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I luoghi di Bla Bla Baby, la commedia con Alessandro Preziosi

Usciva il 7 aprile del 2022 nelle sale cinematografiche italiane, una nuova commedia diretta e in parte scritta da Fausto Brizzi. Con protagonista Alessandro Preziosi, nei panni di un uomo intrappolato in una situazione insolita, Bla Bla Baby prova a domandarsi e domandare al proprio pubblico un simpatico ma allarmante quesito: se anche i neonati parlassero e fossimo noi adulti a non comprendere il loro linguaggio? Dopo Notte prima degli esami e Maschi contro femmine, che hanno saputo lasciare il segno nel panorama nostrano della commedia, è arrivata questa nuova divertente avventura per tutta la famiglia. Ambientata a Milano ma girata completamente a Roma, sceglie dunque la capitale per raccontare la storia di Luca e della ciurma di bimbi che gli gravitano attorno.

Di cosa parla il film

Luca, quarantacinque anni, si ritrova suo malgrado a lavorare in un asilo nido aziendale. Ogni giorno è alle prese con i figli dei dipendenti della Green Light: pianti inconsolabili, urla continue e l’apparente impossibilità di stabilire un vero contatto con quei piccoli esseri indecifrabili. Tutto cambia quando, dopo aver ingerito per errore un omogeneizzato alla platessa “alterato”, scopre di riuscire a comprendere i pensieri e le intenzioni dei bambini come se parlasse la loro lingua.

Bla Bla Baby

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Bla Bla Baby

Dove è stato girato

La storia raccontata in Bla Bla Baby, come dicevamo, è ambientata a Milano ma in realtà il film è stato girato totalmente a Roma. Durate sette settimane, le riprese di questa commedia che unisce immaginazione e tenerezza in una divertente esplorazione dei rapporti genitori-figli, hanno toccato alcune zone precise della Capitale. Partiamo dalla sede della Green Light, che è una delle strutture principali del film. Altro non è che il Centro Direzionale Da Vinci, nel cuore di Roma. Più precisamente si trova all’uscita del GRA nei pressi della Nuova Fiera di Roma. Il complesso, progettato dall’architetto Marco Tamino per Ingenium Real Estate ed edificato tra il 2009 e il 2011, è composto da tre palazzine: due (a pianta ellittica e a corona circolare, ciascuna di 8 piani) adibite a uffici e una centrale per servizi condivisi.

Milano

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Milano

Passiamo poi al parco giochi di Tor di Quinto e anche al ristorante Quinto, che si affaccia proprio sul parco. Il parco, che si estende lungo l’argine del Tevere sfruttando un invaso naturale che dà vita a un laghetto centrale, ha offerto uno scenario perfetto per le esilaranti interazioni tra i protagonisti. Rigoglioso (pioppi, frassini, querce), crea un ecosistema accogliente per numerosi uccelli acquatici. Il ristorante, invece, inaugurato nel 2019 al posto dell’ex “Oltre Lounge Restaurant”, ha aggiunto dinamicità alle scene del film. Il locale, gestito da Green Network con lo chef Daniele Creti, offre 500 coperti e una configurazione elegante con sale interne e ampi spazi esterni, tra cui veranda, rooftop, secret garden e Igloo garden.

Un altro quartiere di Roma, protagonista del film, è l’Eur. Utilizzato dal regista Fausto Brizzi per inscenare diverse sequenze chiave di questo Bla Bla Baby, è diventato un nucleo di intense attività per attrici, attori e tutti gli altri addetti ai lavori. Il quartiere, scelto dunque come set principale, gode di un’estetica moderna e architettonicamente affascinante. Realizzato in stile razionalista, con ampie vie e gemme strutturali come il Palazzo della Civiltà Italiana (detto Colosseo Quadrato) famoso per i suoi 216 archi, è simbolo senza dubbio di unicità oltre ad essere considerato un importante snodo per la cultura e il lavoro.

Eur Roma

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Il laghetto dell’Eur a Roma

Questa zona è infatti un polo direzionale, residenziale e commerciale che comprende uffici di grandi aziende, ministeri, banche e istituzioni europee. Non mancano servizi per i cittadini come scuole e strutture sanitarie o attività per il tempo libero che spaziano dai centri commerciali ai ristoranti e dalle palestre ai musei. Nel cuore del quartiere sorge inoltre il Parco Centrale del Lago (o Laghetto dell’EUR), con percorsi pedonali e il Giardino delle Cascate. Per chiudere infine il cerchio sulla lavorazione di Bla Bla Baby, non si può omettere quest’ultima influenza scenografica. In aggiunta alle location romane appena esplorate si è optato per alcune residenze private, utili per determinate scene. Il riflesso di questi ambienti più intimi ha infatti donato al film un’autenticità in termini di contesto familiare.

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Morto Arnaldo Pomodoro: l’impronta artistica che modellò le piazze italiane e internazionali

Si è spento la sera del 22 giugno 2025 nella casa di Milano, alla vigilia dei suoi 99 anni, lo scultore Arnaldo Pomodoro. Noto, tra le tante opere, per le famose sfere di bronzo, era infatti nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, in provincia di Rimini.

“Lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa”. A ricordarlo con queste parole è Carlotta Montebello, direttrice generale della fondazione omonima a lui dedicata.

Quella di Arnaldo Pomodoro è un’influenza artistica testimoniata dalla presenza dei suoi lavori nelle piazze di numerose città e all’interno di importanti musei in tutto il mondo: dalla piazza dove si trova il Palazzo della Farnesina a Roma a Piazza della Libertà a Lampedusa.

L’eredità artistica di Arnaldo Pomodoro nelle piazze italiane e del mondo

L’artista e orafo Arnaldo Pomodoro lascia un grande vuoto nel panorama creativo del nostro tempo. La sua incredibile forza creativa ha dato vita a opere che dialogano con gli spazi pubblici diventando simboli riconoscibili nelle piazze e nei luoghi più significativi d’Italia e del mondo. Con l’artista, la scultura diventa parte integrante dello spazio urbano perché concepita non come un oggetto da osservare in un museo, ma come elemento attivo capace di interagire con l’ambiente circostante.

Basti pensare alle sue celebri sfere bronzee di grandi dimensioni, che hanno contribuito a cambiare il panorama dell’arte contemporanea. Come l’opera “Sfera Grande” situata nel Piazzale della Libertà a Pesaro, le sue sculture sono pensate per essere attraversate ed esplorate, portando così l’arte monumentale tra la gente, nelle città, trasformando le piazze in vere e proprie gallerie a cielo aperto.

Le opere di Arnaldo Pomodoro nelle piazze d’Italia

Tra le opere più belle di Arnaldo Pomodoro, situate nelle piazze italiane, citiamo Disco Grande in Piazza Meda a Milano. Realizzato nel 1972, qui è racchiuso uno dei temi centrali della sua arte, ossia la tensione che si genera tra l’apparente perfezione delle forme chiuse e levigate, esaltata in questo caso dalla lucidità del bronzo, e la loro lacerazione interna.

Presso il Piazzale della Libertà a Pesaro, invece, possiamo ammirare Sfera Grande, adagiata sulla superficie dell’acqua di una fontana da cui si guarda il mare. L’opera originale, però, si trova nella piazza del Palazzo della Farnesina a Roma: un’opera importantissima perché segna il passaggio della sua produzione scultorea alla dimensione monumentale.

Sempre nella Capitale è presente anche Novecento, nota come “obelisco Novecento” o “monumento al Novecento”, una scultura monumentale in bronzo collocata nei pressi del palazzo dello Sport di Roma nei primi anni 2000.

A Lampedusa, invece, troviamo un obelisco in Piazza della Libertà, mentre a Terni un altro obelisco chiamato Lancia di Luce.

Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro

Getty Images

L’opera Sfera Grande davanti al Palazzo della Farnesina

Le opere di Pomodoro nelle piazze del mondo

Arnaldo Pomodoro ha lasciato un’impronta significativa con le sue opere scultoree nelle piazze e negli spazi pubblici non solo italiani, ma di tutto il mondo. Tra le sue sculture internazionali più famose citiamo una versione della Sfera con Sfera, situata presso la sede delle Nazioni Unite a New York, e quelle di Brisbane, in Australia, situate in diverse zone della città e che fanno parte di un gruppo chiamato “Forme del mito”. Queste includono quattro sculture: Il Potere,  L’Ambizione, La Macchina e La Profezia.

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Lombardia tra le mete preferite in Europa. Intervista a Barbara Mazzali

La Lombardia è tra le mete preferite d’Europa. Prima Regione d’Italia per lo shopping tourism, è Milano, sì, ma non solo. Lago di Como, ma non solo. Ci sono, infatti, tantissimi itinerari fuori rotta da percorrere, borghi poco noti da esplorare e anche diversi laghi minori che meritano un viaggio. Ne abbiamo parlato con Barbara Mazzali, Assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda della Regione Lombardia

Quale strategia sta applicando Regione Lombardia per la promozione turistica e in quali aree si sta concentrando?

