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Grotta di Rangko, il misterioso abisso di Flores dove le acque svelano antichi segreti

Nascosta tra le meraviglie naturali dell’isola di Flores, in Indonesia, la Grotta di Rangko è un luogo che affascina e sorprende ogni viaggiatore. Conosciuta anche come Goa Rangko, questa grotta calcarea è immersa in un’atmosfera magica, resa unica dalle sue acque cristalline e turchesi che riflettono giochi di luce spettacolari. Situata non lontano da Labuan Bajo rappresenta una tappa imperdibile per chi desidera scoprire i segreti più autentici dell’isola.

Visitare la Grotta di Rangko significa andare oltre le mete turistiche più famose e lasciarsi sorprendere da un luogo che conserva un’anima autentica. Qui la natura incontaminata regala momenti di pace, meditazione e stupore. Non a caso, molti viaggiatori la descrivono come una delle attrazioni più suggestive di Flores, un’esperienza capace di unire la bellezza paesaggistica al fascino misterioso delle profondità sotterranee.

La magia della Grotta di Rangko

Entrare nella Grotta di Rangko significa immergersi in un mondo silenzioso e surreale. Le sue acque limpide, dalla temperatura piacevole, invitano a un bagno rilassante e pittoresco.

Grazie all’elevata concentrazione di minerali, chi nuota ha la sensazione di galleggiare senza sforzo, come se l’acqua stessa sostenesse il corpo. Ma il vero incanto si manifesta quando il sole penetra attraverso l’apertura della grotta, i raggi illuminano l’acqua rendendola luminosa e quasi irreale. In quel momento la Grotta di Rangko sembra trasformarsi in una cattedrale naturale di luce blu.

Oltre all’aspetto estetico, la grotta conserva un fascino ancestrale. Il melodico eco delle gocce, che cadono dalle pareti, e il silenzio, che abbraccia l’ambiente, danno la sensazione di trovarsi in un luogo senza tempo, un nascondiglio dove la natura regna incontrastata. Per questo è anche descritta come una delle esperienze più autentiche di Flores, lontana dal turismo di massa.

Come raggiungere e visitare la Grotta di Rangko

Visitare la Grotta di Rangko in Indonesia richiede un pizzico di avventura, ma il percorso è parte integrante del suo fascino. Da Labuan Bajo si raggiunge in circa 30 minuti di auto il villaggio di Rangko, percorrendo una strada generalmente in buone condizioni.

Da lì, l’unico modo per arrivare alla grotta è prendere una barca locale, un tragitto di circa 15 minuti che conduce a una piccola spiaggia con molo. È importante negoziare il prezzo con i barcaioli del posto, che di solito chiedono tra le 250.000 e le 300.000  IDR – rupie indonesiane – per imbarcazione (fino a 5 persone).

Come raggiungere la Grotta di Rangko

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Taxi boat per raggiungere la Grotta di Rangko

Una volta sbarcati, si paga il biglietto d’ingresso alla grotta (circa 50.000 rupie) e si percorre un breve sentiero a piedi. Dopo pochi minuti si arriva all’ingresso, dove una scala conduce direttamente all’acqua. Bisogna fare attenzione perché i gradini possono risultare scivolosi, ma la ricompensa è immediata: la possibilità di tuffarsi in un ambiente naturale unico al mondo.

Per chi preferisce organizzare tutto senza imprevisti, molte agenzie offrono escursioni giornaliere che includono la visita alla grotta. In ogni caso, il momento migliore per vivere la magia del luogo rimane il primo pomeriggio quando i raggi del sole accendono l’acqua di riflessi turchesi. Chi riesce a trovarsi lì in quell’orario potrà assistere a uno spettacolo naturale che resta impresso nella memoria.

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Porto Katsiki: la spiaggia da sogno della Grecia

Porto Katsiki è famosa per le sue acque cristalline, la scogliera bianca e la sabbia fine. Situata sull’isola di Lefkada, nel Mar Ionio, questa destinazione attira ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo.

La sua bellezza naturale, unita a panorami mozzafiato, la rende un luogo perfetto per chi cerca relax e un’esperienza immersa nella natura incontaminata.

Dove si trova Porto Katsiki e come andare

Porto Katsiki – una delle più belle spiagge della Grecia e del Mediterraneo – si trova sulla costa sud-occidentale di Lefkada. La spiaggia è circondata da un’alta scogliera calcarea che si tuffa direttamente nel mare, creando un panorama unico.

Per arrivare a Porto Katsiki, la maggior parte dei visitatori sceglie l’auto, percorrendo strade panoramiche che attraversano l’entroterra montuoso e piccoli villaggi caratteristici. Da Lefkada città il viaggio dura circa un’ora e sulla vetta della scogliera è presente un’ampia area parcheggio a pagamento.

Da qui per raggiungere la spiaggia bisogna percorrere una scalinata di circa 100 gradini. È disponibile anche un servizio di autobus locale durante l’alta stagione, mentre chi preferisce un approccio più avventuroso può arrivare via mare con escursioni in barca o taxi boat da varie località dell’isola.

Caratteristiche di Porto Katsiki

Porto Katsiki, il cui nome significa “Porto delle Capre” – in passato solo le capre riuscivano ad arrivare fino a qui – è famosa per la sua sabbia bianca mista a ciottoli – consigliate le scarpette da scoglio – e per le acque incredibilmente trasparenti che sfumano in varie tonalità di azzurro e verde.

Il fondale scende velocemente quindi per chi viaggia con i bambini è importante fare molta attenzione. La spiaggia, che si estende per circa 500 metri, è circondata da un’imponente falesia calcarea, che crea un contrasto magnifico con il mare, rendendo il luogo perfetto anche per chi ama la fotografia paesaggistica.

Come raggiungere Porto Katsiki

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La spiaggia di Porto Katsiki

Oltre alla bellezza paesaggistica, Porto Katsiki offre servizi per i turisti, come un chiosco sulla cima della scogliera, lettini e ombrelloni a noleggio nella parte centrale – le zone laterali restano libere per chi preferisce invece vivere la spiaggia in autonomia.

La zona è ideale anche per chi ama praticare windsurf grazie ai venti che soffiano da ovest – nel pomeriggio l’acqua tende infatti a diventare più mossa. Nei mesi estivi, la spiaggia può essere affollata quindi è consigliato raggiungerla la mattina presto o nel tardo pomeriggio.

Consigli per una giornata in spiaggia

Per vivere al meglio Porto Katsiki, è consigliabile arrivare al mattino presto, quando il mare è più calmo e la luce ideale per fotografie suggestive.
Inoltre è bene sapere che la spiaggia nel tardo pomeriggio si trova in ombra a causa della scogliera che la domina.

Per chi desidera esplorare i dintorni, le scogliere offrono punti panoramici perfetti per ammirare il mare dall’alto e godere di viste spettacolari sull’isola.
Chi ama fare attività, può dedicarsi al windsurf o a rilassanti nuotate, approfittando delle acque cristalline per scoprire piccoli angoli nascosti della costa.

Infine, un buon consiglio è portare uno spuntino leggero soprattutto se si vuole vivere Porto Katsiki in completa libertà o, in alternativa, fermarsi in uno dei bar locali per assaggiare le famose specialità greche, godendosi una giornata di relax completo tra mare, natura e tramonti indimenticabili.

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Calabria, cosa fare e cosa vedere in estate

Con i suoi 800 km di costa la Calabria è un’autentica meraviglia a cielo aperto. Nota e apprezzata dai viaggiatori per le spiagge e il mare da sogno, questa perla del Sud Italia ha davvero tanti assi nella manica, dai borghi che riportano indietro nel tempo ad aree protette e parchi naturali di una bellezza disarmante, dai castelli che si specchiano sull’acqua ai tesori archeologici che ne rivelano l’anima più antica e misteriosa. Ecco cosa fare e cosa vedere in estate in questa regione che sa esaudire ogni desiderio.

Tropea

Tropea è la meta perfetta se cercate meraviglie naturali e un patrimonio culturale che è valso alla città il soprannome di “piccola Atene della Calabria”. Lo splendido borgo sorge in posizione scenografica su un alto promontorio tufaceo a cavallo tra i golfi di Gioia e di Santa Eufemia, ergendosi come una panoramica terrazza sul mare, molto apprezzata dai viaggiatori per le spiagge candide, le acque cristalline e le suggestive grotte che fanno parte della famosa Costa degli Dei.

Una visita al centro storico regala scorci mozzafiato, come la splendida vista sulla costa e sullo scoglio di Santa Maria dell’Isola, ma anche preziose testimonianze architettoniche, quali gli splendidi palazzi nobiliari del XVIII e del XIX secolo, arroccati sulla rupe a strapiombo con la spiaggia sottostante. Tra le attrazioni maggiori, il grande scoglio sul quale si erge il Santuario di Santa Maria dell’Isola, un luogo dalla bellezza unica al centro di storie e leggende, raggiungibile attraverso una scala scavata nella roccia. Magnifica la vista che si gode dal rigoglioso giardino che circonda il santuario, che spazia lungo tutta la costa e si spinge sino alle Isole Eolie e alle coste siciliane, con Stromboli, Vulcano e l’Etna che si stagliano all’orizzonte.

