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Viaggio a Marbella, tra Malaga e Gibilterra lungo la Costa del Sol

Tra le destinazioni più famose situate lungo la Costa del Sol dell’Andalusia c’è sicuramente Marbella, una località che ha tutto quello che serve per una vacanza perfetta per ogni tipologia di viaggio. C’è chi la sceglie per il glamour e per l’atmosfera offerta da yacht, resort sulla spiaggia, negozi di design e campi da golf, e chi invece vuole godere appieno del suo clima incredibile, mite anche durante l’inverno, a spasso tra vecchi bar di tapas e il suo centro storico. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se chiunque viene sedotto dal suo fascino.

Marbella è un luogo incredibile da visitare durante un viaggio in Spagna, magari in un road trip che, proprio da questa località balneare, vi porta alla scoperta di altre mete imperdibili presenti sulla costa come Fuengirola o la stessa Malaga, fino ad arrivare a Gibilterra, l’angolo d’Inghilterra su territorio spagnolo.

Marbella: relax, arte e storia

Il mare e le spiagge rappresentano l’attrattiva principale di Marbella che, grazie alla bellezza delle sue acque, è la zona intorno a Malaga che ha ottenuto più volte la prestigiosa Bandiera Blu. 30 chilometri di costa perfetti per rilassarsi, dalla spiaggia cittadina di Playa del Cable, frequentata sia dai turisti che dagli abitanti del posto perché molto ampia e caratterizzata da acque tranquille e poco profonde, a quella di Fontanilla, facilmente raggiungibile da qualsiasi zona della città.

Dopo esservi rilassati sulla spiaggia e aver fatto una meritata siesta, è ora di scoprire il centro storico tra edifici rinascimentali e tante opportunità per provare le specialità tipiche, come le tapas. Una volta qui, assicuratevi di fare una passeggiata nella Plaza de los Naranjos, risalente al 1400, dove troverete il municipio costruito in stile rinascimentale, la cappella di Santiago, la prima chiesa della città e la Casa del Corregidor. Successivamente, dirigetevi verso il Museo di Gravado Español dove potrete ammirare le opere d’arte moderna realizzate da artisti locali e nazionali spagnoli come Goya, Picasso, Miró e Dalí. Infine, non dimenticate di tornare indietro nel tempo e di visitare i resti della basilica paleocristiana di Vega del Mar nella zona di Linda Vista.

Molti turisti, soprattutto quelli dediti ai viaggi di lusso, non arrivano al centro storico: voi non fate assolutamente questo errore, ma esploratelo con calma perdendovi nel labirinto delle sue strade bianche, strette e tortuose, ricche di buganvillee e delle famose arance, che appaiono durante la primavera.

Natura e attività all’aria aperta

Non solo spiagge e borghi caratteristici, Marbella soddisfa anche le esigenze di chi, al relax, desidera affiancare anche attività all’aria aperta. Oltre ai diversi parchi e giardini presenti, come il Jardin El Ángel o il Lago de las Tortugas, luogo ideale per vedere da vicino tante simpatiche tartarughe acquatiche, è possibile intraprendere un percorso di trekking verso La Concha, una delle montagne più alte vicino a Marbella. Se siete escursionisti con una buona esperienza, non perdetevi quest’opportunità: anche se impegnativa, vi ripagherà con viste uniche e mozzafiato.

La Concha Marbella

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Montagna La Concha a Marbella

Fuengirola e Torremolinos

Se avete deciso di proseguire verso Malaga, ci sono alcune cittadine che meritano una sosta, come Fuengirola. Anche qui, come a Marbella, si respira l’atmosfera tipica andalusa racchiusa nel litorale, dove si trovano alcune delle spiagge più belle della Costa del Sol come Los Boliches o Las Gaviotas. Non mancano siti di interesse storico, eredità dei popoli che l’hanno abitata nel tempo, come le terme, le ville romane e il castello arabo di Sohail.

Dopo ulteriori 20 chilometri giungerete a Torremolinos, un’altra località molto amata da chi desidera una pura vacanza di relax all’insegna di mare e divertimento. Il litorale vanta una lunga spiaggia di sabbia dorata bordata di palme che arriva fino al río Guadalhorce, dove sono presenti diversi bar, locali notturni e ristoranti.

Malaga, capitale della Costa del Sol

Ed eccoci arrivati a Malaga, la capitale della Costa del Sol, oltre che una delle più importanti mete turistiche dell’Andalusia. Passeggiando nel suo centro storico totalmente pedonale, in un mix di stradine e viali alberati, scoprirete un’interessante varietà di stili architettonici, mentre il suo lungomare vi aspetta con spiagge sabbiose e acque limpide. Qui fate un salto a La Malagueta, spiaggia cittadina non lontana dal porto e ricca di servizi e bar, o a quella di Pedregalejo se cercate una location più tranquilla.

Dedicate a Malaga almeno qualche giorno dove al relax delle spiagge potete affiancare momenti di shopping lungo i grandi viali o di scoperta dedicati a monumenti imperdibili, come l’Alcazaba. Simile all’Alhambra di Granada, anche se molto più piccola, questa fortezza che domina la città fu costruita come parte del Regno Nasride nell’XI secolo, ossia il periodo di dominio islamico in Spagna. L’architettura è bellissima, caratterizzata dai tipici archi moreschi, da mosaici e da giardini pieni di fontane, aranci, palme e immersi nel profumo del gelsomino.

Merita una visita anche il Castello di Gibralfaro (costruito nell’VIII secolo) per ospitare le truppe e proteggere la fortezza dell’Alcazaba. La vista da qui è imperdibile perché potrete camminare sopra le antiche mura e godere di una vista privilegiata su alcuni dei più importanti monumenti della città.

Se capitate in città verso la metà di agosto, segnate in agenda la Feria de Malaga, forse l’evento estivo più famoso di tutta l’Andalusia. Per tutta la città si balla dalla tarda mattinata fino alle prime luci dell’alba, facendo tappa nei ristoranti per degustare le tipiche tapas o nei bar per provare lo sherry e il locale cartojal, vino bianco simbolo di Malaga.

Malaga

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Vista panoramica di Malaga

Gibilterra, un angolo d’Inghilterra in Spagna

Se da Marbella desiderate dare un tocco British al vostro viaggio, proseguite lungo la Costa del Sol in direzione di Gibilterra, distante 78 chilometri. Il suo patrimonio storico è racchiuso nella città vecchia, che custodisce un misto di stili architettonici plasmati dai popoli che l’hanno governata nel tempo quali i mori, gli spagnoli e gli inglesi. Proprietà inglese su territorio spagnolo, è caratterizzata da uno stile di vita biculturale che renderà la vostra vacanza ancora più interessante.