Autenticità, stagionalità e bellezza diffusa. Se dovessi sintetizzare in tre parole la nostra nuova visione del turismo in Lombardia, sceglierei proprio queste. Stiamo cambiando prospettiva: oggi vogliamo raccontare una Lombardia che va oltre i soliti itinerari, una terra sorprendente fatta di cammini, ciclovie, sport d’acqua, piccoli borghi e campeggi glamour. Vogliamo parlare a chi cerca esperienze, benessere, qualità della vita. Il nostro lavoro punta molto sulla destagionalizzazione: portare turisti durante tutto l’anno, distribuendo i flussi e valorizzando anche le aree interne, quelle spesso fuori dai radar ma ricchissime di fascino.

È in quest’ottica che abbiamo lanciato il bando ‘Lombardia Style’ – Progetti di promozione unitaria per l’attrattività territoriale: 2,3 milioni di euro per sostenere alleanze tra Comuni e creare calendari condivisi di eventi. Una Lombardia che si racconta in modo corale, che punta a generare nuovi flussi e sostenere le economie locali. E lo fa anche pensando al turista esigente, con proposte d’eccellenza come il glamping e le mobile homes: il lusso che abbraccia la natura.

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Fonte: @Varese Turismo

Escursionisti in visita al borgo dipinto di Arcumeggia in provincia di Varese

Cosa si intende esattamente per ‘Lombardia Style’?

È il nostro marchio di fabbrica, il segno distintivo che abbiamo scelto per presentare al mondo il meglio della Lombardia. ‘Lombardia Style’ è molto più di un logo: è un concetto, una visione. Nasce dall’equilibrio tutto lombardo tra creatività e rigore, tra bellezza e capacità produttiva. È lo stile che accomuna i nostri designer, i nostri chef, le aziende manifatturiere, le botteghe e gli atelier. Con ‘Lombardia Style’ vogliamo dare un’identità forte e coerente a tutto ciò che rende unica questa Regione: cultura, moda, design, paesaggi, enogastronomia. È il nostro modo di raccontare che qui si vive bene, si crea, si innova, si sogna. Non siamo solo una destinazione da visitare: siamo un’esperienza da vivere tutto l’anno.

Il cineturismo è un fenomeno in crescita. Come lo sta sostenendo la Regione?

Il cinema è una chiave meravigliosa per raccontare i territori. E la Lombardia, con la sua varietà straordinaria di scenari – laghi, città d’arte, montagne, borghi – è sempre più protagonista sullo schermo. Da Visconti a Hitchcock, da George Lucas a Pollack: qui sono state girate più di mille pellicole. Basti pensare a Ocean’s Twelve sul Lago di Como, Quantum of Solace sul Garda o Cento Chiodi sul Po. Senza dimenticare i videoclip musicali e le produzioni moda, come la recente scelta di Chanel che ha lanciato la sua collezione di alta gioielleria ispirata al profumo N°5 proprio sul Lago di Garda. Stiamo sostenendo produzioni, come quella tra la società Univela di Tremosine e Circus, che porteranno nuove opere creative ambientate nei nostri paesaggi. È una vera ‘carriera cinematografica’ per la Lombardia, che oggi non è solo sfondo, ma protagonista glamour e affascinante, capace di far sognare.

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Fonte: Ufficio stampa

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Turismo locale vs visitatori internazionali: come state lavorando su questi due fronti?

Il 2024 è stato un anno straordinario: oltre 53 milioni di pernottamenti, di cui il 67% da stranieri. Una crescita del 10% che ci conferma tra le mete preferite in Europa. Noi lavoriamo con attenzione su entrambi i fronti, costruendo un turismo sostenibile, intelligente, di qualità. Un turismo che arricchisce, davvero, le comunità locali. Il dato più interessante? Un aumento del 44% nelle transazioni tax free, grazie all’abbassamento della soglia d’acquisto per i turisti extraeuropei introdotta dal governo Meloni. Risultato: la Lombardia è oggi la prima Regione italiana per lo shopping tourism. E questo è solo uno dei segnali di quanto il turismo stia diventando una leva economica strategica per tutto il territorio.

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Fonte: 123RF

Le vetrine di lusso della Galleria Vittorio Emanuele a Milano

Come si sta preparando la Lombardia alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026?

Le Olimpiadi non saranno solo un grande evento sportivo: saranno un vero e proprio cambio di passo per il nostro territorio. L’impatto previsto parla chiaro: +15% a +60% di flussi turistici dopo i Giochi. Ci stiamo preparando con investimenti strutturali importanti – oltre 434 milioni di euro tra strade, ferrovie e impianti sportivi – ma anche con progetti che parlano al cuore, come ‘Cuori Olimpici’.

È un viaggio simbolico e fisico attraverso le 12 province lombarde, con eventi e installazioni che coinvolgono le comunità e raccontano l’identità profonda della nostra terra. Saranno 3.500 atleti da 93 Paesi, 1,3 miliardi di spettatori. Milano sarà la porta d’ingresso, la Valtellina il cuore pulsante delle competizioni. Ma tutta la Lombardia sarà protagonista, mostrando il suo volto più autentico e innovativo, fatto di moda, design, natura e accoglienza.

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Fonte: Ufficio stampa

La Valtellina è pronta per le Olimpiadi (Valfurva, Colle delle Pale Rosse)

Ci sono novità turistiche in vista per i prossimi mesi?

Assolutamente sì! Stiamo lavorando a tantissimi eventi che anticipano le Olimpiadi, nell’ambito di ‘Cuori Olimpici’. Poi c’è un altro progetto affascinante e carico di spiritualità: gli itinerari delle 69 chiese giubilari lombarde. A fine settembre ospiteremo a Bellano il Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia, un’occasione straordinaria per mettere sotto i riflettori le nostre perle nascoste. Tutto l’anno i nostri territori offrono la vivacità di sagre, festival dedicati a musica, enogastronomia, artigianato, mostre e iniziative culturali: ciascuno è un viaggio nel cuore pulsante delle nostre tradizioni, tra storie di famiglia, mani sapienti e prodotti che parlano di territori. Eventi che uniscono cultura, turismo e identità. In una parola? Emozione.

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Fonte: Ufficio stampa

Barbara Mazzali, Assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda di Regione Lombardia
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Hyper Transfer: Milano-Venezia in 15 minuti con il trasporto ultraveloce

“Immaginate di viaggiare da Milano a Venezia in appena 15 minuti, o da Berlino a Venezia in poco più di un’ora, in modalità silenziosa, sostenibile e a zero emissioni”: è quello che ha dichiarato il governatore del veneto Luca Zaia durante la presentazione del progetto Hyper Transfer. Il salone Transport Logistic 2025 di Monaco di Baviera è stato l’occasione per mostrare un’idea dai toni futuristici, ma dalla realizzazione concreta, che permetterà di migliorare l’efficienza e la velocità nei trasporti.

Hyper Transfer, infatti, è una tecnologia rivoluzionaria, fortemente voluta dalla Regione Veneto, che permetterà di coprire quasi 300 chilometri, come quelli che separano i due capoluoghi, in soli 15 minuti. Il tutto in modo sostenibile e silenzioso.

Cosa è Hyper Transfer, il trasporto ultraveloce proposto dal Veneto

Hyper Transfer è un sistema di trasporto innovativo, ultraveloce, basato su capsule a levitazione magnetica che viaggiano in un sistema di condotti a bassa pressione. Concretamente si tratta di una capsula, lunga quasi 32 metri e alta 2,70, che può trasportare una quarantina di persone all’interno di un tubo.

Lo studio di fattibilità, validato dall’Università di Padova e da Italferr, ha confermato la realizzabilità del progetto sperimentale, il quale verrà messo alla prova in un tracciato di 10 chilometri fra Padova e Venezia.

Durante questi test verranno verificati i diversi componenti in scala 1:1, dai sistemi di sicurezza alle capsule che viaggeranno a oltre mille chilometri orari, fino alla gestione dell’energia. Come ha spiegato Zaia: “Hyper Transfer non è solo una corsa contro il tempo, ma un modello di sostenibilità sostenibile. Garantirà l’abbattimento del rumore fino a 70 decibel, il consumo energetico sarà inferiore del 60% rispetto all’aereo e produrrà più energia di quanta ne consuma grazie all’integrazione di pannelli fotovoltaici lungo il tracciato”.

Inoltre, ha aggiunto: “non stiamo parlando di un’infrastruttura riservata a pochi, ma di una tecnologia che un domani potrà diventare lo standard anche in altri territori, in Italia e all’estero, compresi i Paesi in via di sviluppo, dove il bisogno di reti infrastrutturali moderne si accompagna all’urgenza di sostenibilità e resilienza”.

Rendering 3D Hyper Transfer, il trasporto ultraveloce del Veneto

Fonte: ANSA Foto

Rendering 3D della capsula Hyper Transfer

Quando nasce l’idea di un trasporto ultraveloce

L’idea di un trasporto ultraveloce non è nata in Veneto. Esistono diversi documenti che raccontano, oltre due secoli fa, di una quinta modalità di trasporto. In questo lasso di tempo, sono stati depositati brevetti, avanzate proposte dettagliate e realizzati modelli e prototipi di componenti specifici. Eppure, nessun progetto di trasporto superveloce in tubi (quasi) sottovuoto o a bassa pressione, sia per persone o merci, è mai stato completato e reso operativo.

