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In Polonia nascerà l’aeroporto più moderno di tutta Europa

La Polonia si prepara a scrivere una nuova pagina nella storia dell’aviazione europea. Il governo polacco, attraverso la società Centralny Port Komunikacyjny, ha avviato l’iter per la costruzione di un nuovo mega aeroporto, destinato a diventare uno degli scali più avanzati e innovativi del continente.

Con inaugurazione prevista nel 2032, il progetto rappresenta una sfida ingegneristica e organizzativa di dimensioni straordinarie, pensata per potenziare i collegamenti internazionali e trasformare il Paese in un vero hub tra Est e Ovest. Questo aeroporto non solo migliorerà la capacità di trasporto aereo, ma rafforzerà anche l’attrattività della Polonia come meta turistica e centro di scambi commerciali in Europa.

Un progetto ambizioso tra Varsavia e Łódź

Il futuro aeroporto sorgerà in un’area strategica tra Varsavia e Łódź, la terza città più grande della Polonia. Con una superficie di 450.000 metri quadrati, il terminal sarà dotato di 140 banchi check-in, ampliabili a 170, e di oltre 20 aree di attesa dedicate agli aeromobili, progettate per ottimizzare i tempi di imbarco e garantire un’esperienza di viaggio efficiente e confortevole.

L’infrastruttura sarà inizialmente in grado di gestire 34 milioni di passeggeri all’anno, con un potenziale di crescita fino a 44 milioni, triplicando la capacità attuale dell’aeroporto di Varsavia. Questo progetto riflette la volontà del governo polacco di modernizzare le reti nazionali, migliorare la mobilità e rafforzare il ruolo geopolitico del Paese, rendendolo più competitivo a livello europeo.

Il piano include anche una stazione ferroviaria sotterranea, collegata alla linea ad alta velocità Varsavia-Łódź, che sarà inaugurata già nel 2029. Questa integrazione tra trasporto ferroviario e aereo consentirà ai viaggiatori di combinare spostamenti in treno e in aereo in maniera più rapida ed efficiente, aumentando l’attrattività della Polonia come destinazione turistica e commerciale.

I visitatori potranno raggiungere il centro di Varsavia o le principali città polacche in tempi ridotti, rendendo l’esperienza di viaggio più comoda e piacevole.

La gara d’appalto e i requisiti per le aziende partecipanti

La società Centralny Port Komunikacyjny ha aperto la gara d’appalto per selezionare l’impresa che si occuperà della realizzazione del nuovo aeroporto, assumendo il ruolo di consulente e responsabile dei lavori.

La società vincitrice dovrà supervisionare ogni fase del progetto, dalla posa della prima zolla erbosa fino all’uscita dall’imbarco, garantendo il rispetto dei tempi, del budget e degli standard qualitativi.

Per partecipare alla gara, le aziende devono rispettare requisiti rigorosi: è necessario dimostrare di aver costruito in passato aeroporti capaci di gestire almeno 20 milioni di passeggeri all’anno negli ultimi 15 anni e garantire una solidità finanziaria con un fatturato medio annuo di almeno 117 milioni di euro per cinque anni consecutivi.

Inoltre, sarà richiesto personale altamente specializzato, con esperienza diretta nella realizzazione di infrastrutture aeroportuali su larga scala.
La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al 20 ottobre, mentre la decisione finale sarà comunicata all’inizio del 2026, data dalla quale avranno inizio i lavori. L’inaugurazione ufficiale è prevista nel 2032, sancendo l’apertura di un aeroporto destinato a diventare il più moderno d’Europa.

Oltre a rappresentare un importante passo avanti per il settore dei trasporti, il nuovo aeroporto contribuirà significativamente all’economia polacca, creando migliaia di posti di lavoro sia durante la fase di costruzione sia nella gestione operativa dello scalo.

Per i turisti, l’infrastruttura offrirà un’esperienza di viaggio più rapida, comoda e sicura, favorendo un aumento del flusso di visitatori internazionali e consolidando la posizione della Polonia come meta strategica per turismo, affari e cultura.

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Polonia, scoperta un’officina del Neandertal datata 70.000 anni fa

È nel cuore della valle del fiume Zwoleńka, nella Polonia centrale, che il passato degli antichi parenti dell’Homo sapiens ha lasciato un’impronta sorprendente. Qui, infatti, sotto strati di terra, un team di archeologi provenienti dall’Università di Varsavia ha riportato alla luce un’officina neandertaliana di circa 70.000 anni fa: stiamo parlando di un luogo dove uomini antichi non solo cacciavano mammut, rinoceronti e cavalli selvatici, ma sapevano anche riparare con abilità gli strumenti di selce con cui li macellavano.

Il Museo Statale di Archeologia di Varsavia e le università di Varsavia e Wrocław, lavorando insieme durante questa entusiasmante campagna di scavo, hanno restituito centinaia di utensili tra i quali coltelli, raschiatoi, lame, accanto a ossa e denti di grandi mammiferi. Un ritrovamento che permette di comprendere meglio la vita quotidiana dei Neanderthal rendendo la Polonia una tappa inattesa e affascinante nella mappa della preistoria europea.

La scoperta dell’officina neandertaliana

Gli scavi condotti nella valle dello Zwoleńka raccontano di un luogo che non era solo un punto di caccia, ma anche una vera officina all’aperto. Qui gli utensili in selce venivano portati per essere affilati e rimessi a nuovo, pronti ad affrontare la macellazione dei grandi animali che popolavano le pianure glaciali. Le tracce d’uso sui coltelli e sui raschiatoi parlano di carcasse di mammut, rinoceronti e cavalli, smontate pezzo per pezzo con una precisione che sorprende ancora oggi.

“Sulla base di siti simili del Paleolitico medio, questi strumenti venivano usati per squartare carcasse di animali, probabilmente inclusi mammut, rinoceronti e cavalli”, ha spiegato il dottor Pyżewicz dell’Università di Varsavia. “I segni di usura sugli utensili confermano il loro uso per tagliare e lavorare grandi animali”.

Durante tre stagioni di scavo, gli archeologi hanno catalogato centinaia di strumenti. Ai circa 330 reperti registrati negli anni Ottanta se ne sono aggiunti oltre 170 nella penultima campagna e un numero simile in quella più recente. Ma il lavoro non è finito: i ricercatori continuano a confrontarsi con una sfida cruciale, la datazione. Molti manufatti sono stati spostati nel tempo dall’acqua del fiume, complicando la lettura delle loro origini. Secondo il dottor Witold Grużdź, questo significa che alcuni pezzi potrebbero essere persino più antichi di quanto immaginiamo.

“Le nostre datazioni si riferiscono a quando questi materiali sono stati trasportati, non necessariamente a quando i Neanderthal li hanno usati”, ha spiegato il Dottor Grużdź. “Questo suggerisce che alcuni manufatti potrebbero essere ancora più antichi di quanto stimato attualmente. Le ricerche future ci aiuteranno a risolvere questo enigma.”

Perché si tratta di una scoperta inattesa e affascinante

Quella avvenuta in Polonia rappresenta una scoperta incredibile perché è una rarità: i ritrovamenti sui Neanderthal in questo Paese, infatti, sono molto pochi, soprattutto al di fuori delle regioni meridionali come l’altopiano di Cracovia-Częstochowa e la Bassa Slesia. La maggior parte della Polonia centrale e settentrionale era coperta da calotte di ghiaccio nel periodo in cui i Neanderthal abitavano l’Europa, il che rende questo sito in Masovia eccezionalmente significativo.