Anche qui, come nel resto della Costa del Sol, potete godervi le piccole cose della vita come rilassarvi sulle spiagge: dalla pittoresca baia di Sandy Bay a quella di Catalan. Per chi vuole approfittare dello status duty-free di Gibilterra, può dedicarsi allo shopping lungo Main Street, mentre se quello che cercate è un belvedere o mirador perfetto lo trovate alla Rocca, simbolo del territorio. Considerato la punta d’Europa, può essere raggiunto facilmente con la teleferica, ma state attenti alle scimmie che l’abitano: non dategli da mangiare e non cercate di toccarle.

Dalla Rocca potrete godere di uno splendido panorama a 360 gradi su Gibilterra oppure prendere il sentiero che vi porterà alla Saint Michael’s Cave, una grotta naturale così grande da essere utilizzata per ospitare anche concerti di ogni tipo. Una volta scesi in città riparatevi dal caldo nei suggestivi giardini di Alameda e non dimenticare una visita al cimitero di Trafalgar dove sono seppelliti i caduti durante l’omonima battaglia avvenuta nel 1805.

Scimmia Gibilterra

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Una scimmia sulla Rocca di Gibilterra
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Viaggio a Roma alla scoperta delle sue ville più belle e da visitare assolutamente

Roma, la nostra affascinante Capitale, è un vero e proprio museo a cielo aperto che attraversa diverse epoche storiche. Molte sono le attrazioni da visitare tra le sue pressoché infinite vie e piazze, spesso prese d’assalto dai turisti che non possono fare a meno di ammirare estasiati l’eternità di questa città. Ed è proprio tra il caos che il più delle volte si nascondo luoghi di pura pace e bellezza, fatti di pinete, laghi, fiumi, giardini e sentieri che lasciano senza fiato. Parliamo delle ville storiche romane, che sono dei veri e propri gioielli tutti da scoprire.

Scopri tutte le attività che puoi fare a Roma

Villa Doria Pamphilj, tra le meglio conservate in città

Iniziamo questo viaggio dalla suggestiva Villa Doria Pamphilj, residenza storica dell’omonima famiglia nobile romana, che sorge in Via di San Pancrazio, appena fuori dalle mura nel quartiere Gianicolense. Si tratta di un luogo di puro incanto e che può essere davvero definito un’oasi di pace, poiché comprende il terzo più grande parco pubblico di Roma (184 ettari) e il Casino del Bel Respiro, sede di rappresentanza ufficiale del governo italiano e una delle opere architettoniche esteticamente più pregevoli di tutta la struttura.

Progettata da Alessandro Algardi e Giovanni Francesco Grimaldi nel Seicento, è considerata una delle più importanti ville romane (oltre che un capolavoro perfettamente conservato), poiché mantiene ancora dopo secoli la sistemazione seicentesca e le principali caratteristiche del 700 e dell’800.

Villa Doria Pamphilj, Roma

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L’Arco dei Quattro Venti nel parco di Villa Doria Pamphilj

Da ammirare assolutamente sono il Giardino del Teatro, dove si svolgevano manifestazioni teatrali; la Cappella Doria Pamphilj, ultimo degli edifici costruiti nella villa; la Fontana del Giglio, con giochi d’acqua che vanno a confluire nel Laghetto del Belvedere; la Villa Vecchia, l’edificio più antico del Parco; i resti archeologici che comprendono anche una necropoli romana nella quale furono trovate due tombe di età Augustea; piante da frutto come cedri, limoni, aranci e molto altro ancora.

Regalati un indimenticabile tour della meravigliosa Villa Doria Pamphilj

Villa Medici, sul punto più alto di Roma

In posizione panoramica sulla collina del Pincio (punto più alto della città), accanto all’altrettanto affascinante Trinità dei Monti, sorge la maestosa Villa Medici che dal 1803 ospita l’Accademia di Francia a Roma. Si tratta di un pregevole edificio che risale alla metà del XVI secolo realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio.

La struttura è altamente sorprendente perché offre una facciata esterna dallo stile sobrio, che crea poi un netto contrasto con la facciata interna impreziosita da ghirlande, maschere, statue e bassorilievi antichi. Non mancano magnifici giardini popolati da sculture e fontane, ma anche siepi e pini che si estendono per oltre 7 ettari.

Villa Medici, Roma

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Tutta la bellezza di Villa Medici

Non sono di certo da meno gli interni, che custodiscono gelosamente pregevoli opere d’arte collezionate nei secoli e anche una delle più grandi biblioteche di arti decorative di Roma: possiede circa 37.000 volumi in lingua francese, dedicati alle arti plastiche, architettura e storia dell’arte.

Concediti un tour di Villa Medici e di Castel Sant’Angelo

Villa Borghese, meraviglioso parco cittadino

È molto difficile descrivere con poche parole Villa Borghese, perché è un grande parco cittadino che può vantare sistemazioni a verde di diverso tipo, dal giardino all’italiana alle ampie aree di stile inglese, edifici, piccoli fabbricati, fontane e laghetti. Non a caso, è il quinto più grande parco pubblico a Roma (circa 80 ettari), un capolavoro che impreziosce il Municipio II, quartiere Pinciano.

Come accennato, gli edifici che si trovano al suo interno sono davvero numerosi: il Casino del Graziano, il Casino Giustiniani, l’Uccelliera e la Meridiana con i giardini segreti, il Casino dell’Orologio, la Fortezzuola, l’ampio Giardino del Lago con un romantico isolotto artificiale su cui domina il Tempietto di Esculapio e molto altro ancora.

Al suo interno vi è persino il Museo Canonica, casa-studio dall’artista Pietro Canonica, il Casino di Raffaello con una ludoteca per bimbi, la Casina delle Rose con la Casa del Cinema, il giardino zoologico recentemente convertito in Bioparco e chi più ne ha più ne metta.

Villa Borghese, orologio

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Il pittoresco orologio ad acqua di Villa Borghese

Straordinario è anche lo stesso Parco di Villa Borghese, che si estende tra il tratto delle Mura Aureliane che unisce Porta Pinciana a Piazzale Flaminio, ed i nuovi quartieri Salario e Pinciano. Ma non è ancora tutto, perché questa è anche una delle ville romane più ricche di testimonianze artistiche e paesaggistiche della città (e non solo): per la sua incredibile concentrazione di musei e istituti culturali è definita “Parco dei Musei”.

Fai un tour dei giardini di Villa Borghese in golf cart

Villa Torlonia, dalla storia complessa ma affascinante

Villa Torlonia ha una storia piuttosto complessa, un passato che contribuisce a renderla estremamente affascinate: situata nel quartiere Nomentano, è stata dapprima proprietà agricola della famiglia Pamphilj, per poi essere acquistata dal banchiere Giovanni Torlonia che la fece trasformare in propria residenza, fino a diventare residenza di Mussolini, poi struttura e in stato di abbandono e infine meraviglioso parco pubblico a partire dal 1978.

Oggi, infatti, è un affascinante parco con un complesso di edifici tra cui il bunker per Mussolini e due rifugi antiaereo che è possibile visitare insieme al giardino e ai preziosi musei.