Ci fu un esperimento risalente alla fine del XIX secolo, quando l’imprenditore americano Alfred Ely Beach provò a realizzare un treno spinto dalla forza pneumatica. A raccogliere la sfida fu anche Elon Musk che, nel 2017, portò avanti uno studio chiamato “Hyperloop Alpha”.

La corsa alla realizzazione di questa tecnologia futuristica è sicuramente in atto e l’interesse in tutta Europa è palpabile tanto che, nel 2024, è stato inaugurato l’European Hyperloop Center. Conosciuto anche come EHC, rappresenta un centro di ricerca e sviluppo con sede a Veendam, nei Paesi Bassi, dedicato alla tecnologia Hyperloop. La fondazione, senza scopo di lucro, ha l’obiettivo di accelerare l’innovazione e la commercializzazione dell’Hyperloop come futuro sistema di trasporto sostenibile.

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Le grandi mostre di giugno in Italia: fotografia, scultura e memoria

Con l’arrivo dell’estate, il panorama culturale italiano si anima di iniziative espositive di altissimo livello. Giugno 2025 si preannuncia come un mese ricco di eventi imperdibili per gli appassionati d’arte e fotografia.

Da Milano a Roma, da Firenze alla Sardegna, passando per l’incantevole Montepulciano, musei e istituzioni culturali accolgono mostre che spaziano dalla fotografia d’autore alla scultura neoclassica, dall’arte contemporanea alla grande pittura del Settecento europeo.

Ecco, allora, una selezione di SiViaggia sulle mostre da segnare in agenda.

Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta

Mario Giacomelli, Caroline Branson da Spoon River, 1958

Fonte: © Archivio Mario Giacomelli

Mario Giacomelli, Caroline Branson da Spoon River

Palazzo Reale di Milano accoglie una delle mostre più significative della stagione: Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta. L’esposizione è parte di un vasto progetto celebrativo che ricorda i cento anni dalla nascita di uno dei più grandi interpreti della fotografia italiana del Novecento. Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta in collaborazione con l’Archivio Mario Giacomelli, Rjma Progetti Culturali e Silvana Editoriale, la mostra si pone come uno dei due nuclei fondamentali di un itinerario espositivo più ampio. In parallelo, infatti, a Roma si svolge Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista, allestita al Palazzo delle Esposizioni.

L’allestimento milanese, curato da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, scava nella dimensione lirica dell’opera di Giacomelli ed esplora il suo sguardo poetico e visionario. In questo contesto, la fotografia si fa veicolo di introspezione e contemplazione, strumento con cui l’autore costruisce un linguaggio artistico complesso, in costante dialogo con la pittura, la scultura e la parola scritta.

L’intento della mostra è proprio quello di restituire al pubblico la ricchezza multidimensionale dell’universo giacomelliano, evidenziandone la capacità di superare i confini disciplinari e temporali. Non a caso, entrambe le esposizioni sono state insignite della Medaglia del Presidente della Repubblica, a suggellare la rilevanza culturale dell’iniziativa.

Roma Codex: Albert Watson racconta la Città Eterna

Nella Capitale, un altro gigante della fotografia internazionale è protagonista di un evento di rilievo. Roma Codex è il titolo del progetto espositivo dedicato ad Albert Watson, fotografo scozzese di fama mondiale che, per oltre due anni, ha esplorato la città senza seguire rotte prestabilite, affidandosi al caso e alla forza magnetica della bellezza urbana.

La mostra, ospitata nelle sale del Palazzo delle Esposizioni, propone un corpus di 200 fotografie che restituiscono un ritratto profondo e viscerale di Roma. Le immagini, in bianco e nero e a colori, molte delle quali di grande formato, non seguono un filo tematico convenzionale: sono disposte secondo una logica istintiva, quasi a evocare la libera fruizione con cui l’artista ha attraversato la città.

Volti e architetture, dettagli e panorami si susseguono in un racconto visivo che abbatte le barriere tra intimità e monumentalità, tra quotidiano e solenne. È un gioco di contrappunti e rimandi che mette in scena non soltanto la Roma eterna delle cartoline, ma anche quella viva e palpitante che si nasconde negli angoli meno noti, nei gesti dei suoi abitanti, nelle pieghe del tempo che la attraversa.

Watson, con il suo sguardo inconfondibile, riesce a cogliere l’essenza di un luogo antico e moderno allo stesso tempo, trasformando ogni scatto in una dichiarazione d’amore verso una città che continua a raccontarsi attraverso chi la osserva.

Isole e Idoli

Nel cuore della Sardegna, il Museo MAN di Nuoro inaugura la stagione estiva con una mostra dal forte impatto simbolico e concettuale. ISOLE E IDOLI è un viaggio che parte dalla notte dei tempi per arrivare alle soglie della modernità, mettendo in relazione reperti archeologici e opere d’arte contemporanea, sculture primitive e intuizioni d’avanguardia.

L’allestimento, denso di suggestioni visive e teoriche, accoglie oltre settanta opere che dialogano attraverso i secoli. Dai menhir sardi e le statuette cicladiche alle sculture lignee di Gauguin, fino alle creazioni di artisti moderni e contemporanei provenienti da collezioni europee di primo piano, ogni elemento concorre a costruire un racconto che supera le barriere geografiche e temporali.

Non si tratta di una semplice giustapposizione di stili o epoche. Al contrario, l’obiettivo della mostra è quello di esplorare le radici comuni dell’impulso creativo umano, rivelando come la necessità di rappresentare l’invisibile attraverso forme materiali sia un tratto condiviso da civiltà lontane e da sensibilità contemporanee. Un progetto espositivo che unisce il rigore della ricerca archeologica alla libertà espressiva dell’arte e invita il visitatore a riflettere sul significato profondo delle immagini e dei simboli che ci accompagnano da sempre.

La bellezza e l’ideale

La bellezza e l’ideale, Canova a Brera

Fonte: Ufficio Stampa

La bellezza e l’ideale, Antonio Canova

A Milano, le sale della Pinacoteca di Brera si aprono a una nuova e affascinante narrazione sull’opera di Antonio Canova, protagonista assoluto della scultura neoclassica europea. La mostra La bellezza e l’ideale, inaugurata il 16 maggio 2025, è il risultato della collaborazione tra la storica istituzione milanese e Banca Ifis, che ha reso possibile il recupero e il restauro di dodici busti realizzati dallo scultore veneto, ora finalmente riuniti ed esposti per la prima volta al pubblico milanese.

La rassegna assume un valore duplice: da un lato, celebra la purezza formale e l’armonia delle figure canoviane, dall’altro si inserisce in un progetto di valorizzazione e riallestimento della “grande Brera”, restituendo dignità e nuova vita a una delle sale più importanti del museo, la Sala 1, che non veniva rinnovata dal 2018. Il percorso espositivo offre un viaggio tra arte e mecenatismo, e ricorda il contributo fondamentale di Canova alla didattica dell’Accademia di Belle Arti e al collezionismo pubblico.

A impreziosire ulteriormente l’allestimento è il ritorno della Vestale, capolavoro scolpito da Canova tra il 1818 e il 1819, assente dalla collezione da oltre un secolo.

La mostra include anche preziose miniature in smalto ispirate ai dipinti della raccolta di Giovanni Battista Sommariva, uno dei più fervidi collezionisti dell’artista e figura chiave nella diffusione dell’ideale neoclassico.

Firenze e l’Europa: il Settecento risplende agli Uffizi

A Firenze, le sale del piano terreno degli Uffizi si trasformano in un palcoscenico sontuoso per una delle epoche più affascinanti della storia dell’arte europea. Firenze e l’Europa. Arti del Settecento agli Uffizi è il titolo della mostra curata da Simone Verde e Alessandra Griffo, che riunisce circa 150 opere tra pittura, scultura, arti decorative e grafica, e propone una panoramica ampia e articolata dell’arte del XVIII secolo.

La mostra intende rileggere il ruolo di Firenze all’interno del panorama culturale europeo dell’epoca, inserendo le sue produzioni artistiche in un contesto più vasto e internazionale. Accanto ai capolavori di artisti italiani come Tiepolo, Canaletto e Mengs, troviamo opere di protagonisti della scena francese e spagnola, da Goya a Le Brun, fino alle raffinate miniature di Liotard.

L’esposizione non si limita alla celebrazione formale, ma si arricchisce di episodi curiosi e spettacolari, come il restauro in diretta dello Sposalizio Mistico di Santa Caterina di Pierre Subleyras, visibile al pubblico direttamente in mostra.

Una sezione è dedicata alle “Antichità Erotiche”, un gabinetto ricostruito secondo il gusto illuminista, che getta nuova luce sulle tematiche della sensualità e della rappresentazione del corpo nella cultura settecentesca.