“I ritrovamenti di Neanderthal sono rari”, ha affermato la dottoressa Katarzyna Pyżewicz dell’Università di Varsavia. “Ogni scoperta aggiunge un valore immenso alla nostra comprensione della loro vita. Questi siti sono spesso sepolti a diversi metri di profondità, il che li rende difficili da individuare.”

I Neanderthal, un tempo considerati predecessori primitivi dell’uomo moderno, sono oggi riconosciuti come esseri intelligenti e sofisticati. I ritrovamenti fossili e gli studi genetici indicano che avevano comportamenti sociali complessi, creavano utensili, forse producevano arte e seppellivano persino i loro morti. Scoperte recenti confermano che hanno creato pitture rupestri più di 64.000 anni fa e che si sono incrociati con l’Homo sapiens, lasciando tracce del loro DNA in molte popolazioni moderne al di fuori dell’Africa.

“I Neanderthal erano cacciatori robusti e abili artigiani”, ha detto la dottoressa Grużdź. “Questo sito rafforza l’idea che fossero adattivi, intelligenti e capaci di pianificare compiti complessi, come la manutenzione degli utensili e la macellazione di animali di grandi dimensioni”.

Come sottolinea la dottoressa Katarzyna Pyżewicz, ogni nuovo sito è una finestra preziosa, difficile da individuare perché spesso nascosta a metri di profondità. A Zwoleńka, poi, la rarità è doppia: oltre agli strumenti in selce, sono sopravvissuti resti organici, come ossa e denti, che solitamente si conservano solo in grotta. È una testimonianza che avvicina i Neanderthal alla nostra immagine di esseri complessi e ingegnosi, capaci di produrre arte, seppellire i propri morti e lasciare un’eredità genetica ancora presente in noi. Un popolo che non era primitivo, ma adattivo, sociale e sorprendentemente vicino.

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Scoperte piramidi in Polonia: un viaggio magico tra i segreti di 5.500 anni fa

Nel cuore della Polonia, una scoperta archeologica di grande rilievo ha recentemente catturato l’attenzione di studiosi e appassionati di storia antica. Sono state rinvenute due imponenti strutture megalitiche, comunemente denominate “piramidi polacche”, risalenti a oltre 5.500 anni fa.

Questi monumenti funerari neolitici sono stati scoperti nel Parco Paesaggistico General Dezydery Chlapowski, situato nel villaggio di Wyskoc, nella regione di Wielkopolska.

Questo straordinario ritrovamento fornisce nuove e preziose informazioni sulla complessità sociale, religiosa e architettonica dell’Europa del IV millennio a.C., arricchendo il bagaglio di conoscenze sulle antiche civiltà del continente.

La scoperta è di particolare interesse anche perché queste strutture sono contemporanee a siti famosi come Stonehenge e addirittura precedono le piramidi egizie, sfidando alcune delle idee tradizionali sulle origini delle grandi costruzioni preistoriche.

La scoperta delle piramidi polacche: un salto nel passato di 5.500 anni

Gli archeologi dell’Università Adam Mickiewicz, impegnati negli scavi, hanno portato alla luce due gigantesche tombe megalitiche nel cuore della regione di Wielkopolska in Polonia.

Questi monumenti furono costruiti dalla cultura del bicchiere imbutiforme, una società neolitica caratterizzata da avanzate pratiche agricole e da un’architettura funeraria monumentale.

Le strutture, soprannominate “piramidi polacche” per la loro imponenza, hanno una forma trapezoidale allungata e misurano fino a 200 metri di lunghezza, con un’altezza che raggiunge i 4 metri.

Per la loro costruzione sono state utilizzate enormi pietre megalitiche, alcune con un peso fino a 10 tonnellate, trasportate e posizionate con tecniche sofisticate, che testimoniano una notevole capacità organizzativa e ingegneristica degli antichi costruttori.

Un aspetto particolarmente affascinante di queste strutture è l’accurato allineamento delle tombe, che rivela una profonda conoscenza dell’astronomia. Questo dettaglio indica l’esistenza di figure chiave all’interno della comunità, come capi tribù, sacerdoti o sciamani, che godevano di uno status elevato e che venivano sepolti in queste imponenti tombe.

Ogni generazione della comunità ha contribuito alla costruzione di nuovi megaliti, creando così un patrimonio collettivo che testimonia la continuità culturale e il rispetto per i propri antenati.

I resti archeologici e il loro significato culturale

All’interno delle piramidi polacche sono stati rinvenuti resti scheletrici, probabilmente di singoli individui sepolti in posizione supina, con le gambe rivolte verso est. Questi corredi funerari includono oggetti preziosi come ceramiche finemente lavorate, asce di pietra e recipienti di argilla, alcuni utilizzati per contenere oppio, sostanza probabilmente impiegata in rituali o cerimonie.

Questi reperti rappresentano una fonte importante di informazioni sulle pratiche religiose e sociali di questa antica cultura, confermando l’importanza rituale delle tombe e la complessità delle loro credenze.

La scoperta, annunciata dal Complesso dei Parchi Paesaggistici del Voivodato di Wielkopolska, contribuisce a riscrivere la storia delle prime civiltà europee. Molte strutture simili, infatti, sono andate perdute o sono state danneggiate nel corso dei millenni. Solo quelle situate in zone boschive più isolate sono giunte intatte fino all’era moderna.

Grazie a questa scoperta, gli archeologi hanno ora l’opportunità di approfondire la conoscenza della società neolitica europea, mettendo in luce un livello di sofisticazione sociale, religiosa e architettonica finora poco conosciuto.

Le piramidi polacche rappresentano dunque un ponte tra passato e presente, aprendo nuove prospettive di ricerca e valorizzazione culturale per la storia antica dell’Europa.

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La Venere di Kołobrzeg: la statuetta del Neolitico riscrive la storia della Polonia

Una statuetta di appena 12 centimetri potrebbe rivoluzionare l’archeologia europea. È la Venere di Kołobrzeg, un’effige neolitica senza occhi, naso o bocca, scolpita in calcare oltre 6.000 anni fa e scoperta in un villaggio della Pomerania. Oggi è stata definita dagli esperti “la scoperta del secolo” in Polonia, paragonabile a quella delle celebri Veneri paleolitiche di Willendorf e Hohle Fels. 

La sua semplicità e il suo mistero affascinano gli studiosi e potrebbero aprire un nuovo filone di ricerca sul culto della fertilità e le popolazioni preistoriche dell’Europa centro-orientale.

Una scoperta che non riguarda solo il mondo accademico, ma che potrebbe risvegliare anche l’interesse dei viaggiatori curiosi verso un lato della Polonia ancora poco noto: quello delle sue radici antichissime, dei villaggi rurali e delle terre fertili che si affacciano sul Baltico.

Lungo il Parsęta è nata la leggenda della Venere di Kołobrzeg

Tutto comincia nel 2002, in un luogo che sembra uscito da una favola baltica: il villaggio di Obroty, immerso nel verde della Pomerania occidentale, a poca distanza dal fiume Parsęta. Qui, un contadino si imbatte per caso in una statuetta di pietra calcarea durante lavori nei campi. L’oggetto passa di mano in mano, fino a giungere al Gruppo di esplorazione della Parsęta in Polonia, grazie a Waldemar Sadowski, membro della Società degli amici del Museo delle Armi Polacche di Kołobrzeg.

