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Dove è stata girata la serie dedicata a Leopardi: le location

La miniserie “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, diretta da Sergio Rubini, è una delle produzioni televisive più attese dell’inizio del 2025. Con questa visione, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi nella vita di Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti della letteratura italiana, grazie a un racconto che esplora non solo la sua biografia, ma anche il suo spirito ribelle e il suo legame profondo con la natura e le sue radici marchigiane.

La miniserie, che andrà in onda su Rai 1 il 7 e 8 gennaio, ha trovato la sua cornice perfetta nelle location marchigiane, dove la bellezza dei paesaggi storici e naturali ha contribuito a ricreare l’atmosfera dell’Ottocento. Dalle colline di Recanati alle piazze di Macerata, fino ai suggestivi borghi medievali, ogni luogo scelto per le riprese ha un legame profondo con la vita e l’opera di Leopardi. Ecco le principali location che hanno dato vita alla miniserie.

Recanati: la città di Giacomo Leopardi

Recanati, la città natale di Giacomo Leopardi, non poteva che essere il cuore pulsante della miniserie. I vicoli storici, le piazze e le dimore che hanno segnato la giovinezza del poeta sono tornati indietro nel tempo, offrendo uno scenario perfetto per la ricostruzione della sua vita. Le colline recanatesi, che Leopardi amava osservare dalla sua casa, sono spesso visibili nella serie, contribuendo a dare al pubblico la stessa sensazione di isolamento e di contemplazione che il poeta provava nel suo paese natale. Il paesaggio di Recanati, con le sue viste panoramiche sull’appennino marchigiano, è uno degli elementi simbolici della serie, che rende tangibile il contrasto tra il genio di Leopardi e l’ambiente provinciale che lo circondava.

Montecassiano: il fascino del borgo medievale

A pochi chilometri da Recanati si trova Montecassiano, un incantevole borgo medievale che ha fatto da sfondo a diverse scene della miniserie. Con le sue stradine lastricate e i palazzi storici, Montecassiano ha un’atmosfera che ben si sposa con l’epoca leopardiana. La sua posizione, che domina la valle circostante, ha permesso alla produzione di ricreare la solitudine e la maestosità delle terre che Leopardi amava tanto. Il borgo si fa testimone del mondo in cui il poeta è cresciuto, con un’architettura che sembra immutata nel tempo, perfetta per evocare la riflessione introspettiva che contraddistingueva la sua poetica.

Potenza Picena: tra storia e tradizione

Anche Potenza Picena ha trovato spazio nella miniserie, grazie alla sua ricchezza storica e architettonica. Il borgo, con il suo centro medievale e i palazzi signorili, offre un contrasto affascinante con il paesaggio naturale che lo circonda. Le strade acciottolate e le mura antiche di Potenza Picena sono lo sfondo ideale per rappresentare l’intensa vita interiore di Leopardi e la sua lotta contro le convenzioni sociali del suo tempo. La bellezza di questo luogo è stata enfatizzata dalla produzione, che ha sfruttato l’armonia tra natura e architettura per raccontare il tormento e la passione che animavano il poeta.

Potenza Picena

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Il paesaggio rurale di Potenza Picena

Treia: un angolo nascosto delle Marche

Treia, con le sue piazze e chiese medievali, è un altro comune che ha ospitato le riprese della miniserie. Questo borgo, meno conosciuto rispetto ad altri della regione, si distingue per la sua architettura ben conservata e per l’atmosfera intima e raccolta che lo caratterizza. Le sue stradine strette e i suoi palazzi storici sono stati utilizzati per ricreare l’Italia dell’Ottocento, offrendo un’ambientazione ideale per raccontare la solitudine e la profondità emotiva di Leopardi. La serie riesce a far emergere il fascino di Treia, che diventa il riflesso di una società in fermento e di un mondo interiore altrettanto complesso.

Treia, Marche

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Vista dall’alto del borgo di Treia

Ascoli Piceno: il cuore pulsante delle Marche

Le riprese di Ascoli Piceno hanno portato un tocco di eleganza alla miniserie, grazie alla sua piazza del Popolo, una delle più belle d’Italia, e alla sua architettura medievale che si fonde con il Rinascimento. La città, con i suoi palazzi in travertino e le torri storiche, ha offerto uno scenario ideale per alcune delle scene più drammatiche della serie, in cui la figura di Leopardi emerge come un pensatore solitario, lontano dalle convenzioni sociali. Ascoli Piceno, con il suo fascino senza tempo, rappresenta una parte fondamentale della ricostruzione storica e culturale che la serie vuole trasmettere.

Macerata: la scenografia perfetta per la riflessione filosofica

Anche Macerata, città che ha avuto un ruolo importante nella vita del poeta, è stata scelta per alcune delle riprese più significative. La città marchigiana, con la sua Piazza della Libertà e il famoso Sferisterio, ha dato alla miniserie una dimensione di grandiosità, che ben si sposa con la riflessione filosofica e politica di Leopardi. Macerata, pur essendo una città di dimensioni contenute, è riuscita a rappresentare il mondo in evoluzione in cui il poeta si muoveva, in cui le sue idee e i suoi versi venivano in qualche modo messi alla prova.

Monte Vidon Corrado e l’omaggio a Osvaldo Licini

A completare questo straordinario percorso tra le bellezze delle Marche, a Monte Vidon Corrado si celebra un legame speciale con la figura di Osvaldo Licini, pittore che ha tratto ispirazione proprio dai versi di Leopardi, in particolare dal suo celebre dialogo con la luna. Monte Vidon Corrado, infatti, è il paese natale di Licini e il suo rapporto con Leopardi viene celebrato durante il Leopardi Day del 7 gennaio. La connessione tra i due artisti, che si esprime anche nella pittura e nella poesia, è un omaggio alle radici culturali delle Marche, e aggiunge una dimensione inedita alla miniserie, rendendo omaggio non solo alla figura del poeta, ma anche alla sua eredità artistica.

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Fabriano, la storia del paese della carta

Le Marche sono uno scrigno di eccellenze italiane che troppo spesso sottovalutiamo, ma che creano il tessuto su cui si fonda l’Italia. È il caso di Fabriano, borgo medievale e Città creativa Unesco che merita senza dubbio una visita, per scoprire il Museo della carta e della filigrana – per cui questo abitato di meno di 30mila anime è divenuto famoso nel mondo -, le cui sale illustrano la storia e i passaggi della tipica lavorazione della carta a mano, prodotta a Fabriano sin dalla seconda metà del Duecento.

È stato il centro più importante della produzione di carta nell’Europa nel XIII secolo. Le innovazioni sperimentate in questo piccolo Comune sull’Appennino marchigiano, come la filigrana, hanno permesso la diffusione su grande scala della carta e il Museo della carta ne ricorda l’evoluzione.

Cosa vedere a Fabriano

Nel suo tracciato medievale perfettamente conservato, il centro storico di Fabriano custodisce anche numerose chiese ed edifici antichi tra i quali meritano una tappa il complesso conventuale di San Domenico, sede del Museo della carta, con la meravigliosa sala capitolare dipinta da Antonio da Fabriano nel 1480 circa.

Il Museo della carta

Nel Museo della carta e della filigrana è stata ricostruita fedelmente una cartiera medievale dove mastri cartai illustrano le antiche tecniche di produzione della carta filigranata a mano. All’interno del museo si può partecipare ad attività didattiche, anche residenziali, relative alla lavorazione di carte a mano filigranate. Per i bambini vengono organizzati laboratori didattici “Siamo tutti Mastri Cartai” durante i quali si può realizzare, e portare a casa, il proprio foglio di carta filigranato seguendo l’antica tecnica di produzione tramandata dai Mastri Cartai fabrianesi. Il museo è aperto da martedì a domenica dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 15:00 alle 18:00. Aperture straordinarie: 23/12/2024, 30/12/2024, 6 gennaio, Pasqua, lunedì di Pasqua, 2 giugno, 15 agosto, 1° novembre. Chiuso il 1° gennaio e il giorno di Natale.