La particolare Isola di Capo Rizzuto con il Castello Aragonese

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Isola di Capo Rizzuto, il Castello Aragonese di Le Castella

Isola di Capo Rizzuto

Non fatevi ingannare dal nome: Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, in realtà isola non è. Non è, infatti, circondata dal mare bensì è collocata su un bellissimo promontorio lungo il versante orientale calabro, a strapiombo sul Mar Jonio. Particolarmente amato dai vacanzieri come meta per le vacanze estive, grazie ai suoi 34 chilometri di costa che alterna calette incantate, lidi sabbiosi e fondali meravigliosi, vanta attrazioni imperdibili. A partire dal Castello Aragonese di Le Castella, splendida frazione del borgo, sorta su un isolotto collegato alla costa da una sottile lingua di terra, che emerge ed è praticabile solo nei momenti di bassa marea. Grazie alla sua particolare ubicazione, è senza dubbio uno dei castelli più belli d’Italia.

Da non perdere anche il Santuario della Madonna Greca, sorto su un monastero normanno e dedicato alla protettrice di Isola di Capo Rizzuto, considerata la più antica delle madonne bizantine venerate nel territorio calabro. Un altro vanto di questo luogo è l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, la più grande d’Italia. È definita da otto promontori, il primo dei quali è quello di Capo Colonna, con il tempio dedicato alla dea Hera Lacinia, mentre punta Le Castella ne rappresenta l’ultimo. Nella piazza del Santuario della Madonna Greca si può visitare l’Aquarium, che ospita 22 vasche al cui interno è possibile ammirare la flora e la fauna dell’area protetta, una piccola riserva in cui sono stati ricreati gli habitat marini, nel pieno rispetto degli organismi presenti.

Chianalea di Scilla

Scilla è una delle mete più amate dai visitatori italiani e internazionali e Chianalea è una delle sue gemme più preziose, considerata il cuore autentico della Calabria tirrenica. Conosciuta come la “Piccola Venezia del Sud”, è dominata dall’alto dal Castello di Ruffo di Scilla, abbarbicato sul promontorio proteso sullo stretto si Messina.

Questo piccolo villaggio di pescatori, inserito tra i “Borghi più Belli d’Italia”, ha conservato il suo fascino senza tempo, tra i vicoli in cui si incontrano i pescatori che intrecciano le reti, le case addossate le une alle altre che sembrano sfidare la forza del mare, la bellezza paesaggistica che lascia senza fiato. La meta ideale per scoprire l’anima più autentica della Calabria, perfetta per gli amanti delle immersioni subacquee, della pesca e del trekking.

Baia di Grotticelle a Ricadi

Se siete amanti dello snorkeling e delle immersioni, la baia di Grotticelle, nel borgo di Ricadi – in provincia di Vibo Valentia – è una tappa imperdibile nel vostro viaggio in Calabria.. Incastonata nell’incantevole cornice di Capo Vaticano, lungo la Costa degli Dei, offre acque cristalline ricche di meraviglie sommerse da ammirare con maschera e boccaglio. La meta perfetta an anche per gli amanti della natura, grazie alla rigogliosa vegetazione mediterranea che si attraversa per raggiungere le spettacolari calette.

Questa meraviglia della natura si estende per un chilometro e si colloca all’interno di una conca protetta, a nord dal promontorio di Capo Vaticano e a sud dalla Spiaggia di Santa Maria. Di fronte, il panorama delle Isole Eolie. Le splendide spiagge di Grotticelle, classificate tra le più belle del mondo, sono anche attrezzate con ombrelloni e sdraio, e servizi per i bagnanti. La baia, ampia e frastagliata, culmina con lo Scoglio del Palombaro, la punta estrema di Capo Vaticano, con un faro che da sempre indica la via sicura ai naviganti.

Lo spettacolare Arcomagno a San Nicola Arcella

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Lo spettacolare Arcomagno, attrazione di San Nicola Arcella

Arcomagno di San Nicola Arcella

Tappa imperdibile per gli amanti della natura e degli scenari mozzafiato, l’Arcomagno è un’affascinante formazione geologica, situata lungo la costa tirrenica della Calabria, nella Riviera dei Cedri, incastonata nel Golfo di Policastro. Siamo in località San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza. Qui, l’incessante azione delle onde marine, che nel corso dei secoli hanno eroso la roccia costiera, ha creato un paesaggio spettacolare e unico nel suo genere.

L’arcata, che si estende per circa 50 metri tra maestose pareti, custodisce un tesoro nascosto: un’incantevole spiaggetta, in origine conosciuta come la “Grotta d’u Saracinu”. Un vero e proprio anfiteatro in miniatura, caratterizzato da una lingua di sabbia a forma di mezzaluna e ciottoli lambita da un’acqua dai colori strabilianti. È chiamata anche spiaggia di Enea, perché il mito vuole che l’eroe fosse passato da qui, dopo la caduta di Troia.

Ciclovia Parchi Calabria

Tra l’Aspromonte, la Sila, il Pollino e le Serre, la Ciclovia dei Parchi della Calabria offre agli appassionati delle due ruote 545 km di autentica scoperta e nuove esperienze tra paesaggio ed ecosostenibilità. Chi ama fare escursioni in bicicletta in contesti paesaggistici mozzafiato, non può assolutamente perdersela.

L’itinerario Appenninico è costituito dall’unione di strade a bassa percorrenza di auto, piste e sentieri ciclabili. Il percorso parte da Laino Borgo e arriva a Reggio Calabria, con una lunghezza complessiva di 545 Km; attraversa i Parchi Nazionali del Pollino e della Sila, il Parco Naturale Regionale delle Serre e il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il viaggio è strutturato in 12 tappe, che coprono dai 31 ai 58 Km ciascuna con tre diversi livelli di difficoltà – facile, intermedio o difficile – il più impegnativo per via delle asperità appenniniche. Insieme al percorso principale, la Ciclovia propone anche una variante che consente di raggiungere il Lago Angitola, nel Parco delle Serre, nella tappa n. 9 che collega Girifalco a Serra San Bruno.

Area archeologica di Capo Colonna

Se siete appassionati di storia, è d’obbligo una visita a Capo Colonna, uno dei siti archeologici più famosi della Calabria. Il Parco, a 10 Km da Crotone, si estende per circa 50 ettari, occupando la punta più orientale del promontorio, noto nell’antichità come “Lakinion akron”. L’antico luogo di culto per la dea Hera Lacinia di fondazione greca comprende oggi l’area archeologica, circoscritta dalle mura di età romana, una zona boschiva e a macchia mediterranea, simbolo del bosco sacro alla dea, e la zona del Museo.

Il più importante edificio del santuario è il grande tempio dorico di Hera Lacinia, edificato intorno al 480-470 a.C., presso il ciglio della falesia. Se ne conservano tracce delle fosse di fondazione e parte dello stilobate orientale con un’unica colonna superstite, diventata l’emblema del Parco e del promontorio. Nell’area sacra sono presenti i resti di un più antico luogo di culto arcaico, da cui provengono i preziosi oggetti votivi del cosiddetto Tesoro di Hera, conservati in parte nel Museo archeologico nazionale di Crotone.

L'Arena dello Stretto di Reggio Calabria di fronte allo Stretto di Messina

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L’Arena dello Stretto di Reggio Calabria, sul Lungomare Falcomatà

Lungomare Falcomatà a Reggio Calabria

Se la vostra destinazione è Reggio Calabria, non potete perdervi una passeggiata sul Lungomare Falcomatà (noto ai reggini come Via Marina), fiore all’occhiello del centro storico della città. Viene chiamato “il più bel chilometro d’Italia” – frase erroneamente attribuita a Grabriele D’Annunzio – per via del fenomeno ottico della fata morgana, visibile solo dalla costa calabra, da cui ha origine il mito per effetto del quale è possibile vedere le immagini ravvicinate della Sicilia riflesse e dal mare.

Realizzato dopo il terremoto del 1908, è costituito da quattro vie che si allungano nel fascia costiera reggina, con il Lungomare Matteotti, corso Vittorio Emanuele III e viale Genovese Zerbi.  Il viale è adornato da palazzi in stile liberty, tra i quali spiccano palazzo Zani, palazzo Spinelli e villa Genoese Zerbi, ed è impreziosito da elementi che tracciano la storia della città, tra cui i numerosi monumenti commemorativi e alcuni siti archeologici a testimonianza dell’epoca greco-romana. Tra il mare e la passeggiata con il parapetto e i lampioni liberty, sorge l’arena dello Stretto, teatro in stile greco che ospita eventi culturali e intrattenimento soprattutto nei mesi estivi.