Ma è solo nel 2023 che l’archeologo Marcin Krzepkowski, insieme alla Fondazione Relicta, sottopone la statuetta ad approfondite analisi. Risultato? Un manufatto neolitico di oltre 6.000 anni, mai visto prima in territorio polacco.

Gli archeologi la descrivono come una Venere senza volto, ma con chiare fattezze femminili. Il calcare, materiale poco comune per queste opere, solitamente modellate in argilla, rende il reperto ancora più raro. Potrebbe trattarsi di un oggetto rituale legato alla fertilità, forse creato dai primi agricoltori della zona, stanziatisi lungo le sponde del Parsęta.

Questo fiume, oggi meta tranquilla per escursioni e gite naturalistiche, custodiva dunque già migliaia di anni fa tracce della vita umana, in una regione della Polonia che merita di essere esplorata con occhi nuovi, tra archeologia e natura.

Perché la Venere di Kołobrzeg è così importante

La Venere di Kołobrzeg non è soltanto un reperto archeologico affascinante. Secondo gli esperti, il suo ritrovamento potrebbe cambiare la mappa preistorica dell’Europa centrale. “È un pezzo unico per la storia della Polonia e di tutta l’Europa centro-orientale”, ha dichiarato Aleksander Ostasz, direttore del Museo delle Armi Polacche. Ed è proprio qui che la statuetta verrà presto esposta, in una nuova sezione permanente dedicata alle scoperte preistoriche.

Sebbene l’Europa conosca già celebri “Veneri” preistoriche, questa scoperta spicca per il contesto geografico, finora privo di reperti simili, e per l’inconsueto materiale usato. Non è un caso che Krzepkowski e il suo team abbiano avviato uno studio interdisciplinare per analizzare nel dettaglio la composizione, le tecniche di realizzazione e il possibile significato simbolico dell’opera.

La speranza degli studiosi è che il ritrovamento possa fare da catalizzatore per nuove campagne di scavo in Pomerania e portare alla luce altri oggetti rituali dell’epoca neolitica. Intanto, la Venere di Kołobrzeg affascina il grande pubblico: muta, essenziale, ma capace di raccontare storie millenarie che ancora oggi ci interrogano.

E chissà che questa piccola statuetta, venuta dal passato, non riesca anche ad attrarre nuovi viaggiatori interessati alla storia antica della Polonia: un Paese dove ogni foresta, ogni fiume e ogni campo può ancora nascondere misteri pronti a emergere.

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Castello di Moszna, la fortezza incantata con 99 torri e 365 stanze

L’Europa è piena di fortezze, ma una su tutte spicca per la sua unicità: si tratta del castello di Moszna, un edificio straordinario con 99 torri e 365 stanze. Sì, una per ogni giorno dell’anno. La costruzione polacca sembra uscita dalle pagine di un romanzo fantasy, eppure è reale, e rappresenta uno dei gioielli architettonici del nostro continente. Oltre alla sua indiscussa bellezza, sa raccontare storie antiche, leggende ed è avvolto da un alone di mistero.

Il castello di Moszna con 365 stanze

Di castelli meravigliosi in Europa ne abbiamo, ma quello di Moszna sorprende per l’architettura che rompe le regole mixando tre stili diversi. Barocco, neogotico e neorinascimentale si fondono e il risultato lascia a bocca aperta. La costruzione inizia la sua storia nel XIV secolo, quando si narra fosse un monastero abitato dai cavalieri del tempio di Salomone; questa ipotesi è ad oggi considerata una leggenda e contribuisce al fascino misterioso che avvolge il luogo. Il primo vero proprietario documentato fu la famiglia Von Skall, che nel 1679 gettò le fondamenta del castello come lo conosciamo oggi.

Ma fu solo con l’arrivo di Franz Hubert von Tiele-Winckler, nel XIX secolo, che la struttura raggiunse il suo massimo splendore. Hubert, ricco industriale e visionario, investì ingenti somme per restaurare e ampliare il castello, aggiungendo torri in stile gotico vittoriano, giardini all’inglese e un’ala neorinascimentale, creata per accogliere degnamente l’Imperatore Guglielmo II, ospite frequente della tenuta.

Come spesso accade con i grandi palazzi nobiliari, anche Moszna ha vissuto glorie e declino. Un incendio devastante cancellò parte delle opere di Franz Hubert, ma lui non si arrese: ricostruì, ampliò e trasformò il castello in una residenza da sogno. Purtroppo, la sua eredità fu compromessa dall’incapacità del figlio di gestire il patrimonio familiare, lasciando la proprietà vulnerabile alle razzie dell’Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale.

Castello di Moszna in Polonia

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L’incredibile castello di Moszna con 99 torri e 365 stanze

Nonostante tutto, oggi è stato in gran parte restaurato e conserva il suo fascino originario. Oggi non è un semplice luogo turistico; una sezione è stata trasformata in hotel di charme per permettere ai visitatori di sentirsi principi o principesse almeno per una notte. Le stanze conservano lo stile regale, tra mobili antichi, saloni affrescati e viste mozzafiato sul parco.

Attorno, un giardino rigoglioso di azalee, rododendri e querce secolari rende il soggiorno ancora più suggestivo. Il parco di Moszna si sviluppa attorno all’edificio e anch’esso sembra uscito da una fiaba, forse anche grazie al verde curato e alla presenza di uno stagno. Il castello si vede all’orizzonte mentre il parco lo abbraccia. Fontane, sentieri nascosti e scorci che sembrano dipinti guidano fino all’Aleja Lipowa, il Viale dei Tigli: un sentiero monumentale incorniciato da querce secolari, alcune delle quali sopravvivono da oltre trecento anni.

Dove si trova il Castello di Moszna

Il Castello di Moszna sorge nell’Alta Slesia, ovvero la zona sud-occidentale della Polonia. La città più vicina? Opole, a circa 30 chilometri, o Katowice a un’ora di auto. Per raggiungerla l’opzione migliore è utilizzare una macchina a noleggio ma sono presenti alcuni autobus che collegano il sito turistico. Chi è allenato o vuole godersi la natura tipica di questa regione della Polonia potrebbe valutare un noleggio bici: esiste infatti una ciclabile di circa 36 chilometri che parte da Opole e passando per i boschi conduce proprio all’antico palazzo.

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Morskie Oko, il lago misterioso il cui nome significa Occhio del Mare

Se esiste un luogo in Polonia capace di farti sentire piccolo di fronte alla maestosità della natura, quello è sicuramente il lago Morskie Oko. Un posto quasi segreto, nascosto tra le cime frastagliate degli Alti Tatra, a 1.395 metri di altitudine e che lascia tutti a bocca aperta con degli scenari che sembrano usciti da una cartolina. È circondato da pareti rocciose che si riflettono sulla superficie e il suo nome ha un che di poetico: tradotto significa testualmente “occhio del mare”. Meta ambita da escursionisti e fotografi, si raggiunge attraverso diversi sentieri.

 Scoprire il lago Morskie Oko

Tra le mete più amate dei monti Tatra si fa strada il lago Morskie Oko dal fascino selvaggio e con un contesto naturale unico al mondo. Per poterlo raggiungere si deve percorrere il sentiero rosso dedicato alla figura storica di Oswald Balzer. L’omaggio è dovuto: il coraggioso eroe ha difeso strenuamente i diritti della Polonia sul territorio.

