Categorie
Notizie patrimonio dell'umanità Viaggi

Alla scoperta dei nuovi siti inclusi nella Lista del Patrimonio dell’Unesco

Quest’anno il Comitato del Patrimonio Mondiale è stato chiamato a votare le nomine per i siti da includere nella Lista dei Patrimoni dell’Unesco sia per il 2022 che il 2023. Il motivo è da riscontrare nel fatto che l’anno scorso l’evento, che doveva avere luogo in Russia, è stato rimandato a causa della guerra in Ucraina. L’Italia, in questo congresso del 2023 tenutosi in Arabia Saudita, purtroppo esce a mani vuote, anche se grande soddisfazione deriva dal fatto che Unesco ha deciso di non inserire la fragile città lagunare di Venezia nella ‘black list’ dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio.

Scopriamo insieme i nuovi siti  Patrimonio Unesco del 2023 e le motivazioni di questo riconoscimento che si possono leggere sul sito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

I siti europei

La Francia ha ottenuto ben due nuovi siti Unesco, uno per la categoria naturale e l’altro per quella culturale. Di quest’ultima fa parte la Maison Carrée, un meraviglioso tempio romano che si trova a Nîmes, nel Sud del Paese. Dedicato agli eredi prematuramente defunti di Augusto, aveva lo scopo di favorire il controllo di Roma sul territorio conquistato.

Nella categoria naturale troviamo invece Vulcani e foreste del monte Pelée e dei pitons della Martinica settentrionale. Vi basti sapere che l’eruzione del 1902-1905 è considerata ancora oggi un evento chiave per la storia della vulcanologia.

Inoltre, da queste parti sopravvivono alcune specie minacciate a livello globale come la rana vulcanica della Martinica (Allobates chalcopis), il serpente terrestre di Lacépède (Erythrolamprus cursor) e l’endemico rigogolo della Martinica (Icterus bonana).

Vulcani e foreste del monte Pelée e dei pitons della Martinica settentrionale, Unesco

Fonte: iStock

Vulcani e foreste del monte Pelée e dei pitons della Martinica settentrionale

Tanta soddisfazione anche per la Danimarca con le sue Fortezze ad anello dell’età vichinga, ovvero cinque siti archeologici che comprendono un sistema di fortezze monumentali, risalenti all’epoca vichinga, a forma di anello e che condividono un disegno geometrico uniforme.

Si tratta dei forti di Aggersborg, Fyrkat, Nonnebakken, Trelleborg e Borgring che anche ai giorni nostri sono una dimostrazione emblematica del potere centralizzato della dinastia Jelling e una testimonianza delle trasformazioni socio-politiche che vide il regno danese alla fine del X secolo.

Della categoria culturale fa parte anche il Patrimonio medievale ebraico di Erfurt, in Germania, che comprende tre monumenti: la Vecchia Sinagoga, il Mikveh e la Casa di Pietra. Essi illustrano la vita della comunità ebraica locale e la sua convivenza con la maggioranza cristiana che occupava l’Europa centrale durante il Medioevo.

Poi la Lettonia con l’Antica città di Kuldīga che si distingue per essere un vero e proprio esempio – perfettamente conservato – di un insediamento urbano tradizionale che prima fu un piccolo borgo medievale, e poi un importante centro amministrativo.

Ancora oggi la cittadina di Kuldīga mantiene gran parte della disposizione stradale di quel periodo e, al contempo, conserva la tradizionale architettura in legno che esprime stili con influenze straniere che a loro volta illustrano il ricco scambio tra artigiani locali e itineranti provenienti da tutto il Mar Baltico.

Anche la Lituana ha un nuovo sito Unesco, ovvero Kaunas modernista: architettura dell’ottimismo, 1919-1939. Si tratta di un’area che è testimone della rapida urbanizzazione che trasformò la città di provincia di Kaunas in una città moderna che divenne persino la Capitale provvisoria della Lituania, tra la prima e la seconda guerra mondiale.

Soddisfazioni anche per la Repubblica Ceca con Žatec e il paesaggio del luppolo di Saaz, utilizzato nella produzione di birra in tutto il mondo. Si tratta di una serie di campi di luppolo particolarmente fertili vicino al fiume Ohře, coltivati ​​ininterrottamente da centinaia di anni, di graziosi borghi storici e di edifici utilizzati per la lavorazione del luppolo. Gli elementi urbani della proprietà includono il centro medievale di Žatec e la sua estensione industriale del XIX e XX secolo, conosciuta come il “sobborgo di Praga”.