Fabriano

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Il centro storico di Fabriano

Il Palazzo del Podestà

È un po’ il simbolo della cittadina il Palazzo del Podestà (1255), situato nella centrale piazza del Comune, al centro della quale si erge l’imponente fontana Sturinalto, e il suggestivo loggiato di San Francesco e la sua serie di arcate prospettiche che collegano la chiesa di San Francesco al trecentesco palazzo del Comune, ricostruito nel 1690.

Il Palazzo Vescovile

Uno degli edifici storici più significativi della città è il Palazzo Vescovile, che ha una lunga storia legata alle vicende politiche e religiose della città. L’edificio, originariamente sede dei Priori di Fabriano, fu distrutto nel 1542 a causa del crollo della torre civica. La sua ricostruzione avvenne tra il 1546 e il 1549, periodo in cui l’edificio fu interamente rinnovato, assumendo il ruolo di residenza dei Vescovi a partire dal 1729, quando Fabriano fu elevata a sede vescovile. Accanto al palazzo sorge la Torre Civica, un altro simbolo del potere cittadino, che insieme al Palazzo Vescovile, crea una cornice di grande suggestione attorno alla piazza del Comune. Oggi, il palazzo rimane un punto di riferimento per la città, continuando a ospitare eventi culturali e religiosi, nonché le funzioni istituzionali legate alla diocesi di Fabriano.

Città creativa Unesco

Dal 2013, Fabriano è stata inserita nella lista delle Città Creative dell’Unesco, nella categoria “Artigianato, arti e tradizioni popolari”, titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta fatta a mano. Ma Fabriano, in realtà, è una cittadina che, nel suo piccolo, ha dato vita a tante altre grandi aziende italiane, una fra tutte la Merloni. La rete delle Città creative dell’Unesco è stata creata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile. Sono 350 le città, in tutto il mondo, che attualmente fanno parte di questa rete. In Italia ce ne sono 14, tra cui Bolzano, Città creativa della musica.

Specialità gastronomiche di Fabriano

Ma Fabriano non è soltanto la città della carta. Merita un viaggio anche per scoprire la sua eccezionale gastronomia. Assolutamente da assaggiare è il tipico Salame di Fabriano coi lardelli, presidio Slow Food. Come anche il piatto tipico, il Vincisgrassi, un avariante marchigiana della pasta al forno, gli gnocchi di patate con la papera.

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Benessere e relax nei centri termali delle Marche

Dalla bellezza del paesaggio, alla costa che si snoda lungo l’Adriatico regalando scorci indimenticabili, fino a una ricchezza fatta di cultura e storia che si legge nelle tante tappe di un territorio che vale la pena scoprire in tutta la sua interezza. Le Marche sono una terra straordinaria, in cui ogni angolo regala un ricordo da portare con sé, una terra in cui si intrecciano tradizioni, passato e cultura, ma anche un luogo da scegliere quando ci si vuole dedicare momenti preziosi di relax. Perché qui vi sono diverse celebri destinazioni per chi è alla ricerca di terme, di luoghi da sogno in cui rilassare il corpo e la mente, in cui riconnettersi con sé stessi e ritagliarsi uno spazio di benessere.

Una vacanza rigenerante, da fare da soli o in compagnia, magari sommando l’esperienza del benessere con la scoperta di questo territorio così variegato: tutte le terme delle Marche da raggiungere per un’immersone nella salute a tutto tondo.

Terme di Raffaello, la location da raggiungere vicino ad Urbino

Il nostro viaggio alla scoperta delle terme delle Marche, questa regione italiana affacciata sul mar Adriatico, inizia dalle Terme di Raffaello, che si trovano nei pressi di una cittadina fantastica: Urbino. Una perla preziosa, dalla grande valenza storica: basti pensare che il suo centro storico è patrimonio dell’umanità Unesco e al fatto che nel Rinascimento questo luogo è stato di fondamentale importanza.

Dal suo duomo affascinante, all’ex monastero di Santa Chiara, fino agli oratori e ai palazzi, questa città è ricca di tesori da scoprire, del resto ha dato i natali a Raffaello, nato a Urbino nel 1483. Oltre a tutto questo si trova a poca distanza un luogo in cui godere di totale relax e benessere: le acque delle Terme di Raffaello hanno proprietà curative, sono sulfureo-solfato-bicarbonato – alcalino – terrose si legge sul sito ufficiale, inoltre hanno una temperatura di 14 gradi. L’importanza di questo luogo, che appartiene al territorio comunale di Petriano, è stata testimoniata anche nel passato più remoto. All’interno della struttura si possono fare veri e propri percorsi di cura, tanto che sul sito viene specificato che la visita medica per l’ammissione è obbligatoria. Per le aperture e tutte le informazioni è bene contattare direttamente la struttura, che per la stagione 2024 ha chiuso il 23 novembre, ed è importante ricordare che è convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale.

È la meta perfetta per chi cerca un luogo le cui acque regalano tanti vantaggi differenti: dall’azione antinfiammatoria, alle difese immunitarie, senza contare i disturbi che possono essere curati qui.  La distanza che separa Urbino dalla cittadina di Petriano è davvero irrisoria: 14,5 chilometri che si percorrono in meno di 20 minuti.

Terme Santa Lucia di Tolentino, poco distanti da Macerata

Ci spostiamo vicino a Tolentino, nella provincia di Macerata, per scoprire un altro luogo di benessere e relax: sono le terme di Santa Lucia, nate negli anni Trenta sembra non solo un luogo di pregio architettonico in cui il tempo è rimasto cristallizzato alla sua fondazione, ma anche un posto all’avanguardia dove ci si può davvero rigenerare. Ad esempio, nel grande Salone delle Acque, che si trova al primo piano e dove si trovano anche i rubinetti per bere questa acqua preziosa. Le acque termali sono la Salsobromoiodica e la Sulfurea di Rofanello e la Bicarbonato-Calcica della sorgente Santa Lucia, che servono per curare diverse affezioni tanto che la struttura è convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale. Al suo interno ci si può prendere cura di sé, ma anche sottoporre a trattamenti come bagno termale, massaggio estetico termale e fango termale all’interno del centro estetico. I prezzi variano, ad esempio per il bagno il costo ammonta a 12,50 euro per una sola prestazione. Le cure, invece, sono diverse e passano dalla idropinica a quella inalatoria, ma anche balneoterapiche e altro.

Lo stabilimento termale nella stagione 2024 ha chiuso i battenti per lavori a metà novembre, invece che da dicembre ad aprile come di consueto. Restano attivi gli altri servizi, ad esempio il centro estetico è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 20 e il sabato dalle 8,30 alle 16,30. Le Terme Santa Lucia si possono raggiungere in autobus o in automobile, distano circa 30 minuti da Macerata.

Anche il contesto è meraviglioso: sono immerse nel verde, vicino a un bellissimo e antico bosco e a poca distanza da Macerata, dove ammirare numerosi edifici di pregio e storici: il luogo ideale in cui staccare la spina.

Terme di Frasassi, vicino alle omonime grotte

Note fino ai tempi dei romani, le acque sulfuree delle Terme di Frasassi sono un vero e proprio toccasana. Oggi l’offerta è declinata in cure termali, reparto estetico e massoterapico: il posto da raggiungere per fare bene al corpo e alla mente. Le piscine che si trovano all’interno del complesso (che ha anche un hotel) sono un vero e proprio concentrato di relax: l’acqua è sulfurea-sodica e la sua temperatura si attesta intorno ai 24 gradi. Vi è una piscina di grandi dimensioni con cascate per il massaggio cervicale, un percorso Kneipp caldo e freddo, una vasca idromassaggio e una piscina di dimensioni più ridotte. Non manca la possibilità di fare trattamenti estetici, come quelli per la cellulite, per la pelle, massaggi di vario tipo, oppure di sottoporsi a cure per varie patologie, con la possibilità di sfruttare la convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.