Wangechi Mutu: Poemi della terra nera

Wangechi Mutu: Poemi della terra nera

Fonte: Ufficio Stampa

Wangechi Mutu: Poemi della terra nera

Alla Galleria Borghese di Roma, l’estate si apre con un dialogo audace e suggestivo tra l’arte contemporanea e la classicità. Dal 10 giugno al 14 settembre 2025, la storica residenza cardinalizia ospita la mostra Poemi della terra nera, personale dell’artista keniota-americana Wangechi Mutu, a cura di Cloé Perrone.

L’intervento, concepito appositamente per gli spazi del museo, si sviluppa tra le sale interne, la facciata esterna e i Giardini Segreti, in un percorso che unisce scultura, installazione e poesia visiva. Le opere di Mutu, note per la loro carica simbolica e per l’uso di materiali organici e suggestivi, si inseriscono nel contesto della Galleria con spirito critico e rigenerante, e sfidano l’estetica classica con visioni dirompenti e nuove mitologie.

Il titolo stesso della mostra evoca il legame profondo tra terra e narrazione, tra materia e parola. La “terra nera” diventa metafora di fertilità, di origine e di trasformazione, e si manifesta nelle opere come elemento generativo di forme, storie e ricordi. Il risultato è un’esperienza immersiva, in cui l’antico e il contemporaneo si incontrano su un piano di parità e generano una riflessione aperta sulle possibilità dell’arte di costruire nuovi linguaggi e nuove verità.

Salvador Dalí: Eat Me!

Ecco poi la mostra Salvador Dalí: Eat Me!, allestita a Palazzo Bracci a Montepulciano, che torna accessibile al pubblico dopo un lungo restauro. Un evento che unisce il genio visionario di Dalí con uno dei temi a lui più cari: il cibo come simbolo, ossessione e linguaggio artistico.

La mostra presenta oltre cento opere originali provenienti dalla collezione privata di Beniamino Levi, collezionista e amico personale dell’artista catalano. Sculture, grafiche, oggetti di design e pezzi unici accompagnano il visitatore in un viaggio tra l’inconscio e la materia, tra le pulsioni dell’infanzia e le provocazioni dell’età adulta. Le sale affrescate di Palazzo Bracci diventano così il teatro di un’esplorazione tra eros, nutrimento e desiderio, dove elementi come uova, aragoste, formaggi e fagioli assumono valenze psicoanalitiche, estetiche e persino spirituali.

Attraverso quarant’anni di produzione, dagli anni Trenta agli anni Settanta, Eat Me! racconta un Dalí inedito e profondo, che riflette sul corpo e sui suoi bisogni, sulle trasformazioni della materia e sulla potenza immaginifica dell’arte.

Life in Transit

Life in Transit

Fonte: Ufficio Stampa

Life in Transit, James Hawke

A Genova, tra le architetture rinascimentali e le vedute sul mare che raccontano secoli di storia marittima, prende vita un progetto artistico capace di unire passato e presente, memoria e visione. Si tratta di Life in Transit, la prima mostra personale in Italia di James Hawke, pittore britannico ormai stabilmente inserito nel circuito europeo dell’arte contemporanea, ospitata negli spazi prestigiosi di Villa delle Peschiere.

L’elegante dimora del Cinquecento, uno dei gioielli architettonici più suggestivi della città ligure, diventa il contenitore ideale per accogliere le diciotto opere in mostra, tutte realizzate proprio per questa occasione. La serie di dipinti nasce dal dialogo intimo e poetico che l’artista ha intrattenuto con il paesaggio urbano e naturale di Genova, ma anche con gli interni affrescati e le atmosfere sospese della villa, elementi che hanno influenzato la sua ricerca visiva.

Hawke, noto per il suo stile distintivo che fonde figurazione narrativa e sensibilità cromatica, ha costruito in Life in Transit un omaggio pittorico al Mediterraneo non convenzionale. Le sue figure, spesso colte in momenti di sospensione (tra l’arrivo e la partenza, tra il sogno e il reale) raccontano una condizione di transitorietà che si riflette tanto nel soggetto quanto nella struttura compositiva. I colori vividi, quasi materici, evocano la luce marina, il calore delle spiagge urbane, le geometrie degli scorci liguri e il ritmo delle villeggiature che da sempre popolano l’immaginario mediterraneo.

In queste opere, la “vita in transito” non è solo un tema, ma diventa uno stato d’animo, una condizione esistenziale che si manifesta nei volti assorti, nei gesti appena accennati, nelle posture leggere dei personaggi che abitano le tele. Non vi è alcuna nostalgia, piuttosto una riflessione sul movimento, sulla trasformazione continua del paesaggio umano e architettonico, sullo scorrere del tempo come esperienza visiva.

La scelta di Villa delle Peschiere non è casuale: le stanze, ricche di affreschi e stucchi, stabiliscono un confronto silenzioso e fertile con l’arte di Hawke e creano un ponte temporale tra l’estetica rinascimentale e la sensibilità contemporanea.

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Cosa vedere a Milano in un giorno: itinerario per assaporare la città senza stress (ma con stile)

Milano è una città che corre, sempre. È la capitale italiana del business, della moda e del design, dove il tempo è denaro e le agende sono fitte come le sfilate durante la Fashion Week. Ma, sorpresa: Milano sa anche prendersela comoda, sa accogliere chi la scopre per la prima volta e mostrare il meglio di sé con stile e praticità.

È una metropoli europea, veloce ma vivibile, dove ci si muove con estrema facilità anche in metropolitana o in tram. Ed è proprio nel contrasto che Milano dà il meglio: grattacieli vertiginosi accanto a cortili rinascimentali, vetrine di alta moda che riflettono chiese secolari, aperitivi d’autore che convivono con la cotoletta alla milanese. Una città dalle mille anime, che cambia faccia ogni quartiere.

Un giorno solo basta per assaporarla? Non tutta, certo. Ma con il giusto itinerario sì: si parte dalla gotica imponenza del Duomo, si passeggia tra i salotti eleganti di Brera, si respira arte e cultura, si fa un po’ di shopping nelle vie più scintillanti del centro e si finisce con un drink sul Naviglio. Per chi ama tirare tardi, Milano è anche la regina delle notti italiane: tra locali storici e club modaioli, come quelli in Corso Como, la serata può prendere una piega decisamente festaiola.

Oppure si può scegliere un approccio più tranquillo: una passeggiata illuminata tra le vie storiche del centro, un ultimo sguardo alle vetrine, magari un gelato in Galleria o un dolce in pasticceria. Milano sa adattarsi a ogni tipo di viaggiatore, anche in 24 ore. Ecco perché abbiamo preparato un itinerario studiato al millimetro, per viverla senza fretta, ma senza perdere nulla.

Itinerario di un giorno nel cuore di Milano

Tappa 1: il Duomo di Milano e le sue terrazze, ovvero il cuore vertiginoso della città

Non si può iniziare diversamente: il Duomo è la firma più iconica della città, una foresta di guglie, statue e misteri gotici che domina la piazza più fotografata d’Italia. Simbolo indiscusso di Milano, è il punto zero da cui tutto parte, geograficamente e idealmente. Ogni dettaglio della sua facciata racconta storie di santi, draghi, martiri e leggende scolpite nel marmo di Candoglia. La visita all’interno è un tuffo nella penombra sacra, tra vetrate vertiginose e navate infinite, ma il vero colpo di scena è in alto: le terrazze panoramiche, raggiungibili anche in ascensore, da cui Milano si svela in tutto il suo patchwork urbano. Se il cielo è limpido, le Alpi vi sembreranno vicinissime, come disegnate all’orizzonte.

Tappa 2: dalla Galleria Vittorio Emanuele II alla Scala, un assaggio di lusso (e storia)

Siete nel cuore pulsante della metropoli, nel punto esatto in cui si incontrano il sacro e il profano, il silenzio delle navate e il brusio del centro commerciale della città. Attorno a voi, un mondo in movimento: turisti armati di smartphone, lavoratori in pausa caffè con l’occhio all’orologio, fashion addicted in total black e milanesi DOC che attraversano la piazza con passo deciso, come se fosse il corridoio di casa. Fermatevi qualche minuto in mezzo a questo spettacolo quotidiano, lasciatevi travolgere dal ritmo della città e godetevi l’energia che solo Milano sa sprigionare in questo punto preciso: dove si incrociano passato, presente e futuro.

E, poco più in là, nell’elegante abbraccio di Via Filodrammatici, sorge la Scala, regina indiscussa delle arti sceniche, tempio laico dove il respiro della città diventa musica. Qui il brusio della piazza si trasforma in un fremito sommesso all’alzarsi del sipario: il velluto cremisi, gli ori barocchi, i lampadari sfavillanti raccontano secoli di passioni, di note di Verdi e di applausi che sembrano non finire mai. All’esterno, lo scalone monumentale accoglie clandestini sognatori e habitué in abito da sera; all’interno, l’orchestra accorda gli strumenti mentre il tempo resta sospeso, in quel silenzio denso che precede ogni prima. È il luogo dove la voce di Maria Callas riecheggia ancora tra i palchi, dove il futuro dell’opera si scrive ogni sera, dove Milano si specchia nella sua anima più colta, elegante e irriducibilmente brillante.