Tra i luoghi di interesse da non perdere ci sono certamente il Casino Nobile, magistrale esempio di architettura neoclassica; la Casina delle Civette, trasformata ad opera dell’architetto Enrico Gennari in un “Villaggio Medievale” caratterizzato da porticati, torrette e loggette, decorato da maioliche e vetrate; il Complesso della Serra moresca, in stile neomoresco e con annessi anche altri elementi architettonici come la torre e la grotta; obelischi e molto altro ancora.

Villa Torlonia, Roma

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Casina delle Civette presso Villa Torlonia

Senza dimenticare che l’area naturalistica urbana di Villa Torlonia presenta una notevole biodiversità vegetale tutta da scoprire.

Villa del Priorato di Malta, dove c’è il “buco” più bello di Roma

Infine la Villa del Priorato di Malta che sorge in tutto il suo splendore sul Colle Aventino. Si tratta della sede storica del Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta, oggi Sovrano Militare Ordine di Malta.

È un affascinante complesso di edifici che si affacciano su un meraviglioso giardino all’italiana e che si presenta con una straordinaria piazzetta settecentesca decorata con trofei di guerra che narrano delle imprese dei cavalieri di Malta. Ma non è tutto, perché essa è nota anche perché il famoso buco della serratura del portone d’ingresso, dal quale sbirciando è possibile scorgere la maestosità della cupola di San Pietro.

Villa del Priorato di Malta, Roma

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La vista dal buco della serratura della Villa del Priorato di Malta

Oggi l’area gode del diritto di extraterritorialità e il suo centro ideale è la Chiesa di Santa Maria del Priorato, interna al giardino, che evoca il modello architettonico di un tempio romano, mentre l’interno riesce ad integrare la fantasia barocca e controriformista con le memorie classiche.

Roma è pura magia in ogni suo angolo, ma anche la culla di oasi di pace dove meno te lo aspetti.

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Le meraviglie antiche del Museo Larco di Lima, in Perù

Quando si fa un viaggio in Perù si può entrare spesso in contatto con le antiche civiltà precolombiane dell’area andina. Quel pezzo di Sud America ha storia antica da vendere e un luogo dove poter iniziare a famigliarizzare con questa materia è senza, dubbio, il Museo Larco di Lima, il cui nome completo è Museo Arqueológico Rafael Larco Herrera, un luogo dove la cultura e la divulgazione trovano una grande casa in quel della capitale del Perù.

Questo museo porta il nome di un noto politico che fu fondamentale per il Perù della prima parte del ‘900. Rafael Larco iniziò, a titolo di collezione personale, a raccogliere oggetti antichi. Alla sua morte, il figlio donò la collezione allo Stato e, da quel momento, nacque il nucleo primitivo del museo.

Dove si trova il Museo Larco a Lima

Lima è una città molto grande: durante il tuo viaggio in Perù, tieni conto di consistenti tempi per spostarti da un quartiere e l’altro della città. Per raggiungere il Museo Larco e ammirare le antichità peruviane, dovrai spostarti verso quella che viene chiamata Urbanización El Carmen, nel distretto di Pueblo Libre. Il museo si trova lungo una grande via di comunicazione chiamata Avenida Simon Bolivar. A poca distanza dal museo, ci sono alcune fermate dei mezzi pubblici. L’entrata del museo è collocata su Calle Navarra, una laterale del grande viale citato prima. Il Museo Larco di Lima è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19, con un orario ridotto in giorni festivi o prefestivi come la Vigilia di Natale o il 31 Dicembre.

Dove si trova il Museo Larco di Lima

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La facciata del Museo Larco di Lima

Biglietti e informazioni per visitare il Museo Larco di Lima

I biglietti per entrare nel museo possono essere anche acquistati online dal sito ufficiale di questo importante contenitore culturale e costa 40 Soles Perviani, che corrispondono a poco più di 9€. Sono previste delle riduzioni per chi ha più di 60 anni o per bimbi e ragazzi dagli 8 ai 17 anni. I bambini sotto gli 8 anni di età entrano gratuitamente.

I cartelli informativi del museo sono scritti in spagnolo e inglese ma, per alcune collezioni permanenti, sono disponibili le spiegazioni anche in italiano o in altre lingue. All’interno della struttura è presente il wifi gratuito, utilizzabile da chiunque visiti il museo e, nel caso arrivasti con uno zaino di misura consistente, potrai lasciarlo al guardaroba all’ingresso. All’interno delle sale espositive non sono ammesse borse di grandi misure. Per capirci, un normale zaino da 30 litri è già troppo grande per la policy del Museo Larco di Lima e va, quindi, lasciato al guardaroba.

Per quanto riguarda l’accessibilità a chi ha difficoltà a camminare o per chi è su una sedia a rotelle, il museo prevede delle rampe o degli ascensori per poter superare la barriera delle scale. I cani guida o quelli di assistenza sono ammessi all’interno del museo ma non i cani da compagnia. Non si può mangiare e bere nel museo ma si può farlo nei giardini e, ovviamente, nella caffetteria presente in loco.

Visitare il Museo Larco di Lima: quanto tempo ci vuole?

Questo museo della capitale del Perù è davvero immenso. Il consiglio più comune è quello di considerare quasi un’intera giornata per vederlo. Non si tratta, infatti, solo di ammirare le collezioni all’interno dell’edificio ma di poter godere anche dei giardini e di tutta la parte esterna.

Per questo motivo, pianifica bene la tua visita a questo luogo culturale del Perù: non avere fretta e chiediti, prima di entrare, se questo posto possa fare per te e per il tipo di viaggio in Perù che vuoi vivere. Lima è una città che offre davvero molto, sotto tutti i punti di vista, ed è sempre meglio considerare bene cosa chiedere al proprio viaggio da quelle parti.

Le collezioni del Museo Larco di Lima, in Perù

Fonte: Getty Images

Oggetti esposti al Museo Larco di Lima

Le collezioni del Museo Larco di Lima: l’esposizione permanente

Molti musei propongono collezioni permanenti affiancate da esposizioni temporanee. Il Museo Larco di Lima non fa eccezione e, con un unico biglietto, si può vedere qualsiasi cosa mostri al pubblico.

L’esposizione permanente è costituisce la più grande collezione storico-archeologica del Perù. Si contano oltre 5000 oggetti di importanza e uso diverso, provenienti da ogni regione del Perù. La maggior parte di essi raccontano l’epoca prima dell’arrivo del Colonialismo nel paese e sono quindi denominati come “precolombiani”, anche se Cristoforo Colombo non ha avuto mai nulla a che fare con la conquista di questa nazione andina.

La collezione permanente custodisce alcuni capolavori dell’arte precolombiana e della storia antica del Perù. Una di esse, per esempio, è la Stele di Pacopampa, un oggetto di pietra incisa trovato nel nord del Perù e che rappresenta una divinità femminile dal significato decisamente importante per la storia e l’antropologia peruviana. Altri oggetti degni di nota sono, invece, stati ritrovati in un corredo funerario risalente a un periodo che, per la storia europea, potrebbe essere il Medioevo.