La stagione termale chiude verso la fine di novembre, quindi è bene controllare il sito per conoscere le date di apertura. Per quanto riguarda le piscine gli orari risultano essere, in base alle informazioni presenti sul sito, dalle 10 alle 19: dai 16 anni compiuti il costo è di 18 euro, solo il pomeriggio (dalle 14,30 alle 19) 10 euro. Fino ai 3 anni i bambini entrano gratuitamente, poi con tariffa ridotta.

Queste terme si trovano a Genga, piccolo comune della provincia di Ancona (da cui dista circa 45 chilometri), dove sorgono anche le celebri grotte di Frasassi, da vedere, così come vale la pena visitare l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse, in stile romanico, il Tempio del Valadier e l’eremo di Santa Maria Infra Saxa.

Terme di Sarnano, ai piedi dei monti Sibillini

C’è la Spa, ma anche il residence, senza dimenticare le cure termali, le consulenze mediche, la fisioterapia e la riabilitazione: sono le Terme di Sarnano in provincia di Macerata, in un piccolo comune ai piedi dei Monti Sibillini.

La pace è garantita, perché qui ci si può rilassare e prendersi cura di sé. Il percorso della Spa prevede la presenza di un bagno turco, in cui le acque termali riscaldate avvolgono gli ospiti, poi una doccia e si passa alla sauna, per non dimenticare l’idromassaggio con acqua termale all’interno di una vasca che può ospitare fino a otto persone. Si conclude il percorso nell’area relax e tisaneria. All’interno della struttura vi è anche, ad esempio, l’Idrolife: si tratta di una piscina termale con acqua bicarbonato-calcica a una temperatura che oscilla tra i 34 e i 36 gradi.

L’ingresso alla Spa standard (per due ore e mezza) ha un costo di 35 euro a persona. Mentre l’apertura della struttura è prevista dal lunedì al venerdì e dalle 15,30 alle 19, il fine settimana e i festivi solo su prenotazione. Vale la pena scoprire i dintorni, infatti il borgo di Sarnano è davvero affascinante complici anche le origini antiche, inoltre, nei pressi si trovano anche i resti dell’Eremo di Soffiano.

All’interno delle terme ci si può sottoporre a cure termali sfruttando le tre acque che sgorgano da sorgenti presenti nel territorio: acqua di San Giacomo, Acqua Tre Santi e Acqua Terro. Si trovano a circa 30 chilometri di distanza da Macerata.

Terme di Acquasanta, nella provincia di Ascoli Piceno

Siamo ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, è qui infatti che sorgono le omonime terme: si tratta di uno stabilimento dove vengono proposte cure termali e massofisioterapiche, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale che dispone di un hotel, piscina interna con acqua termale, centro benessere ed estetico. Al suo interno vi sono: sauna, bagno turco, docce a getto cromatico, una piccola piscina con idromassaggio, sala relax e tisaneria, solarium e piccola piscina esterna e zona per i trattamenti di bellezza.

L’apertura stagionale della struttura va dal 15 maggio al 12 novembre, secondo quanto riportato sul sito ufficiale, per prezzi e informazioni è necessario contattare la struttura, ma basti sapere che un fine settimana dedicato al benessere termale ha un costo di 226 euro a persona e comprende – tra le altre cose – accesso alla piscina termale, trattamento fango termale e idromassaggio in vasca singola con acqua sulfurea e massaggio. È valido per le notti di venerdì e sabato e nel costo ci sono pranzi, cene e colazioni.

Un luogo da sogno, tra i Monti della Laga e i Sibillini, Acquasanta Terme è un piccolo borgo in cui si possono ammirare preziose testimonianze del passato, basti sapere che sono stati ritrovati resti preistorici, mentre si possono far risalire ai romani le prime notizie sulle terme: dalle chiese alle case alle strutture celebri (come il Ponte d’Arli che pare poter essere datato intorno al Cinquecento), questo è un posto tutto da scoprire.  La distanza con Ascoli Piceno è di soli 21 chilometri circa.

Terme dell’Aspio a Camerano

Siamo nel Parco Regionale del Conero, a Camerano borgo in provincia di Ancona. Qui sorgono le Terme dell’Aspio, le cui acque, a quanto pare, arrivano da quattro fonti diverse: Forte, Nuovo, S. Maria e Regina Coeli. Qui ci si può sottoporre a cure, ma anche a trattamenti di bellezza, la struttura non ha un sito internet ma si trova in via delle Terme a Camerano a poco piiù di 11 chilometri di distanza da Ancona.

Le terme da raggiungere nelle Marche

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Le terme da raggiungere nelle Marche: quali scegliere
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Marche, una regione al plurale per la varietà dell’offreta turistica

Le Marche sono l’unica regione al plurale d’Italia, e questo fatto linguistico è motivo di vanto chi ha il compito di promuoverne il territorio così vario e ricco di attrattive. Ne abbiamo parlato con Stefania Bussoletti, direttrice dello sviluppo economico della regione Marche e direttrice facente funzioni dell’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche (Atim) ad interim in occasione del TTG di Rimini.

Marche, non solo mare

“Le marche sono una regione poliedrica, in mezz’ora si va dalla montagna al mare”, ha spiegato Bussoletti. Tanto che proprio alla 61esima edizione di TTG Travel Experience nello stand della regione c’erano ben 60 operatori turistici, specializzati in arte, cultura, natura per incontri b2b e promuovere l’intero territorio che non è soltanto mare e che può essere scopeto in qualunque periodo dell’anno. Se si è incerti se scelgliere mare o montagna, per le Marche la risposta è “mare E montagna”.

“Abbiamo lavorato molto sulla valorizzazione dei borghi storici per ridare vita a questi luoghi meravigliosi che rischiano di essere spopolati”. Da Urbino ad Ascoli Piceno, le Marche, infatti, custodiscono un patrimonio storico, culturale e artistico unico. In questo senso, la regione ha da poco stanziato delle importanti risorse di programmazione comunitaria, al fine di valorizzare e rendere meglio fruibili i borghi storici marchigiani.

Vista dell'interno delle famose grotte di Frasassi nelle Marche, con stalattiti e stalagmiti in primo piano

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Le Grotte di Frasassi, nelle Marche

L’importanza dei turisti stranieri

“Inoltre”, ha proseguito la direttrice “stiamo spingendo molto sull’incoming dei turisti stranieri, in particolare dal Nord Europa come Germania, Svezia e Paesi nordici che è un mercato che ci interessa molto, anche perché abbiamo dei voli che arrivano da questi Paesi che stanno lavorando molto bene. A novembre partirà anche un nuovo volo per Barcellona quindi ci interessa anche il mercato spagnolo”.

La promozione turistica regionale, realizzata tramite l’ATIM, infatti, si rivolge non solo al mercato italiano, ma punta anche ai mercati esteri, con un’attenzione particolare a quelli collegati direttamente con l’Aeroporto delle Marche o attraverso gli hub nazionali ed esteri. È emblematico il recente flusso di circa 4.000 turisti nordamericani che, negli ultimi quattro mesi, hanno scelto le Marche come meta delle vacanze, utilizzando proprio questi collegamenti strategici.

Lame Rosse

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Il paesaggio delle Lame rosse nelle Marche

La regione del buon vivere

Il turismo costituisce una componente fondamentale del tessuto economico regionale, non solo per l’importante afflusso di visitatori, ma anche per il suo impatto trasversale su altri settori economici, generando una sinergia che contribuisce alla crescita di tutta la comunità, scrive la regione in comunicato. Proprio per questo, tra le priorità c’è il potenziamento della promozione turistica regionale, attraverso la valorizzazione delle sue eccellenze territoriali e sull’esperienza del “buon vivere” che caratterizza il territorio.

Questa strategia si articola in più aspetti, dalla celebrazione delle eccellenze enogastronomiche locali, alla qualità dell’accoglienza, fino alla promozione dei paesaggi e dei servizi orientati al benessere della persona. In sintesi, le Marche si propongono come il luogo dove vivere esperienze autentiche e rigeneranti.