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Come arrivare sulla stupenda isola di Badia in Croazia

Comincia il viaggio alla scoperta dell’isola di Badia, in Croazia. Un itinerario che richiede tempo e un po’ di pazienza. Fatiche, che una volta arrivati a destinazione, saranno cancellate da tutta la bellezza di questo angolo paradisiaco del Mar Adriatico e della Croazia.

Badia, che in croato si scrivi Badija, fa parte dell’arcipelago delle isole Curzonale, a sud di Spalato, ed è una località che attira ogni anno numerosi viaggiatori e turisti grazie alla sua natura incontaminata, alla limpidezza del suo mare e ai suoi ritmi di vita lenti. Infatti, bisogna sapere qui sull’isola di Badia non ci sono auto e né caos urbano dovuto al traffico o alla frenesia a cui la maggior parte dei turisti è abituata normalmente.  Solo sentieri di pini e cipressi, il canto delle cicale, un convento francescano e il profumo della macchia mediterranea.

Ma come arrivare all’isola di Badia, in Croazia? Ecco alcuni consigli utili!

In auto, verso il cuore dell’Adriatico

Per chi sceglie di mettersi al volante e raggiungere in auto l’isola di Badia, il percorso più diretto prevede l’ingresso in Croazia dal confine sloveno, seguendo l’autostrada croata A1, che è anche la principale arteria autostradale del Paese. Da qui si deve proseguire verso sud, in direzione Spalato, passando per la bellissima capitale Zagabria e, più a valle, attraverso le curve panoramiche che costeggiano il Mar Adriatico.

Una volta superata la città di Sapalato, si arriva alla città di Plǒce, l’antica Porto Tolero. Questa cittadina sul mare è il punto di partenza perfetto per imbarcarsi in direzione di Trappano, isola che, come Badia, fa parte dell’arcipelago Curzonale. Da Porto Tolero, quindi, partono i traghetti per la città di Trappano, gestiti dalla compagnia nazionale Jadrolinija e attivi tutto l’anno. Una volta arrivati qui, bisogna proseguire in auto verso il porto di Orebić, dal quale partono regolarmente le navette marittime per Curzola.

Da qui, per raggiungere l’isola di Badia, sono disponibili alcuni taxi boat, che impiegano pochi minuti per raggiungere la destinazione. I taxi boat partono regolarmente dal porto della città vecchia (Korčula Town), soprattutto durante l’alta stagione. La distanza tra le due isole è minima, poco più di un chilometro, ma il cambio di atmosfera è netto.

Badia in autobus: l’alternativa più economica

Chi, invece, preferisce l’auto a casa, può optare per l’autobus. Le linee croate sono molto efficienti e collegano i principali nodi turistici con numerose corse quotidiane, soprattutto durante l’alta stagione.

Ci sono diverse compagnie che offrono tratte giornaliere, fino a Porto Tolero, dalle principali città come Zagabria, Spalato o Dubrovnik. Una volta arrivati al porto, il percorso è comune a tutti coloro che hanno scelto di visitare queste incantevoli isole dell’Adriatico in auto. Quindi, un tratto via mare fino a Trappano, a cui segue un viaggio in bus verso Orebić, al quale segue un traghetto verso l’isola di Curzola e la bellissima isola di Badia.

La durata totale dipende dalla città di partenza, ma generalmente serve mettere in conto una giornata intera. È consigliabile prenotare i biglietti in anticipo, soprattutto nei mesi estivi, quando la domanda cresce notevolmente.

Arrivare all’isola di Badia in aereo? La via più rapida, ma meno diretta

Infine, chi parte dall’Italia in aereo può godere sicuramente di tempi di percorrenza più brevi, grazie a diversi voli diretti verso la città di Spalato. Una volta atterrati, si dovrà proseguire in autobus verso Porto Tolero, un viaggio che dura circa due ore e mezza, oppure affittare un auto, che allo stesso tempo consente di ammirare paesaggi naturali bellissimi. Giunti al porto, sia in auto, che in autobus, le tappe sono le medesime dei punti precedenti.

Badia non è per tutti. Non ha l’intrattenimento delle grandi isole turistiche, né la mondanità delle città costiere. Ma ha qualcosa di più prezioso: l’assenza del superfluo. Ed è un luogo che assolutamente va visitato. Insomma, un viaggio difficoltoso, ma che regalerà ricordi indimenticabili. Pronti? Si Viaggia!

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Isola del Giglio, il tesoro selvaggio della Toscana tra mare cristallino e natura incontaminata

L’Isola del Giglio non si “vende” bene come altre destinazioni toscane, e forse è proprio questo il suo elemento di forza. È selvaggia al punto giusto, con spiagge che spesso occorre andare a cercare e un entroterra granitico che costringe a rallentare. Rocciosa, schietta e senza troppi fronzoli, è una Toscana cruda che resiste all’addomesticamento del turismo di massa. Qui il mare non è solo bello, è protagonista. I borghi, seppur pochi, sono veri e i sentieri vista mare si rivelano un invito a vivere al massimo il tempo trascorso su questo lembo di Tirreno. Ecco cosa vedere e le spiagge più belle del Giglio.

Dove si trova e come arrivare all’Isola del Giglio

L’Isola del Giglio fa parte dell’Arcipelago Toscano e si trova di fronte al promontorio dell’Argentario, a circa 15 km dalla costa. Il punto di partenza obbligato per raggiungerla è Porto Santo Stefano, in Maremma. Da qui salpano i traghetti che impiegano circa un’ora per arrivare a Giglio Porto.

Se si viaggia in alta stagione, è consigliato prenotare con un po’ di anticipo, soprattutto se si desidera imbarcare l’auto (anche se sull’isola non è indispensabile).

Cosa fare e vedere all’Isola del Giglio (soprattutto in estate)

Il Giglio è uno di quei luoghi che va esplorato con curiosità e senza orari. In estate dà il meglio di sé: mare turchese, sentieri carichi di natura, aperitivi improvvisati con vista e serate dove il tempo sembra sospeso. In zona non servono grandi attrazioni, perché l’esperienza è fatta di piccoli momenti.

Giglio Castello

Il borgo medievale di Giglio Castello non è solo il centro storico dell’isola, è la sua anima più vera. Si presenta come un dedalo di vicoli stretti e lastricati, mura di granito grezzo e archi che sembrano fatti apposta per raccontare storie di tempi ormai lontani. Il borgo si sviluppa intorno alla Rocca Aldobrandesca, una fortezza costruita nel XIII secolo, che domina dall’alto tutta l’isola. Dalla sua sommità, tra le altre cose, si gode uno dei panorami più intensi dell’arcipelago toscano, con l’Argentario di fronte e il mare che si perde all’orizzonte.

Camminando senza fretta tra le sue stradine, si scoprono angoli nascosti che non si trovano sulle guide turistiche, come una bottega artigiana in cui si lavora ancora il corallo, piccoli negozi di prodotti locali, e le finestre delle case, spesso decorate con piante rampicanti che regalano un tocco di verde brillante al granito grigio.

La piazza principale è dove d’estate si fermano gli abitanti e alcuni fortunati turisti per un aperitivo al tramonto, magari con un bicchiere di Ansonaco, il vino bianco che qui si produce da secoli su terrazzamenti a picco sul mare.

In più, Giglio Castello mantiene ancora tradizioni antiche: ogni anno, in estate, vanno in scena feste religiose e sagre dove la comunità si riunisce per celebrare con musica e piatti tipici, mantenendo vivo un legame profondo con la storia e la cultura dell’isola.

Trekking panoramici tra i sentieri dell’interno

Dedicandosi ai trekking è possibile scoprire un labirinto di sentieri che attraversano macchia mediterranea fitta, rocce di granito e panorami sul mare che tolgono il fiato. A disposizione dei visitatori c’è una rete di tracciati ben segnalati che si intrecciano e si aprono su scorci unici.

Il percorso più famoso (e forse il più bello) è quello che da Giglio Castello conduce al Faro di Capel Rosso, sul versante sud-ovest dell’isola. Sono circa 8 chilometri di saliscendi tra pini, ginestre e cisto, con passaggi che si affacciano su scogliere a strapiombo e acque così limpide che sembra di poterle toccare da sopra. Il faro, costruito agli inizi del ‘900, è un punto di riferimento non solo per i naviganti, ma anche per chi cerca un momento di silenzio lontano da tutto. Il vento spesso è forte, ma fa parte del suo fascino selvaggio.

Altro sentiero da non perdere è quello che collega Giglio Castello a Giglio Campese, passando per la vetta del Monte Calvo, il punto più alto dell’isola (496 metri). È un percorso più impegnativo, ma chi lo affronta viene ricompensato con vedute spettacolari sull’intero arcipelago e sul mare aperto.

Ci sono itinerari adatti anche alle passeggiate più tranquille, come il sentiero che conduce alla Torre del Campese, una delle antiche torri costiere che punteggiano il Giglio e costruita per avvistare i pirati.