Tappa 3: il Castello Sforzesco e Parco Sempione, tra storia rinascimentale e relax 

Con una camminata di dieci minuti tra vetrine, portici e scorci urbani, si raggiunge il maestoso Castello Sforzesco, una fortezza quattrocentesca che un tempo era baluardo militare e residenza ducale, oggi diventata uno dei cuori culturali più vibranti della città. Le sue mura raccontano secoli di storia milanese, tra intrighi di corte e fasti rinascimentali. Una volta varcato il ponte levatoio, vi troverete immersi in un microcosmo di arte, cultura e architettura: al suo interno vi aspettano musei, collezioni civiche, strumenti musicali antichi, arazzi e affreschi, fino ad arrivare a uno dei suoi tesori più emozionanti, la Pietà Rondanini di Michelangelo, l’ultima e incompiuta opera del maestro, densa di spiritualità e malinconia.

Parco Sempione, Milano

Fonte: iStock

Vista aerea di Parco Sempione e Castello Sforzesco a Milano

Ma non finisce qui: superato il Castello si apre il Parco Sempione, polmone verde della città e salotto informale dove i milanesi si rilassano tra jogging, picnic e chiacchiere all’ombra degli alberi. Il contrasto è sorprendente: un attimo prima eravate tra mura medievali, un attimo dopo vi ritrovate distesi sull’erba, circondati da studenti, famiglie, artisti di strada e giovani con laptop e panino alla mano. In lontananza svetta l’Arco della Pace, elegante e scenografico, che incornicia il tramonto come un set cinematografico.

Questo è il momento perfetto per rallentare il passo: prendetevi una pausa, magari con un caffè nel chiosco del parco o uno spuntino acquistato al volo in una panetteria di Brera. Sedetevi su una panchina o direttamente sul prato e lasciatevi cullare dalla Milano più lenta, più dolce, quella che si concede il lusso del tempo.

Tappa 4: il quartiere Brera, cortili nascosti, arte a ogni angolo e libri antichi

Lasciato alle spalle il verde abbraccio di Parco Sempione, è il momento di infilarsi tra le vie acciottolate di uno dei quartieri più affascinanti e iconici di Milano: Brera. Qui la città cambia ritmo, si fa più raccolta, più sensuale, quasi sussurrata. È un luogo sospeso nel tempo, dove arte, design e spirito bohémien convivono in perfetto equilibrio. Non aspettatevi le folle del centro o lo scintillio delle grandi firme: Brera è raffinata senza ostentazione, elegante senza rigidità. È fatta di botteghe artigianali che vendono pezzi unici, di profumerie di nicchia dove scoprire essenze introvabili, di gallerie indipendenti e antiquari che sembrano usciti da un romanzo parigino.

Per chi ha voglia di bellezza pura, la Pinacoteca di Brera è una tappa che non può mancare. All’interno di questo storico palazzo, che ospita anche l’Accademia di Belle Arti, vi aspettano capolavori firmati Caravaggio, Hayez, Mantegna, Raffaello. È un concentrato di arte italiana da togliere il fiato, ma anche chi non entra nel museo potrà godere del fascino del luogo: il cortile interno con la statua di Napoleone in veste di Marte pacificatore è uno degli angoli più suggestivi del quartiere.

Il bello di Brera, però, è proprio perdersi. Lasciate stare le mappe e seguite l’istinto: ogni vicolo sembra raccontare una storia, ogni scorcio è perfetto per una foto, ogni vetrina una piccola tentazione. Tra case con persiane verdi, balconi fioriti e insegne d’altri tempi, potreste finire a sorseggiare un espresso in un caffè d’epoca o a sfogliare vecchi libri in una libreria indipendente. Brera è il respiro lento di Milano, quel luogo dove il tempo non corre, ma cammina accanto a voi.

Tappa 5: i Navigli al tramonto, riflessi sull’acqua e un aperitivo ad hoc

Il sole cala dietro le facciate liberty e Milano cambia pelle: è il momento di lasciarsi alle spalle la frenesia del centro e dirigersi verso i Navigli, l’antico sistema di canali progettato, anche, da Leonardo da Vinci, oggi trasformato in uno dei quartieri più vibranti e affascinanti della città. Qui il tempo scorre lento, riflesso sull’acqua, tra botteghe d’artista, biciclette appoggiate ai muri scrostati e ponticelli pieni di storie.

Una passeggiata lungo il Naviglio Grande è pura poesia urbana. Ci si muove tra librerie indipendenti, showroom di design, atelier nascosti e vecchie case di ringhiera che raccontano una Milano d’altri tempi, ancora viva sotto la superficie glamour. Il paesaggio è un mix irresistibile di autenticità e stile: lanterne accese, vetrine che brillano, profumi che si mescolano nell’aria, dal risotto alla milanese alle tapas rivisitate.

Navigli, Milano

Fonte: iStock

Vista serale dei Navigli

Ma è quando cala la sera che i Navigli rivelano il loro lato più magnetico. Il mood diventa quello delle grandi città europee: luci soffuse, tavolini affollati, chiacchiere in mille lingue, risate e brindisi che si rincorrono tra un cocktail colorato e un tagliere di salumi artigianali. È il regno dell’aperitivo milanese, una vera e propria istituzione cittadina che va oltre la moda: è un rito sociale, un momento di incontro, il modo perfetto per concludere una giornata intensa con leggerezza e gusto.

Sedetevi in uno dei tanti locali con i tavolini affacciati sull’acqua, ordinate uno spritz (o un negroni, se vi sentite in vena) e lasciatevi andare. I Navigli sanno essere romantici, chiassosi, sorprendenti, ma soprattutto indimenticabili. E sì, ve lo siete proprio meritato.

Cosa vedere nei dintorni di Milano in poco tempo 

Se arrivate presto o ripartite tardi, Milano offre alcune gite flash davvero interessanti nei dintorni immediati. Una delle opzioni più gettonate è la Certosa di Pavia, a 40 minuti di treno, con il suo monastero monumentale tra i più belli d’Europa.

In alternativa, se restate in città ma volete uscire dai giri canonici, valutate una visita al Cimitero Monumentale: una vera galleria d’arte a cielo aperto, tra sculture, architetture liberty e tombe celebri. Insolito, ma sorprendente.

Cosa vedere a Milano con un giorno in più: idee per prolungare il weekend

Se riuscite a fermarvi un giorno in più a Milano, preparatevi: le possibilità si moltiplicano, e la città svela nuovi volti, moderni, alternativi, multiculturali, sempre sorprendenti. Per cominciare, potete dedicarvi alla scoperta della Milano contemporanea con una passeggiata tra i grattacieli di Porta Nuova, il quartiere più avveniristico della città. Qui si respira aria da capitale europea: piazza Gae Aulenti è una scenografia ultramoderna fatta di fontane, curve architettoniche e vetrate altissime, con il celebre Bosco Verticale a fare da superstar. Se amate il design e l’urbanistica che osa, è il vostro posto.

CityLife, invece, è l’altra anima futurista di Milano, con le sue torri firmate da archistar (Zaha Hadid, Isozaki, Libeskind) e un parco urbano che sembra uscito da un rendering. Lo shopping qui ha un look da fantascienza, ma è anche un viaggio tra arte a cielo aperto, installazioni digitali e caffè minimalisti.

Per chi ama la creatività dal basso, la scelta giusta sono i quartieri di NoLo e Isola. Il primo, acronimo di “North of Loreto”, è un melting pot giovane, alternativo, pieno di street art, gallerie sperimentali, micro-teatri e ristoranti etnici da scoprire (nonché un quartiere che, come il seguente, pullula di locali per aperitivi… Ma in fondo, dove non si può fare apericena a Milano?). Isola, invece, ha un’anima hipster e rilassata: tra murales, coworking, librerie indipendenti e botteghe musicali, ogni angolo è un set perfetto per Instagram, ma anche un rifugio per chi cerca autenticità e contaminazione culturale.

Non può mancare una tappa a Chinatown, il quartiere più multiculturale (e goloso) della città. Via Paolo Sarpi è la spina dorsale di una zona viva e vivace, dove la comunità cinese — la più antica d’Italia — ha messo radici profonde. Qui si intrecciano tradizione e innovazione: templi nascosti e minimarket pieni di spezie, bubble tea e ristoranti fusion, sartorie e concept store, nonché una varietà infinita di street food, cinese, giapponese, coreano. Una passeggiata in questa zona è letteralmente un mini-viaggio dentro al viaggio e i sapori di questo quartiere vi faranno dimenticare per un attimo di essere ancora a Milano, in Italia.

Se invece avete voglia di cultura pura e dura, ci sono due indirizzi che valgono il raddoppio del soggiorno: il celebre Cenacolo Vinciano, con l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci (prenotate con larghissimo anticipo, i posti vanno a ruba!), e il MUDEC – Museo delle Culture, spazio espositivo ricavato da un’ex fabbrica, perfetto per chi ama le contaminazioni artistiche e i grandi nomi della fotografia e dell’arte contemporanea.