Durante la salita ci sono varie tappe imperdibili. La prima è quella delle cascate del torrente Roztoka, nei pressi di Wodogrzmioty Mickiewicza. Il fragore dell’acqua che si infrange sulle rocce crea un’atmosfera unica e rigenerante. Poco più avanti si incrociano altri due sentieri: quello verde che sale verso la spettacolare valle dei cinque laghi polacchi (per camminatori più esperti) e un altro che conduce in pochi minuti al rifugio PTTK di Dolina Roztoki.

Il lago? Uno spettacolo garantito: le acque sono così limpide da essere turchesi, le pareti rocciose si specchiano creando un gioco di colori e tutto attorno il silenzio regna avvolgendo i visitatori con un intenso profumo di pino. Attenzione: è un’area protetta, quindi è assolutamente vietato fare il bagno.

Morskie Oko l'occhio del mare in Polonia

Fonte: iStock

Viene soprannominato “occhio del mare”, il lago Morskie Oko in Polonia è una vera meraviglia

Dove si trova e come arrivare a Morskie Oko

Immerso tra le vette maestose dei monti Tatra, il lago Morskie Oko è una delle meraviglie naturali più affascinanti della Polonia. Questo luogo speciale si trova nel Voivodato della Piccola Polonia, all’interno del parco dei Tatra. Il lago glaciale incanta per le sue acque color smeraldo e il paesaggio da fiaba che lo circonda. Il suo nome, che significa “Occhio del Mare”, evoca leggende antiche e panorami mozzafiato.

Per raggiungerlo serve un po’ di pazienza e anche un buon allenamento. Si parte da Palenica Białczańska, dopo aver parcheggiato l’auto nella vicina Zakopane o aver utilizzato un bus. Il tragitto in autobus dura circa 40 minuti: una volta arrivati ci sarà da indossare scarpe comode per affrontare il percorso panoramico lungo circa 9 chilometri. Una buona notizia è che tutta la strada del sentiero rosso è asfaltata e con una pendenza moderata, dunque accessibile a tutti, comprese famiglie con bambini. Serviranno tra le 2 e le 3 ore, a seconda del proprio allenamento, per raggiungere la meta. Un’alternativa è utilizzare i tradizionali fasiągi, i carretti trainati da cavalli.

Il sentiero vale la visita: è immerso nella natura e ben tenuto; proprio per questo regala viste spettacolari mentre ci si avvicina al lago. Alla fine della camminata la ricompensa è davvero unica: la vista del lago Morskie Oko lascia senza fiato.

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Viaggio in Polonia tra le location del film on the road A Real Pain

A Real Pain è uno di quei film che, oltre a raccontare una storia, invita a fare un viaggio insieme ai protagonisti. Jesse Einsenberg e Kieran Culkin sono David e Benji, due cugini molto legati seppur molto diversi che un giorno decidono di trascorrere due settimane in Polonia zaino in spalla, in memoria della zia Doris che visse in prima persona la tragedia dell’Olocausto durante la Seconda Guerra Mondiale. Una volta raggiunta la meta europea, i due si uniscono a un gruppo turistico che ripercorre i luoghi di quella pagina nera della storia, condividendo ricordi, dolore e sentimenti.

Jesse Eisenberg è anche regista di questo film candidato a due premi Oscar al cinema dal 27 febbraio, e ha voluto girare il film in location reali della Polonia per dare autenticità alla storia e all’esperienza della coppia protagonista. Il viaggio in A Real Pain è uno strumento per celebrare la memoria, affrontare i fantasmi del passato, e ritrovare la giusta via per affrontare il futuro.

A real pain film

Fonte: Ufficio stampa

Una scena dal film A Real Pain

Dove è stato girato

Varsavia, capitale della Polonia, è una città ricca di fascino e suggestione. Immenso è il suo patrimonio storico e culturale, che riflette e racconta la storia attraverso l’architettura, il centro storico e e le strade. E sono proprio queste, e non solo, a fare da sfondo alla pellicola A Real Pain, che si sposta anche a Lublino, e che ci permette di fare un viaggio intenso ed emozionante tra i luoghi iconici della città.

Aeroporto di Varsavia

Inaugurato nel 1934 dal presidente Ignacy Mościcki, l’Aeroporto di Varsavia-Okęcie (ora conosciuto come “Aeroporto Chopin”) è stato testimone silenzioso di alcuni momenti drammatici della storia. Bombardato il primo giorno della seconda guerra mondiale, fu parzialmente ricostruito dai tedeschi, che lo trasformarono in un centro per le scuole di aviazione e in un’officina di riparazione per la Luftwaffe. Ma quando i tedeschi si ritirarono nel 1945, l’aeroporto fu lasciato in rovina. Dopo la guerra, la LOT Polish Airlines si occupò della sua ricostruzione e nel 1969 l’aeroporto inaugurò il suo terminal internazionale. Nel 2001 fu rinominato “Aeroporto Chopin”, in onore di uno dei più rinomati compositori polacchi. Oggi è il più grande aeroporto in questa parte d’Europa, in grado di gestire gli aerei più grandi del mondo.

Monumento agli eroi del ghetto, Varsavia

Il tour del gruppo inizia al memoriale di Varsavia dedicato ai combattenti ebrei che si ribellarono ai nazisti nel 1943. La guida turistica James lo descrive come “un monumento che celebra gli eroi ebrei che combatterono contro i nazisti“, contestualizzandone il posto nell’itinerario del gruppo prima di una visita al campo di concentramento di Majdanek. “Penso che sia importante sfatare il mito secondo cui queste erano persone condotte come agnelli al macello“, spiega. Progettata da Leon Suzin e scolpita da Nathan Rapoport, la statua alta 11 metri fu inaugurata nel 1948 ed è stata realizzata con materiali originariamente destinati ai monumenti nazisti. Al centro si trova una scultura impressionante di Mordechai Anielewicz, il leader della rivolta, che tiene in mano una granata. Il monumento è un luogo chiave per le commemorazioni, tra cui l’anniversario della rivolta e il Giorno della Memoria dell’Olocausto. Nel corso degli anni ha attirato visite da personaggi come Giovanni Paolo II, Bill Clinton, Willy Brandt, Yuri Gagarin e il Dalai Lama XIV, venuti per onorare le vittime dell’Olocausto.

Monumento alla rivolta di Varsavia

Il tour del gruppo turistico nel film passa anche da piazza Krasiński dove si trova il maestoso monumento alla rivolta di Varsavia contro i nazisti del 1944. Nella scena il personaggio di Benji incontra altri turisti che si atteggiano a combattenti della resistenza sul memoriale, convincendo persino il riluttante James a unirsi a loro. L’opera d’arte in bronzo commemora i combattenti della resistenza che affrontarono i nazisti per 63 giorni nell’estate del 1944. Inaugurato il 1° agosto del 1989, questo monumento è stato scolpito da Wincenty Kućma e progettato dall’architetto Jacek Budyn.