Giglio Porto

Vale la pena fare un salto anche a Giglio Porto, la porta d’ingresso e il punto di riferimento per chi arriva sull’isola. È un luogo in cui la vita scorre con ritmi lenti e veri, e ogni cosa sembra raccontare la storia di un posto che vive di mare, lavoro e tradizioni.

Il porto è piccolo, con moli di granito e barche da pesca che ondeggiano leggere sull’acqua. La zona intorno è un mix di casette colorate e piccole botteghe artigiane, dove spesso si trovano prodotti locali come il miele o il famoso vino Ansonaco, vero orgoglio dell’isola.

Passeggiare per le sue strade significa incrociare volti conosciuti, sentire il profumo del mare mescolato a quello del pane appena sfornato dalle poche panetterie del paese, e osservare i pescatori che, con calma, sistemano le reti o preparano le barche per la prossima uscita.

Giglio Porto, Toscana

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Una splendida veduta di Giglio Porto

In estate, Giglio Porto si anima soprattutto alla sera, quando i ristoranti e i piccoli bar sul lungomare si riempiono di gente che vuole mangiare pesce fresco o sorseggiare un cocktail con vista sul mare. È bene sapere, però, che non sono locali alla moda, ma piuttosto luoghi dove la qualità è tutto, e in cui si respira ancora un’atmosfera di autenticità.

Fare una gita in barca o in kayak

Se c’è un modo per capire davvero l’anima dell’Isola del Giglio è vederla dal mare. Lungo la costa, le scogliere di granito si tuffano in acque cristalline, nascondendo calette raggiungibili solo via acqua, grotte marine e angoli selvaggi che non si trovano sulle mappe turistiche.

Noleggiare una barca, anche solo un piccolo gozzo senza patente, è un’esperienza da non perdere, soprattutto in estate quando il mare è calmo e trasparente. Si può scegliere di girare intorno all’isola in libertà, fermandosi dove lo si desidera per un tuffo o per uno snorkeling tra i fondali ricchi di vita. Attenzione però a rispettare le aree protette, come la riserva marina, che vietano l’ancoraggio in certi punti per preservare l’ecosistema.

Se invece si preferisce un contatto più diretto con il mare, il kayak è perfetto per esplorare le insenature più nascoste e per avvicinarsi alle grotte marine. È un modo più silenzioso e lento di scoprire la costa, che regala una prospettiva intima e personale su paesaggi che spesso passano inosservati.

Molte persone del luogo offrono escursioni guidate, che combinano tuffi, soste in calette incontaminate e racconti sulla storia e sulla natura dell’isola. In alternativa, ci si può affidare a una guida esperta che conduce a conoscere angoli segreti, spiegando la geologia delle coste e la vita marina.

Andare alla scoperta delle torri costiere

A impreziosire questo affascinante angolo della Toscana ci sono una serie di torri costiere che raccontano storie di un tempo in cui il Mediterraneo era un mare da difendere. Queste strutture, costruite tra il XVI e il XVII secolo, servivano per avvistare le incursioni dei pirati e per comunicare rapidamente con la terraferma e le altre isole.

Una delle più affascinanti è la Torre del Lazzaretto, a pochi passi da Giglio Porto. Non è solo una torre, ma un piccolo complesso che un tempo ospitava anche un lazzaretto, il luogo dove si isolavano i malati o i sospetti di contagio. Camminare intorno a questa costruzione significa sentire l’eco di storie antiche, tra mura spesse e un panorama che abbraccia il porto e il mare aperto.

Più a sud, vicino a Campese, c’è la Torre del Campese, immersa in un paesaggio roccioso e selvaggio. Si raggiunge seguendo un breve sentiero che parte dalla spiaggia, e una volta arrivati il panorama ripaga subito la fatica: il mare che si estende a perdita d’occhio e le scogliere frastagliate sono lo sfondo perfetto per una foto da incorniciare.

La visita a queste torri non è solo un tuffo nella storia, ma anche un’occasione per scoprire angoli meno frequentati dell’isola, lontani dal turismo di massa. Sono luoghi di pace, in cui il tempo sembra essersi fermato e dove si può davvero sentire il respiro del Giglio autentico.

Se si ha voglia di spingersi un po’ più lontano, a disposizione c’è la Torre di Campese Vecchia, quasi in rovina, ma con un fascino struggente che parla di antichi avvistamenti e di un passato fatto di vigilanza e sorveglianza.

Escursione all’isola di Giannutri

A meno di un’ora di navigazione dal Giglio, Giannutri è la più piccola isola dell’Arcipelago Toscano, un angolo della regione in cui la natura regna incontrastata e le tracce dell’uomo sembrano quasi timide. L’isola è un vero paradiso per chi cerca silenzio e paesaggi fuori dal tempo. Le spiagge sono poche e quasi tutte di ciottoli, l’acqua è limpida e profonda, e le scogliere si alternano a piccoli angoli di fitta macchia mediterranea. Non ci sono bar o locali, ma solo un paesaggio selvaggio e una pace che raramente si incontrano altrove.

Tra le cose da vedere spiccano le rovine romane della Villa Domizia, un antico complesso che testimonia la presenza di imperatori e aristocratici già duemila anni fa. È possibile visitarle seguendo uno dei pochi sentieri che attraversano l’isola.

Le escursioni in barca da Giglio Porto a Giannutri sono regolari soprattutto in estate, gestite da operatori locali che offrono anche tour guidati. È consigliabile prenotare in anticipo, soprattutto nei weekend di alta stagione. Il viaggio è tranquillo, con panorami che scorrono tra le onde e qualche gabbiano a fare compagnia.

Una volta sbarcati, il consiglio è di lasciare a casa la fretta. Vale la pena camminare lentamente, respirare l’aria salmastra e lasciarsi sorprendere dai dettagli, come le farfalle, il profumo del mirto e le tracce di storia che si mescolano a un ambiente ancora quasi intatto.

Rientrare al Giglio al tramonto, dopo una giornata passata su un’isola che sembra un segreto ben custodito, fa sperimentare una sensazione di libertà difficile da dimenticare.

Le spiagge più belle dell’Isola del Giglio

Facciamo una piccola premessa: se la vostra idea è quella di arrivare al Giglio e trovare distese di sabbia pressoché infinte, il rischio è quello di rimanere spiazzati (ma difficilmente delusi): qui non ci sono tantissimi lidi, e quelli esistenti vanno cercati, conquistati e vissuti con attenzione. Alcune di queste spiagge sono facili da raggiungere, altre richiedono scarpe buone e un po’ di voglia di camminare. Ma tutte, nessuna esclusa, offrono un mare che non ha bisogno di filtri, perché qui è trasparente, profondo e carico di sfumature che vanno dal verde smeraldo al blu pieno. Abbiamo selezionato per voi quelle da non perdere assolutamente.

Spiaggia delle Caldane

La Spiaggia delle Caldane si trova lungo la costa orientale, a sud di Giglio Porto, incastonata in una piccola insenatura circondata da granito chiaro e macchia mediterranea. Di sabbia mista a ciottoli, con il mare che digrada dolcemente e un’acqua così limpida che si riesce a vedere il fondale anche a diversi metri di profondità, richiede un minimo di impegno per essere raggiunta:

  • In barca: la soluzione più semplice, con taxi boat che partono da Giglio Porto o Cannelle;
  • A piedi: tramite un sentiero che richiede circa 15–20 minuti di camminata, tra sassi e piante basse, esposto al sole e senza ombra.

La spiaggi è piccolina (circa 70 metri di lunghezza) e in estate si riempie facilmente, ma per i visitatori c’è un piccolo stabilimento con pochi ombrelloni e un chiosco. È un paradiso per gli amanti dello snorkeling, in quanto i fondali sono ricchi di pesci, rocce sommerse e qualche anfratto da esplorare.

Ma prima di passare alla prossima spiaggia vi sveliamo un segreto: nei giorni senza vento da est, la Spiaggia delle Caldane è una delle poche del Giglio dove si può stare ore in acqua senza sentire il tempo passare.

Cala dell’Allume

Chi desidera il silenzio vero deve optare per Cala dell’Allume, perché è una delle meno frequentate del Giglio. Il motivo di questa sua bassa frequentazione non è di certo la sua bellezza, ma il fatto che è difficile da raggiungere. Si trova sulla costa occidentale dell’isola, poco a nord di Campese, e vi si arriva solo a piedi o in barca. Nel primo caso occorre imboccare un vecchio sentiero che parte dall’area di Campese, passando nei pressi dell’ex cava di Allume e tramite un percorso non ufficialmente segnalato.

Nel secondo caso tutto è più facile, ma non sempre possibile: Cala dell’Allume è esposta ai venti occidentali e quando il mare mosso è meglio starne alla larga. Con ciottoli scuri e rocce, è affacciata su un mare profondo e cristallino. Non ci sono bar, chioschi o servizi simili, ma senza ombra di dubbio è il posto ideale per chi vuole stare in “solitudine”.