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Cinque grandi città italiane unite per un nuovo e visionario modello di turismo sostenibile

Cos’hanno in comune Firenze, Milano, Napoli, Roma e Venezia? Sono le cinque città turistiche italiane che partecipano a Grandi Destinazioni Italiane per un Turismo Sostenibile. Daniela Santanchè, nelle vesti di Ministro del Turismo, ha spiegato l’obiettivo del progetto partendo dal coinvolgimento delle città che più hanno a che fare con l’overtourism.

Il progetto Grandi Destinazioni Italiane per il turismo sostenibile

Firenze, Milano, Napoli, Roma e Venezia si uniscono contro l’overtourism e un turismo più sostenibile nel progetto GDITS presentato dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè. L’iniziativa, con un finanziamento di 6 milioni di euro suddiviso equamente, ha messo il capoluogo toscano come cabina di regia. Le risorse sono destinate allo sviluppo di azioni concrete per alleggerire la pressione nei centri storici e favorire itinerari alternativi.

Le tre direttrici strategiche che guidano l’iniziativa sono:

  • Governance, per una gestione coordinata e condivisa;
  • Digitalizzazione, per innovare i servizi e la fruizione dei luoghi;
  • Competitività, per migliorare l’attrattiva nel rispetto della sostenibilità.

Vediamo città per città quali sono le iniziative.

Milano, Let Mi… Promote and Experience Milan

Con il progetto “Let Mi… Promote and Experience Milan”, il capoluogo lombardo desidera puntare l’attenzione verso la valorizzazione del suo caratteristico dinamismo culturale: arte, design e spettacolo diventano protagonisti di un’offerta turistica più variegata e consapevole. Per riuscirci Milano mette in campo strumenti digitali e innovazioni tech così da promuovere un’esperienza meno invasiva e più rispettosa.

Milano e turismo sostenibile progetto GDITS

Fonte: iStock

Milano tra le cinque città coinvolge nel progetto per il turismo sostenibile

Venezia, EnjoyRespectVenezia

Venezia, da tempo simbolo globale del sovraffollamento turistico, lancia la campagna “#EnjoyRespectVenezia”. Il messaggio è chiaro: educare i visitatori a comportamenti rispettosi e indirizzare i flussi lontano dalle aree più fragili. La comunicazione mirata diventa così uno strumento fondamentale per salvaguardare il delicato equilibrio della città lagunare.

Firenze, Enjoy, Respect & Feel Florence

Oltre al ruolo di coordinatrice, Firenze si inserisce nel progetto con “Enjoy, Respect & Feel Florence”. L’obiettivo del capoluogo della Toscana è gestire al meglio la pressione turistica coinvolgendo la cittadinanza e promuovendo itinerari legati al cinema e allo sport. L’idea è quella di dar vita a buone pratiche per un turismo più equilibrato ed inclusivo spostando l’atetnzione dai luoghi più battuti dall’overtourism e offrendo valide alternative.

Roma: Unexpected Itineraries of Rome

Roma sorprende con “Unexpected Itineraries of Rome”, il programma che desidera dare vita a nuove opportunità turistiche nella capitale spostandosi dai circuiti più tradizionali. Basta posti manistream e via libera a contenuti digitali per un’esperienza più contemporanea. La città eterna mostra così un volto meno noto e attira turisti che desiderano vivere tutte le meraviglie che ha da offrire, valutando anche quartieri meno battuti e luoghi meno congestionati.

Napoli: innovazione al servizio della sostenibilità

Napoli presenta “Napoli TouristTech”, un’iniziativa che combina la tecnologia con la valorizzazione del territorio. Sono previsti info-point sostenibili, la promozione del trekking urbano e una forte spinta sulla comunicazione digitale per incentivare un turismo più consapevole e rispettoso della cultura locale.

Il Ministro Daniela Santanchè è fortemente convinto del progetto che si basa sulla sostenibilità come leva di sviluppo. L’obiettivo a lungo termine è quello di poter trasformare il modello in qualcosa di replicabile e applicabile in altre città del Paese.

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Notte dei Musei: solo per una notte queste meraviglie si visitano con 1 euro (o gratis)

Amate l’arte? Non potete perdere l’iniziativa Notte dei Musei 2025: tra il 17 e il 18 maggio si uniscono storia, cultura e bellezza in ogni forma coinvolgendo moltissime città italiane.

La Notte Europea dei Musei che si lega alla Giornata Internazionale dei Musei ha come obiettivo avvicinare le persone alla cultura rendendo accessibili luoghi unici con un ingresso gratuito o a solo 1 euro. Da Milano a Torino, passando per Bologna, Roma e Palermo: ecco quali sono gli eventi imperdibili da visitare e il programma città per città.

Notte dei Musei a Bologna

La città di Bologna partecipa con 38 musei e spazi culturali coinvolti espandendo la rete alla provincia. 12 comuni nelle vicinanze come Imola, San Lazzaro di Savena e Valsamoggia danno modo di accedere a molti spazi gratuitamente o con il biglietto simbolico a 1 euro. Ben 71 appuntamenti tra mostre, eventi, performance, visite guidate, degustazioni, letture e conferenze.

Bologna continua il suo percorso culturale per il terzo anno consecutivo diventando un esempio importante di rete museale integrata. L’iniziativa è coordinata dal Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, con l’obiettivo di valorizzare la ricchezza e la varietà della proposta culturale.

I musei coinvolti a Bologna

Nella città bolognese sarà possibile entrare a 1 euro all’interno di Casa Morandi, visitare la collezione comunale d’arte nei Musei Civici, accedere al museo civico archeologico e a quello d’arte industriale con la Galleria Davia Bergellini. Sono coinvolti anche il museo della Beata Vergine di San Luca, il museo per la Memoria di Ustica e Palazzo Magnani. Ma sono solo una selezione, sono molti di più i luoghi.

E nei dintorni? A Imola apre le porte il museo San Domenico, a Castenaso il MUV, a Pianoro il museo di Arti e mestieri “Pietro Lazzarini” mentre a Cento apre le porte il museo della Musica e la pinacoteca civica “Graziano Campanini”. A San Giovanni in Persiceto si entrerà invece nel museo archeologico ambientale e in quello del cielo e della terra, orto botanico incluso.

Palazzo Boncompagni a Bologna

Fonte: Ufficio Stampa

Palazzo Boncompagni partecipa alla Notte dei Musei

Notte dei Musei a Roma

Anche Roma partecipa all’iniziativa. Sabato 17 maggio 2025 la città eterna promuove la cultura aggregandosi alla quindicesima edizione della Notte dei musei in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzato da Zètema Progetto Cultura, sotto l’egida della Nuit Européenne Des Musées.

Si parte dalle 20 di sabato notte e si resta attivi fino alle 2 di mattina di domenica: 60 gli spazi culturali che saranno accessibili con 1 euro e alcuni daranno persino l’ingresso gratuito. Un’occasione da non perdere, considerando che il calendario fittissimo offre ben 100 eventi: mostre, visite guidate ma anche concerti, spettacoli e laboratori.

Musei Civici coinvolti

I Musei Civici di Roma accoglieranno spettacoli, proiezioni, concerti e mostre. Tra questi: Musei Capitolini, Museo dell’Ara Pacis, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano, Museo di Roma, Museo di Roma in Trastevere, Musei di Villa Torlonia, Museo Civico di Zoologia, Galleria d’Arte Moderna, Museo della Forma Urbis. L’accesso sarà a 1 euro o gratuito con MIC Card.

Aperti anche musei di Roma meno conosciuti come il Museo Napoleonico, Museo Canonica, Museo Barracco, Museo della Repubblica Romana, Villa di Massenzio, Museo di Casal de’ Pazzi e altri ancora.

Il Planetario di Roma offrirà due spettacoli astronomici, mentre il Museo Storico dei Vigili del Fuoco, il Museo della Musica e numerose accademie e ambasciate parteciperanno con eventi unici.

Gli spettacoli da non perdere

Tra le novità, la performance di Sergio Bernal al Museo dell’Ara Pacis, che con PAX fonderà flamenco e balletto classico in un messaggio universale di pace. Accanto a lui la cantaora andalusa Paz de Manuel. Sempre all’Ara Pacis, Paola Minaccioni metterà in scena Urlo di Roma, un viaggio musicale nei vicoli della città, accompagnata dalle musiche di Valerio Guaraldi.

Spettacoli di musica classica, gospel, jazz e popolare si alterneranno nei principali musei. Ai Mercati di Traiano, Voci Popspel proporrà un viaggio nella musica afroamericana. Alla Centrale Montemartini, spazio al jazz con il Luca Velotti Classic Jazz Duo e al concerto sciamanico Queendoms Unplugged.

Al Museo di Roma a Palazzo Braschi, tra spettacoli di videoarte, concerti barocchi e omaggi a Roberto De Simone, si esploreranno le connessioni tra tradizione e modernità.