Chi viene nelle Marche, inoltre, non può non apprezzare le meraviglie naturali del territorio, tra cui, ad esempio le spettacolari Grotte di Frasassi, le Lame rosse o i paesaggi dei Sibillini. Inoltre, l’offerta verrà arricchita dalla valorizzazione della produzione enogastronomica locale, con particolare attenzione a prodotti di pregio come il tartufo, che rappresenta una vera eccellenza marchigiana e caratterizza le colline della regione da Nord a Sud.

Sarnano

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Il borgo di Sarnano, ai piedi dei Monti Sibillini
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Tour delle Marche in autunno: cosa vedere?

L’autunno è una delle stagioni migliori e più suggestive per visitare le Marche, la splendida regione del centro Italia, un gioiello probabilmente ancora fuori dalle grandi rotte turistiche, che merita assolutamente di essere esplorato. Cosa ha da offrire questa regione?

Oltre ai borghi storici, fra i più belli d’Italia, sicuramente la gastronomia marchigiana è molto apprezzata a livello nazionale, e non solo, come del resto la sua grande cultura e storia artistica. Inoltre, in autunno percorrere le strade delle Marche permette di scoprirne i suoi fantastici paesaggi: i colori caldi delle colline e la tranquillità dei luoghi meno affollati, insieme alla presenza di un clima piuttosto mite, fanno delle Marche una meta ideale per chi cerca una vacanza rilassante. Ecco, quindi, un itinerario alla scoperta delle Marche in autunno.

1. I borghi medievali e le città d’arte

Uno degli aspetti più affascinanti delle Marche è la grandissima quantità di borghi medievali che si incontrano lungo il cammino, percorrendo le sue strade. Fra tutti si cita sicuramente Urbino, la città natale di Raffaello e patrimonio dell’UNESCO, un gioiello marchigiano che merita assolutamente una visita. Qui è possibile passeggiare fra le sue vie così suggestive e visitare il Palazzo Ducale, una tappa quasi obbligatoria per gli amanti di storia ed arte, durante l’autunno rende tutta l’atmosfera ancora più magica.

Un altro borgo imperdibile è Gradara, piccola cittadina famosa per il suo castello, capace di attirare migliaia di visitatori ogni anno, e che fa da sfondo alla tragica storia d’amore raccontata nella Divina Commedia tra Paolo e Francesca. In questo famoso borgo delle Marche le giornate autunnali sono ideali per visitare le fortificazioni medievali, ma soprattutto passeggiare fra i viali alberati caratterizzati dai colori autunnali e godere del panorama sulla colline circostanti.

Infine, spostandosi verso l’interno, si consiglia anche di scoprire il borgo di Cingoli, in provincia di Macerata e con appena circa diecimila abitanti, e che viene considerato come il “balcone delle Marche”, in grado di regalare una vista spettacolare che si estende fino al mar Adriatico. Qui, i colori autunnali regalano paesaggi unici, che sembrano quasi essere usciti da un dipinto.

2. Il  Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Per gli amanti della natura e delle attività all’aperto, cosa c’è di meglio che esplorare il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nel periodo autunnale? Le temperature non eccessivamente fredde rendono le passeggiate in questo meraviglioso parco molto piacevoli, anche per l’atmosfera che si crea grazie ai colori caldi delle foglie, che trasformano i sentieri in un vero e proprio quadro vivente.

Una delle escursioni migliori da fare è quella che conduce al Lago di Pilato, un piccolo lago glaciale che si trova in una conca fra le montagne. Inoltre, il parco è ricco di leggende, come quella più famosa che riguarda la Grotta della Sibilla, che si dice fosse la dimora di una profetessa in grado di predire il futuro. Una visita a questa grotta permette di immergersi nella magia e nel mistero che avvolgono i Monti Sibillini.

Foto del Lago di Pilato, nelle Marche, con cielo sereno e monte sullo sfondo che si riflette sull'acqua

Fonte: iStock

Lago di Pilato e Monte Redentore nelle Marche

3. I sapori tradizionali marchigiani

Un tour delle Marche, soprattutto in autunno, non può certamente dirsi completo senza un assaggio della cucina locale, che sa esprimere il meglio di sé in questa stagione. La regione è molto famosa per la produzione dell’olio e, di conseguenza, per la raccolta delle olive. Proprio le aziende produttrici, durante questo periodo, organizzano visite e degustazioni, permettendo ai turisti di scoprire l’autentico sapore dell’olio extravergine di oliva marchigiano.

Non solo! L’autunno è anche la stagione del tartufo bianco, di cui il bel borgo di Acqualagna ne è la capitale indiscussa. Qui, infatti, si tiene annualmente la Fiera Nazionale del Tartufo, dove i visitatori possono assaporare piatti raffinati a base di tartufo ed acquistare il prodotto dai cercatori locali.

Inoltre, tra ottobre e novembre, i piccoli borghi si animano con eventi dedicati alle castagne e ai funghi, ma anche alla vendemmia e al vino nuovo. Proprio i vini marchigiani vengono riconosciuti tra i migliori vini bianchi d’Italia e le cantine offrono percorsi di degustazione. L’autunno è anche il momento perfetto per esplorare le colline dove vengono coltivati alcuni dei più celebri vitigni della regione, come quella dei Castelli di Jesi, famosa per la produzione del Verdicchio, dove i vigneti che si tingono di giallo e di rosso creano un panorama imperdibile.

5. Le Grotte di Frasassi

Un altro luogo nelle Marche che merita una visita durante un tour autunnale della regione sono le Grotte di Frasassi, considerate fra le grotte più suggestive d’Italia e d’Europa. Le temperature costanti all’interno di queste formazioni, che si aggirano attorno ai 14 gradi, le rendono perfette da visitare in ogni stagione, anche se la minor affluenza di turisti in autunno permette di godere appieno della loro maestosità.

Vista dell'interno delle famose grotte di Frasassi nelle Marche, con stalattiti e stalagmiti in primo piano

Fonte: iStock

Grotte di Frasassi, Marche

6. Recanati e i luoghi leopardiani

Infine, per gli appassionati di letteratura e cultura italiana, non può mancare una visita a Recanati, la città natale del famoso Giacomo Leopardi. Soprattutto in autunno la visita ai luoghi come “il Colle dell’Infinito” diventa ancora più suggestiva, grazie anche alla frequente presenza di una leggera nebbia che avvolge la campagna circostante, oltre che i colori autunnali che creano un’atmosfera quasi malinconica. Insomma, la situazione perfetta per immergersi nelle bellissime poesie del grande poeta italiano.

A Recanati, inoltre, la Casa Leopardi è sempre aperta al pubblico. Visitare questa storica abitazione permette di affrontare un viaggio nel mondo interiore di Leopardi, camminando e scoprendo i suoi manoscritti, i suoi libri ed osservando i diversi oggetti personali. Un’esperienza in grado di lasciare un segno profondo, soprattutto per tutti coloro che amano la letteratura italiana.

L’autunno è probabilmente uno dei momenti migliori per visitare le Marche e godere non solo della bellezza dei suoi paesaggi mozzafiato, dei borghi affascinanti e dei suoi sapori autentici. Durante questa stagione è possibile scoprire anche le tradizioni locali e, in un certo modo, farne parte. L’autunno è il periodo in cui si svolge, ad esempio, la storica sagra della Castagna nel piccolo borgo di Smerillo, oltre al Palio dei Terzieri a Massa Fermana, una rievocazione storica che si svolge a fine settembre, con sfilate in costume, gare e momenti di spettacolo.

Insomma, non resta che preparare le valigie e partire alla scoperta di una delle regioni più belle dell’Italia centrale.

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Marche: le più belle piscine naturali del fiume Bosso

Piccoli canyon, forre, cascate, scivoli calcarei e piscine naturali: il fiume Bosso offre tutta la gamma completa del divertimento per gli amanti dell’acqua dolce. E sono in tanti che in questa parte interna delle Marche, al cospetto dell’Appennino umbro-marchigiano, preferiscono il fiume al mare, un turismo quotidiano e di prossimità rispetto alle gettonate coste adriatiche della regione.