Spiaggia delle Cannelle

Della Spiaggia delle Cannelle possiamo dire senza alcuna esitazione che è quella capace di mettere d’accordo tutti: è la più accessibile e frequentata dell’isola. Si trova a meno di 1,5 km a sud di Giglio Porto, e nonostante sia spesso piena dei persone offre un mare che è uno tra i più belli del Giglio.

Di sabbia chiara, ampia circa 100 metri, con fondale basso e sabbioso, nelle giornate senza vento fa quasi credere di stare ai Caraibi, ma con in più le rocce granitiche e la vegetazione mediterranea sullo sfondo (che ci ricordano che, in realtà, siamo in Toscana). Alle estremità della spiaggia ci sono tratti rocciosi perfetti per lo snorkeling e chi conosce bene la zona sa che qui si possono trovare stelle marine, polpi e banchi di pesci già a pochi metri dalla riva.

Cannelle è l’unica spiaggia dell’isola, insieme a Campese, con una vera struttura turistica, poiché da queste parti ci sono due piccoli stabilimenti balneari, bar, noleggio ombrelloni e pedalò. In luglio e agosto può diventare affollata, specie nelle ore centrali della giornata, ma in alternativa da qui si può partire per raggiungere altre due spiagge più appartate:

  • Caldane: con 15–20 minuti di sentiero a piedi lungo la costa;
  • Cala dello Smeraldo: una piccola lingua di ciottoli nascosta tra le rocce, raggiungibile solo a nuoto o con kayak.

Cala del Lazzaretto

A meno di 10 minuti a piedi da Giglio Porto, nascosta sotto la vegetazione, c’è Cala del Lazzaretto. Piccola, schietta, senza sabbia e priva servizi, porta con sé una storia antica e quasi dimenticata. Il suo nome, infatti, non è casuale perché proprio sopra di essa, su un piccolo promontorio, sorge la Torre del Lazzaretto, una delle antiche torri costiere costruite per difendere l’isola e, più avanti nei secoli, utilizzata anche come lazzaretto vero e proprio.

Per arrivarci occorre imboccare la stradina che porta verso sud, in direzione Cannelle. Dopo pochi minuti, un sentiero secondario scende sulla sinistra, segnalato solo da qualche pietra spostata o da chi ha già tracciato un passaggio.

L’acqua è limpida, spesso calma, con fondali rocciosi e subito profondi, ricchi di pesci di scoglio, qualche riccio, alghe e giochi di luce che cambiano in base al sole.

Spiaggia del Campese

Infine la Spiaggia del Campese, la più grande e comoda dell’isola. Facilmente accessibile e baciata dal sole fino all’ultimo minuto della giornata, è l’unica vera spiaggia esposta a ovest, il che vuol dire che si possono osservare alcuni dei tramonti più spettacolari del Giglio.

Alle spalle, la falesia del Faraglione del Campese; di fronte, un orizzonte aperto sul mare che in giornate limpide lascia intravedere Montecristo e persino la Corsica. Il particolare colore della sabbia, un grigio-rossastro con riflessi dorati, è dovuto alla presenza di minerali ferrosi, eredità delle antiche attività estrattive della zona. Il contrasto con il blu del mare e il verde della vegetazione crea un colpo d’occhio diverso da qualsiasi altra spiaggia dell’isola.

Il lido è completamente attrezzato, con stabilimenti balneari, bar, ristoranti, diving center e noleggio di canoe e sup. Ma, nonostante la presenza di visitatori, qui l’atmosfera non è quella da villaggio turistico perché l’ambiente rimane rilassato e mai chiassoso.

All’estremità nord della spiaggia svetta la Torre del Campese, costruita nel Seicento dai Medici per difendere la costa dalle incursioni barbaresche, mentre alle spalle si trovano i resti della cava di allume, attiva fino al secondo dopoguerra.

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I paesaggi spettacolari di Fuerteventura, e non solo sulla costa

È conosciuta per le sue spiagge spettacolari, le onde da surf e i paesaggi vulcanici che contrastano con il blu dell’oceano; ma Fuerteventura, alle Canarie, è anche entroterra, una forte identità culturale legata alla tradizione pastorale e alla produzione del famoso formaggio di capra Majorero, pueblos e parchi naturali.

Dove si trova

Fuerteventura è, dopo Tenerife, la seconda isola più grande dell’arcipelago delle Canarie, una comunità autonoma della Spagna situata nell’Oceano Atlantico. Geograficamente, l’isola si trova molto più vicina al continente africano che all’Europa, ad appena 100 chilometri dalla costa del Marocco; e questa posizione garantisce un clima caldo e secco tutto l’anno, con temperature miti anche in pieno inverno. Ideale per una fuga tutto l’anno, lontana ma non troppo, Fuerteventura fa parte in tutto e per tutto dell’Unione Europea, e per questo risulta una meta molto comoda a livello logistico, per documenti, sanità e moneta.

Cosa vedere e fare

Fuerteventura nell’immaginario di tutti è onde, surf e grandi dune. In realtà sono diverse le cose da fare, le esperienze da vivere e i luoghi da visitare, praticamente tutto l’anno e non solo sulla costa.

Pájara

Un pittoresco paesino dell’interno, noto per la sua chiesa di Nuestra Señora de Regla, che presenta un curioso portale decorato in stile azteco, unico nelle Canarie. Pájara è anche punto di accesso alla zona montuosa sud-occidentale e alle spiagge meno battute della costa ovest, quindi una buona base lontano dalle zone più affollate e turistiche.

Puerto del Rosario

La capitale dell’isola, spesso trascurata dai turisti, in realtà è molto interessante per una visita in giornata. Un itinerario ideale può partire dalla passeggiata lungo il litorale, dove si affacciano Playa Chica e Playa Blanca, ideali per rilassarsi anche in pieno centro. A seguire, si può esplorare il centro storico dove sono disseminate oltre 150 sculture contemporanee che costituiscono una vera e propria galleria a cielo aperto.

Da non perdere il Museo Casa de Unamuno, situato nell’edificio dove il celebre scrittore visse durante il suo esilio nel 1924: l’esposizione racconta la sua permanenza e il contesto storico dell’isola. Vale la pena fermarsi anche alla Iglesia de Nuestra Señora del Rosario, edificata nel XIX secolo. La sera, il lungomare si anima con locali e piccoli ristoranti dove gustare piatti tipici.

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Iglesia de Puerto del Rosario

Corralejo

Situata a nord, Corralejo è famosa per il Parco Naturale delle Dune, una distesa spettacolare di sabbia dorata che si estende fino al mare, dove si trovano le spiagge più amate dell’isola. Dal porto partono escursioni verso l’Islote de Lobos. Il centro è molto piacevole, con ristoranti, locali e mercatini serali.

El Cotillo

Villaggio di pescatori sulla costa nord-occidentale, El Cotillo è rinomato per le sue lagune naturali e per le spiagge del Castillo e della Concha. La Torre del Tostón, antico punto d’avvistamento contro i pirati, oggi ospita mostre temporanee.

Betancuria

Antica capitale dell’isola e uno dei borghi più affascinanti. Si visita la chiesa di Santa María, con elementi gotici e barocchi, e il Museo Archeologico e Etnografico che racconta la storia aborigena dell’isola. Il belvedere Morro Velosa, progettato da César Manrique, regala panorami spettacolari.

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Betancuria, antica capitale dell’isola

Antigua

Paesino tipico immerso nei campi di aloe e fichi d’India. Da visitare il Mulino di Antigua, restaurato e sede del Centro d’Arte Molino de Antigua, con mostre d’arte contemporanea e giardini curati. Nei pressi si trova anche il Museo del Sale, dove scoprire la tradizione salina dell’isola.

Tuineje

Zona rurale nel sud-est dell’isola, dove il tempo sembra essersi fermato. Il villaggio di Tiscamanita ospita il Museo del Grano e un antico mulino a vento ancora funzionante. È possibile partecipare a laboratori di panificazione con farine tradizionali.

Ecomuseo La Alcogida

Situato vicino a Tefía, questo museo all’aperto ricostruisce un villaggio tradizionale canario con case restaurate, laboratori di artigiani e animali da cortile. Perfetto per le famiglie che viaggiano con bambini, che possono vedere come si macina il grano presso il mulino, come si producono pane e formaggio, come si accudiscono gli animali domestici e il lavoro di vasai e tessitori. Inoltre, vengono organizzati attività per i più piccoli e giochi tradizionali come la corsa con i sacchi, la corda o i cerchi.