Notte dei Musei a Palermo

Palermo si prepara alla notte Europea dei Musei sabato 17 maggio e lo fa in grande pe partecipare ad una manifestazione internazionale nata con il patrocinio UNESCO, Consiglio d’Europa e ICOM aprendo le porte di musei e luoghi di cultura.

Per una notte il mondo artistico diventa più esclusivo: non solo è possibile visitare alcuni luoghi selezionati ma si entra con un biglietto simbolico di 1 euro per provare a riscoprire il patrimonio culturale con occhi diversi.

Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo ha commentato l’inizativa così in una nota ufficiale: “La Notte Europea dei Musei è un momento in cui i luoghi di cultura diventano spazi aperti e partecipativi. È un modo per rafforzare la nostra identità collettiva e per offrire esperienze di conoscenza e ispirazione. Questa iniziativa è perfettamente in linea con la terza missione dell’Ateneo, che guarda oltre la didattica e la ricerca per avvicinare il pubblico alla cultura e al patrimonio della nostra comunità.”

Protagonista la Vucciria di Renato Gattuso

Tra le tappe imperdibili della serata palermitana spicca senza dubbio la Vucciria di Renato Guttuso, icona intramontabile della città e testimone vibrante della sua anima popolare e profonda.

In occasione del cinquantesimo anniversario dell’opera, sarà visitabile in una versione nuova e immersiva all’interno della sala Terrana di palazzo Chiaromonte, luogo simbolo della cultura palermitana.

Notte dei Musei a Milano

Non poteva mancare Milano all’appello delle città italiane pronte a festeggiare la Notte dei Musei. Il 17 maggio il capoluogo lombardo terrà compagnia con aperture straordinarie d’ingresso gratuito o ridotto al prezzo simbolico di 1 euro.

Visitare Pinacoteca di Brera durante la Notte dei Musei

Fonte: iStock

Pinacoteca di Brera partecipa alla Notte dei Musei 2025

I musei coinvolti

Dalla Pinacoteca di Brera alle Gallerie d’Italia fino alla Pinacoteca Ambrosiana: questi i primi luoghi da non perdere. Un’occasione speciale è quella di accedere alla Cripta di San Sepolcro con un biglietto unico a 3 euro che combina la visita con la pinacoteca Ambrosiana. In questo caso le aperture saranno tra le 18 e le 19:30.

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Dal Bosco Verticale alle masserie pugliesi, le location di Quasi Orfano

Quasi Orfano è una commedia italiana del 2022 diretta da Umberto Carteni, con Riccardo Scamarcio nel ruolo del protagonista, Valentino. Il film è un remake del francese Ti ripresento i tuoi (La ch’tite famille) di Dany Boon e racconta la storia di un affermato designer milanese che ha tagliato i ponti con la sua famiglia pugliese, arrivando persino a cambiare cognome e a dichiararsi orfano.

La sua vita viene sconvolta quando, a causa di un equivoco, i suoi familiari – madre, fratello, cognata e nipotina – si presentano a Milano per riallacciare i rapporti, dando il via a una serie di situazioni comiche e paradossali. La città natale di Valentino è Monopoli, in provincia di Bari, ma lui si è trasferito al nord, quindi il film passa da paesaggi pugliesi a grandi metropoli come Milano e Roma per le location. Scopriamole insieme.

Dove è stato girato

Le riprese di Quasi Orfano si sono svolte tra ottobre e novembre 2021 e sono durate ben sei settimane, tra il nord e il sud dell’Italia. L’agriturismo gestito dal padre di Valentino, interpretato da Adriano Pappalardo, è la Masseria Montereale, una storica dimora rurale situata in Contrada Carperi 64, nel comune di Cisternino, in provincia di Brindisi. Questa masseria del XVIII secolo è caratterizzata da un’architettura tipica delle strutture agricole pugliesi, con ampi spazi interni ed esterni, muri in pietra e una posizione panoramica immersa nella campagna della Valle d’Itria.

Cisternino Puglia

Fonte: iStock

Cisternino in Puglia

Alcune scene del film poi sono state girate nella capitale, come quella al ristorante giapponese dove Valentino, Costanza e Sergio discutono dell’azienda. Quel locale in realtà è il Finger’s Roma che si trova in Via Francesco Carrara 14 ed è il posto ideale per chi ama la cucina fusion e orientale. L’azienda di design di Valentino è la sede della Chromavis Fareva, situata in Via Edwin Hubble 2 a Offanengo (CR). Si tratta in realtà di un’azienda italiana leader nel settore della cosmetica conto terzi, specializzata nella creazione e produzione di prodotti make-up e nail care per marchi internazionali. Nel film Quasi Orfano, gli uffici dell’azienda rappresentano la sede del marchio di design Vale Rocco, aggiungendo un tocco di autenticità alla narrazione.

La sede della mostra dove piomba inaspettata la famiglia del fratello di Valentino è il Mudec – Museo delle Culture che si trova in Via Tortona a Milano. Si tratta di un centro culturale interdisciplinare dedicato alle culture del mondo inaugurato nel 2015 e progettato dall’architetto britannico David Chipperfield. Sorge sull’area dell’ex stabilimento Ansaldo, simbolo della riqualificazione industriale di Milano e ospita una varietà di mostre temporanee che esplorano diverse culture e forme artistiche.

Bosco Verticale Milano

Fonte: iStock

Bosco Verticale di Milano

L’elegante abitazione di Valentino si trova invece in Via privata Tarvisio 8 a Milano, nonostante alcune inquadrature mostrino il Bosco Verticale. Il Bosco Verticale è un innovativo complesso residenziale situato nel quartiere Porta Nuova di Milano, progettato dallo studio Boeri Studio, guidato dall’architetto Stefano Boeri. Inaugurato nel 2014, il progetto è composto da due torri di 116 e 84 metri di altezza, che si distinguono per la presenza di una vasta vegetazione distribuita sulle facciate degli edifici. Le torri ospitano in particolare circa 800 alberi, 4.500 arbusti e 15.000 piante perenni, distribuiti in base all’esposizione solare delle facciate. In Via Federico Confalonieri e Via Gaetano de Castillia, al margine del quartiere Isola, a circa 2,5 km da Piazza del Duomo, questo complesso contribuisce all’assorbimento di CO₂ e polveri sottili, alla produzione di ossigeno, alla regolazione del microclima urbano e alla riduzione dell’inquinamento acustico.

Monopoli, un borgo pugliese da scoprire

La chiesa dove il padre di Valentino, saputo dell’investimento del figlio, chiede al parroco di pregare per lui è la Chiesa Rettoria del Gesù Salvatore, situata in Largo San Salvatore Salvatore a Monopoli, in provincia di Bari. Uno dei luoghi sacri più antichi e suggestivi di Monopoli, questa chiesa è situata nel cuore del centro storico, affacciata sul mare e incastonata tra le case dei pescatori. La sua storia affonda le radici nel periodo paleocristiano, con alcune fonti che ne datano la fondazione al 313 d.C., forse per volontà dell’imperatore Costantino, come testimoniato dal ritrovamento di medaglie nelle fondamenta durante la ricostruzione del 1711.

E, infine, la piazzetta dove Costanza rivela di essere incinta è quella del Porto antico di Monopoli. Le origini del Porto Antico risalgono almeno al V secolo a.C., quando Monopoli era un insediamento messapico fortificato. Scavi archeologici condotti tra il 1985 e il 2011 hanno confermato la presenza di una città messapica con imponenti fortificazioni affacciate sulla cala del porto antico. Durante l’epoca romana, il porto mantenne la sua importanza strategica, fungendo da scalo militare e commerciale. Da qui si può partire per esplorare il centro storico di Monopoli, come il Castello di Carlo V, la Cattedrale di Maria Santissima della Madia e le numerose chiese e palazzi che testimoniano la ricca storia della città.

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Immersione nell’arte: le mostre da non perdere in Italia a maggio 2025

Il mese di maggio in Italia si prospetta particolarmente interessante per gli amanti dell’arte e per chiunque sia alla ricerca di nuovi stimoli per arricchire il proprio bagaglio culturale. Da Padova, dove sono esposte le opere dell’enigmatica Vivian Maier, a Milano, dove potrete entrare nel mondo anticonvenzionale di Leonor Fini, tra inquietudine e libertà espressiva. Si va poi a Jesolo, alla scoperta del legame tra Picasso e le sue muse, e a Noto, dove si celebra l’eredità rivoluzionaria di Warhol, Basquiat, Haring e Scharf.

Se state cercando ispirazione per i prossimi weekend, questa è la selezione di SiViaggia sulle mostre da vedere a maggio in Italia.

Vivian Maier. The Exhibition, Padova

Cominciamo i nostri consigli sulle mostre di maggio in Italia con una fotografa eccezionale. Dal 25 aprile al 28 settembre 2025, presso il Centro Culturale Altinate – San Gaetano di Padova ci sarà la mostra dedicata a Vivian Maier, la fotografa americana il cui talento è stato scoperto solo dopo la sua morte. L’esposizione, intitolata “Vivian Maier. The Exhibition”, riunisce oltre 200 fotografie in bianco e nero e a colori, ma anche documenti inediti e oggetti personali per permettere ai visitatori di entrare nel mondo di un’artista misteriosa che sapeva catturare l’essenza delle città attraverso le persone.