Il Bosso nasce in località Pianello dalla confluenza di tre piccoli corsi d’acqua, i torrenti Certano, Giordano e Fiumicello. Costeggia poi l’abitato di Secchiano e si dirige verso Cagli, la cittadina più importante bagnata dalle sue acque, dove riceve il tributo del fiume Burano per poi gettarsi nel Candigliano e, ulteriormente, nel Metauro.

L’area tra Pianello e Cagli è una zona davvero ricca di spiagge d’acqua dolce e piscine naturali per tutti i gusti. Immersi nella splendida cornice rurale marchigiana, con le vette appenniniche a fare da contorno al paesaggio, è un vero piacere esplorare i tredici chilometri che collegano la frazione al suo capoluogo, percorrendo le sponde del fiume e scoprendone ogni angolo vocato al wild swimming. 

Bosso: le spiagge fluviali di San Nicolò

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Le belle piscine naturali tra Secchiano e Pianello

All’incirca a metà strada tra Cagli e Pianello, poco più a monte del fiume rispetto al ponte pedonale che rappresenta il punto di partenza del Sentiero delle Ammoniti, il Bosso offre una zona fantastica per una giornata in riva al fiume.

Grandi massi piatti, qualche spiaggia in terra battuta, piscine naturali di diverse profondità e un po’ di bosco ai margini per ripararsi dal sole battente nelle ore più calde: un contesto a dir poco perfetto per una destinazione adatta a tutta la famiglia.

Le acque del Bosso sono splendide: passano dalla trasparenza più totale nei tratti dove c’è poca profondità a delle tonalità intense di blu, quasi elettriche, lasciando però vedere sempre chiaramente il fondale, sintomo della loro purezza.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Relax a bordo fiume

Un’indicazione della qualità dell’acqua è la presenza occasionale di qualche granchio di fiume, una creatura rara che abita solamente i corsi più incontaminati.

Bosso: la cascata del mulino di Secchiano

Percorrendo la Strada provinciale 29 che corre lungo il corso del Bosso, in direzione di Cagli, si supera l’abitato di Secchiano e, su una curva verso sinistra, si individuano alcune case, ristrutturate là dove c’era un antico mulino che funzionava grazie all’energia fluviale.

Dietro gli edifici una bella cascata dal fronte ampio mette allegria solo a starci vicino. Ci si può sistemare sia in qualche radura poco a monte, seguendo le tracce che si aprono lungo il sentiero, che nella spiaggetta di sassi a valle, ombreggiata da alcuni alberi.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

La cascata del mulino di Secchiano

Da sopra la cascata ci si tuffa senza problemi nella polla sottostante, profonda abbastanza da non farsi male. L’acqua fresca è un vero toccasana contro la calura e tanti bambini e bambine del luogo imparano qui a tuffarsi senza paura né pericoli.

Bosso: il canyon di Secchiano

Poco più a valle rispetto alla succitata cascata, il fiume Bosso vede le pareti rocciose attorno al suo letto alzarsi: il suo corso si chiude in un canyon tutto da nuotare e da esplorare.

Alla prima parte del canyon si accede da un sentiero breve ma impervio, è necessario utilizzare la corda legata agli alberi che coprono il sentiero e calarsi con attenzione lungo la traccia battuta per arrivare sulle rocce nel letto del fiume.

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

Esplorare il canyon a nuoto

Qui ci si può sistemare comodamente in una delle tante nicchie sulla riva, tante piccole alcove nella roccia dove sistemarsi. Tutt’intorno piscine naturali di diverse profondità e trampolini di pietra dai quali tuffarsi.

Dopo questa prima ansa in cui il letto del fiume si restringe di molto, il Bosso torna ad aprirsi in un lungo rettilineo e poi a inforrarsi nuovamente in una seconda parte del canyon. A questo tratto si può accedere da un agile sentiero che si trova qualche centinaio di metri più avanti rispetto al precedente accesso, in direzione Cagli.

Sceso in pochi minuti il sentiero che porta al canyon si trovano a monte alcuni laghetti di acqua bassa che vengono utilizzati per far divertire i bambini piccoli. A valle, invece, le pareti rocciose sui lati del corso d’acqua si alzano sempre di più. La gente si sistema su una sponda e sull’altra, beneficiando dell’ombra degli alberi in cima a questa sorta di scogliere in sinistra orografica.

Scendendo sul letto del fiume, si può iniziare a percorrere il canyon. Si attraversa prima un grazioso laghetto di forma perfettamente circolare, poi una piscina naturale piuttosto profonda dove nuotare per qualche metro è tassativo. Esplorare il canyon nuotando nei punti più profondi, camminando in quelli più bassi e uscendo occasionalmente dall’acqua in occasione delle piccole spiaggette che si incontrano è una esperienza da non perdere.

Bosso: l’ansa rocciosa di Cagli

Fiume Bosso Marche Piscine naturali

Fonte: Lorenzo Calamai

L’ansa del Bosso nei pressi di Cagli

Poco distante dall’inizio dell’abitato di Cagli, il fiume Bosso compie un’ansa in corrispondenza di un promontorio roccioso. Da un lato e dall’altro di questo, due ampie spiagge sono molto gettonate dagli abitanti del luogo.

Nel laghetto che si è formato a monte del promontorio sguazzano allegri i più giovani, mentre consessi familiari articolano lunghe conversazioni con l’acqua alla vita, coadiuvando refrigerio e convivialità. Scendendo a valle, oltre l’ansa attorno alla conformazione rocciosa, l’acqua si fa più profonda: una grande piscina di acqua azzurra fa bella mostra di sé.

I due lati del promontorio sono collegati da un tratto molto stretto del fiume, dove l’acqua è profonda: è divertente percorrere l’ansa a nuoto, per andare da una parte all’altra di questo bel luogo.

Bosso: i Tre pozzi di Cagli

Li chiamano i Tre pozzi. Sono una serie molto ravvicinata di piscine naturali alle porte di Cagli, la spiaggia per eccellenza della gioventù cagliese.

Come indica evidentemente il nome, questo tratto del fiume Bosso è caratterizzato dal susseguirsi di tre piscine naturali. Quella più a monte è figlia di una bella e poderosa cascata intorno alla quale è possibile sistemarsi sui massi.

Bosso Tre Pozzi

Fonte: Lorenzo Calamai

Godersi l’estate sulle rive d’acqua dolce del fiume Bosso, nel cuore delle Marche

Dopodiché il fiume si incanala in una breve forra, circondato di pinnacoli rocciosi torniti dallo scorrere millenario delle acque. Qui, con un po’ di prudenza, ci si può produrre in adrenalinici tuffi da discrete altezze.

Infine, dopo un laghetto con l’acqua bassa dove i ragazzi del luogo hanno sistemato un tavolino da picnic per godersi la giornata con i piedi a bagno, l’acqua torna ad essere profonda di nuovo dirigendosi verso Cagli.

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Estate nei Borghi Sibillini delle Marche, tra sagre, escursioni e notti sotto le stelle

Un fitto calendario di oltre 100 eventi, che spaziano tra sagre, concerti, escursioni e notti stellate, accende l’estate negli antichi Borghi Sibillini, situati tra le province di Ascoli Piceno e Fermo. Da Amandola a Montefortino, passando per Force, Montemonaco e Rotella, è un susseguirsi di appuntamenti che animano le antiche piazze e celebrano tradizioni millenarie. Un’occasione imperdibile per scoprire e immergersi nell’anima di un territorio che unisce storia, cultura e natura.

Il progetto “Borghi Sibillini” nasce dall’iniziativa congiunta dei dieci comuni dell’Unione Montana dei Sibillini – Amadola, Force, Montedinove, Montefalcone, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Rotella, Santa Vittoria, Smerillo, – con l’obiettivo di creare una rete territoriale coordinata che metta in risalto la bellezza e l’identità unica di quest’area. Un territorio che si distingue per un paesaggio di grande fascino, caratterizzato da colline verdeggianti che si estendono tra le maestose montagne appenniniche e il Mar Adriatico.