Attività estive

Durante l’estate, ma in realtà tutto l’anno grazie al suo clima mite e ventilato costante, Fuerteventura è perfetta per gli sport acquatici. La spiaggia di Sotavento, nella penisola di Jandía, è un paradiso per il windsurf e il kitesurf, spesso teatro di competizioni internazionali. Chi ama le immersioni troverà a Las Salinas del Carmen uno dei fondali più affascinanti dell’isola, popolati da banchi di pesci e formazioni vulcaniche sottomarine. Per gli appassionati di surf, Corralejo e El Cotillo offrono onde spettacolari, ideali sia per principianti sia per surfisti esperti. Inoltre, le acque tranquille delle lagune di El Cotillo sono perfette anche per il kayak e il paddle. come windsurf, kitesurf, kayak e immersioni. Numerose scuole propongono corsi per principianti e attrezzature a noleggio.

Da non perdere altre attività ever green organizzate praticamente su tutta l’isola:

  • Escursioni in barca con avvistamento di cetacei (delfini e balene);
  • Tour in jeep o quad nelle aree vulcaniche del centro isola;
  • Uscite a cavallo sulle dune o in cammello nella zona sud;
  • Degustazioni di formaggi Majorero DOP, miele e mojo presso aziende agricole locali.

Le spiagge di Fuerteventura da non perdere

Fuerteventura è un paradiso per chi ama il mare e ci sono coste così tanto diverse da soddisfare ogni gusto e esigenza. Ecco alcune delle più iconiche, ognuna con la sua anima.

Sotavento

Nella penisola di Jandía, Sotavento è una lunga distesa di sabbia dorata che sembra non finire mai. In realtà è composta da cinque baie comunicanti — La Barca, Risco del Paso, Mirador, Malnombre e Los Canarios — che si rivelano con la bassa marea, creando lagune trasparenti ideali per chi pratica windsurf o kitesurf. Senza dubbio questa è la quintessenza della bellezza naturale di Fuerteventura.

Playa del Matorral (Morro Jable)

Perfetta per chi non vuole rinunciare ai comfort, la spiaggia di Morro Jable si estende per oltre 4 km lungo un viale ricco di negozi e ristoranti. Le sue acque calme e la vicinanza al Saladar de Jandía — zona umida protetta — la rendono ideale per famiglie, per chi ama passeggiare in riva al mare o dedicarsi agli sport acquatici leggeri.

Cofete

Cofete è situata nella parte nord della penisola di Jandía, ed è una spiaggia lunga oltre 12 km e raggiungibile solo con veicoli 4×4. La vista sull’oceano e le montagne circostanti è impareggiabile e l’assenza di infrastrutture turistiche e residenziali contribuisce al suo fascino remoto e puro, vergine, per chi preferisce un bagno wild.

Grandi Spiagge di Corralejo

Nel nord-est dell’isola, il Parco Naturale delle Dune di Corralejo abbraccia chilometri di sabbia bianca e acque turchesi. Qui si trovano spiagge ideali per ogni esigenza: El Médano per gli sportivi, o El Burro per le famiglie. Le dune modellate dal vento sahariano creano un paesaggio quasi surreale, mentre la sabbia di jable ha proprietà esfolianti naturali.

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El Médano è la spiaggia ideale per gli sportivi

La Concha (El Cotillo)

Nel nord-ovest, vicino al villaggio di El Cotillo, La Concha è una spiaggia a forma di ferro di cavallo con acque tranquille e limpide. È perfetta per le famiglie, per chi ama lo snorkeling o semplicemente per chi vuole ammirare un tramonto spettacolare sorseggiando qualcosa nei bar sul mare.

Costa Calma

Con i suoi due chilometri di litorale riparato, Costa Calma è la scelta giusta per chi soggiorna nei resort del sud. La sabbia chiara, le acque calme e la protezione naturale dal vento ne fanno una spiaggia molto apprezzata anche da chi viaggia con bambini o cerca relax assoluto.

Butihondo

Poco più a nord di Morro Jable, la spiaggia di Butihondo si presenta come un ampio tratto di costa semi-urbana, perfettamente integrata con la natura circostante. Divisa in zone più tranquille, permette di trovare facilmente angoli riservati anche in alta stagione. Il contesto è ideale per prendere il sole in libertà, praticare il nudismo o cimentarsi con sport acquatici.

Playa del Castillo (Caleta de Fuste)

Sulla costa orientale dell’isola, a Caleta de Fuste, Playa del Castillo si trova in una baia protetta che la rende perfetta per famiglie e per chi cerca totale relax. L’acqua è calma tutto l’anno, la sabbia dorata e soffice. Frequentata anche dai residenti, è ben servita e vicina al centro del paese.

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Piscine naturali a Caleta de Fuste, Fuerteventura

Parco Naturale dell’Islote de Lobos

Una delle escursioni più emozionanti: l’isoletta disabitata di Lobos è una riserva naturale accessibile con barca da Corralejo. L’isola si trova a nord di Fuerteventura, da cui dista circa 2 km. I visitatori possono esplorarla seguendo diversi sentieri segnalati, per rilassarsi nella baia di La Concha o salire al vulcano La Caldera. Serve un permesso gratuito da richiedere online almeno 5 giorni prima.

Questo angolo di terra ospita habitat di grande valore e in un magnifico stato di conservazione. Gran parte delle specie vegetali del parco sono attualmente protette da varie normative. Da non perdere i petroglifi della Montaña de Tindaya, con incisioni che richiamano la forma di piedi. Oltre ai gabbiani e agli occhioni, spiccano anche diverse varietà di coleotteri e altri invertebrati. Il viaggio verso l’isolotto va effettuato in giornata, poiché non è possibile pernottare. Per la visita sono sufficienti poche ore.

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Alla scoperta della spiaggia di Pasqyra in Albania: un angolo di paradiso tra scogliere e acque cristalline

La costa albanese è ormai da anni meta di viaggio dei turisti europei alla ricerca di bellezza autentica, acque azzurre e cristalline e prezzi non troppo alti. Tra le perle meno conosciute ma sempre più amate, spicca sicuramente la spiaggia di Pasqyra, o “Mirror Beach” – spiaggia degli Specchi.

Situata all’estremità meridionale dell’Albania, proprio di fronte all’isola greca di Corfù, a pochi chilometri a nord di Saranda. Questo luogo ha già conquistato il cuore di chi cerca natura incontaminata e relax, senza rinunciare però al fascino di un paesaggio da cartolina.

La spiaggia di Pasqyra è un vero gioiello della costa albanese assolutamente da inserire in un itinerario di viaggio on the road. Chi decide di visitarla, soprattutto nei mesi estivi, troverà un luogo capace di offrire tranquillità, bellezza naturale e un mare tra i più blu del Mediterraneo.

Grazie alla sua posizione strategica tra Saranda e Ksamil, Pasqyra può essere anche la base ideale per esplorare altre spiagge e luoghi d’interesse della zona. Il consiglio è di viverla con calma, arrivando presto la mattina, rispettando l’ambiente e godendosi ogni istante in riva a un mare che, letteralmente, riflette la sua bellezza.

Dove si trova la spiaggia di Pasqyra

La spiaggia di Pasqyra si trova nel sud dell’Albania, lungo la suggestiva costa ionica, a soli 3 km dalla spiaggia di Pulebharda, tra Saranda e Ksamil. È una piccola baia nascosta, incastonata tra alte scogliere calcaree che la proteggono dal vento. Il nome “Pasqyra”, che in albanese significa “specchio”, deriva dall’effetto brillante dell’acqua sotto il sole, tanto limpida da riflettere il cielo e le scogliere circostanti.

Accessibile con qualsiasi tipo di veicolo. In macchina, dalla strada statale SH81 che collega le due località principali si deve prendere una deviazione per Pasqyra. Chi arriva da Saranda impiega circa 15 minuti in auto, mentre da Ksamil la distanza è ancora più breve.

Inoltre si può anche optare per l’autobus che passa ogni ora circa tra Saranda e Butrinto. Non esistono però mezzi pubblici che fermano direttamente sulla spiaggia, quindi, se non si ha voglia di camminare un pochino, il mezzo proprio o un taxi sono le soluzioni migliori.

Raggiungere la spiaggia richiede un po’ di spirito d’avventura e d’adattamento: l’ultimo tratto di strada è sterrato e in discesa ma questo non è sinonimo di impraticabile. Lo sforzo è comunque assolutamente ripagato dal panorama mozzafiato sulla costa albanese.

In alternativa, è possibile raggiungere la spiaggia anche in barca o kayak dalla vicina spiaggia di Jala.

Pasqyra non è una spiaggia particolarmente estesa e questo contribuisce al suo fascino: si ha la sensazione di trovarsi in un angolo segreto. Ovviamente questo luogo è abbastanza conosciuto perciò non troppo lontano dalla folla e dal turismo di massa. Consigliato visitarla la mattina presto per godere dell’alba e farsi un bagno prima dell’arrivo degli altri.

Cosa fare a Pasqyra

Durante l’estate, la spiaggia di Pasqyra diventa una delle mete più apprezzate da chi vuole godere del bellissimo mare albanese in un contesto immerso nella natura. L’acqua qui ha una tonalità davvero unica.