Tata per professione, coltivò segretamente per decenni una profonda passione per la fotografia. Solo dopo la sua scomparsa emerse il suo talento, con la scoperta di un ricco corpus di scatti urbani realizzati a New York e Chicago. Le sue fotografie narrano con rara sensibilità la società americana del Novecento, focalizzandosi su volti, gesti e momenti. Bambini, donne, anziani e sconosciuti si ergono a protagonisti di immagini intense, capaci di congelare il tempo e offrire un ritratto vivido di quell’epoca.

Io sono Leonor Fini, Milano

Prosegue fino al 22 giugno 2025 la mostra dedicata alla pittrice Leonor Fini. All’interno di Palazzo Reale a Milano avrete l’opportunità di visitare una delle più complete esposizioni dedicate all’artista italo-argentina, famosa per le sue opere anticonvenzionali e inquiete. Il titolo della mostra deriva da una sua dichiarazione: “Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: Io sono”. Lontana dalle convenzioni del Novecento, Leonor Fini si è distinta per la sua vita libera, vissuta con intensità e senza compromessi, aspetti che traspaiono dalle sue opere.

L’esposizione, infatti, è strutturata in nove sezioni tematiche che indagano i temi ricorrenti nella vita dell’artista: dal macabro al minaccioso, dal rapporto con la figura maschile alla sessualità e alla famiglia.

Loving Picasso, Jesolo

Fino al 12 ottobre 2025, presso il J Museo di Jesolo, potrete visitare la mostra “Loving Picasso. Muse, Amanti, Artiste”. L’esposizione esplora il legame profondo tra Pablo Picasso e le donne che hanno segnato la sua vita e la sua arte e lo fa attraverso dipinti, disegni, fotografie e litografie. I visitatori potranno intraprendere un percorso che svela come l’artista abbia trasformato le sue esperienze sentimentali in capolavori rivoluzionari.

Un viaggio suggestivo nel dialogo tra amore, passione e creazione artistica che lascia spazio anche alla produzione artistica di Dora Maar e Françoise Gilot, due figure fondamentali nell’universo creativo di Pablo Picasso, sottolineando il loro ruolo non solo come muse, ma anche come artiste autonome.

Liquida Photofestival, Torino

Dall’8 all’11 maggio 2025, il Polo del ‘900 a Torino ospiterà la quarta edizione di Liquida Photofestival. Quest’anno viene approfondito il tema tra fotografia e memoria con il titolo “Il giorno in cui ricorderò”, che invita a riflettere su come le immagini siano sempre state strumenti fondamentali per preservare il passato, trasformando memorie personali e collettive in frammenti tangibili di esperienza.

La fotografia, d’altronde, è memoria fissata sulla superficie del tempo, un’ancora che trattiene momenti destinati a dissolversi. Questa edizione di Liquida Photofestival sarà un’istantanea del modo di ricordare attraverso le immagini e, allo stesso tempo, un’indagine sul rapporto tra memoria e fotografia in un’era di transizione digitale.

Natura Morta, Milano

Dall’8 maggio al 4 novembre 2025, nella sala 1 della Pinacoteca della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, potrete visitare l’esposizione “Natura Morta” dello scultore Jago. Qui, dialogando tra passato e presente, l’artista si confronta con la “Canestra di frutta” di Caravaggio, considerato tra i capolavori più iconici della collezione dell’Ambrosiana. L’opera di Jago trasforma il linguaggio della tradizione in una riflessione attuale rappresentando una canestra colma non di frutti, ma di armi, simboleggiando così una “natura” ormai contaminata dalla violenza.

Se Caravaggio elevava la bellezza caduca della frutta a simbolo dello scorrere del tempo, Jago sposta il focus su un’altra natura morta: quella degli oggetti prodotti in massa per la distruzione, presenze inquietanti eppure prive di significato che definiscono la nostra epoca.

World Press Photo Exhibition 2025, Roma

Dal 6 maggio all’8 giugno 2025, presso il Palazzo Esposizioni a Roma, arriverà la mostra itinerante “World Press Photo Exhibition 2025”. Si tratta di un’esposizione annuale che permette di ammirare le foto più belle del concorso, selezionate tra le opere più significative e rilevanti dell’ultimo anno nel campo del fotogiornalismo e della fotografia documentaria. I vincitori sono stati selezionati da una giuria indipendente composta da 31 professionisti provenienti da tutto il mondo, che hanno esaminato oltre 59.320 fotografie inviate da 3.778 fotografi di 141 paesi.

I temi abbracciano politica, questioni di genere, migrazioni, conflitti e crisi climatica, con immagini che documentano proteste e rivolte in Kenya, Myanmar, Haiti, El Salvador e Georgia alternate a ritratti non convenzionali di figure politiche influenti negli Stati Uniti e in Germania. Nella mostra è presente anche una fotografa italiana, Cinzia Canneri, per l’Associazione Camille Lepage, che ha vinto il premio per il miglior progetto a lungo termine per la regione Africa.

Icon. Warhol, Basquiat, Haring, Scharf. L’eredità di un’arte rivoluzionaria, Noto

Al Convitto delle Arti di Noto, fino al 2 novembre 2025, ci sarà l’esposizione dedicata a quattro artisti che hanno rivoluzionato il concetto di arte nel ‘900. La mostra “Icon. Warhol, Basquiat, Haring, Scharf. L’eredità di un’arte rivoluzionaria” approfondisce la sacralità religiosa, quella consumistica della società contemporanea e l’evoluzione del concetto di icona attraverso le opere del genio della Pop Art, Andy Warhol, e quelle degli artisti della scena newyorkese degli anni ’80, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Kenny Scharf. Quest’ultimi hanno interpretato il ruolo dell’arte e un nuovo immaginario collettivo attraverso la Street Art e il Graffitismo.

Il percorso espositivo è suddiviso in 5 sezioni e ospita oltre 120 opere come l’inchiostro serigrafico su carta Mona Lisa di Andy Warhol, la serigrafia su seta Flowers appartenuta a Keith Haring e l’orologio Swatch Monster Time di Scharf. In una sezione viene approfondito anche lo Studio 54, la celebre discoteca di New York frequentata dagli artisti presenti in questa mostra.

Doppia Uso Singola, Milano

Dal 16 maggio al 17 giugno 2025, la galleria Patricia Armocida ospita la prima mostra personale di Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, intitolata “Doppia Uso Singola”. Colapesce è uno dei musicisti più brillanti della nuova scena italiana e si racconta attraverso una selezione di 200 scatti fotografici racchiusi in tre nuclei.

La prima documenta la solitudine nello spazio, catalogando arredi e oggetti all’interno di camere di alberghi in cui ha soggiornato durante i viaggi della sua carriera. La seconda serie è dedicata a Teresa e Anna, nonna e prozia di Lorenzo, e documenta la relazione simbiotica tra due sorelle. Infine, Giorni sfiniti, è la serie legata alla Sicilia, ai paradossi della sua terra e alle visioni introspettive dell’artista.

Ian Hamilton Finlay. Fragments, Brescia

La Galleria Massimo Minini di Brescia rende omaggio a Ian Hamilton Finlay, artista, poeta e paesaggista famoso per le sue opere che attraversano molteplici forme espressive. La tappa bresciana di “Fragments” fa parte di un ciclo di otto mostre che si svolgeranno a maggio 2025 in diverse città del mondo tra cui Basilea, Edimburgo, Amburgo, Londra e New York. Presso la galleria di Brescia potrete visitarla dall’8 al 31 maggio 2025, approfondendo la personalità artistica di Finlay, noto soprattutto per il suo giardino Little Sparta”, situato tra le Pentland Hills nei pressi di Edimburgo, dove ha vissuto e lavorato per gli ultimi quarant’anni della sua vita, e per l’installazione con ghigliottina “A View to the Temple”, esposta a Documenta.

Le sue opere visive, realizzate in collaborazione con artisti e artigiani esperti, sono presenti in musei, parchi e giardini di tutto il mondo.

Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio, Venezia

La Collezione Peggy Guggenheim, fino al 15 settembre 2025, esporrà le tele astratte di Maria Helena Vieira da Silva. La mostra, intitolata “Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio”, è curata da Flavia Frigeri, storica dell’arte e curatrice presso la National Portrait Gallery di Londra, ed è pensata per presentare al pubblico la produzione pittorica dell’artista attraverso una selezione di circa settanta opere provenienti da prestigiose istituzioni museali internazionali, nonché collezioni private.

Visitando l’esposizione avrete l’opportunità di scoprire quest’artista importante nel panorama del ‘900, capace di trasformare lo spazio pittorico in ambienti astratti e illusioni ottiche. Vieira da Silva, inoltre, è storicamente legata alla figura di Peggy Guggenheim, essendo una delle trentuno artiste incluse dalla collezionista nella mostra Exhibition by 31 Women tenutasi nella galleria newyorkese Art of This Century nel 1943.