In particolare, la porzione di territorio che comprende i comuni di Amandola, Montefortino e Montemonaco rappresenta il versante nordorientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ricoperto da magnifiche faggete, dove si possono trovare specie rare come la stella alpina e la genziana, e non è raro avvistare il lupo, l’astore e l’aquila reale

Ci troviamo in quello che è considerato il “versante magico” del parco, ritenuto nel Medioevo come un regno misterioso, popolato da demoni, negromanti e fate. Tra le numerose leggende che avvolgono questa zona, spiccano quelle legate alla Sibilla, la “Illustre profetessa” che si dice vivesse in una grotta sul monte omonimo, e quella di Ponzio Pilato, secondo cui il corpo senza vita del funzionario romano fu trascinato da bufali fino alle acque rosseggianti del Lago di Pilato, situato nella profonda valle che attraversa il massiccio del Monte Vettore.

Estate nei Borghi Sibillini delle Marche

Ultimamente, i Borghi Sibillini delle Marche si stanno impegnando a promuovere le peculiarità di ciascun borgo, valorizzandone al contempo i tratti comuni. L’iniziativa punta a far conoscere i Monti Sibillini attraverso una narrazione che ne evidenzi le caratteristiche uniche, attraendo un pubblico sempre maggiore. L’obiettivo è trasformare quest’area in una meta turistica di primo piano, con un’offerta culturale e sportiva ricca e variegata, preservando al tempo stesso l’autenticità e l’essenza del territorio.

Ecco alcuni degli eventi in programma ad agosto nei Borghi Sibillini:

Rievocazioni storiche ad Amandola

  • 18 e 19 agosto 2024: Festa di San Ruffino – Una storica fiera mercato con stand gastronomici presso l’Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale.
  • 20-25 agosto 2024: Festa del Beato Antonio – Il più importante evento estivo di Amandola, con una settimana ricca di concerti e iniziative che attirano ospiti illustri.
  • 25 agosto 2024: Rievocazione Storica “Processione delle Canestrelle” – Un sentito evento che simboleggia i pellegrinaggi dei proprietari terrieri per portare un’offerta al Beato in segno di ringraziamento per il raccolto; a seguire il Concerto di Paolo Belli Big Band in Piazza Risorgimento.

Antichi sapori a Force

  • 16-18 agosto 2024: Antichi Sapori per le Vie del Borgo – Un festival che anima Force con stand gastronomici e artisti di livello internazionale. Inoltre, fino a settembre 2024, si potrà visitare una Mostra Egizia in onore dell’architetto Ernesto Verrucci Bey nel 150° anniversario della nascita, curata dall’egittologo Maurizio Damiano.

La sagra di Montefortino

  • 31 agosto – 1 settembre 2024: 50^ Sagra della Cucciola – La più antica sagra del paese, dove si celebra un piatto tradizionale con una ricetta unica di Montefortino.

Il festival di Montemonaco

  • 25 agosto 2024: Spensieralto – Festival dei Borghi di Montagna.

Feste religiose a Rotella

  • 13-15 agosto 2024: Festa di Montemisio – Un appuntamento religioso presso il Santuario di Montemisio.
  • 17-18 agosto 2024: Beata Assunta Pallotta – Con il tradizionale Miracolo della Fontana che butta Vino a Castel di Croce.
  • 30-31 agosto 2024: Festa di S. Viviana – La festa più importante di Rotella, con la processione delle spoglie di S. Viviana.
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6 nuovi Cammini Religiosi italiani designati dal Mitur

Il Catalogo dei Cammini religiosi italiani si arricchisce con l’ingresso di sei nuovi itinerari, a conferma del crescente interesse per un turismo lento, consapevole e sostenibile.

Tra le new entry ecco la Via Francesca della Sambuca, che collega Pistoia e Bologna, la Via Micaelica Molisana, il Cammino Montiano nella Provincia di Monza e Brianza, l’Iter Suasanum nelle Marche, il Cammino dei Florensi in Calabria e il Cammino sulle orme di San Giovanni eremita.

Ed è così che il Catalogo digitale del Ministero del Turismo raggiunge un totale di 107 percorsi, un’opportunità unica per esplorare l’Italia da Nord a Sud percorrendo sentieri spirituali che uniscono fede, cultura e natura.

La Via Francesca della Sambuca, da Bologna alla “Piccola Santiago”

La Via Francesca della Sambuca è un suggestivo cammino che unisce Pistoia e Bologna, entrambe legate alla venerazione di San Jacopo, il patrono dei pellegrini: infatti, nel 1144, Pistoia divenne un’importante meta di pellegrinaggio quando il Vescovo Atto ricevette una reliquia dell’Apostolo da Compostela, guadagnandosi il titolo di “Minor Santiago“, ovvero “Piccola Santiago”.

Il percorso rappresentava, quindi, una variante della Via Francigena che, passando per Pistoia, da Bologna arrivava a Fucecchio. Da qui, il nome “francesca“, in quanto parte delle antiche vie francigene che dalla Francia conducevano a Roma. La Via Francesca della Sambuca rappresentava un naturale passaggio a ovest di Bologna e, proseguendo verso Lucca, offriva un agevole accesso al Tirreno e alla meta finale di Santiago de Compostela.

Chi la intraprende oggi, si trova al cospetto dei paesaggi selvaggi e rigogliosi degli Appennini, accompagnati dal costante scorrere dell’acqua dei fiumi Reno e Limentra di Sambuca. Lungo il tragitto, splendide pievi, antichi ospitali per pellegrini e strade lastricate raccontano la millenaria storia di questa via, frequentata sin dall’epoca etrusca e, in tal modo, arricchita da opere architettoniche, borghi d’arte e, soprattutto, dalle indelebili tracce del culto jacopeo, che tutt’ora unisce i popoli d’Europa in un simbolico pellegrinaggio verso Santiago.

Le tappe sono:

  • Bologna – Marzabotto (29 km)
  • Marzabotto – Riola (23,2 km)
  • Riola – Sambuca (18,3 km)
  • Sambuca – Pistoia (25,7 km)

La Via Micaelica Molisana, l’antico cammino

La Via Micaelica, o Via dell’Angelo, è un percorso spirituale che va da Roma al Santuario di Monte Sant’Angelo, nel Gargano, (uno dei più antichi e venerati luoghi di culto cristiano in Europa) e ha rappresentato una fondamentale arteria di collegamento tra il Mediterraneo orientale e Roma fin dall’epoca romana.

Segue principalmente il tracciato della Via Latina (più comunemente nota come Casilina) o della Via Appia fino a Capua, per poi proseguire lungo la Via Appia Traiana. Tali vie consolari erano essenziali per il collegamento tra Roma e il Sud Italia, e nonostante la decadenza seguita alla caduta dell’Impero, continuarono a essere utilizzate per scopi commerciali, civili, bellici e religiosi.

Durante il periodo delle Crociate (XI-XIII secolo), la Via Micaelica acquisì ulteriore importanza come rotta per gli eserciti crociati, volontari, pellegrini e uomini di chiesa che transitavano nell’Italia meridionale diretti verso la Terra Santa. Lungo il percorso, sorsero numerosi ordini cavallereschi e congregazioni ospitaliere.

Il Cammino Montiano, sul percorso del Beato

Il “Cammino Montiano” è l’occasione perfetta per dedicarsi al benessere fisico ma anche alla riflessione spirituale, seguendo le orme di una delle figure più importanti della Chiesa cattolica, il Beato Luigi Monti. Per quasi 16 chilometri, alternando tratti sterrati e asfaltati, parte da Bovisio Masciago, luogo di nascita del religioso, e giunge a Saronno, dove si trova l’istituto che egli fondò, diventato un importante centro di formazione professionale e attività mediche.

Il percorso sarà inaugurato entro luglio 2025, in occasione del bicentenario della nascita di Padre Monti e del Giubileo della Chiesa, e mira a proporre un’esperienza di “cammino lento” che, in circa quattro ore, sorprende i pellegrini con la bellezza del panorama dei parchi Groane e Lura.

