricca collezione di oggetti d’arredo e attrezzi da lavoro offre uno spaccato perfetto della cultura folkloristica del territorio.

Spettacolare anche la Chiesa di San Michele, splendido esempio di architettura ortodossa del XIII secolo con la vicina e omonima grotta che fu, in passato, santuario cristiano.

Oltrepassato poi il Ponte di Gorica con 7 archi ed eleganti pietre bianche, vi ritroverete nel quartiere Gorica, impreziosito da numerose chiese di recente costruzione tra cui citare l’imponente Chiesa di San Spiridione e la Chiesa di San Tommaso, notevole meta di pellegrinaggio.

Di Admin

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