Si tratta di oggetti di metallo e d’oro dal design molto interessante e dall’importanza storica inestimabile. Gli appassionati di design troveranno pane per i loro denti nella collezione permanente del Museo Larco di Lima. Ci si può sorprendere di quanto il passato di certe civiltà possa essere ispiratore. A tal proposito, sappi che dentro al museo si possono fare schizzi e disegni di quanto vedrai esposto ma sono ammesse solo matite. Le penne, i pennarelli e altri strumenti da disegno sono vietati.

Le collezioni del Museo Larco di Lima: la galleria di arte erotica

Una intera sezione del Museo Larco di Lima è dedicata a quella che viene definita arte erotica. Si tratta di una collezione che raccoglie moltissime ceramiche e manufatti di terracotta rappresentanti idoli sessuati. Questo tipo di ritrovamento è molto comune in tutti i territori del Perù in cui hanno vissuto le civiltà precolombiane. Era tipico di quei popoli, infatti, costruire degli idoli dalle simili fattezze e considerarli collettori di forza, potenza e prosperità.

La galleria è, malgrado quello che si possa pensare, aperta ai visitatori di tutte le età. Se viaggi con dei bambini, sii pronto a spiegare quello che potrai ammirare con la tua famiglia. La collezione di arte erotica del Museo Larco di Lima è una delle più importanti al mondo, soprattutto per chi studia antropologia.

I giardini del Museo Larco di Lima

Fonte: Getty Images

Ci sono piante incredibili nel giardini del Museo Larco

I giardini del Museo Larco di Lima

La parte esterna di questo museo peruviano merita tanto quanto la parte interna. I giardini mostrano una grande raccolta di piante da ogni parte del Perù. Quando si parla di questo paese del Sud America si pensa spesso alle Ande, bellissime nei loro colori ma estremamente brulle data l’altitudine. Si considera poco tutta la parte tropicale del Perù e alla vegetazione che ne può prosperare. Esiste, per esempio, una parte di Amazzonia totalmente peruviana, con una natura davvero spettacolare.

Il Museo Larco di Lima insegna molto anche in questo ambito: i suoi giardini sapranno darti un’idea quasi completa della bellezza della flora tropicale del Perù. Lima, del resto, si trova a livello del mare e il clima è proprio quello più favorevole ad alcune delle piante che potrai ammirare.

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Villefranche-sur-Mer: il paradiso della Costa Azzurra

Ogni volta che qualcuno visita il sud della Francia, torna sempre a casa con una nuova destinazione preferita. La Costa Azzurra è così ricca di luoghi meravigliosi che un viaggio non è mai abbastanza, bisogna tornare e scoprire borghi e cittadine sempre nuove. Se ci siete stati, sapete bene cosa intendiamo e, se state pianificando di tornarci o di scoprirla per la prima volta, abbiamo un posto da consigliarvi: Villefranche-sur-Mer, italianizzato Villafranca sul Mare.

Questa incantevole cittadina, situata tra Nizza e Saint-Jean-Cap-Ferrat, non ha nulla da invidiare ad altre località famose della costa come Mentone, con la quale condivide una qualità di cui tutti si innamorano: un lungomare colorato e caratteristico. Può essere facilmente visitata con una gita di un giorno, ma consigliamo di soggiornarvi almeno due giorni per respirare appieno la sua atmosfera fatta di case colorate, piccole boutique, caffè e ristoranti affacciati sul mare.

Cosa vedere e fare a Villefranche-sur-Mer

Ogni angolo di questa cittadina sorprende, dalla città vecchia affacciata sul blu intenso del mare fino alle colline verdi alle sue spalle. La bellezza, a Villefranche-sur-Mer, è sicuramente da ricercare nei dettagli: viuzze strette, scalinate acciottolate, porticati e case con persiane colorate e arricchite da vasi di fiori che decorano con stile raffinato le facciate. Considerata la sua atmosfera unica, non sorprende che sia stata scelta come location anche per diversi film come “Un amore splendido” con Cary Grant e Deborah Kerr.

Sono diverse le cose da vedere e da fare durante la vostra permanenza a Villefranche-sur-Mer per scoprire questo angolo speciale della Costa Azzurra, che consigliamo di visitare in bassa stagione, nei mesi di maggio, settembre e ottobre per evitare la folla turistica e i prezzi alti tipici della riviera, oltre che le temperature troppo elevate.

Villefranche sur Mer lungomare

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Lungomare di Villefranche-sur-Mer

Rilassarsi sulla spiaggia

La Costa Azzurra è famosa per le sue splendide spiagge e Villefranche-sur-Mer non è da meno. Seppur meno rispetto alle altre spiagge della riviera, anche qui sono composte soprattutto di ciottoli quindi consigliamo di mettere in valigia delle scarpette apposite per entrare facilmente in acqua. La spiaggia principale della cittadina è Plage des Marinieres, una location bellissima che vanta acque cristalline e una vista perfetta sulle casette colorate del centro storico.

A 20 minuti di camminata dal lungomare troverete la Plage de la Darse, immersa in una location molto particolare perché situata di fronte a imponenti mura di pietra fortificata. Anche in questo caso si tratta di una spiaggia di ciottoli, ma l’acqua è calma, limpida e turchese, perfetta per nuotare e rilassarvi.

Passeggiare tra le strade del centro storico

Questo borgo di pescatori è stato fondato nel 1295 ai piedi di una serie di rigogliose colline e conserva ancora oggi i resti della sua antica storia. Per scoprirla vi basterà passeggiare tra le strade del centro storico, dove vi imbatterete nei luoghi di interesse principali come la chiesa di Saint-Michelle, con il suo iconico campanile giallo che può essere avvistato da tutta Villefranche-sur-Mer. La chiesa, risalente al XVIII secolo e realizzata in stile barocco, si trova a un paio di rampe di scale dal lungomare.

Immancabile è una visita alla Chapelle Saint-Pierre, una cappella romanica dedicata a San Pietro, il patrono dei pescatori, un tempo usata come ricovero per le barche. La chiesa vanta un restauro speciale eseguito nel 1957 da Jean Cocteau: innamoratosi di questo luogo, l’artista si occupò con creatività del rifacimento della facciata esterna e della sua decorazione interna, che ricopre tutta la cappella con le varie fasi della vita di San Pietro. Date un’occhiata anche ai candelabri dell’Apocalisse, dei lampadari dai volti umani cotti in forni Valbonne.

Se amate i mercati, non perdetevi quello organizzato nel Jardin François Binon ogni mercoledì o sabato: qui potete acquistare prodotti freschi come frutta e verdura, formaggio e olio d’oliva, oltre che fiori, ceramiche e tessuti.