Nel 2024 infatti uno studio condotto da CV Villas – agenzia di affitti vacanze – ha individuato in Pasqyra la spiaggia con il mare più blu del mondo, una caratteristica confermata anche dalla comparazione di immagini satellitari di 200 spiagge globali attraverso l’utilizzo di codici colore digitali. Sicuramente questo è un motivo in più per sceglierla come destinazione per le prossime vacanze estive.

Una volta arrivati, ci si trova di fronte a un piccolo angolo di paradiso: acqua limpida dai colori cangianti, ciottoli bianchi, fondale che degrada dolcemente e una pace difficile da trovare da un’altra parte. Nuotare in questo tratto di mare è un’esperienza rigenerante e indimenticabile, soprattutto alle prime luci del mattino, quando Pasqyra dorme ancora abbracciata dalle scogliere.

Durante l’estate, le temperature possono superare i 30 gradi, quindi è consigliabile arrivare in spiaggia nelle prime ore del giorno o nel tardo pomeriggio. La zona è ideale anche per chi ama fare snorkeling: il mare trasparente e una ricca vita marina, rendono la Spiaggia di Pasqyra perfetta per l’osservazione della vita sottomarina.

Per chi cerca una giornata più dinamica, è possibile avere viste panoramiche sul mare e sulla costa albanese percorrendo sentieri sterrati che si snodano lungo la costa.

cosa fare in spiaggia a Mirror Beach

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Vista di Mirror Beach (Pasqyra) a Saranda

Sebbene la spiaggia sia attrezzata con alcuni servizi essenziali, come noleggio lettini e ombrelloni e un piccolo ristorante vista mare che offre piatti di pesce, la zona conserva ancora un’atmosfera semplice e non troppo commerciale. Questo la rende perfetta per chi cerca un contatto più autentico con la natura di questo Paese.

Consigli per un giorno in spiaggia

Pasqyra è una delle meraviglie offerte da questo tratto di costa albanese. La spiaggia è formata da un fondo misto di sabbia chiara e ciottoli, con tratti rocciosi perfetti per chi ama tuffarsi. Alle spalle della spiaggia, la natura selvaggia crea uno scenario visivo spettacolare.

I servizi in spiaggia sono semplici ma sufficienti per trascorrere una giornata di mare comoda e lontano dalla quotidianità. Si potrà optare per l’affitto di lettini, ombrelloni e per un pasto tipico al bar-ristorante che propone cucina locale e bevande fresche.

Tuttavia, è bene sapere che in alta stagione i prezzi possono salire e che lo spazio disponibile può diventare davvero limitato nelle ore centrali della giornata. Per questo motivo è consigliato arrivare presto, magari portando con sé anche qualche snack o qualche bottiglia d’acqua in più.

andare alla spiaggia di Mirror Beach in Albania

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La spiaggia di Pasqyra

Dal punto di vista ambientale, Pasqyra è una delle spiagge che meglio rappresenta la bellezza naturale dell’Albania. Nonostante l’aumento del turismo negli ultimi anni, questo luogo conserva ancora un certo equilibrio tra sviluppo e rispetto del paesaggio. Le autorità locali, insieme ad alcuni imprenditori privati, hanno mantenuto un approccio sostenibile, evitando costruzioni invasive e mantenendo le infrastrutture minime.

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Alla scoperta di Guafo, l’isola cilena acquistata da DiCaprio per salvarla

Leonardo DiCaprio torna a far parlare di sé non solo per il grande schermo, ma anche per il suo impegno concreto nella salvaguardia dell’ambiente. Recentemente, l’attore hollywoodiano ha confermato l’acquisto dell’isola di Guafo, una preziosa riserva naturale nel meraviglioso Cile meridionale.

Il suo importante obiettivo è quello di proteggerla dallo sfruttamento e dalle attività industriali che ne minacciano l’ecosistema. In questo articolo viene trattato perché questa iniziativa è così importante e cosa rende l’isola di Guafo un vero tesoro della biodiversità.

L’acquisto dell’isola di Guafo: un gesto per l’ambiente

L’isola di Guafo, situata nell’arcipelago di Chiloé nell’Oceano Pacifico, è stata acquistata da Leonardo DiCaprio attraverso la sua fondazione Rewild, in collaborazione con partner come la Rothschild Foundation.

L’operazione ha permesso di bloccare per sempre lo sfruttamento minerario, il disboscamento e altre attività distruttive che minacciavano questo territorio. Prima dell’acquisto, l’isola era in vendita da diversi anni sul sito Private Islands per circa 20 milioni di dollari.

Grazie a questo intervento privato, un’area fondamentale per la conservazione della biodiversità è ora al sicuro. DiCaprio ha sottolineato sui social quanto sia importante preservare Guafo per le future generazioni, facendo della tutela ambientale una sua priorità concreta.

Un ecosistema unico e una biodiversità insostituibile

L’isola di Guafo si estende su circa 197 chilometri quadrati e ospita numerose specie rare e a rischio di estinzione. Tra queste, la più importante è sicuramente la grande colonia riproduttiva di berte fuligginose, uccelli marini che compiono ogni anno migrazioni di oltre 64.000 chilometri dall’emisfero australe a quello settentrionale.

Non solo. Guafo è abitata anche da pinguini di Magellano, noti per il loro aspetto affascinante e per la loro importanza ecologica, e da lontre marine, specie particolarmente vulnerabile che necessita di habitat protetti per sopravvivere. Questi animali rendono l’isola un luogo di valore straordinario per la scienza e per la conservazione della fauna marina.

Il futuro di Guafo: verso un Parco Nazionale

Leonardo DiCaprio non si fermerà al solo acquisto privato. Il prossimo passo annunciato è quello di donare ufficialmente la proprietà al governo del Cile, affinché l’isola venga dichiarata Parco Nazionale. Questa mossa garantirebbe una tutela ancora più solida e duratura, assicurando che il territorio sia gestito in modo sostenibile e protetto dalle minacce umane.

La creazione di un Parco Nazionale su Guafo rappresenterebbe un importante traguardo per la conservazione ambientale in Cile, rafforzando l’impegno del Paese verso la salvaguardia degli ecosistemi più fragili e strategici.

Leonardo DiCaprio: un attore impegnato per la natura

Non è la prima volta che DiCaprio si impegna attivamente nella difesa del pianeta. L’attore, celebre per i suoi ruoli cinematografici ma anche per la sua attività di ambientalista, ha dedicato gran parte del suo tempo e delle sue risorse alla lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

Attraverso la fondazione Rewild, promuove importanti progetti in tutto il mondo per proteggere habitat naturali e specie in pericolo.
L’acquisto dell’isola di Guafo si inserisce perfettamente in questo quadro, dimostrando come sia possibile usare la propria influenza e i propri mezzi per fare una grande differenza.

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El Torcal de Antequera, il labirinto di pietra scolpito dalla natura

A pochi chilometri dalla città andalusa di Antequera, tra paesaggi assolati e silenzi irreali, si apre un mondo che appartiene a un’altra era: El Torcal de Antequera non è soltanto una riserva naturale ma un autentico capolavoro geologico, un frammento di passato che ha resistito al tempo e che oggi regala a chi lo visita un’esperienza quasi mistica.

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, l’ammaliante angolo di terra calcarea si estende per circa 20 chilometri quadri tra Antequera e Villanueva de la Concepción, in una zona che un tempo giaceva sotto le acque dell’oceano.

Un paesaggio scolpito dall’eternità

È difficile immaginare che il luogo oggi attraversato da escursionisti e fotografi fosse, oltre 150 milioni di anni fa, il fondo marino di un antico oceano.

Durante il periodo Giurassico, sedimenti calcarei si accumularono lentamente, formando strati che, con il passare delle ere geologiche e i movimenti tettonici, furono sollevati e modellati dagli agenti atmosferici: il risultato è un paesaggio carsico di rara suggestione, in cui le rocce si ergono come sculture naturali, con forme surreali che stimolano la fantasia, come torri, ponti, animali pietrificati.

Vita tra le rocce: un ecosistema sorprendente

Nonostante l’aspetto severo e quasi lunare, El Torcal pullula di vita.

La vegetazione, tenace e adattata a condizioni estreme, include piante rupestri, pascoli resistenti e un numero notevole di specie rare. L’edera domina in particolare nella zona del Torcal Alto, arrampicandosi senza sosta sulle pareti rocciose.

Ma è la fauna, forse, a stupire davvero: il cielo è solcato da grifoni e aquile reali, mentre nei crepuscoli silenziosi si possono udire i richiami di gufi reali, civette e gheppi. Tra i cespugli e le fessure delle rocce, si aggirano volpi, donnole, tassi e conigli, mentre lucertole variopinte e serpenti innocui scivolano tra le ombre. È un microcosmo selvaggio, in perfetto equilibrio con l’ambiente che lo ospita.

Una storia umana che affiora dalla roccia

L’uomo non è mai stato estraneo alle montagne pietrificate dell’Andalusia: le tracce della presenza umana risalgono addirittura alla preistoria.