Lublino

Fonte: iStock

La città di Lublino in Polonia

Porta Grodzka, Lublino

Dopo un drammatico viaggio in treno, David e Benji raggiungono i loro compagni di viaggio per la tappa di Lublino del loro tour. James guida il gruppo in una passeggiata nel passato ebraico della città, presentando loro il castello medievale di Lublino e questa porta, detta anche Porta Ebraica, che conduce al vecchio quartiere ebraico della città. La Porta Grodzka è un antico simbolo di Lublino, una città famosa per la sua ricca storia e cultura. Costruita nel XIV secolo, la porta serviva come ingresso principale alla città e rappresentava un importante punto di riferimento. Oggi è non solo una testimonianza storica, ma anche un luogo di incontro per turisti e locali. La sua posizione strategica rende la Porta Grodzka un luogo ideale da visitare durante una passeggiata nel centro della città.

Vecchio cimitero ebraico, Lublino

Il vecchio cimitero ebraico di Lublino, situato sulla collina Grodzisko, ospita la tomba ebraica più antica della Polonia, quella del famoso talmudista Jakub Kopelman, scomparso nel 1541. Attualmente è la più antica lapide ebraica in Polonia, situata nel luogo di sepoltura originale. Nel 1555, il re Sigismondo II Augusto concesse agli ebrei il diritto di utilizzare parte della collina (che in seguito si espanse) come luogo di sepoltura, un privilegio che consolidò l’importanza del cimitero. Nonostante le frequenti profanazioni subite durante le guerre, il cimitero ha resistito, preservando la sua ricca storia. Lo sviluppo del sito riflette l’evoluzione dell’arte funeraria ebraica, con le lapidi conservate che mostrano i cambiamenti dall’inizio del XVI secolo fino al 1830.

Un teso scambio di battute tra Benji e James in A Real Pain avviene nell’antico vecchio cimitero ebraico su una collina di Lublino. Mentre James colloca il luogo di sepoltura nel suo contesto storico, Benji chiede alla guida turistica di allentare i “fatti”. Invece, James suggerisce di seguire la tradizione ebraica di lasciare una pietra sulla “matzevah” del talmudista Jakub Kopelman.

cimitero ebraico Varsavia

Fonte: iStock

Cimitero ebraico Varsavia

Campo di concentramento di Majdanek, Lublino

L’idea di Eisenberg di girare nei cupi dintorni di un campo di concentramento reale inizialmente incontrò qualche ostilità, ma poi il permesso gli è stato concesso per il trattamento sensibile e reverenziale della sceneggiatura. “La scena si svolge a Majdanek, cosa che nessun film sull’Olocausto fa perché nessuno lo sa. Ma la mia è ambientata lì perché è da lì che proviene la mia famiglia“. “Nel tempo tra un set e l’altro, le persone erano molto silenziose” ricorda Culkin delle riprese. Tutti gli aspetti pratici della realizzazione di un film, luci, blocchi, ecc., sono stati condotti con “la massima riverenza e sacralità per quello che stavamo facendo“, ricorda Eisenberg. a soli cinque minuti dal centro della città di Lublino.

La casa di Frederic Chopin

Non è una location fisica nel film e non compare nel tour di David e Benji, ma la casa del più grande compositore polacco è stata un’influenza fondamentale. Anni prima di scrivere A Real Pain, Eisenberg aveva visitato la casa di Chopin durante un viaggio in Polonia ed era tornato al lavoro del musicista per fornire la colonna sonora del film. “Conferisce al film questo sofisticato tono “rimosso” che ho trovato molto utile”, dice. “Quando abbiamo iniziato a montare il film e a mettere questi pezzi di Chopin nei posti in cui dovevano stare, il montatore e io ci siamo semplicemente girati l’uno verso l’altro e abbiamo detto: “Questo è il tono del film”.”

Hotel Victoria di Varsavia

L’Hotel Victoria di Varsavia, costruito tra il 1974 e il 1976, sorge sul sito storico dell’ex Palazzo Kronenberg. Una targa all’ingresso commemora l’eredità di Leopold Kronenberg, un importante banchiere, investitore e finanziere di origine ebraica. Leopold Kronenberg fu il creatore della più grande banca polacca nella seconda metà del XIX secolo, la “Bank Handlowy”, fondata a Varsavia nel 1870. La banca, che opera ancora oggi, aveva una filiale a Pietroburgo e svolse un ruolo significativo in vari settori. Kronenberg fu anche una figura chiave nella lotta per l’indipendenza della Polonia. Nel 1861, divenne membro della leadership del segreto “Oboz Białych” (Partito Bianco) e sostenne finanziariamente la rivolta. Il nome dell’hotel, “Victoria”, riflette il suo legame con “Plac Zwycięstwa” (Piazza della Vittoria), il nome del luogo al momento della sua costruzione. Oggi, rimane un simbolo della ricca storia di Varsavia e della continua trasformazione della città.

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Cracovia, clima e temperatura: quando programmare un viaggio?

Siamo in Polonia, precisamente a Cracovia, un luogo dalla lunga storia, con un’anima antica e una cultura pronta a sorprenderci: la città dei Re polacchi, ma anche dei santi e degli eroi nazionali, è “wow” da visitare. Ma qual è il periodo migliore per programmare un viaggio a Cracovia? Facile: dobbiamo dare un’occhiata al clima e alle temperature medie a seconda delle stagioni.

Il clima e le temperature di Cracovia in base alle stagioni

Sono tante le cose da vedere a Cracovia, primo fra tutti il suo splendido centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e che possiamo visitare comodamente a piedi: organizziamo il nostro itinerario in base al periodo in cui scegliamo di recarci proprio qui. Com’è il clima a Cracovia? Moderatamente continentale, quindi gli inverni sono molto freddi, ma le estati possono rivelarsi miti o comunque calde. Nella stagione invernale Cracovia, la seconda città della Polonia, si veste a festa, e nel suo centro storico è possibile scoprire tutta la magia del Natale.

Cracovia, clima e temperatura

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La splendida Cracovia a Natale

L’inverno a Cracovia è dunque freddo e grigio, e spesso nevica, anche se non sempre in modo abbondante. Questo perché il clima è influenzato dalle ondate di freddo della Siberia: se scegliamo di andare in vacanza in questo periodo, ricordiamo assolutamente di portare con noi indumenti pesanti, adatti a proteggerci, considerando che le temperature scendono spesso e volentieri sotto lo zero.

Tuttavia, la primavera e Cracovia è splendida: le temperature medie iniziano ad alzarsi (a metà maggio il termometro segna 15-20 gradi), e non piove spesso, quindi possiamo goderci delle belle giornate di sole in giro per la città, andando alla scoperta delle attrazioni più importanti e di grande valore storico, come i luoghi di Schindler’s List.

Verso l’estate, le temperature si fanno sempre più piacevoli, ma non mancano affatto delle ondate di caldo, con il termometro che segna fino a 36 gradi (il record è di 37,3°C nell’agosto del 2013). Invece, l’autunno a Cracovia è magico: i profumi della città stimolano i nostri sensi, la natura offre il suo ultimo spettacolo prima di andare in letargo, le precipitazioni non sono ancora estreme, ma c’è un aspetto a cui prestare attenzione, ovvero i venti forti alla sera.