Visitare la Cittadella

Tra i posti da visitare a Villefranche-sur-Mer c’è la Cittadella, una magnifica fortezza medievale del XVI secolo situata su una collina sopra la città. Grazie alla sua posizione, offre la migliore vista sul borgo, sulla baia e sulla costa. Chi è interessato al paesaggio, il momento ideale per visitarla è sicuramente il tramonto, mentre durante il giorno è possibile entrare nei diversi musei, godere della quiete del suo bellissimo giardino e del teatro all’aperto. L’aspetto migliore della cittadella è che l’ingresso è gratuito, compresa l’entrata ai musei.

Villefranche-sur-Mer spiaggia

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Plage des Marinieres a Villefranche sur Mer

Come arrivare da Nizza

Villefrance-sur-Mer si trova al centro tra due delle località più famose della Costa Azzurra: Nizza (4 chilometri) e Monaco (12 chilometri). Se atterrate all’aeroporto di Nizza avete diverse opzioni per raggiungere la cittadina: noleggiando un’auto o scegliendo l’alternativa sostenibile rappresentata treno. Il biglietto è molto economico e vi permetterà di raggiungere la vostra meta in pochi minuti.

Se invece soggiornate a Nizza e desiderate visitare Villefrance-sur-Mer in giornata e tenervi in forma, potete camminare lungo un percorso che vi porterà nel borgo in meno di due ore o noleggiare una bici elettrica.

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Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, un gioiello primitivo da vedere

Tra le aree protette più belle al mondo, il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia si trova in Madagascar ed è un’area naturale protetta, non molto distante da Antananarivo. Conosciuto con il nome di riserva di Périnet, l’area ricopre più di 15.000 km di foresta pluviale, con una biodiversità ricchissima. Laghi, cascate, vegetazione lussureggiante e profumi che evocano tutta la magnificenza della natura: ti sveliamo cosa vedere (tra cui, se hai fortuna, le 11 specie di lemuri, diurne e notturne) e come prepararti al viaggio.

Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, cosa sapere

Puoi accedere al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia per tutto l’anno: è nella zona orientale del Madagascar (dove ti occorre un visto per entrare), e dalla Capitale, ovvero Antananarivo, ci vogliono circa 3 ore di auto per arrivare a destinazione. La superficie è di oltre 150 km², e la riserva naturale è famosissima in tutto il mondo perché qui sono presenti oltre cento specie di orchidee.

Ti trovi in una foresta primitiva unica: rispetta la zona, poiché sei in una riserva naturale. Formata dalle aree protette della Riserva Speciale d’Analamazoatra e il Parco Nazionale Mantadia, il clima è gentile e la temperatura si aggira intorno ai 20 gradi. Durante le escursioni, non dimenticare di portare con te un tipo di abbigliamento comodo, scarponi da trekking e giacca a vento, nel caso in cui piova (il che è abbastanza frequente). Il periodo migliore per visitare il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia va da aprile a ottobre, nella stagione secca, poiché c’è il rischio concreto di ciclone tra la fine di dicembre e la metà di aprile.

Cosa vedere al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia

I Parchi Nazionali del Madagascar richiedono una guida per entrare nel parco: una decisione saggia, dal momento in cui è importante mantenere la riserva protetta. Una scelta etica che costa poco e che ti assicura di conoscere anche parecchi segreti sulla zona. In ogni caso, il permesso si può richiedere in prossimità dell’ingresso: i sentieri si percorrono a piedi e sono tracciati per lunghezza e difficoltà. I percorsi di visita durano circa 2, 4 o 6 ore: è possibile anche richiedere un percorso notturno (verifica prima la disponibilità) e nei dintorni del parco non mancano alberghi in cui alloggiare. La flora del posto ti dà l’opportunità di ammirare ninfee, felci, bambù. E la fauna non è da meno: come anticipato, sono presenti tante specie di lemuri, tra cui quella più grande al mondo, ovvero l’Indri, e questo è valso il nome di Paradiso dei Lemuri.

Cosa puoi vedere qui? Oltre ai lemuri, anche i camaleonti e i rettili, tra cui il geco. La maggior parte delle escursioni permette di osservare da vicino gli Indri: la guida solitamente li “richiama” per dare la possibilità a ogni turista di vivere un momento unico a contatto con la natura. L’Aye Aye è invece attivissimo durante il giorno, e di solito puoi scorgerlo godersi il sole in cima agli alberi. Oltre a un centinaio di specie di uccelli, citiamo anche il Calumma Parsonii, il camaleonte più grande del Madagascar. Un vero e proprio gioiello naturalistico che, a parere nostro, dovresti visitare almeno una volta nella vita.

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Mausoleo di Ho Chi Minh, tutto quello che c’è da sapere: info e consigli

Stai pianificando il tuo viaggio ad Hanoi, la Capitale del Vietnam? C’è un’attrazione che devi assolutamente inserire nel tuo itinerario, ovvero il Mausoleo di Ho Chi Minh, l’ultima dimora di un eroe nazionale. Monumento funebre dedicato ad Ho Chi Minh, leader vietnamita, è stato costruito dal 1973 al 1975, e si trova in piazza Ba Ðình, luogo di fondamentale importanza per tutti i vietnamiti, perché è qui che Ho ha letto la dichiarazione di indipendenza. A una prima occhiata, siamo certi che ti ricorderà il Mausoleo di Lenin a Mosca e, in effetti, è stato fondato prendendo ispirazione dal monumento.

Cosa sapere prima di visitare il Mausoleo di Ho Chi Minh

L’attrazione turistica più visitata e amata ad Hanoi è un luogo sacro, di fatto, per tutti i vietnamiti. Le sue dimensioni sono monumentali e al suo interno è presente il sarcofago di vetro con la salma imbalsamata di Ho Chi Minh (scelta che, in realtà, è andata “contro” ai suoi desideri, poiché avrebbe voluto essere cremato). L’accesso viene regolato dalle guardie ed è chiuso al pubblico per due mesi all’anno, quando la salma viene trasferita in Russia per la conservazione, solitamente da ottobre a dicembre.

Aperto al mattino dalle 8 alle 11, è chiuso il lunedì e il venerdì e l’ingresso è gratuito. Per visitare il Mausoleo di Ho Chi Minh, bisogna rispettare delle regole. Iniziamo dall’abbigliamento: devi recarti sul posto con un dress code semplice e casual, maglietta a maniche lunghe e pantaloni lunghi, o abiti lunghi (vietati i pantaloncini, minigonne, abiti cortissimi). Altra cosa da sapere è che è vietato l’accesso con la macchina fotografica. Infine, devi sempre mantenere un comportamento rispettoso delle regole (non parlare a voce alta, il silenzio è d’oro).