Infine la Spagna con i Siti preistorici di Minorca talaiotica che sono la testimonianza dell’occupazione di questa eccezionale isola da parte di comunità preistoriche. I materiali, le forme e l’ubicazione delle strutture, risalenti all’età del bronzo (1600 a.C.) fino alla tarda età del ferro (123 a.C.), mostrano l’evoluzione di un’architettura “ciclopica” costruita con blocchi di pietra di incredibili dimensioni.

Siti preistorici di Minorca talaiotica, Unesco

Fonte: iStock

I Siti preistorici di Minorca talaiotica

I siti del Medio Oriente

Un nuovo e importantissimo Patrimonio Unesco è l’Antica Gerico/Tell es-Sultan, in Palestina. Si tratta di uno dei più antichi insediamenti umani permanenti mai scoperti: risale a 8-9 millenni a.C. Il sito si compone di diversi strati, tra cui resti di mura fortificate, teschi e statue che testimoniano le pratiche culturali delle popolazioni neolitiche che abitavano in questa importante città.

Voliamo ora in Iran dove il nuovo sito Unesco è il Caravanserraglio persiano, vale a dire un’antica locanda che che forniva riparo, cibo e acqua alle carovane, ai pellegrini e ad altri viaggiatori. Tuttavia, è bene sapere che i 54 caravanserragli della proprietà sono solo una piccola percentuale dei numerosi caravanserragli costruiti lungo le antiche strade dell’Iran e che sono considerati gli esempi più influenti e preziosi dei caravanserragli di tutto il Paese.

Poi ancora Gordio, in Turchia, un incredibile sito archeologico di un antico insediamento stratificato che comprende i resti dell’antica capitale della Frigia, un regno indipendente dell’età del ferro. Da queste parti gli scavi e le ricerche archeologiche hanno rivelato una ricchezza di resti che documentano tecniche di costruzione, disposizioni spaziali, strutture difensive e pratiche di inumazione che forniscono diverse informazioni sulla cultura e sull’economia frigia.

Infine la Tunisia con Djerba ,testimonianza di un modello insediativo in territorio insulare. Si tratta di un’isola eccezionale che si aggiunge agli 8 siti tunisini già inseriti nella lista del patrimonio mondiale, di cui 7 siti culturali e un sito naturale. Il caratteristico insediamento umano di Djerba ,infatti, è un puro esempio del modo in cui le popolazioni locali sono state capaci di adattare il proprio stile di vita alle condizioni dell’ambiente naturale in cui si trovavano, ovvero quasi privo di acqua.

Djerba, sito Unesco

Fonte: iStock

Djerba ,testimonianza di un modello insediativo in territorio insulare.

I siti nel resto del mondo

Gli altri nuovi e incredibili siti Unesco situati nel resto del mondo sono:

  • Massiccio forestale di Odzala-Kokoua, Repubblica del Congo: uno degli ambienti più importanti per gli elefanti delle foreste dell’Africa centrale e anche il parco con la più ricca diversità di primati della regione;
  • Vie della Seta: corridoio Zarafshan-Karakum ,Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan: un corridoio di 866 chilometri che segue le antiche strade carovaniere che attraversano il deserto del Karakum fino all’oasi di Merv;
  • Paesaggio culturale ghedeo, Etiopia: con incredibili pendii montuosi coltivati ​​in cui si celano foreste sacre tradizionalmente utilizzate dalle comunità locali per rituali associati alla religione Gedeo e fitti gruppi di monumenti megalitici che anticamente venivano venerati;
  • Parco nazionale delle montagne di Bale, Etiopia: un mosaico paesaggistico di emozionante bellezza che è stato modellato nel corso dei secolo dalle forze combinate di antiche effusioni laviche, glaciazioni e dissezione da parte della Great Rift Valley. Picchi e creste vulcaniche si mescolano a spettacolari scarpate, ampie valli, laghi glaciali, foreste lussureggianti, gole profonde e numerose e fragorose cascate;
  • Koh Ker: sito archeologico dell’antica Lingapura o Chok Gargyar, Cambogia: dove riposano tantissimi templi e santuari tra sculture, iscrizioni, pitture murali e resti archeologici;
  • Monumenti di stele del Cervo e siti associati dell’età del bronzo, Mongolia: le più importanti strutture sopravvissute che appartengono alla cultura dei nomadi eurasiatici dell’età del bronzo che si evolsero e poi lentamente scomparvero tra il II e il I millennio a.C;
  • Tumuli di Gaya, Corea del Sud: siti cimiteriali archeologici con tumuli attribuiti alla Confederazione Gaya, che si sviluppò nella parte meridionale della penisola coreana dal I al VI secolo d.C. L’introduzione di nuove forme di tombe e l’intensificazione della gerarchia spaziale nei siti dei tumuli riflettono i cambiamenti strutturali vissuti dalla società Gaya nel corso della sua storia;
  • Paesaggio culturale delle antiche foreste di tè del monte Jingmai a Pu’er, Cina: un’area di produzione del tè composta da villaggi tradizionali all’interno di antichi boschi circondati da foreste e piantagioni di tè;
  • Santiniketan, India: un tempo era una scuola residenziale e un centro artistico basato sulle antiche tradizioni indiane e su una visione dell’unità dell’umanità che trascendeva i confini religiosi e culturali;
  • Complessi sacri degli Hoysala, India: dove sono presenti i tre esempi più rappresentativi di complessi di templi in stile Hoysala nell’India meridionale, risalenti al XII-XIII secolo. I santuari sono caratterizzati da sculture iperreali e incisioni in pietra che coprono l’intera superficie architettonica, una piattaforma circumambulatoria, una galleria scultorea di grandi dimensioni, un fregio a più livelli e sculture della leggenda di Sala;
  • Tr’ondëk-Klondike, Canada: vi sono contenute fonti archeologiche e storiche che testimoniano l’adattamento delle popolazioni indigene ai cambiamenti senza precedenti causati dalla corsa all’oro del Klondike alla fine del XIX secolo;
  • Paesaggio culturale del popolo Khinalig e percorso di transumanza “Köç Yolu”, Azerbaigian: ovvero il villaggio di Khinalig in alta montagna nell’Azerbaigian settentrionale, i pascoli estivi in ​​alta quota e i terrazzamenti agricoli nelle montagne del Grande Caucaso, i pascoli invernali nelle pianure dell’Azerbaigian centrale e il collegamento di transumanza stagionale lungo ben 200 chilometri;
  • Parco nazionale archeologico di Tak’alik Ab’aj, Guatemala: con una storia di 1700 anni, abbraccia un periodo che ha visto la transizione dalla civiltà Olmeca all’emergere della prima cultura Maya. Da queste parti spazi ed edifici sacri sono stati disposti secondo principi cosmologici e vi si possono trovare innovativi sistemi di gestione dell’acqua, ceramiche e arte lapidaria;
  • Asse cosmologico di Yogyakarta e suoi monumenti storici, Indonesia: lungo 6 chilometri, è posizionato per collegare il Monte Merapi e l’Oceano Indiano, con il Kraton (palazzo) al centro e i principali monumenti culturali lungo l’asse a nord e a sud che sono collegati tramite rituali. Incarna le credenze chiave sul cosmo nella cultura giavanese, inclusa la marcatura dei cicli della vita;
  • Osservatori astronomici dell’Università federale di Kazan, Russia: ovvero due parti, una nel centro storico di Kazan e l’altra in una zona suburbana boscosa a ovest della città. Il primo è stato costruito nel 1837 e presenta una facciata semicircolare e tre torri con cupole. Il secondo comprende strutture per l’osservazione del cielo ed edifici residenziali, tutti situati all’interno di un parco.
Koh Ker, Unesco

Fonte: iStock

Koh Ker: sito archeologico dell’antica Lingapura o Chok Gargyar

I siti a rischio

Nelle nomine di quest’anno sono presenti anche 3 importanti siti a rischio:

  • Luoghi salienti dell’antico regno di Saba, Ma’rib, Yemen: sette siti archeologici che testimoniano il ricco Regno di Saba e le sue conquiste architettoniche, estetiche e tecnologiche dal I millennio a.C. all’arrivo dell’Islam intorno al 630 d.C., con templi monumentali, bastioni e altri edifici;
  • Fiera internazionale Rashid Karame-Tripoli, Libano: il progetto di punta della politica di modernizzazione del Libano negli anni ’60, che per dimensioni e ricchezza di espressione formale è una delle opere più rappresentative dell’architettura moderna del XX secolo nel Vicino Oriente arabo;
  • Centro storico di Odessa, Ucraina: un’area progettata secondo i canoni del classicismo in cui svettano edifici da due a quattro piani e ampie strade perpendicolari fiancheggiate da alberi. Un sito che comprende teatri, ponti, monumenti, edifici religiosi, scuole, palazzi privati ​​e case popolari, club, alberghi, banche, centri commerciali, magazzini, borse e altri edifici pubblici e amministrativi progettati da architetti e ingegneri, per lo più italiani, ma anche di altre nazionalità. Un posto che testimonia la grande diversità delle comunità etniche e religiose della città, rappresentando uno straordinario esempio di scambi interculturali e di crescita delle città multiculturali e multietniche dell’Europa orientale del XIX secolo.

Di Admin

www.gigigram.com