Qual è il periodo migliore per andare a Cracovia

Una serata estiva a Cracovia

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Una serata estiva a Cracovia

Dopo aver visto le stagioni a Cracovia, è importante concentrarsi su due aspetti: il periodo migliore per visitarla dal punto di vista economico e per il clima migliore. Da giugno a ottobre, è sicuramente un momento perfetto per concedersi un viaggio in questa splendida città: non ci sono troppe precipitazioni, anche se a luglio e agosto le temperature possono aumentare. Ottobre, maggio e giugno sono mesi particolarmente convenienti e ideali anche per quanto riguarda il clima, mentre a novembre e febbraio costa davvero molto poco organizzare un viaggio qui. Febbraio è sicuramente un mese freddo, con nevicate abbondanti, ma è anche l’occasione giusta per vedere la città sotto un altro punto di vista: consigliamo, quindi, di partire tenendo presente le attività che desideriamo fare una volta arrivati sul posto, anche perché fare trekking a Cracovia è una delle esperienze da non perdere.

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Visita il Castello del Wawel, simbolo dell’orgoglio polacco

Se c’è un luogo che incarna la storia e il fascino di Cracovia, quello è, senza dubbio, il Castello del Wawel. Arroccato sull’omonima collina che domina il fiume Vistola, questo imponente complesso architettonico è stato, per secoli, il cuore politico e culturale della Polonia.

Oggi, il Castello del Wawel non è solo un simbolo dell’orgoglio nazionale, ma anche una delle principali attrazioni turistiche della città, capace di trasportare i visitatori indietro nel tempo, tra leggende, arte e architettura straordinaria.

La sua è una storia che affonda le proprie radici nel Medioevo. Per secoli è stato la residenza dei re polacchi e il cuore del potere politico e culturale del Paese. Oggi, è un museo di fama mondiale che ospita opere d’arte, tesori reali e affascinanti esposizioni che raccontano la storia della Polonia. Il sito è stato anche dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1978.

Il Castello del Wawel non è solo una meta turistica, ma un vero e proprio viaggio attraverso la storia, la cultura e le leggende polacche. Passeggiare tra le sue mura significa scoprire il passato glorioso della Polonia, ammirare opere d’arte straordinarie e godere di una vista mozzafiato su Cracovia.

Se stai pianificando un viaggio nella bella città del Sud della Polonia, il Castello del Wawel è una tappa obbligata: lasciati affascinare dalla sua bellezza senza tempo e dalla magia che avvolge ogni suo angolo!

Castello Wawel

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Patrimonio dell’Unesco, il Castello del Wawel merita una visita approfondita

Un patrimonio architettonico senza eguali

Oggi, il Castello del Wawel rappresenta un perfetto mix di stili architettonici, frutto delle numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli. Costruito originariamente in epoca medievale, il castello ha subito influenze gotiche, rinascimentali e barocche, rendendolo un vero gioiello architettonico. Passeggiando tra le sue mura, si possono ammirare splendidi cortili, torri imponenti e dettagli decorativi che raccontano la storia polacca.

Il Castello Reale di Wawel e la Collina di Wawel rappresentano il sito storicamente e culturalmente più importante del Paese. Per secoli residenza dei re e simbolo della sovranità polacca, oggi il castello ne è uno dei principali musei d’arte.

Fondato nel 1930, il museo comprende dieci dipartimenti curatoriali responsabili delle collezioni di dipinti, tra cui un’importante raccolta di opere rinascimentali italiane e poi sculture, tessuti, tra cui la celebre collezione di arazzi di Sigismondo II Augusto, oreficeria, armi e armature, ceramiche, con una significativa collezione di porcellane di Meissen, e mobili d’epoca.

La collezione d’arte asiatica e mediorientale del museo include la più grande raccolta di tende ottomane in Europa, che, per motivi di conservazione, non sono esposte permanentemente.

Le collezioni del Castello Reale di Wawel sono presentate in diverse esposizioni permanenti che ricreano l’aspetto storico della residenza reale nei secoli XVI, XVII e XVIII.

castello e cattedrale wawel

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Vista aerea del Castello e della Cattedrale del Wawel, a Cracovia

Un po’ di storia

La Collina di Wawel è stata abitata fin dal Paleolitico. I primi insediamenti risalgono a circa 100.000 anni fa ma è durante l’Alto Medioevo che Wawel divenne un importante centro politico e religioso. Nel X secolo era una delle principali sedi del potere della dinastia dei Piast, primi governanti della Polonia. Nell’anno 1000 d.C., con l’istituzione della diocesi di Cracovia, fu costruita la prima cattedrale sulla collina.

Nel XIV secolo, il re Casimiro III il Grande trasformò il castello in una residenza gotica. Nel Rinascimento, sotto il regno di Sigismondo I il Vecchio e Sigismondo II Augusto, il castello fu ristrutturato nello stile tipico delle corti italiane, diventando una delle più splendide residenze reali d’Europa.

Dopo il trasferimento della capitale a Varsavia nel 1596, Wawel perse il suo ruolo primario, ma rimase un simbolo dell’identità polacca. Nel XVIII e XIX secolo, durante le spartizioni della Polonia, il castello fu utilizzato dagli occupanti austriaci come caserma militare.

Dopo la riconquista dell’indipendenza nel 1918, il castello fu restaurato e divenne sede di una collezione d’arte nazionale. Oggi, il Castello Reale del Wawel è uno dei musei più importanti della Polonia e attira milioni di visitatori ogni anno.

Cosa vedere al Castello del Wawel

Il complesso del Castello del Wawel offre numerose attrazioni che vale la pena esplorare. Tra le principali, ti consigliamo di visitare:

  • La Cattedrale del Wawel: un capolavoro architettonico che ospita le tombe dei monarchi polacchi e la celebre campana di Sigismondo.
  • Gli Appartamenti Reali: una visita imperdibile per immergersi nella vita di corte e ammirare gli arredi d’epoca.
  • L’Armeria e il Tesoro della Corona: qui potrai ammirare spade, armature e gioielli appartenuti ai re di Polonia.
  • La Grotta del Drago: la leggenda narra che, un tempo, un temibile drago abitasse questa caverna ai piedi della collina.

Invece di un biglietto d’ingresso unico, potrai scegliere quali esposizioni visitare. Dalla primavera a metà autunno è inoltre possibile scendere nella Tana del Drago, salire in cima alla Torre di Sandomierz e partecipare a una visita guidata all’aperto per scoprire l’architettura e i giardini di Wawel.

Il museo organizza anche mostre temporanee speciali ed esposizioni. Inoltre, il Castello Reale di Wawel ospita un ricco programma di eventi, tra cui concerti di musica sinfonica e da camera, spettacoli d’opera e di danza.

castello wawel cracovia

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Il Castello del Wawel è uno dei siti culturali più importanti della Polonia

La Cattedrale di Wawel: il cuore spirituale della Polonia

Accanto al castello sorge la maestosa Cattedrale di Wawel, un luogo intriso di storia e spiritualità. Qui sono stati incoronati e sepolti molti dei sovrani della Polonia, rendendola un sito di enorme valore simbolico per il popolo polacco. All’interno della cattedrale si possono ammirare splendide cappelle, sculture raffinate e la famosa campana di Sigismondo, il cui suono celebra nei momenti più importanti della nazione.

La leggenda del Drago di Wawel

Nessuna visita al Castello del Wawel sarebbe completa senza conoscere la leggenda del Drago di Wawel. Secondo il mito la grotta era un tempo la dimora di un feroce drago. La sua tana si trova proprio ai piedi della collina e si affaccia sulla riva del fiume Vistola. Secondo la tradizione, l’enorme creatura seminava il terrore tra gli abitanti, esigendo frequenti sacrifici di bestiame o, in alcune versioni del mito, di giovani vergini.