Informazioni utili su cosa vedere al Mausoleo di Ho Chi Minh

Nella lingua vietnamita, è conosciuto come Lăng Chủ tịch Hồ Chí Minh. Questo monumento funebre, che, come abbiamo visto, è ispirato al Mausoleo di Lenin a Mosca (ma non mancano influenze vietnamite), rappresenta il cuore di Hanoi, la Capitale del Vietnam, tra i luoghi da visitare assolutamente nel Paese. Con un pizzico di fortuna, puoi assistere al cambio della guardia fuori dal Mausoleo: la cerimonia non ha nulla da invidiare al cambio della guardia a Buckingham Palace a Londra. In ogni caso, avviene dopo ogni ora, alla mattina e alla sera, dalle 6. Alle 21, invece, è prevista la cerimonia dell’alzabandiera. Uno spettacolo culturale da ammirare in rigoroso silenzio.

All’ingresso, puoi notare sin da subito una delle frasi più famose di Ho Chi Minh, ovvero “Niente è più prezioso dell’Indipendenza e della Libertà”. L’atmosfera è di certo particolare, e puoi proseguire la visita osservando la salma nella bara di vetro (sono presenti quattro guardiani intorno) o visitare il giardino botanico (il costo di ingresso, però, è di 40000 vnd). Simbolo del Vietnam e della storia dell’epoca socialista, la struttura è a dir poco imponente – mastodontica, in realtà – alta 21,6 metri e larga 41,2 metri. Proprio di fianco al Mausoleo, inoltre, si trovano altre due piattaforme con sette gradini. Milioni di visitatori sono stati proprio qui… sulle tracce della storia vietnamita. Della libertà e dell’indipendenza.

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Visto per la Corea del Sud, come farlo? Consigli utili e informazioni

La Corea del Sud è tra i sogni di molti viaggiatori: puoi realizzare il tuo desiderio di visitare questo luogo magnifico, Paese dell’Asia Orientale, aggiornandoti su cosa serve prima di partire. Occorre un visto per la Corea del Sud? Quali sono i documenti che servono per entrare nel Paese? Pianifica la tua vacanza senza stress con i nostri consigli: ecco cosa sapere.

Occorre il visto turistico per la Corea del Sud?

C’è una buona notizia: non occorre il visto per entrare in Corea del Sud per soggiorni inferiori ai 90 giorni. I cittadini italiani che hanno intenzione di visitare il territorio e soggiornare per poco meno di tre mesi possono partire a un’unica condizione: vedere il Paese, ma non è possibile svolgere delle attività lavorative. Fino al 31 dicembre 2024, non è necessario richiedere l’autorizzazione di viaggio elettronica K-ETA per entrare nel Paese. Una scelta che mira a promuovere il turismo. In alternativa, l’autorizzazione deve essere richiesta 72 ore prima di partire ed è obbligatoria.

Come fare il visto turistico per la Corea del Sud

Per i turisti che intendono rimanere in Corea del Sud per più di 90 giorni, è fondamentale richiedere il visto. Cosa fare, in questo caso? La prassi è la seguente:

  • Fare richiesta presso l’Ambasciata della Repubblica di Corea a Roma oppure presso il Consolato della Repubblica di Corea a Milano;
  • Trascorsi 90 giorni dal proprio arrivo in Corea del Sud, è obbligatorio richiedere la Alien Registration Card all’Ufficio di Immigrazione. Bisogna presentare il passaporto, la foto e pagare circa 30mila Won (circa 20 euro). In base al tipo di visto, può essere richiesta ulteriore documentazione.

Ricordiamo, infine, che per entrare in Corea del Sud bisogna munirsi di passaporto con almeno 3 mesi di validità residua. Aggiungiamo che, sebbene con il visto turistico non si possa effettivamente lavorare, si può comunque seguire un corso di lingua coreana, un’attività di certo divertente e formativa per chi desidera rimanere almeno per un mese.

Quanto dura il visto turistico per la Corea del Sud?

Dal momento in cui non è previsto il visto per l’ingresso in Corea del Sud, è bene ricordare solo un aspetto: il viaggio non deve durare più di 90 giorni. Il discorso è diverso, invece, per l’autorizzazione di viaggio elettronica K-ETA. In vigore a partire dal 1° settembre 2021 per tutti i cittadini italiani, questa autorizzazione è concessa dalle Autorità coreane. Sospesa fino al 31 dicembre 2024, torna in vigore successivamente.

Quali sono i costi del visto turistico per la Corea del Sud?

I costi del K-ETA dono di 10.000 KRW e può essere richiesta sul sito web ufficiale. Aggiungiamo una informazione preziosa: la quota non viene rimborsata se la domanda viene respinta. La procedura, in ogni caso, è piuttosto semplice e la durata è di due anni a partire dalla data di approvazione. Ora che sai tutto quello che c’è da conoscere sul visto per la Corea del Sud, puoi prenotare il volo e preparare i bagagli, ma soprattutto strutturare il tuo itinerario di viaggio: andrai a Seoul, la Capitale della Corea del Sud, o ti farai conquistare da Gyeongju, un vero e proprio museo a cielo aperto?

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Visto per l’Ecuador: a chi serve e quale tipo richiedere

Quando si organizza un viaggio al di fuori dell’Unione Europea, la prima domanda che ci si fa, subito dopo aver scelto la destinazione, è se per l’ingresso turistico in quel luogo sia necessario un visto oppure no. L’Ecuador è una nazione che attira ogni anno milioni di visitatori, grazie alla bellezza del suo territorio continentale, al quale si aggiunge quel paradiso naturale che sono le Isole Galapagos, politicamente parte dell’Ecuador stesso. Il visto turistico è necessario per i viaggiatori italiani che si recano in Ecuador? Ecco qualche informazione.

Il visto turistico per l’Ecuador

Ci sono diversi tipi di visti d’ingresso e di permanenza per chi ha in mente di passare del tempo, più o meno lungo, in viaggio a Quito o nel resto dell’Ecuador.

La prima tipologia – e quella maggiormente richiesta -è il visto turistico, necessario per una vacanza nel paese, per un massimo di 90 giorni dalla data d’ingresso. I viaggiatori con cittadinanza italiana che desiderano fare un viaggio da quelle parti non hanno bisogno di visto turistico per fare la propria vacanza in Ecuador.

Basterà essere in possesso di un biglietto aereo di A/R per il paese, con una permanenza massima di tre mesi, compresi i giorni di viaggio. Al momento dell’arrivo in aeroporto, il funzionario doganale apporrà il timbro di ingresso sul passaporto e, al momento dell’uscita, ci sarà un nuovo timbro. Questi due elementi sono fondamentali per la permanenza turistica in Ecuador.

Nel caso, per esempio, si venga fermati per qualsiasi motivo dall’autorità competente, un passaporto senza timbro sarà ritenuto sinonimo di un ingresso illegale nel paese, con il conseguente rimpatrio sul primo volo disponibile. Il timbro sul passaporto è una prassi alla dogana dell’aeroporto ma potrebbe capitare che non lo sia nelle dogane più piccole poste sul confine, per esempio, con la Colombia. È fondamentale chiedere il timbro, nel caso il funzionario che ti troverai di fronte sembri dimenticarsene.