Le grotte della Cuerda e di Marinaleda, così come la Sima del Hoyo e gli insediamenti dell’Hoyo del Francés e del Tambor, testimoniano una lunga frequentazione del sito, resa possibile forse proprio dalle caratteristiche geografiche del luogo, protetto e ricco di risorse.

Resti di epoca romana e araba raccontano di un passato più recente, mentre l’ultimo villaggio abitato, Las Sepulturas, sopravvisse fino al secolo scorso, e ormai lascia dietro di sé soltanto ruderi e memorie.

Escursioni tra sogno e fatica

Paesaggio roccioso nella riserva El Torcal de Antequera in Andalusia

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Incredibili rocce nella riserva El Torcal de Antequera

Esplorare El Torcal significa lasciarsi sorprendere a ogni passo. I tre sentieri principali, lunghi rispettivamente 1,5 chilometri, 2,5 chilometri e 4,5 chilometri, propongono vari livelli di difficoltà ma un’unica, costante promessa: panorami che sembrano appartenere a un dipinto visionario.
Nonostante le asperità del terreno, l’escursione è ampiamente ripagata dalla bellezza che si dischiude tra una curva e l’altra. Non vi sono barriere né distrazioni moderne: la natura si presenta in tutta la sua autenticità, priva di artifici.

Al centro del parco, il centro visitatori del Torcal Alto accoglie escursionisti e curiosi con uno spazio ben organizzato e rispettoso dell’ambiente. È il punto di partenza ideale per chi desidera approfondire la conoscenza del sito grazie a mostre, mappe e materiale divulgativo.

Nelle giornate di maggiore affluenza, il traffico dei veicoli è limitato per tutelare l’ecosistema, ma un servizio navetta permette comunque di raggiungere in tutta comodità il cuore dell’area, da cui si diramano i percorsi escursionistici, ognuno pensato per far vivere un’esperienza totale al cospetto di cotanta meraviglia.

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Isola di Minorca, tra calette segrete e riserve naturali la perla delle Baleari fa battere il cuore

Minorca è l’isola che non ti aspetti: autentica, silenziosa, ricca di natura e storia. Lontana dai riflettori delle più mondane Ibiza e Maiorca, custodisce con orgoglio la sua anima selvaggia e le sue tradizioni. Se stai cercando un’idea per l’estate questa meta fa al caso tuo: scopri cosa vedere sull’isola di Minorca, le spiagge più belle e come raggiungerla.

Isola Minorca, dove si trova

Tra le più belle isole Baleari, Minorca è un gioiello del mar Mediterraneo che si trova a est della Spagna continentale. Meno caotica della vicina Maiorca, è un paradiso naturalistico raggiungibile facilmente con voli dall’Italia o con traghetti da Barcellona o Valencia. L’aeroporto principale si trova vicino a Mahón e da qui ci si muove agilmente con i bus locali, o meglio con un’auto a noleggio.

Cosa vedere sull’isola di Minorca

Se stai organizzando un viaggio alla scoperta delle isole Baleari ecco un itinerario alla scoperta di Minorca, un vero bijoux del Mediterraneo e tra i luoghi turistici più amati della Spagna.

Da non perdere il capoluogo: Mahón sembra una cartolina d’altri tempi. Ha un porto naturale circondato da edifici, tanti bar e un centro storico che è una vera e propria rete di vicoli e piazze nascoste. Da non perdere la Chiesa di Santa Maria, con il suo maestoso organo, e il Museo di Mahón, perfetto per un tuffo nella storia multiculturale dell’isola. Per vivere la città come un locale, allontanati dalle rotte turistiche e perditi tra Plaça Bastió, Reial o Miranda.

Dall’altra parte dell’isola sorge Ciutadella, l’antica capoluogo. Elegante, calda e vibrante, è un gioiello di architettura dove si fondono tracce arabe e medievali. La Cattedrale di Santa Maria, i palazzi nobiliari e i chiostri silenziosi raccontano secoli di storia e spiritualità. La sera, il porto di Ciutadella si accende di vita: ristorantini, mercatini e tramonti indimenticabili fanno da sfondo a serate romantiche e rilassate.

Uno dei borghi da non perdere? Fornells, una tappa obbligata. Il villaggio di pescatori affacciato sulla baia è diventato famoso per la caldereta de langosta, una zuppa d’aragosta che qui ha il sapore della tradizione. Le barche a vela si dondolano nel porto, le case bianche riflettono la luce, e il tempo sembra davvero essersi fermato.

Fornells sull'isola di Minorca

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Fornells, lo splendido borgo di pescatori sull’isola di Minorca

Un buon punto panoramico per osservare l’isola dall’alto è il Monte Toro, la vetta più alta dell’isola con in cima un santuario del XVII secolo da visitare. L’anima più autentica è però quella naturale, dalla riserva mondiale della biosfera al parco naturale di s’Albufera des Grau fino al sentiero Camí de Cavalls: il territorio ha davvero molto da regalarti. Per chi cerca un’autentica pausa dal mare una buona idea è raggiungere Es Pinaret, un bosco dove poter fare una ricarica di energie, camminare tra alberi secolari e riconnettersi con la natura.

Le spiagge sull’isola di Minorca

Non possiamo negarlo, Minorca è una meta di mare e proprio per questo vogliamo raccontarti quelle che sono le spiagge più belle dell’isola. Con quasi 200 spiagge e un’estensione di costa di tutto rispetto, sa incantare.

Tra le spiagge più belle di Minorca c’è cala Turqueta, un gioiello incastonato tra rocce e pini marittimi. Il nome dice tutto: un’acqua di un azzurro caraibico che invita a perdersi. Poco distante si trovano le incantevoli Cala Macarella e Macarelleta, sorelle dal fascino irresistibile. Se la prima è un classico delle cartoline minorchine, la seconda è più piccola, più nascosta, più intima: perfetta per chi cerca la quiete assoluta.

Cala Macarella tra le spiagge più belle di Minorca

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Spiagge a Minorca: visitare Cala Macarella

A pochi chilometri Cala Mitjana e la sua gemella più piccola, Mitjaneta, sembrano disegnate per chi ama la natura pura. Sabbia chiarissima, mare calmo e una pineta profumata dove rilassarsi nelle ore più calde. E se vuoi comodità, lettini e un’ampia scelta di bar, allora Cala Galdana è la tua meta: una delle spiagge più attrezzate dell’isola, ideale per famiglie.

Non solo sabbia però, se si preferisce la roccia c’è Cala Pregonda dove l’anima rossa e selvaggia emerge in tutta la sua totalità o Cavalleria con gli immancabili contrasti cromatici e il fascino della natura più pura.

Cala Pregonda a Minorca

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Spiagge rocciose sull’isola di Minorca: Cala Pregonda

Se invece preferisci una spiaggia lunga dove passeggiare con i piedi nell’acqua, Son Bou ti regalerà ben 2,5 km di sabbia fine e mare aperto. Perfetta per lunghe giornate al sole, ma anche per i giochi in acqua con tutta la famiglia. Vicino, la piccola Atalis è un angolo discreto spesso scelto dai naturisti per la sua atmosfera rilassata.

A nord, Cala Morell è un paradiso per i subacquei. Le sue acque profonde e le grotte sottomarine offrono un’esperienza unica per chi ama le immersioni e la fotografia subacquea. Non lontano da lì, Cala Mica è spesso quasi deserta: raggiungibile a piedi dal Camí de Cavalls, è perfetta per chi ama l’avventura e la solitudine.

E poi c’è Son Saura, splendida nella sua semplicità. Non ha servizi né chioschi, ma ha tutto ciò che serve: silenzio, mare cristallino, sabbia morbida e una pineta dove fare picnic all’ombra. È il luogo perfetto per chi vuole rallentare e godersi ogni respiro.

Tra le spiagge più “comode” e accessibili troviamo Binibeca, con sabbia bianca come il latte e un mare che sembra una piscina. L’atmosfera è vivace, ma non caotica, e c’è tutto ciò che serve per trascorrere una giornata perfetta al mare: bar, noleggio lettini e anche un mitico chiringuito, “Los Bucaneros”, per un pranzo vista onde.

Punta Prima, sulla costa sud-orientale, è molto amata per la sua accessibilità, i servizi e il panorama sull’isoletta dell’Aire. Se viaggi con bambini o vuoi una spiaggia con tutto a portata di mano, è un’ottima scelta.

Anche Santo Tomás, San Adeodato e Binigaus, sulla costa meridionale, sono spiagge da segnare: spaziose, tranquille e affacciate su un mare calmo. Sono perfette per lunghe passeggiate in riva e tuffi infiniti nella pace più totale. E non dimentichiamo Arenal d’en Castell, una mezzaluna dorata amata dalle famiglie: sabbia soffice, mare tranquillo e un’atmosfera che profuma di vacanza vera. A questo punto non resta che fare la valigia e partire.