Il progetto coinvolge una vasta rete di partner, tra cui la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione (Cfic), due parchi regionali, e cinque comuni: Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate e Saronno, con la Provincia di Monza Brianza e la Provincia di Varese. Non si escludono ulteriori sviluppi, con possibili diramazioni verso altri luoghi significativi della vita del Beato Monti, come Cantù, Erba, Desio e Rho.

L’Iter Suasanum, alle radici del Cristianesimo

L’Iter Suasanum è un cammino pensato per garantire l’accessibilità universale, cosicché tutte le persone, indipendentemente dalle loro condizioni, abbiano la possibilità di fruire appieno di luoghi, infrastrutture e servizi. Il progetto nasce in risposta all’anno giubilare e vede il coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale della Diocesi di Senigallia, delle amministrazioni comunali di Castelleone di Suasa, Corinaldo e Mondolfo, e di vari enti del terzo settore e associazioni imprenditoriali.

L’itinerario segue il corso del fiume Cesano per un viaggio attraverso secoli di storia. Non si tratta soltanto di un percorso di fede, bensì di una full immersion nell’antica storia della regione: l’Iter Suasanum tocca luoghi legati ai Piceni, come la tomba del principe Piceno di Corinaldo e la stele picena di Mondolfo, e ai Galli, con il guerriero gallico di Mondolfo. La tarda romanità bizantina si svela, invece, nel borgo di Mondolfo, che conserva ancora la struttura urbana di Cardo e Decumano.

L’itinerario include inoltre la visita all’antica Città Romana di Suasa, e due importanti siti del VI secolo: l’Abbazia di San Gervasio con la stazione di posta di Ad Pirum Filumeni, e la Chiesa di Santa Maria in Portuno.

Il Cammino dei Florensi, tra spiritualità e natura

Un affascinante itinerario spirituale e storico che si snoda tra i fitti boschi del Parco Nazionale della Sila, ai piedi del Monte Reventino, tra le province di Catanzaro e Cosenza e che permette di seguire le tracce di uno dei filosofi e teologi più influenti del Medioevo, Gioacchino da Fiore, abate e mistico, nato a Celico nel 1130 e morto a Pietrafitta nel 1202.

Il cammino, inaugurato nel 2008 grazie all’Associazione “Cammino di Gioacchino da Fiore”, ne ripercorre i passi collegando simbolicamente il Castello Normanno-Svevo di Lamezia Terme, dove Gioacchino ricevette i possedimenti silani da Costanza d’Altavilla, all’Abbazia di San Giovanni in Fiore, che lui stesso fondò.

Le tappe sono:

  • Dal Bastione di Malta, nei pressi della costa di Sant’Eufemia (CZ), si attraversa la città di Lamezia Terme fino a raggiungere il Passo d’Acquavona, a 1000 metri sul livello del mare;
  • Si scende nelle valli dei fiumi Amato e Corace, passando per Decollatura, fino ai ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo nel territorio di Carlopoli (CZ), luogo caro a Gioacchino dove visse per molti anni;
  • Dopo i Comuni di Bianchi (CS) e Parenti (CS), si supera il bacino del fiume Savuto e si arriva alle porte del Parco Nazionale della Sila, in località Caporosa;
  • Si raggiunge la sponda sud del Lago Arvo (CS), dove è possibile fermarsi presso il camping omonimo;
  • L’ultima tappa porta da Lorica (CS) all’Abbazia di San Giovanni in Fiore, passando per i resti dell’antico monastero di Iure Vetere, sito di grande importanza per l’ordine florense fondato dall’abate.

Il Cammino sulle orme di San Giovanni eremita,

Infine, il progetto di valorizzazione “Vivi i percorsi di San Giovanni Eremita” si pone come una lodevole iniziativa per lo sviluppo dell’identità culturale e religiosa della Valle del Fortore, con un’attenzione particolare al Comune di Tufara (Campobasso).

L’obiettivo principale è duplice: da un lato, mira a rafforzare il senso di appartenenza e l’identità della comunità locale nei confronti dei propri luoghi; dall’altro, intende promuovere il ricco patrimonio culturale, naturalistico e religioso del territorio, per un turismo sostenibile che sappia far conoscere anche gli aspetti meno noti del Molise.

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Anche la Spiaggia delle Due Sorelle, nelle Marche, diventa a numero chiuso

La Spiaggia delle Due Sorelle è un tratto di lido bianchissimo delle Marche che sorge, come un miraggio, a ridosso del Conero. Un paradiso praticamente intatto, raggiungibile solo via mare, e privo di servizi proprio per preservare la sua bellezza e la natura incontaminata di cui è forgiato. Ma non è tutto, perché per proteggerla ancora di più si è deciso di far diventare questa spiaggia a numero chiuso e con obbligo di prenotazione.

Spiaggia delle Due Sorelle a numero chiuso, le regole

A partire dall’1 agosto e fino al 15 settembre è in vigore una nuova ordinanza del sindaco di Sirolo, dove è sita la bellissima Spiaggia delle Due Sorelle, che prevede accessi al lido a numero chiuso. Una decisione che è stata presa, anche quest’anno, per tutelare l’ambiente e la sicurezza degli stessi bagnanti durante un periodo in cui l’affluenza turistica è alle stelle e, come riporta il Resto del Carlino, persino superiore alle reali capacità ricettive del luogo.

Pur essendo esclusivamente raggiungibile via mare, infatti, questa spiaggia, spesso considerata una delle più belle d’Italia, è particolarmente amata e fragile. Per questo motivo, occorre preservala il più possibile.

Come prenotare l’accesso alla spiaggia

Per accedere alla Spiaggia delle Due Sorelle, così chiamata per via dei due suggestivi scogli gemelli che emergono dalle sue limpide acque, bisogna prenotare gratuitamente il proprio posto tramite il sito turismosirolo.it.

Si possono noleggiare canoe, sup e altri piccoli natanti in tutti gli stabilimenti balneari di Sirolo, di Spiaggia Urbani e di San Michele-Sassi Neri. A tal proposito, però, è bene sapere che è vietata la permanenza sulla battigia o sulla spiaggia di canoe, sup, windsurf o mezzi analoghi. Essi devono essere attraccati temporaneamente e in maniera gratuita nel campo boe che si trova nello specchio acqueo antistante.

Una misura che si è dovuta necessariamente attuare perché da queste parti, ogni giorno, arriva un numero enorme di persone anche con canoe e sup, che occupano una parte significativa dello spazio utile allo stazionamento dei bagnanti.

La prenotazione non è obbligatoria se si raggiunge la spiaggia tramite il servizio traghetto dei Traghettatori del Conero, per un costo di 30 euro per gli adulti, 20 per i bambini fino ai 10 anni e gratuito sotto i 3.

I trasgressori rischiano una multa che va dai 25 a 500 euro.

Le altre regole da rispettare

Come accennato in precedenza, la Spiaggia delle Due Sorelle è un vero e proprio tesoro delle Marche e per questo sono in vigore anche altre regole che occorre rispettare:

  • Trovandosi all’interno del Parco del Conero, è assolutamente vietato raccogliere piante e pietre;
  • Non è possibile lasciare alcun tipo di rifiuto sulla spiaggia né cicche di sigarette. I rifiuti vanno portati con sé o smaltiti direttamente a bordo del traghetto nel caso in cui si scelga questa opzione per raggiungerla;
  • È fondamentale rispettare la segnaletica sulla spiaggia.

È importante sapere, inoltre, che la spiaggia è libera e non attrezzata, il che vuol dire che non ci sono né punti di ristorazione né servizi. È perciò fortemente consigliato portarsi l’ombrellone, crema solare, cibo, acqua e cappellino.