I più valorosi guerrieri tentarono invano di sconfiggere il drago, che sembrava invincibile, e ci volle molta astuzia per ucciderlo. L’impresa è attribuita ad un furbo e giovane calzolaio di Cracovia, di nome Skuba, che seppre architettare un ingegnoso stratagemma per far sì che il drago fosse eliminato per sempre e che la città potesse essere liberata dalla paura del mostro.

Conoscendo la sua ingordigia e la sua fame insaziabile, Skuba preparò un’esca letale: gli offrì in sacrificio una pecora, ma solo dopo averla imbottita di zolfo. Il drago, ignaro del pericolo, la divorò avidamente, e ben presto fu assalito da una sete insaziabile, proprio a causa dello zolfo che gli bruciava le viscere.

Uscito quindi dalla grotta, il feroce animale raggiunse il fiume e iniziò a bere disperatamente, senza però riuscire a placarsi mai. La leggenda narra che il drago continuò a ingurgitare acqua fino a che non esplose.

Oggi, all’uscita della grotta, sulla riva della Vistola, si erge una statua del drago del Wawel che sputa fuoco mentre secoli fa, invece, all’interno della caverna, sorgeva una rinomata osteria dove i viandanti e gli abitanti di Cracovia, ignorando la lezione del leggendario mostro, erano soliti placare la loro sete con fiumi di bevande alcoliche.

L’accesso alla grotta per i visitatori si trova sulla collina, dietro la Torre dei Ladri (Baszta Złodziejska). Un percorso di circa 80 metri, che si snoda attraverso corridoi e cavità ricche di fossili e formazioni carsiche, conduce fino al fiume.

drago wawel

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Secondo la leggenda, il temibile drago di Wawel fu sconfitto dall’astuzia di un giovane calzolaio

Un tesoro di arte e cultura

Il Castello del Wawel ospita oggi numerosi musei e collezioni d’arte di inestimabile valore. Tra questi spiccano gli appartamenti reali, che conservano arredi d’epoca e magnifici arazzi, e la Sala del Tesoro della Corona, dove sono esposti gioielli e reliquie di grande importanza storica.

Non mancano le esposizioni di dipinti rinascimentali e opere d’arte sacra, che arricchiranno ulteriormente l’esperienza della tua visita.

Informazioni pratiche

Il Castello del Wawel è aperto tutto l’anno, con orari variabili a seconda della stagione. Ti consigliamo di prenotare i biglietti in anticipo, specialmente nei periodi di alta stagione. L’ingresso ad alcune aree è gratuito, mentre per altre, come gli Appartamenti Reali e il Tesoro della Corona, è richiesto un biglietto specifico.

Biglietti e orari

I visitatori possono scegliere quali esposizioni visitare, poiché non esiste un biglietto unico per l’intero complesso del Castello. I prezzi variano a seconda della mostra scelta. Inoltre, come detto, alcune aree (come la Tana del Drago e la Torre di Sandomierz), sono aperte solo in determinati periodi dell’anno.

Orari di apertura:

  • Primavera – Estate (Aprile – Ottobre):
    • Dal martedì alla domenica: 9:30 – 17:00
    • Lunedì: chiuso
  • Autunno – Inverno (Novembre – Marzo):
    • Dal martedì alla domenica: 9:30 – 16:00
    • Lunedì: chiuso

Giorni di chiusura:
Il Castello è chiuso il 1° gennaio, la domenica di Pasqua, il 1° novembre, il 24 e 25 dicembre.

Biglietti speciali e sconti:
Sono disponibili biglietti ridotti per studenti, bambini e anziani. L’ingresso è gratuito in determinati giorni del mese per alcune esposizioni. Per informazioni aggiornate su prezzi e prenotazioni, ti consigliamo di consultare il sito ufficiale del Castello del Wawel.

Visitare questo importante sito culturale significa immergersi in secoli di storia, tra sovrani e cavalieri, arte e leggende. Ogni angolo di questo luogo racconta un pezzo del passato polacco, rendendolo una tappa imprescindibile per chiunque visiti Cracovia che saprà incantarti con il suo fascino senza tempo.

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Zakopane, in Polonia: la bellezza dei monti appena fuori Cracovia

A un paio d’ore circa dalla città di Cracovia, si trova una delle destinazioni di montagna più interessanti e belle della Polonia. Si tratta di Zakopane, considerata la “capitale invernale” polacca perché, proprio durante la stagione fredda, si riempie di gente e di attività da fare. D’estate o nel resto dell’anno, però, l’interesse che riesce a suscitare nei viaggiatori non è da meno. Situata ai piedi dei Monti Tatra, Zakopane è una destinazione ideale per chi cerca natura, cultura e avventura. E, perché no, anche un po’ di cose buone da mangiare e tanto relax.

Come arrivare a Zakopane da Cracovia

Zakopane dista circa 110 km da Cracovia. La si raggiunge molto facilmente in vari modi, anche per una gita fuori porta di un giorno solamente:

  • In autobus
    Gli autobus sono il mezzo più popolare ed economico per viaggiare da Cracovia a Zakopane. Ci sono diverse compagnie che lavorano bene in Polonia e non sarà difficile trovare biglietti economici per spostars da una città all’altra. Gli autobus partono regolarmente dalla stazione di Cracovia (situata accanto alla stazione ferroviaria principale, Kraków Główny). Il viaggio dura circa dalle due alle tre ore, a seconda delle linee che si scelgono, e i biglietti costano circa 5€.
  • In treno
    Anche spostarsi in treno, in Polonia, è facile. Zakopane e Cracovia sono unite da una linea ferroviaria sulla quale non ci sono corse frequenti ma sono, a ogni modo, presenti. Il viaggio è più lungo che con l’autobus (quasi quattro ore) ma regala un panorama davvero degno di nota. I prezzi partono da circa 3€ e possono arrivare fino a circa 17€ per tratta. Prendendo i biglietti in anticipo, si spende meno.
  • In auto
    Se preferisci viaggiare in autonomia, puoi noleggiare un’auto a Cracovia. Il tragitto segue la strada nazionale n.7 (nota come “Zakopianka”), che è ben segnalata ma può essere trafficata, soprattutto nei fine settimana e durante l’alta stagione. Come dicevamo all’inizio del post, impiegherai circa due ore per spostarti da Cracovia a Zakopane.
Cosa vedere a Zakopane, in Polonia

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Tra le vie di Zakopane

Nel cuore di Zakopane: cosa vedere

Hai deciso di passare solo un giorni a Zakopane ma chiedi solo il meglio dal tuo viaggio in Polonia? Benissimo, ci sono due elementi principali che ti presenteranno questa città nel migliore dei modi

Iniziamo con Ulica Krupówki, ovvero la via principale di Zakopane. Krupówki è considerata il cuore di tutta quest’area della Polonia. Questo è il luogo ideale per passeggiare tra negozi di artigianato locale e bancarelle che vendono prodotti tipici, come molti di quelli che troverai anche sui menù dei numerosi ristoranti di cui è particolarmente ricca questa via.

Il secondo elemento da ammirare a Zakopane sono alcune delle sue abitazioni. Le case in stile Zakopane, progettate dall’architetto Stanisław Witkiewicz, sono un vero gioiello culturale. Queste strutture si distinguono per l‘uso predominante del legno, i tetti spioventi e i precisi dettagli decorativi, che riflettono l’essenza della cultura montana polacca. Witkiewicz creò questo stile come celebrazione delle tradizioni locali, trasformandolo in un simbolo di orgoglio nazionale e unicità architettonica.