Per il visto turistico non è richiesto nessun importo in denaro. Nel caso il tuo viaggio per turismo in Ecuador si prolungasse oltre i 90 giorni previsti, dovrai fare richiesta di estensione del visto turistico. Essa va inoltrata negli uffici governativi e prevede una tassa di 100$.

Ecuador

Il visto per risiedere in Ecuador

Esistono due tipi di residenze in Ecuador: quella temporanea e quella permanente. Cosa differisce? Ovviamente il limite di tempo in cui si viene autorizzati a stare nel paese. L’esistenza di questi due diversi tipi di visti per l’Ecuador è giustificata dal fatto che molti stranieri decidono di trascorrere un periodo dell’anno più lungo di 3 mesi (solitamente i mesi più freddi in altri luoghi) in questo paese del Centro America. Oltre a questo, ci sono molti viaggiatori che scelgono l’Ecuador come luogo dove godersi la pensione.

Il visto per residenza temporanea concede di restare nel paese un anno, con estensione fino a 21 mesi.  La residenza permanente si può chiedere allo scadere dei 21 mesi di residenza temporanea. Queste due tipologie di visto per l’Ecuador prevedono un costo che va dai 200$ ai 500$, a seconda dei casi.

I visti diversi dalla categoria turistica si richiedono all’ambasciata o al consolato dell’Ecuador, con un buon anticipo sulla data di partenza.

Il visto per lavorare o studiare in Ecuador

Anche per questa nazione centroamericana è prevista la possibilità di un visto di lavoro o di uno per studio. Benché le finalità della permanenza a Quito, alle Galapagos o in molte altre bellissime località ecuadoregne sia differente, per l’ottenimento di questi visti è prevista una procedura di richiesta simile e il versamento di un importo che va dai 150$ ai 300$. Questi visti restano valide finché il contratto di lavoro è in essere o finché non si finisce il corso di studi.

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La funicolare Como-Brunate, il balcone delle Alpi

Se siete in cerca di un’esperienza memorabile da fare anche solo in giornata in occasione di una gita fuori porta, questa è perfetta per chi ha l’occasione di vistare il Lago di Como e desidera stare lontano dalla folla senza contribuire al cosiddetto overtourism. È il viaggio – breve – a bordo della funicolare che collega Como a Brunate, uno dei gioielli della Lombardia, un balcone panoramico con vista sulle Alpi.

La funicolare Como-Brunate

Inaugurata nel 1894, la funicolare Como-Brunate da subito diventò una delle attrazioni turistiche più frequentate, oltre a fungere da mezzo di trasporto per i residenti. Fu il simbolo dello sviluppo dei trasporti pubblici di quel periodo. Era anche il periodo del boom industriale e dell’inizio di quello che sarebbe diventato il turismo di massa, che proprio sul Lago di Como è letteralmente esploso negli ultimi anni. Inizialmente funzionava a vapore. Fu solo nel 1911 che la trazione divenne elettrica. Fu di nuovo ammodernata nel 1934-5 e nel 1951 furono sostituiti i vagoni con quelli più moderni.

In soli 7 minuti di ripido tragitto si attraversa un tunnel e i boschi intorno al lago. A metà del tragitto, s’incontra il cosiddetto “Cannone di Mezzogiorno“, installato all’inizio del ‘900 e che, tutti i giorni, a mezzogiorno spara un colpo a salve.

Escursioni in partenza dalla funicolare di Brunate

Ma non è solo per l’esperienza di salire a bordo di questa storica funicolare e neppure per ammirare il panorama del Lago di Como dall’alto che vale la pena salire. Dalla stazione d’arrivo di Brunate, infatti, partono diverse escursioni. In pochi minuti si arriva alla fonte del Pissarottino, punto panoramico dal quale si possono ammirare il primo bacino del lago, Villa d’Este, Villa Erba e il Monte Rosa.

Un’altra escursione consigliata è quella per il Monte Piatto, che coniuga la bellezza dei luoghi con la scoperta archeologica degli avelli e della Pietra Pendula. Questa escursione può proseguire verso Torno, noto per essere il borgo delle streghe, dove è possibile ammirare la splendida chiesa di San Giovanni e prendere il battello per tornare a Como. La durata dell’intera passeggiata è di circa due ore e mezza. È consigliata in tutto il periodo dell’anno in assenza di neve.

Molto bella è, per chi se la sente, la discesa a piedi verso Como che si può fare seguendo due sentieri: quello che costeggia la funicolare e quello, molto suggestivo, che passa per l’Eremo di San Donato, un ex convento del XV secolo. Una volta tornati a Como, si può fare un tour guidato della città con una crocierea in barca sul lago più famoso del mondo.

Cosa vedere a Brunate?

Brunate è un piccolo Comune che si trova a 715 metri sul livello del mare e vanta una storia antichissima. Da vedere c’è il Faro Voltiano, una torre ottagonale costruita nel 1927 come omaggio della città di Como al suo cittadino Alessandro Volta. Con un’altezza di 29 metri, domina la vallata e, di notte, illumina Como e i dintorni con fasci di luce verde, bianca e rossa. Poi c’è la Fontana Campari che si trova proprio nel centro di Brunat, un’opera in stile déco dell’artista fiorentino Giuseppe Gronchi. La fontana, che fa parte di una serie di circa 30 opere delle quali solo tre sono rimaste in Italia, fu commissionata dalla nota azienda produttrice di bevande per pubblicizzare il prodotto.

Faro Voltiano Brunate

Fonte: iStock

Vista del Lago di Como dal Faro Voltiano a Brunate

Infinite, c’è la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, originaria del 300, una volta annessa a un monastero, è stata arricchita nel XVII secolo, ricostruita nel XIX secolo e ampliata nel 1900. Ospita un organo a canne costruito dai fratelli Prestinari nel 1827. Proprio di recente il New York Times ha elogiato e consigliato i monti nei dintorni di Como, tra cui Brunate, “il balcone delle Alpi”, in un articolo sugli scenari unici d’Italia dove trascorrere giornate all’insegna della natura.

Funicolare Como-Brunate: date e orari

La funicolare è in servizio tutti i giorni dalle ore 6 alle ore 22.30. Il sabato dalle ore 6 alle ore 24.00. Durante il periodo estivo, il servizio viene prolungato fino alle ore 24.00. Il 25 dicembre il servizio è effettuato dalle 8 alle 12 con corse ogni 30 minuti. Il tempo di percorrenza è di soli 7 minuti. Tutte le corse fermano, a richiesta, a Carescione. Il biglietto ordinario costa 3,60 euro, andata e ritorno costa 6,60 euro.

I ragazzi fino ai 12 anni compiuti pagano 2,40 euro, 3,90 euro anta e ritorno, mentre i bambini fino ai 4 anni di età viaggiano gratis. Sono previste tariffe promozionali per comitive e per gli abbonamenti mensili, annuali o per 7 giorni. A bordo della funicolare si possono portare biciclette, animali, carrozzine o altri colli al costo di 3,50 euro a tratta. I cani per i non vedenti viaggiano gratuitamente e devono essere muniti di museruola.