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San Benedetto del Tronto, la capitale della Riviera delle Palme

Non solo lunghe distese di sabbia, relax estivo e movida notturna, la Riviera delle Palme è la destinazione perfetta anche per gli amanti del turismo culturale. A unire le due anime, quella balneare e quella storica-artistica, è la sua ‘capitale’: San Benedetto del Tronto soddisfa sia chi ha voglia di mare che di cultura con le sue atmosfere da località estiva unite alle diverse attrazioni architettoniche e artistiche offerte. Situata in provincia di Ascoli Piceno, è famosa per il lungomare ricco di sculture, giardini e opere d’arte e per le numerose attività da svolgere all’aria aperta.

Circondata da colline, San Benedetto del Tronto è il punto di partenza ideale anche per visitare i borghi medievali nelle vicinanze: situati in una posizione sopraelevata privilegiata, offrono panorami mozzafiato e la possibilità di dedicarsi a escursioni perfette per gli appassionati di arte e storia.

Cosa vedere a San Benedetto del Tronto: il lungomare e le spiagge

Com’è il mare a San Benedetto del Tronto? Vi basti sapere che le sue acque, insieme alla qualità dei servizi offerti, sono state premiate con la Bandiera Blu ininterrottamente dal 1999, uno dei riconoscimenti più ambiti che attesta l’impegno di questa cittadina nel tutelare le proprie bellezze. Il suo lungomare vanta una spiaggia di sabbia bianca lunga circa nove chilometri, adatta anche ai bambini grazie al suo fondale basso e limpido, alla presenza di bagnini e ai tanti spazi dove giocare e divertirsi in totale sicurezza.

Il lungomare è il luogo più caratteristico dove passeggiare o pedalare con la bicicletta e godere delle numerose opere d’arte sparse per la città. Il lungomare di San Benedetto del Tronto, infatti, è il fiore all’occhiello della cittadina marchigiana. Costruito nel 1931 dall’ingegnere Luigi Onorati, non solo rappresenta una via di comunicazione essenziale, ma anche il cuore del turismo e del divertimento serale.

È lungo circa 5 chilometri ed è considerato uno dei lungomari più belli d’Italia. Costeggiato da piste ciclabili, campi da tennis, piste di pattinaggio e pinete, è caratterizzato da una grande varietà di palme (circa 8 mila di diverse specie) e da dieci giardini tematici. Quelli più famosi sono il giardino arido, il giardino umido, il giardino delle palme e il giardino delle rose. Una menzione speciale è d’obbligo anche per il giardino degli agrumi, del mediterraneo, di campagna e ”multisensoriale”.

Lungomare San Benedetto del Tronto

Fonte: iStock

Il lungomare cittadino ornato di palme

Cosa fare a San Benedetto del Tronto: il borgo antico e il centro storico

San Benedetto del Tronto è suddivisa in due: il Paese Alto e la parte più moderna della città. L’antico borgo fortificato, cuore del paese, si trova nel Paese Alto che, come lascia intendere il nome stesso, occupa una posizione strategica nella parte più alta della città. Di particolare interesse è la Torre dei Gualtieri, di forma esagonale e risalente al 1300, ricca di beccatelli e merli, per secoli considerata il simbolo cittadino. Dopo una giornata di mare e relax, è qui che i turisti passeggiano la sera, su un’isola pedonale costruita intorno a viale Moretti.

Nel centro cittadino è l’arte a dominare grazie alla presenza di numerose sculture e opere realizzate da artisti contemporanei famosi, come le fontane di Paolo Consorti e Ugo Nespolo. Un vero e proprio museo a cielo aperto gratuito pensato per scuotere lo spirito d’osservazione dei passanti e per offrir loro un momento di bellezza e riflessione.

L’arte e il mare: una simbiosi perfetta

San Benedetto del Tronto e il mare sono legati da un rapporto indissolubile che, nel rispetto del vero spirito della città, viene raccontato attraverso l’arte. Passeggiando nella zona adiacente al porto, per esempio, si incontra un’opera meravigliosa realizzata in acciaio colorato e alta oltre sette metri, recante la scritta: “Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare”. La scultura è stata realizzata da Ugo Nespolo ed è la parafrasi di una famosa poesia di Dino Campana, molto attuale soprattutto di questi tempi. A pochi metri si erge un’altra statua, “Il monumento al pescatore“, dell’artista grottammarese Cleto Capponi.

Lungo la passeggiata del molo Sud, in un’area chiamata MAM (Museo d’Arte sul Mare) e ribattezzata “The Jonathan’s Way”, potrete ammirare il monumento dedicato al gabbiano Jonathan Livingston realizzato da Mario Lupo nel 1986, protagonista dell’indimenticabile libro di Richard Bach. Ogni estate, questa zona della città accoglie le opere ricavate dai massi del porto e realizzate da artisti locali e internazionali che partecipano alla rassegna Scultura VivaI turisti e i cittadini possono assistere al lavoro degli scultori: la passeggiata si trasforma così in una visita a una galleria d’arte a cielo aperto. Sulla banchina portuale “Malfizia”, davanti al mercato ittico, sorge infine il complesso di sculture intitolato “Il mare, il ritorno”, realizzato dall’artista Paolo Annibali.

Scultura gabbiano San Benedetto del Tronto

Fonte: 123RF

Il monumento al gabbiano Jonathan

I piatti tipici di San Benedetto del Tronto

Impossibile lasciare San Benedetto del Tronto senza prima aver provato i suoi piatti tipici. La cucina è soprattutto a base di pesce nel rispetto della tradizione marinara che contraddistingue la città. Il piatto imperdibile è sicuramente il Brodetto alla Sambenedettese dove gli ingredienti principali, oltre ai diversi tipi di pesce, sono anche l’aceto, i pomodori e i peperoni verdi. Altre ricette tipiche della costa marchigiana sono i bomboletti a base di lumachine di mare e la classica frittura di paranza, mentre un piatto rappresentativo dell’intera regione sono le olive all’ascolana, l’antipasto perfetto per ogni pausa dedicata alla scoperta dei sapori tipici del territorio.

San Benedetto del Tronto: i posti da vedere nelle vicinanze

I comuni confinanti con San Benedetto del Tronto sono Monteprandone, Acquaviva Picena e Grottammare. Partendo proprio dalla capitale della Riviera delle Palme, è possibile raggiungere in auto o in bus alcuni dei borghi più belli d’Italia, perfetti per escursioni suggestive dedicate alla storia e all’arte.

Monteprandone

Monteprandone è un centro di origine medievale situato nell’entroterra marchigiano, rinomato per la produzione agricola di olio e vino e per i diversi luoghi storico-religiosi visitabili, come la Chiesa di San Nicola di Bari, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e il Museo dei Codici, in cui sono custoditi i manoscritti di parte della Libreria di San Giacomo, una raccolta del 1400 del santo che aveva l’obiettivo di favorire l’istruzione di studiosi e dei confratelli.

Acquaviva Picena

Acquaviva Picena è una terrazza panoramica dalla quale si possono ammirare le colline marchigiane, il monte Vettore, la Majella e il Gran Sasso, ed è conosciuta per la produzione dei cesti di paglia, che avviene secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. Proprio nel Museo della Pajarola si possono ammirare cesti, utensili e bamboline realizzate con un intreccio di paglia, vimini e materiali naturali. Evento imperdibile di Acquaviva Picena è Sponsalia, ovvero la rievocazione storica del matrimonio tra Rainaldo di Brunforte e Forasteria d’Acquaviva, organizzata tra i mesi di luglio e agosto e che prevede la disputa del Palio del Duca.

Grottammare

Grottammare è tra le destinazioni più visitate nei dintorni di San Benedetto del Tronto e tra quelle più scelte dalle famiglie, nonché uno dei Borghi d’Italia: qui la vegetazione è rigogliosa e il paesaggio offre sfumature diverse passando dalle dolci colline dell’entroterra alle spiagge che, più di una volta, hanno ricevuto il titolo di Bandiera Blu. Tante le cose da vedere, in particolare le chiese del centro, mentre per quanto riguarda gli eventi organizzati durante l’anno, da non perdere è il festival che chiama a raccolta grandi pianisti nazionali e internazionali, in ricordo del soggiorno a Grottammare di Franz Liszt.