Morskie Oko, vicino a Zakopane

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Morskie Oko, il lago che potrai raggiungere da Zakopane

Zakopane for hikers: i luoghi per chi ama camminare

Se hai deciso di trascorrere qualche giorno a Zakopane per passeggiare e fare escursioni, ci sono alcuni luoghi da tenere fortemente in considerazione. Come potrai notare osservando la mappa della Polonia, Zakopane si trova nell’estremo sud della nazione, quasi al confine con la Slovacchia. Quel territorio è compreso nel Parco Nazionale dei Monti Tatra, un vero e proprio collettore di esperienze di cammino adatte a ogni livello di preparazione.

Un luogo molto bello dove andare a camminare nei dintorni di Zakopane è Morskie Oko, un lago alpino di straordinaria bellezza, perfetto per escursioni. Morskie Oko, che significa “Occhio del Mare“, è il lago alpino più grande dei Monti Tatra. Per raggiungerlo si percorre un sentiero di difficoltà medio-bassa, lungo circa nove chilometri. Un sentiero non proprio corto ma capace di regalare una vista che non ha pari.

Il Monte Kasprowy Wierch è una delle cime più amate dei Monti Tatra e un’attrazione molto amata dagli appassionati di natura e trekking che si fermano qualche giorno a Zakopane. Lo si raggiunge molto facilmente grazie una moderna funivia, che parte dal villaggio di Kuźnice, poco distante da Zakopane. La cima è quindi accessibile a tutti, malgrado i suoi oltre 1900 metri d’altitudine.

Il viaggio in funivia è una vera e propria esperienza, grazie alla vista sull’ambiente circostante. Chi ama camminare approfitta, solitamente del fatto che, dall’area di arrivo della funivia, partono diversi sentieri di difficoltà e lunghezza differente. In inverno, questa montagna è uno dei luoghi più amati dove sciare in Polonia.

Zakopane e il relax: le attività per chi ama terme e tranquillità

Trascorrere parte del proprio viaggio in Polonia in montagna non significa, necessariamente, dover camminare fino a chissà che vetta ogni giorno. Zakopane e i suoi dintorni sono perfetti anche per chi ama le vacanze fatte di relax, terme e attività più rilassanti e culturali da fare da soli, in compagnia oppure in famiglia con bimbi al seguito.

Hai amato l’architettura particolare delle case di Zakopane? Bene: allora raggiungi Chocholów e passeggia tra le sue vie. Questo villaggio è famoso per le sue case in legno tradizionali, costruite interamente con tronchi di larice. Quella che ammirerai qui è l’architettura regionale dei Monti Tatra, con abitazioni che risalgono al XIX secolo ancora perfettamente conservati. La bellezza del villaggio è particolarmente suggestiva in primavera, quando a fare da contorno alle case ci sono prati fioriti e montagne imponenti ancora parzialmente innevate.

Un viaggio all’insegna del relax non può non considerare almeno una giornata da trascorrere interamente alle terme. Raggiungendo Zakopane, ti troverai molto vicino a due luoghi interessanti: le Terme di Bukowina e quelle di Białka Tatrzańska.  Queste due località offrono un’esperienza unica grazie alle acque termali provenienti dalle profondità dei Monti Tatra. Le piscine, sia interne che esterne, sono alimentate da acque ricche di minerali con proprietà benefiche per la pelle e il sistema muscolare. Oltre alle piscine, questi stabilimenti saune, bagni di vapore e zone relax con una vista invidiabile.

Bukowina è famosa per la sua atmosfera lussuosa e tranquilla, mentre Białka Tatrzańska è particolarmente apprezzata per le sue attività amate da chi viaggia con bimbi al seguito, vista la presenza, per esempio, di divertenti scivoli d’acqua e piscine delle quali è possibile giocare. Entrambe le località sono aperte tutto l’anno, con tipi di biglietti diversi: un ingresso standard (per un adulto che vuole accedere sia alle saune che alle piscine delle terme di Bukovina, per esempio, costa circa 25€).

Fare mountain bike in Polonia, a Zakopane

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Zakopane è perfetta per la mountain bike

Zakopane e l’avventura: stimolare l’adrenalina in viaggio

A Zakopane e nei suoi dintorni non mancano le occasioni per far crescere il proprio livello di adrenalina. Le attività outdoor, diverse dal trekking, sono innumerevoli. Un luogo perfetto da visitare per chi vuole unire viaggio e avventura è l’area delle Grotte di Mroźna. Queste cavità rocciose sono un’attrazione imperdibile per gli appassionati di speleologia e natura.

Questo complesso di grotte offre un percorso accessibile anche ai visitatori meno esperti, con un sentiero illuminato che si snoda tra stalattiti, stalagmiti e affascinanti formazioni rocciose. La temperatura interna è costantemente fresca, rendendole una meta ideale nelle calde giornate estive. La visita è possibile solo durante la stagione turistica. 

Un qualcosa che non può mancare, quando si visita Zakopane e i suoi dintorno, è un po’ di mountain bike. I percorsi presenti in quest’area della Polonia sono innumerevoli e non mancano i sentieri perfetti per un’attività adrenalinica come il downhill. Nella zona esiste una segnaletica particolare per identificare le diverse attività da fare in bici lungo i sentieri. Come è facile comprendere, i percorsi dedicati al downhill sono vietati ad altri tipi di attività, al fine di garantire un’esperienza sicura e sempre divertente. Se sei alle prime armi, però, contatta una guida locale o un istruttore e trasforma il tuo viaggio a Zakopane nell’occasione per imparare uno sport nuovo.

Un luogo da tener presente, sempre se ami pedalare, è Gubalówka. Si tratta di una collina panoramica facilmente raggiungibile in funicolare. Molti appassionati di bici caricano il proprio mezzo sulla funicolare e, una volta raggiunta la sommità, intraprendono i percorsi più adatti ai loro livelli di allenamento e voglia di avventura.

Oscypek, formaggio tipico di Zakopane

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Oscypek, formaggio tipico di Zakopane

Zakopane per buongustai: cosa mangiare e bere

Zakopane è considerata anche una destinazione perfetta per gli amanti della buona cucina. Un viaggio da queste parti è anche una buona occasione per indugiare un po’ nell’assaggio della cucina regionale, per notare la differenza dai piatti tipici di Varsavia o quelli che si assaggiano a Cracovia o Danzica, giusto per citare qualche luogo.

Il piatto simbolo della regione è l’Oscypek, un formaggio affumicato di latte di pecora, spesso servito caldo a merenda, accompagnato da marmellata di mirtilli rossi o frutti di bosco, tutti molto reperibili sui Monti Tatra. Tra i piatti principali spiccano la Kwaśnica, una zuppa a base di crauti e carne affumicata.

Nei ristoranti tradizionali, quando la stagione lo concede e se di tuo gusto, potrai anche assaporare piatti a base di selvaggina, accompagnata quasi sempre da patate o spätzle. Infine, Zakopane ha il proprio vin brulè, disponibile anche fuori dall’inverno. Si chiama Grzaniec e non ti sarà difficile riconoscerlo, grazie al suo profumo speziato e intenso.