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Bob Marley Museum a Kingston: il santuario della musica reggae in Giamaica

Fare un viaggio in Giamaica significa potersi tuffare in un mare incredibile, ammirare meraviglie naturali degne di un paradiso e godere anche di luoghi diventati ormai dei veri e propri santuari, eletti a tale carica dagli amanti della musica in generale. Se, infatti, per gli appassionati di musica reggae è quasi obbligatorio andare una volta nella vita a visitare il Bob Marley Museum di Kingston, per tutti gli altri amanti delle 7 note è un ottimo modo per rendere omaggio a chi – che piaccia o meno – abbia fatto la differenza.

Un viaggio in Giamaica porta spesso la voglia di stare in spiaggia e non c’è nulla di male in tutto questo. “Sacrificare” un giorno per ammirare il Bob Marley Museum regala un’esperienza altrettanto densa, positiva e capace di generare grandi ricordi.

Dove si trova il Bob Marley Museum in Giamaica

Kingston è la capitale della Giamaica ed è una città che, talvolta, può essere anche socialmente problematica. Lo sapeva bene Bob Marley, dato che viveva proprio lì, al nr.56 di Hope Road. A quell’indirizzo, infatti, si trova quella che fu la sua abitazione dal 1975 al 1981, anno della sua morte. Dal 1970 era usata dal gruppo di Bob Marley – The Wailers – come sede della loro casa discografica. Il musicista giamaicano la acquistò anni più tardi per continuare a mantenerla sede della propria attività lavorativa ma facendola diventare anche una residenza.

Appartiene ancora oggi alla famiglia Marley: fu, infatti, la vedova di Bob – Rita – a volerla trasformare in un museo, poco dopo la morte del marito. La casa al 56 di Hope Road a Kingston fu il luogo in cui alcune persone cercarono di assassinare Bob Marley. Oltre a questo, l’indirizzo è diventato il titolo di una canzone del gruppo americano Sugar Ray, pubblicata nel 2003.

Per la Giamaica, il Bob Marley Museum è molto più di un’attrazione turistica. È un simbolo che racconta quanto sia importante la capacità di unire le persone nel nome della musica. Come ben raccontato nel recente film (One Love), splendida biopic alla sceneggiatura della quale ha partecipato anche la famiglia Marley stessa, Bob ha usato la sua arte per combattere l’oppressione e promuovere la giustizia sociale. La sua musica, intrisa di messaggi di resistenza e speranza, continua a ispirare generazioni in tutto il mondo.

Organizzare la visita al Bob Marley Museum a Kingston in Giamaica

Fonte: Gerry Images

Bob Marley Museum: un luogo per chi ama la musica

Come organizzare una visita al Bob Marley Museum

Questo importante luogo di riferimento per la musica reggae si può visitare solamente prenotando un tour, tra quelli proposti direttamente dalla fondazione che lo gestisce. Il tour più semplice, che prevede la visita alla casa e tutte le spiegazioni possibili sul luogo e sulla vita di Bob Marley, costa 25$ per un adulto e 12$ per bimbi e ragazzi, dai 4 ai 12 anni. Sopra quell’età, i ragazzi pagano come un adulto e sotto i bimbi sotto i 4 anni entrano gratuitamente.

Perché il Bob Marley Museum di Kingston si visita con la guida e un tour prefissato? Semplice: la casa è piena di oggetti e memorabilia appartenuti a Bob e alla sua famiglia. È praticamente stata lasciata così com’era, nel momento il cui il musicista è morto. Al suo interno c’è davvero molto della vita di tutta la famiglia Marley, così come di tutti i loro collaboratori professionali e amici di ogni genere.  Oltre a questo, all’interno della casa c’è ancora molta attrezzatura tecnica legata alla produzione stessa della musica.

Sono previsti anche dei tour che offrono anche la sola esperienza dentro gli studi musicali, che si trovano a circa un quarto d’ora d’auto dal Bob Marley Museum, sempre a Kingston. La fondazione che gestisce il Bob Marley Museum offre anche una proposta di visita combinata, che porterà i visitatori sia nella casa che negli studi di registrazione, chiamati Tuff Gong. Un’occasione davvero grande per chi ama la musica di ogni genere. Quest’ultimo tipo di tour dura un’ora e mezza e costa 40$ per un adulto (il prezzo per bimbi e ragazzi è di 24$).

I biglietti si possono comprare online ed è meglio prenotare in anticipo la propria visita. Molti tour operator locali, ai quali si affidano anche i principali resort presenti sull’isola, organizzano tour sicuri e ben strutturati che portano i turisti a Kingston, dalle principali località della costa come Montego Bay o Negril, luoghi che spesso sono la base perfetta per chi sceglie di trascorrere una vacanza in Giamaica.

La durata di un viaggio verso Kingston, da queste località, si aggira attorno intorno alle 4 ore di bus. Molti di questi tour prevedono un solo costo che comprende bus di andata e ritorno, visita guidata al museo e pranzo alla caffetteria del museo. Si tratta di soluzioni molto pratiche e decisamente molto sicure per tutti i tipi di viaggiatori.

La statua di Bob Marley a Kingston, Giamaica

Fonte: Getty Images

La statua di Bob Marley a Kingston, Giamaica

One Love Café: un’occasione ghiotta per conoscere la Giamaica

Parlando di Bob Marley non si può non citare il rastafarianesimo, la religione di ispirazione cristiano-copta etiope, che è stata alla base della vita del cantante, fin dai primi incontri con sua moglie Rita, quando erano poco più che due ragazzini dei sobborghi di Kingston. Chi segue questa religione abbraccia un vero e proprio stile di vita che si riflette in molti ambiti, uno dei quali è la cucina. Visitare il Bob Marley Museum a Kingston offre anche la possibilità di incontrare questo lato della Giamaica.

La caffetteria del museo, infatti, è un luogo perfetto per conoscere alcuni piatti tipici e per comprendere un po’ di più l’aspetto gastronomico del rastafarianesimo. Il luogo in questione si chiama – guarda caso – One Love Café e accoglie i visitatori che esplorano questo museo di Kingston, dal lunedì al sabato, dal mattino fino alle 16.30.

Gli eventi del Bob Marley Museum a Kingston

Un luogo come questo museo non può essere anche un collettore di eventi significativi e culturalmente molto importanti. L’area, infatti, prevede anche una zona per concerti intimi e contenuti e sono molto i musicisti, di ogni nazionalità, che cercano di ottenere la possibilità di un concerto in quel luogo così potente e ancora carico di ispirazione. Assistere a un concerto presso il Bob Marley Museum di Kingston è un qualcosa che vale il viaggio in Giamaica.

Gli eventi organizzati al Bob Marley Museum si tengono in giardino, dove si trova una statua in bronzo di Bob Marley, realizzata da Alvin Marriott per rendere omaggio alla memoria del musicista giamaicano.